Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Siamo di nuovo arrivati alla fine di un anno senza quasi accorgercene, vero?
Devo dire che questo 2021 è stato molto particolare per me sotto vari aspetti. La mia attività editoriale è di certo uno di essi. Alla fine del 2020, infatti, avevo deciso di non scrivere niente di nuovo per almeno un anno, visto che non avevo più progetti in sospeso e, soprattutto, non ne avevo alcuna voglia. E di certo è stato facilissimo seguire questo proposito!
Devo dire che di tanto in tanto col passare dei mesi, anche ultimamente, si è affacciato nella mia mente il pensiero di raccontare qualche nuova storia, ma l’idea di andare incontro al processo di scrittura e all’impegno prolungato che esso richiede ha fatto fuggire tale pensiero a gambe levate. C’erano altre cose che volevo fare, anche se non meno impegnative a livello di tempo impiegato, ma di certo più leggere e piacevoli a livello mentale (almeno per me).
Creare una realtà inventata è esaltante, ma l’incognita che si deve affrontare ogni giorno nel tirare fuori dal nulla qualcosa che sia interessante e che funzioni, e che magari diverta chi la leggerà, può essere estenuante e ansiogeno. Quando si tratta, invece, di riprendere in mano ciò che è già stato creato e definito (quindi non c’è più quell’incognita) e riproporlo in un’altra forma che gli consenta di raggiungere un pubblico più ampio, almeno in teoria, diventa tutto più misurabile e controllabile, e quindi rilassante, nonostante le ore di lavoro a esso dedicate ogni giorno.
Sto parlando di traduzioni.
Be’, ce l’ho fatta! E ci sono riuscita nei tempi che mi sono proposta nel corso dell’anno.
Ho completato la traduzione della versione inglese di “Sindrome” (Syndrome) entro maggio e quella di “Oltre il limite” (Beyond the Limit) entro novembre. Al momento, il secondo libro della trilogia, dopo essere stato sottoposto a editing, è nelle mani della mia proofreader, mentre ho appena inviato il terzo alla mia editor.
È stato un lavoro lungo, di cui faticavo a vedere la fine. E la cosa era resa ancora più difficile dalla consapevolezza che quel testo su cui stavo lavorando sarebbe diventato un libro pubblicato in un futuro abbastanza lontano (ne parlerò più avanti) e, come sempre, con risultati incerti. Tutti gli impegni a lungo termine richiedono costanza e disciplina, e portare avanti tutto questo per 12 mesi (a partire dal dicembre 2020), senza avere una minima gratificazione a breve termine, non è stato facilissimo.
D’altra parte, però, il processo di trasformare i miei romanzi dalla loro forma originale in italiano a quella tradotta nella lingua parlata nel luogo in cui sono ambientati (Londra), e “sentire” i personaggi parlare in quella stessa lingua, è stato a tratti entusiasmante.
Per riuscirci nella maniera migliore, durante questi 12 mesi ho letto solo romanzi in inglese britannico (ho ripreso a leggere in italiano solo da un paio di settimane), ho visto quasi esclusivamente serie TV e film in questa lingua, insomma ho cercato di creare una sorta di full immersion per ciò che riguardava la narrativa e la finzione in generale. E la cosa mi è piaciuta, certo che mi è piaciuta. Fosse per me, passerei tutto il tempo a studiare e praticare lingue straniere (non solo l’inglese), perché mi diverte tantissimo. Magari preferisco farlo senza scadenze, ma queste ultime temo proprio che siano essenziali se si vogliono tradurre dei libri!
Insomma, ho portato a termine due propositi di quelli elencati un anno fa.
Purtroppo, non posso dire di averlo fatto per gli altri.
Sono parzialmente riuscita a non stressarmi, almeno in certi periodi, ma poi mi sono resa conto che, se non avessi stabilito almeno delle scadenze, non sarei riuscita a tradurre i due libri sopramenzionati. E con le scadenze per forza di cose un po’ di stress è arrivato. Comunque, negli ultimi mesi sono riuscita a rallentare e questo dicembre, nonostante qualche imprevisto (incluso il mio PC principale che ha fatto un breve soggiorno in assistenza), ho gestito il lavoro in una maniera più vicina a quelli che sono gli obiettivi che mi pongo riguardo al mio benessere personale.
