Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Come al solito il tempo vola. È finalmente arrivata l’estate e con essa mi accorgo che è passato già metà di questo 2019. Ciò significa che il tempo che avevo a disposizione per realizzare i miei propositi per quest’anno si è dimezzato. Anzi, viste le varie tipologie di vacanze e altri impegni che mi aspettano, il tempo a mia disposizione d’ora in poi sarà meno di quello che è già passato.
Però, ripensandoci, in questi sei mesi qualche cosa l’ho combinata.
Avevo iniziato a scriverlo addirittura alla fine del 2017, per poi abbandonarlo per un anno intero. All’inizio di quest’anno l’ho ripreso e ne è venuto fuori un mostro di oltre 125 mila parole.
Avrei voluto completarne la stesura almeno un mese fa, ma le cose non sono andate come previsto, anche perché è risultato molto più lungo di quanto mi aspettassi.
Si tratta di un libro, basato sulla mia esperienza diretta, che ripercorre il programma del corso, partendo quindi dalle basi relative all’autoeditoria fino ad approfondirne numerosi aspetti. In realtà, ci sarebbe tanto da dire sugli argomenti trattati, che ognuno di essi meriterebbe un libro a parte. Credo, comunque, che possa sia essere un buon punto di partenza per chi si avvicina per la prima volta a questo modello editoriale che allo stesso tempo offrire tutta una serie di informazioni che molti autoeditori in attività non conoscono o conoscono solo parzialmente.
Comunque ci vorrà ancora un bel po’ di tempo prima che ne possa annunciare l’uscita. Per adesso lo metto da parte, anche perché vado in vacanza. Al mio ritorno farò alcune correzioni, dovute al fatto che negli ultimi mesi nel mercato dell’autoeditoria sono cambiate alcune cose. E, siccome ne cambieranno altre nel prossimo futuro, sono certa che dovrò fare ulteriori modifiche del suo contenuto prima che raggiunga la sua forma definitiva.
Il lavoro di editing vero e proprio inizierà a settembre e mi permetterà anche di ripassare e aggiornare il corso.
Durante questi sei mesi, inoltre,
ho scritto la prima parte (di quattro) di quello che sarà il mio prossimo romanzo, “
Nave stellare Aurora” (quinto e ultimo volume del
ciclo dell’Aurora). Ho iniziato la scrittura a metà marzo, in parallelo ad altri due progetti, e l’ho completata,
oltre 50 mila parole dopo, a metà giugno.
Anche qui ho sforato sia con la lunghezza che con la tempistica. Avevo intenzione di scrivere solo 40 mila parole e volevo farlo entro la fine di aprile. Ops! L’importante, comunque, è essere arrivata alla sua conclusione.
Questa parte del romanzo è intitolata “
L’eredità degli Asbury” e si svolge tra oltre un secolo principalmente a Londra, con una piccola incursione iniziale in Antartide. I personaggi principali sono Alicia e Andrew, che abbiamo già visto ne “
L’isola di Gaia”, e soprattutto
l’intelligenza artificiale Susy, che è la voce narrante di tutto il romanzo.
La seconda parte, invece, di cui non ho ancora deciso il titolo, si svolgerà sulla Luna (la foto sopra è della Superluna di febbraio). Nella mia mente la trama si sta sviluppando abbastanza velocemente, grazie soprattutto all’ambientazione e alcune letture cui mi sto dedicando nelle ultime settimane. Conto di preparare una prima outline entro la fine del mese e iniziare la scrittura ad agosto.
Purtroppo, il mio ritardo sulla prima parte si trascinerà anche sulla seconda, che avevo intenzione di finire proprio alla fine del prossimo mese. Ma devo dire che mi sento molto più ispirata.
Un corpo celeste pieno di insidie come la Luna stimola la mia fantasia molto più di quanto non faccia una città del futuro. Ho avuto modo di scrivere delle scene sul nostro satellite sia in “
Deserto rosso” (nel quarto libro della serie) che in “
Ophir. Codice vivente”. Stavolta avrò l’opportunità di immergermi nella sua
magnifica desolazione (come Buzz Aldrin l’ha definita 50 anni fa) per quasi tutte le 40-50 mila parole di questa parte del romanzo. Inoltre, avrà come protagonista il mio personaggio preferito:
Hassan. Infine, comparirà un
nuovo personaggio che, per quanto sarà perlopiù limitato a questa parte, ha un ruolo fondamentale nella storia di Melissa o, per meglio dire, dell’
entità estranea.
La mia attività scrittoria di questi ultimi mesi ha anche incluso
l’inizio della traduzione in inglese di “Sindrome”, il secondo romanzo della
trilogia del detective Shaw. Questo progetto, però, è ancora ben lontano dall’essere concluso. Per ovvia carenza di tempo, sono riuscita a portarlo avanti con estrema lentezza. Per ora la traduzione include appena 10 mila parole, mentre prevedo che il totale sarà intorno alle 84 mila.
