Deserto rosso: una storia a puntate
Dopo aver passato più di tre anni a scrivere "L'isola di Gaia", sentivo il bisogno di cimentarmi in qualcosa di più immediato, che mi permettesse di sperimentare gli strumenti a disposizione degli autori indipendenti, mentre continuavo a lavorare al romanzo (editing e riscritture varie). Avevo bisogno di un progetto di dimensioni più ridotte, già definite in partenza e con una tempistica il più possibile gestibile, qualcosa che mi spingesse soprattutto a produrre senza farmi atterrire dal fatto di non sapere esattamente quando l'avrei terminato. Scrivere delle storie corte (novelle o racconti), però, non è proprio nel mio DNA, questo perché la dimensione di uno scritto è strettamente legata alla complessità della trama. E, diciamolo, io adoro le trame molto complesse. Allora ho pensato di aggirare il problema ideando a grandi linee una storia, come mi era capitato, quando avevo per la prima volta immaginato la trama del mio romanzo, ma che venisse suddivisa in puntate fatte e compiute delle dimensioni di una novella, da realizzare una per una nel dettaglio, in modo da avere subito qualcosa che potessi scrivere e terminare nel più breve tempo possibile. Ed è così che è nata l'idea di "Deserto rosso". Se paragoniamo un romanzo a un film, questa mia storia a puntate potrebbe essere definita una sorta di piccola serie, con episodi proposti a una certa cadenza (nel mio caso sarà di circa 4 mesi), ognuno dei quali si concentrerà su un determinato aspetto della trama, esplorando strutture narrative diverse, e terminerà con un cosiddetto cliffhanger. Sarà un vero e proprio esperimento. Gli episodi in totale saranno 3 o forse 4. Inizialmente avevo pensato a tre, ma, come sempre accade, più si pensa ad una storia più questa lievita, inoltre la possibilità di darle una struttura seriale implica quella di continuarla, utilizzando tutte le idee a disposizione, finché si è certi che tutti i fili della trama siano stati riallacciati nel migliore dei modi. Anche se sto già prendendo appunti per le puntate successive, ho dedicato l'intero mese di gennaio (o meglio tre settimane di tale mese) alla realizzazione della prima stesura della puntata numero uno. Mi sono data un target di 20.000 parole complessive e un altro per sessione di scrittura di 2000 parole, che ho quasi sempre rispettato (tempo permettendo). Alla fine ci sono riuscita. Nella notte tra il 31 gennaio e il 1° febbraio ho completato la novella raggiungendo e superando (anche se di poco) il mio target, cosa che ovviamente mi ha dato un certa soddisfazione. Chiunque scrive, conosce l'ansia che si prova nel dover completare uno scritto e, ogni volta che se ne termina uno, come questa vada acquietandosi accrescendo nel contempo la propria autostima. Ma parliamo un po' della trama. "Deserto rosso" segue le vicende di una missione su Marte, con permanenza a tempo indeterminato. Si tratta di una sorta di primo tentativo di colonizzazione del pianeta rosso, fatto da un equipaggio in realtà molto piccolo (solo 5 persone). La storia è ambientata in un futuro prossimo (fra almeno 50 anni). La missione Isis è la prima dopo un lungo periodo di pausa nell'esplorazione dello spazio, dovuto al tragico fallimento della missione precedente (avvenuta 30 anni prima). Questo è, però, solo il contesto in cui si muovono i personaggi e da cui parte l'intera storia. La prima puntata, intitolata "Punto di non ritorno", è narrata in prima persona da un membro dell'equipaggio, Anna Persson (esobiologa svedese), che per qualche motivo, a noi sconosciuto, abbandona di nascosto alle prime luci dell'alba la Stazione Alfa (la struttura abitativa) e si addentra con un rover nel deserto marziano. Il suo ha tutte le caratteristiche di un gesto suicida. Mentre Anna, da una parte, ci racconta passo passo i due giorni (tempo definito dalla sua riserva di ossigeno) del suo viaggio solitario, si sofferma a mostrarci eventi del passato precedenti alla stessa missione, muovendosi avanti e indietro nella sua memoria e svelandosi poco a poco a noi. Capiremo chi è, cosa l'ha portata a entrare nell'equipaggio dell'Isis, cosa (e chi) si è lasciata alle spalle e alcune fatti accaduti durante la stessa missione che potrebbero averla spinta a questo gesto estremo. Il tutto costruito in un crescendo che porta ad un finale inatteso. Esso chiude la prima parte della storia, ma allo stesso tempo apre nuovi scenari, dai quali scaturiranno le puntate successive. "Deserto rosso - Punto di non ritorno" raggiungerà la sua forma definitiva probabilmente a marzo e poi verrà pubblicato, in tempi brevi, come ebook Kindle sul Kindle Store di Amazon.it (gratis per i primi giorni e poi a 99 centesimi) e in altri formati compatibili con gli altri reader su vari negozi online. Non so se ne farò anche una versione cartacea, in quanto si tratta di un testo veramente corto (70 pagine circa). La farò solo se potrò proporre un prezzo davvero ridotto (pochi euro) o magari per avere delle copie promozionali. Per scrivere "Deserto rosso" mi sto documentando sui libri di Robert Zubrin, in modo da rendere la storia almeno in parte scientificamente plausibile, fin dove la narrazione me lo consente. Tra l'altro proprio oggi leggevo di un progetto chiamato COSMIC (Combustion Synthesis under microgravity conditions) dell'Università degli Studi di Cagliari, che servirà per mettere a punto sistemi per estrarre ossigeno, acqua, azoto dall'ambiente lunare o marziano e consentire così la vita degli astronauti che vi giungeranno nei prossimi decenni. Mi voglio informare sull'argomento e magari parlarvene più diffusamente in uno dei prossimi post. Tornando a "Deserto rosso", si tratta senza dubbio nel complesso di un'opera di fantascienza, ma che racchiude aspetti di generi diversi, dal thriller all'avventura. C'è un forte conflitto interiore, una storia d'amore, un mistero da scoprire, una discreta quantità di azione, morti più o meno naturali (sì, gente morta ammazzata), elementi scientifici reali e altri del tutto inventati e non manca una certa malvagità. Insomma, non è una semplice storia sull'esplorazione di Marte. Vi ho incuriosito? 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Photo: courtesy of © NASA/JPL-Caltech
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