Come già dicevo un anno fa, non ha senso per me concentrarmi completamente, anche a livello emotivo, sulla mia attività editoriale, se questa alla fine non mi fa stare bene. E ho tutta l’intenzione di mantenere fede a questo principio anche nel 2022. Mi rendo però conto che si tratta di un processo graduale che necessita di una certa organizzazione e della capacità di distinguere, tra i possibili obiettivi che intendo pormi, quelli che davvero contano e che hanno una minima possibilità di essere realizzati, anche se remota (volere è potere!).
Purtroppo, non si può fare tutto. Se dovessi dare retta a tutte le idee che mi saltano in testa e a tutti i progetti che solleticano la mia creatività, finirei per paralizzarmi di fronte all’impossibilità di perseguirli tutti. Ci vorrebbero forse dieci vite, se non di più, per riuscirci.
D’altra parte, rimandare all’infinito quei pochi cui tengo davvero nell’attesa di trovare il tempo e i mezzi per dedicarmici nella maniera migliore possibile significa non arrivare mai a farlo. Per cui, tanto vale decidersi una volta per tutte a programmarli e iniziare a lavorarci. Se alla fine di ognuno di essi non raggiungerò i risultati sperati, poco importa. Ci avrò comunque provato e sarò pronta a dedicarmi al progetto successivo, senza rimpianti.
Un altro proposito che ho portato a termine solo a metà è quello di
continuare a scrivere sul mio blog dedicato al self-publishing su Medium, cioè Self-Publishing Lab. L’ho fatto fino a giugno, poi ho iniziato un periodo di vacanza che non è ancora finito.
Il motivo è semplice: non sapevo più cosa inventarmi.
Ovviamente avrei potuto affrontare uno dei mille argomenti esistenti sull’autoeditoria di cui parlano tutti, ma non era questo lo scopo del blog. La mia intenzione era creare un luogo virtuale in cui offrire un punto di vista diverso, originale, e dei suggerimenti utili e applicabili alla propria attività editoriale di cui nessuno parla, almeno sul mercato italiano, proprio perché sono delle strade un po’ meno battute. Ma, per poterlo fare, è necessario sperimentare in prima persona ciò di cui si vuole parlare.
La traduzione dei libri della trilogia, soprattutto del terzo (di circa 120 mila parole), non mi ha lasciato abbastanza tempo per approfondire ulteriormente la mia preparazione sul marketing editoriale né tanto meno per mettere in pratica tale approfondimento. Ho deciso di dare priorità al completamento della traduzione, mettendo completamente da parte qualsiasi altra attività promozionale sia sul mercato italiano che su quello estero, eccetto, almeno fino a novembre, le inserzioni pubblicitarie su Facebook (che però adesso sono in pausa).
Gestire più cose insieme e prendermi cura di me stessa non era semplicemente sostenibile.
E, ritornando al discorso di prima sull’evitare lo stress, mi sono resa conto che un modo efficace per riuscirci è smettere di cercare di portare avanti più progetti in contemporanea, rischiando di farlo in maniera talvolta approssimativa e trascinandoli per lunghi periodi, e provare a dedicarmi a uno di essi alla volta, ma concludendo ciascuno più in fretta.
Il blog non sarà comunque abbandonato per sempre. Appena avrò qualcos’altro da dire, aggiungerò nuovi articoli. Ma devo, prima di tutto,
aggiornare per l’ennesima volta il libro “
Self-publishing lab. Il mestiere dell’autoeditore”, di cui il blog omonimo può essere considerato un compagno, con le novità relative al mercato dell’autoeditoria che si sono accumulate dallo scorso luglio.
