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Open - Andre Agassi
Di Carla (del 02/12/2024 @ 09:30:00, in Lettura, linkato 88 volte)
  Il tennis e la vita, il tennis è la vita
 
 
Nel leggere questo libro, soprattutto nei primi capitoli in cui Agassi racconta la sua infanzia, non sembra affatto di trovarsi di fronte a una storia vera. Sembra uno di quei romanzi di narrativa non di genere i cui protagonisti vivono una vita talmente strana che non può essere altro che scaturita dalla fantasia di qualcuno.
Un padre così ossessionato dal tennis da costringere tutti i suoi figli ad allenarsi e giocare finché uno di loro non diventerà un campione? Ma che roba è?
È proprio vero che talvolta la realtà è così incredibile da superare ampiamente la fantasia.
 
La storia di Agassi è interessante, al di là della sua particolare gioventù travagliata e dei grandi successi che ha avuto nella sua carriera (d’altronde è stato uno dei più grandi tennisti della storia). Ciò che la rende davvero avvincente è che offre al lettore, e soprattutto all’appassionato di tennis, come sono io, una finestra nella mente di un tennista. Infatti, noi che amiamo anche solo guardare questo sport osserviamo i giocatori durante gli incontri e soffriamo un po’ con loro, ma non abbiamo idea di ciò che passi nella loro mente. Non veramente. Possiamo fare solo delle supposizioni in base alle loro azioni, ai loro sguardi, al loro linguaggio del corpo. Sentiamo e leggiamo le loro interviste, ma anche in quel caso non sappiamo cosa stiano realmente pensando, né se combaci o meno con le loro parole.
Poter accedere ad aspetti così intimi della mente di Andre Agassi ci fornisce un’idea, anche se solo da un solo punto di vista, di ciò che non possiamo vedere dei nostri beniamini, di cosa può significare trovarsi soli su quel campo ad affrontare un avversario e a lottare contro le proprie emozioni, la concentrazione che tende a perdersi, il corpo che a volte tradisce, le speranze e le delusioni.
 
Alla fine della lettura non solo Agassi è diventato quasi un amico, per quanto abbiamo imparato a conoscerlo, ma ci sembra di essere un po’ più vicini e consapevoli nei confronti di chiunque gioca a tennis ad alto livello, che lo fa per lavoro, che lotta continuamente contro il peggiore degli avversari: se stesso.
 
Al di là di quanto si ami il tennis, credo che “Open” possa essere una lettura coinvolgente e istruttiva per chiunque.
 
Ho solo un appunto da fare all’edizione, che è quella del 2015, ma immagino che la prima edizione del 2011 avesse lo stesso problema: tutti gli accenti delle “i” e delle “u” sono sbagliati, tutti! Si tratta di una cosa assolutamente inconcepibile per un libro della Einaudi, che in un’edizione per così dire economica costa più di 15 euro.
 
 
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