Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Carla (del 10/06/2024 @ 15:30:00, in Tennis, linkato 844 volte)
Il 10 giugno 2024 per la prima volta un tennista italiano raggiunge il numero 1 del ranking mondiale di tennis maschile (ATP): Jannik Sinner.
Non solo, in questa stessa data Jasmine Paolini raggiunge il numero 7 del ranking mondiale di tennis femminile (WTA), facendo sì che per la prima volta l’Italia abbia contemporaneamente un rappresentante nella top 10 di entrambe le classifiche, cui si aggiunge Andrea Vavassori al numero 10 del ranking mondiale di doppio maschile.
Si tratta della dimostrazione più evidente di come il tennis italiano stia vivendo forse il miglior momento della sua storia, testimoniato anche dal fatto che abbiamo un/a tennista e una coppia in lizza per le Finals ATP e WTA sia in singolare che in doppio.
Per chi è tifoso di tennis è davvero una grande soddisfazione, anche perché seguire in maniera assidua questo sport non è affatto semplice: richiede davvero tanto tempo e una certa adattabilità al guardare partite negli orari più disparati del giorno o della notte per circa 11 mesi l’anno.
Io ho la fortuna di essere una lavoratrice autonoma e di decidere quando e dove lavorare, e quindi riesco a guardare gran parte delle partite degli italiani nei circuiti maggiori (a volte organizzandomi con due o tre schermi) e in particolare tutte quelle di Jannik e Jasmine, ma allo stesso tempo è faticoso, perché non c’è mai un attimo di pausa e, come tutti, anche io ho una vita mia!
Ma questi risultati rendono la mia fatica decisamente più accettabile.
Come vi raccontavo tempo fa, ho iniziato a seguire il tennis in maniera costante durante il periodo della pandemia, poiché era stato uno dei primi sport a ripartire. Da allora è diventato un po’ una droga, una di quelle che però non fanno male alla salute, al massimo ogni tanto ti tolgono qualche ora di sonno e ti incasinano un po’ i ritmi circadiani.
Questi fastidi sono per me assolutamente sopportabili di fronte al senso di benessere che mi dà il guardare una partita di tennis, ancora di più se poi a vincere è un italiano. Mi rilassa, mi emoziona e, poi, quando finisce mi dà la giusta spinta a dedicarmi alle altre attività, incluse quelle lavorative.
Il tennis mi ha progressivamente aiutato ad attenuare gli strascichi psicologici del regime sanitario adottato durante la pandemia e, anche se sono ancora una persona molto più ansiosa di quella che ero un tempo, l’avere questo tipo di “impegno” mi conferisce un senso di ordine e mi consente di guardare al futuro di nuovo con ottimismo, e magari di iniziare a gettare le basi di qualche altro progetto lavorativo e personale (le due cose, per mia fortuna, non sono separate).
In tutto questo devo ringraziare Jannik, Jasmine e tutti gli altri, che mi fanno compagnia nel mio personale viaggio e che mi ispirano con la loro ambizione e con la determinazione e l’impegno con cui lavorano per trasformare i loro sogni in realtà.
Le loro storie dimostrano che, se hai un obiettivo in cui credi e se lavori duramente per ottenerlo, per quanto questo possa apparire lontano e difficile, non è affatto impossibile raggiungerlo.
Nel 2018 a un giovanissimo Jannik Sinner venne chiesto quale fosse il suo sogno e lui rispose che era diventare il numero uno al mondo.
Il 10 giugno 2024 quel sogno è diventato realtà.
Jannik ci ha mostrato che può accadere: i sogni si avverano.
Di Carla (del 18/05/2024 @ 09:30:00, in Tennis, linkato 345 volte)
Lo scorso primo maggio ho trascorso un bellissimo pomeriggio al Tennis Club Cagliari, in occasione della terza giornata del torneo ATP Challenger 175 Sardegna Open.
Quest’anno i biglietti era giornalieri, con inizio degli incontri a mezzogiorno (che poi continuavano fino a tarda sera), quindi abbiamo avuto l’occasione di vedere tanto tennis. E, trattandosi di un giorno di festa, era pieno di gente.
Nonostante il ritiro durante l’incontro, ho potuto vedere giocare Fabio Fognini per la prima volta dal vivo.
Ho visto anche Giulio Zeppieri (anche lui si è ritirato... quanta sfortuna per i nostri).