Inoltre, vorrei sfruttare il contenuto del blog in maniera creativa (vale a dire riciclarlo), in modo che possa raggiungere più persone. Ho alcune idee su come riuscirci, ma ne parlerò solo se e quando deciderò di metterle in pratica.
In generale,
credo comunque di dover in qualche modo portare avanti l’aspetto didattico relativo all’autoeditoria, perché è evidente che
esiste una necessità di imparare da parte di chi si approccia a questo modello editoriale. A riprova di ciò c’è il fatto che, pur avendo messo in pausa tutte le inserzioni pubblicitarie e, appunto, lo stesso blog sull’argomento,
“Self-publishing lab. Il mestiere dell’autoeditore” continua a essere acquistato spontaneamente e, a quanto pare (dai messaggi che ricevo)
, apprezzato da chi lo acquista.
Comunque, continuo a farlo col laboratorio universitario che tengo in autunno all’Università degli Studi dell’Insubria (Laboratorio di self-publishing nei sistemi multimediali). Anche quest’anno, purtroppo, è stato svolto a distanza, ma ha raggiunto un nuovo record di frequenze, nonostante io abbia messo un limite più stretto alle iscrizioni rispetto al 2020.
Come al solito, gli studenti hanno proposto dei progetti di pubblicazione veramente originali (ne è un esempio la foto sopra). Qualcuno di loro sta davvero pensando di trasformare quella che era solo una simulazione in un vero prodotto editoriale, mentre proprio di recente ho saputo che un mio studente dell’anno scorso ha autoprodotto il suo primo libro e sta portando avanti delle attività promozionali offline molto interessanti con ottimi riscontri a livello locale.
Spero ovviamente che nel 2022 io possa tornare fisicamente a Varese e riproporre il laboratorio agli studenti di persona. Staremo a vedere.
Sono poi rimasti altri due propositi non del tutto realizzati.
Uno riguarda l’esplorare nuove possibilità per sfruttare i diritti sui miei libri. E a dire la verità ho fatto qualche ricerca in proposito, soprattutto riguardo agli audiolibri. È un aspetto che mi piacerebbe approfondire, ma mi rendo conto che richiede degli investimenti, e doverci investire dei soldi implica impegnarsi ad avere un ritorno economico adeguato. Tutto questo è possibile solo se c’è un progetto editoriale e soprattutto promozionale ben preciso alle spalle di cui non ho il tempo né le energie di occuparmi al momento.
Invece, per quanto riguarda altri tipi di sfruttamento dei miei diritti ho rimandato del tutto l’approfondimento al 2022.
L’ultimo proposito era quello di migliorare la mia immagine sul web.
A gennaio scorso ho messo un po’ mano al blog (questo blog!). Per quanto non sia ottimizzato per la lettura su dispositivo mobile, ne ho migliorato la fruibilità sugli schermi più piccoli aumentando la dimensione dei testi e delle icone.
Successivamente ho trovato dei template adeguati per il mio sito principale (statico). Uno in particolare mi piace molto. Ma poi non sono andata avanti e, come mi sono girata, l’anno stava già finendo!
Sono consapevole che aggiornare i miei siti è il primo passo fondamentale da compiere. Se ho intenzione di aumentare la mia attività sul web in modo tale da incrementare il traffico organico sui miei siti, devo creare un luogo virtuale accogliente e funzionale, ma allo stesso tempo non voglio che appaia uguale a mille altri, almeno per chi ha la possibilità di visualizzarlo su schermi più grandi.
Quindi, tirando le somme, in questo 2021 non sono poi andata tanto male. E ciò è ancora più vero, se si aggiunge che c’è un’altra attività cui mi sono dedicata durante l’anno: ho tradotto in italiano il nuovo libro di Richard J. Galloway, “Saranythia Parte 3. I segreti dei Margspakr”.
Ho completato la prima stesura all’inizio di dicembre e adesso sto revisionando il testo. A gennaio ci lavoreranno alcuni beta reader del mio team editoriale. E credo proprio che a febbraio il libro verrà pubblicato!
Cos’altro ho fatto quest’anno?
