Di Carla (del 16/07/2015 @ 09:30:00, in Lettura, linkato 2867 volte)
Semplice, breve, profondo
È sempre difficile giudicare un libro che viene considerato un capolavoro indiscusso della narrativa moderna, un classico moderno. Non ci provo neanche. Voglio solo cercare di riassumere in poche parole ciò che questo libro mi ha lasciato.
Stupisce che un libro di cinquantacinque anni fa “suoni” così moderno durante la lettura, tanto più se i fatti narrati vengono fatti risalire a decenni prima. È un romanzo abbastanza breve e per niente complicato che si può leggere e apprezzare a qualsiasi età.
La voce narrante è quella di una bambina che, mentre ci racconta i banali fatti della sua vita quotidiana, si ritrova ad assistere a eventi più grandi di lei, che però affronta con la saggezza semplice e innocente che solo un bambino può avere. E così un episodio di razzismo degli anni trenta, un razzismo che era ancora una triste realtà al tempo della stesura del romanzo e che purtroppo in parte lo è ancora al giorno d’oggi, diventa l’occasione per ritrarre uno spaccato del sud degli Stati Uniti, in cui le cose avvengono come tutti si aspettano che debbano avvenire e in cui la piccola luce di un gesto quasi eroico sul finire del romanzo illumina un po’ una realtà rassegnata e disillusa.