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Funny Woman
Di Carla (del 03/03/2025 @ 09:30:00, in Serie TV, linkato 60 volte)
La miniserie Sky Original “Funny Woman” (6 puntate) è tratta dal romanzo “Funny Girl” di Nick Hornby.
 
I protagonisti di Funny Woman (© Sky Original)
 
Posso dire che è senza dubbio il mio romanzo preferito di Hornby o, più precisamente, quello che mi è piaciuto dall’inizio alla fine. In genere, infatti, i libri di Hornby mi piacciono tanto, ma tendo a trovare i finali deludenti.
 
Comunque, tra il libro e la miniserie c’è una differenza fondamentale: il primo sembra una storia vera, mentre la seconda è chiaramente finzione.
La forza del romanzo era proprio la scelta di scriverlo come se fosse un resoconto romanzato della storia di Barbara Parker/Sophie Straw, con tanto di foto disseminate lungo il testo. Quindi, nell’affrontare la serie (di cui Hornby è uno dei produttori), hanno dovuto per forza di cose mettere in evidenza altri aspetti. Si è cercato comunque di portare al suo interno lo stesso senso di autenticità, utilizzando di tanto in tanto spezzoni di video che sembravano di repertorio, ma era comunque chiaro fin dall’inizio che si trattava di una storia inventata.
 
A mio parere, i punti di forza della miniserie sono due.
Uno è il modo in cui è stata suddivisa la storia nelle sei puntate, scegliendo sempre il punto perfetto dove inserire l’interruzione, quello che da una parte ti fa venire voglia di continuare con la puntata successiva, ma allo stesso tempo sei abbastanza appagato per fermarti, se non puoi restare davanti alla tv.
Il secondo è senza dubbio la bravura degli interpreti. Una biondissima (ossigenatissima) Gemma Arterton è perfetta nel ruolo di Barbara/Sophie. È esattamente come l’avevo immaginata e si è dimostrata bravissima nell’interpretare la ex-reginetta di Blackpool che nel 1964 approda a Londra in cerca fortuna. Inesperta all’inizio e considerata poco intelligente per via del suo aspetto, in breve tempo e con un po’ di fortuna e astuzia trova il modo di farsi valere.
Ma anche gli altri attori erano perfettamente calati nella parte e nello spirito della miniserie.
Una menzione speciale va a Rupert Everett nel ruolo dell’agente di Sophie Straw (e inventore del suo nome), che, pur imbruttito e invecchiato ancora di più dal trucco, resta sempre un grande attore.
 
L’ho vista in inglese, quindi non so come se la siano cavata nell’adattamento, ma almeno nella versione originale i dialoghi sono spumeggianti, con un sacco di doppi sensi esilaranti, ma al contempo molto British.
 
Insomma, se volete vedere qualcosa di leggero e che vi lasci col buonumore, guardate “Funny Woman”!
 
Di questa serie è stata prodotta anche una seconda stagione di sole quattro puntate, che suppongo continui la storia della protagonista oltre a ciò che è narrato nel libro, ma in Italia non è stata ancora trasmessa.