Ma, avendo completato la prima stesura del libro sull’autoeditoria, adesso (dopo queste due settimane di vacanze) mi ci potrò dedicare a pieno regime, affiancandolo da agosto alla scrittura della seconda parte di “Nave stellare Aurora”.
In ogni caso, se confronto ciò che ho fatto finora con
i propositi elencati alla fine del 2018, mi rendo conto che ho
già completato il primo, vale a dire la scrittura della prima stesura di “
Self-publishing lab”, e che
sono sulla buona strada per il terzo, cioè iniziare “
Nave stellare Aurora”, anche se, per definirlo completato, dovrei almeno scrivere la seconda parte e iniziare la terza. Inoltre
ho iniziato il secondo, cioè la traduzione di “
Sindrome”. Dovrei finirla entro l’anno e credo che sia un obiettivo assolutamente fattibile.
E poi c’è il quarto proposito, leggere tanti libri, che però non ha bisogno di grandi sforzi, visto che è la parte più divertente. Quest’anno mi sto dedicando alle lettura in maniera disordinata e la cosa non mi dispiace. Leggo anche 5 o 6 libri insieme. Alcuni li metto da parte per un po’ e poi li riprendo, mentre finisco subito altri, ma in genere trascorro le mie sessioni di lettura leggendo un capitolo di ogni libro. Così facendo, ho continuato la lettura di libri che altrimenti avrei abbandonato, perdendomi così delle storie bellissime.
Okay, finora ho parlato solo di scrittura. È vero che occupa, in un modo o nell’altro, la maggior parte del mio tempo, ma non è l’unica cosa che faccio. Per fortuna!
Degni di menzione sono sicuramente tre concerti cui ho assistito quest’anno.
Premetto che purtroppo qui a Cagliari da quando hanno chiuso l’Anfiteatro Romano scarseggiano i concerti interessanti. È stato un raro caso che nel 2017 abbia visto nella mia città Tony Hadley e Natalie Imbruglia, ma l’anno scorso è stato veramente deprimente, complice anche il fatto che i Tears For Fears avevano posticipato il tour. In tutto il 2018 ho visto un concerto dei Tazenda (che adoro!) e basta.
Nel 2019, invece, le cose stanno andando meglio. A febbraio ho recuperato il concerto posticipato dei
Tears For Fears ad Assago (foto sotto), a maggio ho rivisto con piacere
Elisa a Sassari (
qui potete vedere un video) e a giugno sono tornata ad Assago per vedere i
Def Leppards (
qui potete vedere un video) insieme agli
Whitesnakes.
Tutti concerti meravigliosi!
Devo fare solo un appunto riguardo all’ultimo, in cui hanno tirato su così tanto il volume da rovinare la qualità del suono (e rischiare di danneggiare i miei timpani). In tanti concerti visti al Forum (anche nella stessa precisa posizione) è la prima volta che mi capita un problema del genere. In futuro non mancherò di portare con me i filtri auricolari.
E poi c’è lo spazio. Anche quest’anno ho avuto il piacere di partecipare a un evento organizzato dall’Agenzia Spaziale Italiana qui a Cagliari. Lo scorso 21 giugno c’è stata una bellissima conferenza intitolata “Sardegna: una porta per lo spazio”, cui sono intervenuti rappresentanti dell’ASI, della NASA e dell’ESA, tra cui anche l’astronauta Roberto Vittori. L’evento, che è durato circa tre ore e mezza, ha visto una buona partecipazione di pubblico (considerato che in un giorno così, di mattina, la gente avrebbe potuto andare in spiaggia), che l’ha seguito con grande attenzione. Si è parlato esplorazione spaziale del futuro, della missione Rosetta, dell’importante lavoro svolto dal Sardinia Radio Telescope (anche come Sardinia Deep Space Antenna) e c’è stato persino un piccolo concerto di Martux_M. E poi ci hanno anche regalato un libro: “Storia italiana dello spazio” di Giovanni Caprara.
Non solo!
Il giorno dopo sono andata a fare una visita guidata proprio del Sardinia Radio Telescope. Ho avuto l’opportunità di vederlo da vicino, di visitare le sale di controllo di INAF e ASI (prima foto di questo articolo), e di vedere l’orologio atomico, il tutto reso ancora più interessante dalle spiegazioni di Giampaolo Serra dell’ASI, che ringrazio ancora, insieme a Michela Serra, per l’invito.
Insomma, sono stati sei mesi impegnativi che, però, mi hanno dato alcune soddisfazioni.
E adesso, dopo un po’ di vacanza, sarò pronta a tuffarmi in questa seconda parte del 2019, in cui tante altre interessanti, ma anche divertenti, sfide lavorative mi aspettano, insieme a qualche altro svago.
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