Ho seguito
due MOOCs (corsi online aperti su larga scala) su
FutureLearn. Pochini, a dire la verità. Ma non è stato per mancanza di tempo o voglia. Piuttosto, credo di aver già frequentato quasi tutti quelli che mi interessavano di questa piattaforma, quindi ho difficoltà a trovarne altri. Comunque ce ne sono alcuni ancora nella mia wishlist e attendo che vengano riproposti. Anzi, uno inizierà a fine gennaio.
Ho fatto una bella vacanza nell’Arcipelago di La Maddalena lo scorso luglio (più in alto potete vedermi in una foto scattata nell’isola di Spargi), ma soprattutto, dopo 24 mesi, a novembre sono finalmente uscita di nuovo dalla Sardegna per andare a Torino a vedere le ATP Finals! (E ho persino avuto la fortuna di beccare una partita con Djokovic, come potete vedere dalla foto che ho scattato.)
Devo dire che, anche se il tennis mi è sempre piaciuto, quest’anno, complice la presenza ad alti livelli di diversi giocatori italiani (in particolare Berrettini e Sinner), mi sono proprio appassionata. Qualcuno (?) mi definisce drogata di tennis! Credo che come dipendenza non sia affatto male e sono ben contenta di averla. Voi che ne dite?
Comunque, visto che ero a Torino, ho fatto un po’ la turista e sono andata a visitare alcuni luoghi in cui non ero ancora stata nei soggiorni precedenti, come la Basilica di Superga, i Musei Reali e la Reggia di Venaria, e in particolare il
Mufant. Sì, lo so,
per un’appassionata di fantascienza era una grave mancanza, cui finalmente ho posto rimedio.
(Ho trovato Vader un po’ ingobbito. Sarà l’età!)
Bene, dopo aver blaterato a lungo delle cose che ho fatto e di quelle che non ho fatto, è arrivato il momento di parlare dei propositi per l’anno che sta per iniziare.
A dire la verità ce n’è solo uno, che può essere definito senza dubbio l’
obiettivo primario del 2022:
completare la preparazione della versione inglese della trilogia del detective Eric Shaw. E con questo intendo:
1) preparare tutte le edizioni, vale a dire ebook, cartaceo con copertina flessibile e forse anche con copertina rigida (da valutare). Mi piacerebbe anche produrne un’edizione in audiolibro, ma è un investimento che richiede ulteriori riflessioni;
2) studiare un piano di marketing per il lancio e la promozione nel tempo della trilogia sul mercato in lingua inglese;
3) programmarne la pubblicazione. Nel 2022 (forse a novembre) ne pubblicherò al massimo uno, cioè la nuova traduzione de “Il mentore”. Gli altri due seguiranno a distanza di circa tre mesi l’uno dall’altro nel 2023. Le effettive tempistiche di pubblicazione dipendono dal punto precedente (senza un piano di marketing non ha senso pubblicare). Inoltre, mi sarebbe piaciuto scrivere, e tradurre, un breve prequel (una novella, di cui ho già titolo e outline da anni) da usare a scopo promozionale, ma ancora non so se avrò voglia (!) e tempo di scriverlo, e poi tradurlo. Staremo a vedere.
Tutto il resto, incluse le cose di cui vi ho parlato in questo articolo (e altre che per ora tengo per me), verranno dopo.
Se tutto va bene, alla fine del 2022 tirerò di nuovo le somme qui nel blog.
Per ora, però, mi fermo, anche perché questo post è diventato lunghissimo. Anzi, non so proprio come abbiate fatto ad arrivare a leggere fino a qui!
Come sempre, voglio ringraziare tutti voi, la mia famiglia e tutti i parenti, amici, lettori, colleghi, collaboratori… sto dimenticando qualcuno?
Grazie di cuore per il vostro apprezzamento e sostegno.
Se volete, fatemi sapere quali sono i vostri propositi per il 2022.
Intanto, auguro a tutti voi una buona fine e, soprattutto, un ancora migliore inizio!
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