Lettere dallo spazio
È raro imbattersi al giorno d’oggi in un romanzo epistolare, ancora più raro se si tratta di fantascienza. In realtà non me ne viene in mente nessun altro in questo genere. Spinta dalla curiosità, mi sono allora avventurata nella lettura di “Dear Cynthia”.
La storia è quella di un uomo clonato dopo la sua morte, cui sono stati impiantati tutti i ricordi della sua vita precedente, che viaggia a bordo di un’astronave impegnata nell’esplorazione dello spazio. Durante il viaggio, Max scrive al clone di sua moglie, Cynthia, che ha scelto di perseguire un tipo diverso di vita. All’interno di queste lettere, da una parte ricorda il passato del loro matrimonio, mostrando di continuare ad amarla nonostante tutto, dall’altra descrive le vicende a bordo dell’astronave.
L’idea, come ho detto, è di certo originale, il suo sviluppo un po’ meno convincente. La storia è carina, ma dà l’impressione di essere stata scritta col semplice scopo di fornire una lettura leggera, come quella di una lunga novella e non proprio di un romanzo. Infatti la trama non è molto articolata e la struttura epistolare non viene sfruttata al meglio nel catturare l’attenzione del lettore. C’è da dire che è un tipo di struttura narrativa molto difficile da sviluppare in maniera efficace, poiché dà molto risalto ai sentimenti, ma, trattandosi di un romanzo di fantascienza tutt’altro che plausibile, viene difficile immedesimarsi nei panni del protagonista e comprendene a fondo le dinamiche emotive.
Alla fine del libro non ho ancora capito perché Max abbia deciso di intraprendere questo viaggio, per poi sentire sempre più la nostalgia di Cynthia. Né perché i due personaggi, pur volendosi bene, non si siano riuniti. Non che una cosa del genere non sia comprensibile, ma semplicemente l’autore omette di approfondire l’argomento. Allo stesso tempo non è chiaro quale sia l’effettiva destinazione del viaggio. In tutto il libro il protagonista racconta cosa accade a bordo, ma neanche una volta è stata colta l’occasione per mostrare qualcuno dei luoghi che l’astronave stava scoprendo. Possibile che in anni non fosse approdata nei pressi di qualche corpo celeste degno di nota? Mi sembra improbabile che stesse viaggiando a caso. C’erano molti spunti che potevano essere ulteriormente sviluppati e ciò non è stato fatto.
Ciononostante non mi sono affatto pentita di aver letto questo libro e credo che l’autore abbia le potenzialità per produrre degli scritti di ben altro valore.