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L’osservatorio - James Sutherland
Di Carla (del 04/05/2018 @ 09:30:00, in Lettura, linkato 1807 volte)

 Storia affrettata
 
Ripensando ai punti essenziali della trama, mi rendo conto che c’è della potenzialità, eppure non posso proprio dire che il libro mi abbia entusiasmato.
La trama è infatti molto lineare. I primi capitoli servono unicamente a presentare il protagonista, Ross Moran, ma niente di importante accade finché non viene spedito su una stazione spaziale e lì gli viene proposto un lavoro su un’altra stazione spaziale chiamata Borea. Tra tecnologie avanzate che si scontrano con altre a dir poco antiquate (i personaggi viaggiano nell’orbita terrestre come se niente fosse, ma usano la macchina da scrivere!), si dipana un’avventura in cui gli eventi vengono narrati in maniera molto semplicistica. Il modo in cui viene presentata la tecnologia è superficiale e vengono usate delle spiegazioni pseudo-scientifiche molto deboli. Non pare essere solo una questione di stile, poiché l’autore diventa di colpo molto più preciso nel parlare di meteorologia (o perlomeno dà questa sensazione a un profano).
Gli eventi si susseguono in fretta, in maniera che definirei improbabile. Gli stessi dialoghi, a tratti, sono poco convincenti. Il tutto è infarcito di cliché, come i militari supercattivi che non sentono ragioni, in particolare se si tratta di donne al comando.
Non posso neanche dire che il libro non mi sia piaciuto affatto. Ho trovato il protagonista simpatico. È stato bello immergersi nella sua mente e i suoi monologhi interiori sono coinvolgenti. Ci sono inoltre delle scene d’azione niente male. Ma la sensazione generale che ho provato è stata quella di eccessiva semplicità, come se fosse la prima versione di una storia che non è ancora stata del tutto sviluppata. Peccato.
 
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