"Deserto rosso" su WIRED.it
Lo scorso venerdì la versione online italiana della rivista internazionale WIRED ha pubblicato un articolo intitolato "I 10 migliori autori italiani autopubblicati", frutto di una breve ricerca fatta dalla redazione, che nei mesi precedenti si era rivolta a vari gruppi su Facebook e altri luoghi virtuali frequentati da lettori, da cui aveva ottenuto numerose segnalazioni di autori indie. All'interno di questa lista ci sono anch'io e "Deserto rosso"!
Con questo post, più che riportare il mio inserimento all'interno della lista, che probabilmente avrete già notato dalle varie condivisioni sul web dell'articolo, vorrei in realtà fare dei doverosi ringraziamenti.
Il primo ringraziamento va alla redazione della sezione Idee di WIRED.it nella persona di Alberto Grandi, autore dell'articolo, in cui tra l'altro è presente una bellissima recensione della mia serie di fantascienza. Si tratta per me del primo riconoscimento all'interno di una testata giornalistica autorevole, che inoltre non solo parla del mio lavoro, ma ne parla bene. Grazie davvero per aver letto i miei libri (ben quattro libri) e per le belle parole scritte. Come potete vedere, ne sto facendo buon uso nella home page del blog e sulle schede dei miei libri su Amazon.
Il secondo grazie va ancora una volta a tutti i miei lettori, ma in particolare a coloro che hanno segnalato i miei libri a WIRED. Il fatto di essere stata (forse) l'autrice più segnalata era stato riportato anche su Scrivo.me, in un articolo che illustrava l'iniziativa di WIRED, e anche grazie al quale ho ottenuto un po' di pubblicità gratuita, che non fa mai male. Quindi GRAZIE, perché, se voi non mi aveste segnalato, la redazione di WIRED non avrebbe letto "Deserto rosso" e non sarei mai apparsa su quell'articolo. Ci sono infatti tantissimi altri autori indipendenti meritevoli di essere inseriti in quella lista e che non ne fanno parte, non solo perché 10 è un numero insufficiente per contenerli tutti, ma perché effettivamente non sono mai giunti all'attenzione della redazione di WIRED. Insomma voi lettori, come sempre, avete fatto la differenza.
Voglio solo aggiungere che l'articolo in questione spezza una lancia in favore del buon self-publishing, dando spazio a opere che, così come sono, con i loro pregi e i loro eventuali difetti, difficilmente hanno la possibilità di essere valutate da una testata che si rivolge a un grande pubblico. Si tratta di un'occasione rara, al momento, ma spero sia la prima di tante che in futuro coinvolgeranno anche altri autori e altre opere.
Tutte le immagini sono screen capture dell'articolo su WIRED.it.
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