L’ospite di oggi è una vecchia conoscenza di questo blog: lo scrittore di fantascienza Richard J. Galloway. Autore di “Amantarra” e di “Saranythia Parte 1: Le porte di Setergard”, entrambi tradotti da me, Richard ci offre una sua presentazione di quest’ultimo libro e risponde ad alcune domande che gli ho rivolto.
Trecentomila anni fa la sorella di Amantarra, Saranythia, era partita per svolgere una missione segreta il cui scopo era salvare la sua gente. Da allora non si erano più avute sue notizie. Aveva nascosto così bene le proprie tracce che persino gli individui di una specie avanzata come i Bruwnan non erano stati in grado di trovarla, nemmeno quando la situazione aveva raggiunto un punto critico e il suo aiuto sarebbe stato fondamentale.
Sono passati dodici anni da quando la crisi è stata scongiurata e il controllo della città di Valheel è stato restituito ad Artullus. L’entità che controllava la città non è stata sconfitta, bensì è semplicemente svanita, lasciandosi alle spalle una serie di intricati misteri. Non tutti i cittadini di Valheel hanno fatto ritorno e la maggior parte dei Bruwnan sono tuttora dispersi. Quelli che sono tornati si stanno impegnando per scoprire le ragioni che hanno spinto l’entità a tentare un tale genocidio.
Sulla Terra, intanto, la vita è stata benevola con John ed Elleria, ma non del tutto tranquilla. La sensazione che qualcosa che finora si è celato a loro sia in procinto di rivelarsi non li ha mai del tutto abbandonati e per dodici anni si sono guardati intorno, in attesa. In particolare Amantarra ha tenuto sotto controllo Tyrus, la cui manifestazione in forma umana è coincisa con la scomparsa dell’entità. Tyrus, un agente dell’entità, occupa il suo tempo prodigandosi per trasformare l’azienda di Burnston in un impero, ma mantenendo nascosto il suo vero scopo.
Un giorno, però, Amantarra riceve un invito da una luna situata in un galassia lontana, e da questo momento tutto è destinato a cambiare.
“Saranythia” sarà pubblicato in quattro brevi parti.
In passato mi hai raccontato dell’orologio che ispirato “Amantarra” (in questo post). Esiste un oggetto o un evento particolare che ha influenzato la stesura di “Saranythia”?
No, non c’è stato alcun oggetto né evento, non questa volta. La storia è basata più che altro su una serie di concetti. Sono affascinato dall’inesplicabile, che sia scientifico o meno, e provo l’impulso di tentare di dare a esso una spiegazione. Pensa ai fantasmi: nessuno ha mai provato la loro esistenza eppure continuano a persistere nella cultura umana. Perché?
Ti faccio un esempio parallelo. Alcuni anni fa stavo pensando a un amico che conoscevo ai tempi della scuola. Erano passati anni dall’ultimo volta che l’avevo visto o sentito, poiché viveva a migliaia di miglia di distanza da qui, nell’estremo oriente. Il giorno dopo che ho pensato a lui ecco che me lo ritrovo davanti alla porta di casa. Era in Inghilterra per motivi di lavoro e aveva pensato di farmi una visita. Ora questa è una storia vera, non una leggenda urbana, e funge da spunto alle tre domande che seguono.
1. Il mio amico è venuto a trovarmi perché ho pensato a lui? Causa ed effetto.
2. Ho pensato a lui perché lui stava decidendo di venire a trovarmi? Premonizione.
3. Č stata una coincidenza?
Forse tutte e tre erano vere finché una di esse non è accaduta (meccanica quantistica) o forse c’è dietro qualcosa di completamente diverso. Ecco, “Saranythia” è la ricerca di una risposta definitiva ai misteri relativi ai fantasmi e agli amici che per coincidenza riappaiono dopo tanto tempo: è semplicemente accaduto in un altro pianeta.
Perché hai deciso di pubblicare la storia in quattro parti?
Principalmente perché è passato molto tempo dalla pubblicazione di “Amantarra”. A causa di problemi familiari mi è stato difficile scrivere negli ultimi cinque anni. Ora per fortuna tali eventi appartengono al passato, ma ovviamente è trascorso un bel po’ di tempo dall’ultima volta che ho pubblicato qualcosa, perciò ho deciso di pubblicare “Saranythia” in quattro brevi parti. In questo modo riuscirò a consegnare la storia ai miei lettori molto più in fretta.
“Saranythia Parte 2 - I Varton” sarà pubblicato nell’aprile 2018.
C’è qualche libro, tra quelli che hai letto durante la scrittura di “Saranythia Parte 1: Le porte di Setergard”, che pensi possa averla influenzata?
Amo le opere fantasy di Robin Hobb e sono sicuro che il suo stile di scrittura abbia influenzato la mia scrittura, ma le influenze sono quasi sempre grafiche. Tendo a immaginare una scena molto tempo prima di aver deciso che cosa vi accadrà. Per esempio, la scena di apertura di “Saranythia” è stata ispirata dall’immagine di sfondo del mio computer. Una volta che ho l’ambientazione, appaiono subito i personaggi e iniziano a interagire. Così io mi limito a trascrivere quello che dicono e fanno. Okay, questa è una semplificazione del processo creativo, ma rappresenta l’essenza di ciò che accade.
Cresciuto tra vicino alle industrie del nord-est dell’Inghilterra con Star Trek, Doctor Who e romanzi fantasy,
RICHARD J. GALLOWAY si è ribellato al destino segnato dalle scuole che ha frequentato, che imponeva come sua vocazione il lavoro industriale. Dopo aver esaurito l’unica opzione apparente, il suo insegnante era disperato. “Se non vuoi lavorare nelle acciaierie, dove vuoi lavorare?” La sua risposta era sempre: “Non lo so.” Il settore in cui sarebbe finito non si concretizzò che dieci anni dopo. Nessuna meraviglia che il suo insegnante si preoccupasse. Dalla scuola, tramite lo studio del disegno e dell’architettura, alla fine si è trovato a lavorare con i grandi sistemi informatici.
Carriera a parte, il filo che ha legato il tutto è stato la fantasia. Non ha mai perso la sua fascinazione per le immagini che una buona storia sono in grado di evocare. Dopo tutto, gli aveva mostrato dei mondi al di là di questo, e le possibilità al di là delle acciaierie. E continua a farlo.
Richard vive ancora nel nord-est dell’Inghilterra con la moglie, la famiglia, e un grosso gatto chiamato Beano. L’industria pesante si è ridotta, ma il mondo della fantasia di Richard è cresciuto. Spesso si chiede quale consiglio avrebbe ricevuto, se il suo insegnante avesse letto un po’ di fantascienza.