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The Bourne Supremacy. Doppio inganno - Robert Ludlum
Di Carla (del 01/08/2016 @ 09:30:00, in Lettura, linkato 3412 volte)

 (Quasi) nessuno è come Bourne
 
Il secondo libro della trilogia originale di Jason Bourne si distacca parecchio da ciò che abbiamo visto nel primo. Una volta risolto il dilemma dell’identità del protagonista, Ludlum ci propone nuovi scenari, minacce e sfide per il nostro superagente segreto.
Per il lettore, il ritrovare con piacere i vecchi personaggi si mescola con la necessità di rimanere attento nella lettura per comprendere l’ingarbugliato intrigo che li vede protagonisti. Ludlum ci fa fare un tuffo nella Cina degli anni ’80 e nei meccanismi sociopolitici del tempo, di cui mostra una profonda conoscenza. Magari non li capiamo tutto, ma ne ricaviamo un quadro generale che appassiona e inquieta, e che senza dubbio fa la felicità di qualsiasi amante delle spy story (come me!).
A ciò si aggiunge il fascino intramontabile di Webb/Bourne, l’eroe danneggiato, sull’orlo della follia (parola che Ludlum usa molto spesso!), folle e fragile, non infallibile, che sa essere freddo, ma anche amare con profondità. Accanto a lui il personaggio di Marie (il mio preferito dopo lo stesso Bourne), come pure quello di Alex e Mo, sono ugualmente centrali nella storia e coinvolgenti. E sono soprattutto essenziali per richiamare il protagonista alla realtà, per saper mettere da parte il Bourne che c’è in lui e tornare a essere David Webb.
Unico aspetto per così dire negativo è la presenza di alcuni passaggi un po’ lenti e qualche inutile ripetizione di ciò che è accaduto nel primo libro.
L’edizione, purtroppo, non è affatto buona. La traduzione è talvolta letterale. Ho letto altri libri di Ludlum con una traduzione in grado di evidenziare la sua bella prosa. Questi di Bourne purtroppo avrebbero bisogno di una revisione, se non altro per eliminare i refusi. Dopo trent’anni sarebbe il caso di farne una, invece di limitarsi a modificare la copertina quando si pubblica una nuova edizione.
Una curiosità sulla scrittura di Ludlum: nei suoi libri non appare alcun tipo di linguaggio volgare, preferisce usare eufemismi e metafore, eppure, stranamente, non si risparmia con le bestemmie. Tutti i personaggi, dal primo all’ultimo, almeno una volta invocano Dio, Gesù o Cristo (o varianti), ma non dicono una sola parolaccia!

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