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Laboratorio mortale - Robert Ludlum & Gayle Lynds
Di Carla (del 12/11/2016 @ 07:52:26, in Lettura, linkato 2968 volte)

 Un action thriller… contagioso
 
La trama di questo romanzo è ben architettata e ha come fulcro un personaggio maschile, Jonathan Smith, molto carismatico e credibile. Jon, come si fa chiamare dagli amici, è un medico, ma anche un militare. È un uomo intelligente e pieno di risorse, ma non il classico uomo d’azione perfetto. Ha dei difetti, compie degli errori, ma poi alla fine è anche un po’ fortunato (come capita sempre nei romanzi).
Per quanto questo libro non sia stato scritto soltanto da Ludlum, che sarebbe morto l’anno dopo la sua pubblicazione, il suo tocco è evidente. Infatti, pur essendo un libro molto lungo, si legge altrettanto in fretta, creando quasi dipendenza, e presenta un giusto equilibrio tra azione e introspezione dei personaggi.
Il tema trattato, quello di una pandemia provocata volontariamente per ottenerne un ritorno economico, fa riflettere. Lo scenario, pur essendo estremo, è comunque realistico e, proprio per questo, mette i brividi.
La parte scientifica, nonostante non sia eccessivamente sviluppata (a beneficio del lettore, che non si deve sorbire alcun info-dump), è credibile.
Tra i personaggi mi è risultato particolarmente simpatico quello di Marty, un nerd affetto dalla sindrome di Asperger. È stato interessante seguire il fluttuare dei suoi pensieri come i livelli delle medicine variavano nel suo corpo.
D’altro canto, questo romanzo non è esente da aspetti negativi, a iniziare dall’eccessivo head hopping. Non è funzionale alla storia, perciò sembra quasi causale e a tratti fa perdere l’immedesimazione nei personaggi.
Purtroppo il testo è impestato da tanti errori e tante scelte infelici di traduzione (ho letto un’edizione precedente a questa, ma dubito fortemente che il testo sia stato revisionato, perché non lo fanno mai). Ma come si fa a scrivere M16 invece di MI6 (tutte le volte, quindi non è un refuso)? Possibile che nessuno tra traduttrici (sono due), revisore e correttore di bozze conoscesse l’agenzia d’intelligence britannica di 007?
Sempre riguardo a questa edizione, purtroppo c’è da dire che la quarta di copertina anticipa buona parte del libro. È quindi consigliabile non leggerla affatto.
Al di là di tutto, si vede purtroppo anche il tocco del secondo autore, che mette eccessivo ordine nel modo di narrare più carico e apparentemente caotico di Ludlum, facendo perdere spontaneità e imprevedibilità al testo.
Il finale apre a una serie di libri, che possono essere letti anche separatamente con una limitata o senza alcuna vera sottotrama, cosa che purtroppo sa di operazione commerciale. Per questo motivo non credo che leggerò altri libri di questa serie, anche perché i due successivi, cui Ludlum ha partecipato (non saprei dire in che misura), sono postumi, mentre tutti gli altri sono completamente scritti da altri autori.
Nonostante gli aspetti negativi mi sono molto divertita a leggere questo libro, perciò ho deciso comunque di dargli massimo dei voti.
 
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