E ho rivisto con piacere, dopo lo scorso settembre a Bologna, Lorenzo Sonego, che ha salvato la giornata, vincendo in tre set contro Alex Michelsen!
Il grande tifo è stato sicuramente un fattore in questa vittoria. Lorenzo è uno di quei giocatori che anche nei momenti difficili riesce a trovare nell’ambiente che lo circonda le motivazioni e la forza necessaria per spuntarla. E anche in questa occasione l’ha dimostrato.
Inoltre, è stato simpatico incrociare una ventina di volte (a sua insaputa) anche quest’anno Lorenzo Fares di SuperTennis TV e altre facce note come Mauro Ricevuti e il presidente della FITP Angelo Binaghi.
Insieme al mio compagno ci siamo messi ad osservare il viavai dei giocatori, cercando di individuarne il più possibile, come Luciano Darderi (speriamo di riuscire a vederlo giocare in un’altra occasione futura), Lorenzo Musetti, Yoshihito Nishioka, Juan Manuel Cerundolo, Gabriel Diallo, Juan Pablo Varillas, Daniel Elahi Galan e tanti altri.
Io indovinavo gran parte dei nomi, invece lui, quando non li riconosceva, sparava un nome a caso, totalmente improbabile, di un altro giocatore. E ci mettevamo entrambi a ridere.
Per fortuna, non ci conosceva nessuno!
Inoltre, abbiamo visto in campo Daniel Altmaier, Shintaro Mochizuki, Taro Daniel, Camilo Ugo Carabelli, Marton Fucsovics (che ha giocato contro Zeppieri) e Federico Coria (che ha giocato contro Fognini).
Insomma, anche quest’anno ci siamo proprio divertiti.
Tutte le foto sono mie (© 2024): 1) io durante l’incontro tra Alex Michelsen e Lorenzo Sonego; 2) Fabio Fognini; 3) Lorenzo Sonego.
Di Carla (del 08/11/2023 @ 10:30:00, in Tennis, linkato 540 volte)
Potrei aggiungere: e me ne vanto!
No, aspettate, questo non significa che io giochi a tennis. Non ho mai giocato a tennis. Mio padre ha provato a insegnarmi qualcosa quando ero ragazzina, ma poi, per mancanza di tempo, non ho continuato.
No, non gioco a tennis. A me piace guardare gli altri che lo fanno, in particolare quelli bravi.
Ho scoperto questa mia passione solo da pochi anni. In passato osservavo questo sport con curiosità, ma solo di tanto in tanto avevo l’occasione di vedere un incontro, anche perché era oggettivamente più difficile beccarne uno in TV in chiaro prima dell’arrivo di SuperTennis (il canale della FITP). Però ogni volta venivo ipnotizzata da quella pallina che andava avanti e indietro sul campo e dalle prodezze di quei tizi e quelle tizie che la colpivano.
Probabilmente ciò deriva dal fatto che mio padre da giovane giocava e c’era un campo proprio nel nostro condominio, quindi tra i miei giocattoli non era raro trovare qualche pallina da tennis usata.
Ma successivamente mi sono concentrata sul calcio, sul tifare il Cagliari, cosa che faccio tuttora.
Poi è arrivata la pandemia, e il tennis, essendo uno sport senza contatto, è stato uno dei primi a riprendere. Così ho iniziato a seguirlo in maniera più costante e in breve tempo ne sono stata catturata.
Sono tante le cose che mi piacciono del tennis.
Prima di tutto, il fatto che sia fisica in azione: quella pallina va lì perché è stata colpita in un certo modo.
In secondo luogo, c’è che si tratta di uno sport estremamente psicologico. Ci sono i colpi, il talento, la forma fisica, la tattica, ma ciò che può fare la differenza è come si sente il giocatore in quel momento. Basta poco, quasi nulla, per far cambiare l’inerzia di un incontro solo per il fatto che il giocatore si senta in fiducia rispetto ai propri mezzi oppure perda questa fiducia. La forza mentale, che consente di dimenticare un proprio errore o una prodezza dell’avversario e riprendere a giocare come se niente fosse, può avere la meglio sul resto.
Inoltre, gli incontri di tennis sono come dei thriller. Talvolta basta un episodio, magari fortunoso, un colpo di scena, che può decidere le sorti di un game e creare i presupposti per ribaltare il risultato. Non è mai finita finché non è finita. Un giocatore può essere sull’orlo del baratro, con tre match point contro (anche di più, se si tratta di un tie-break), e annullarli, poi vincere il set e alla fine vincere l’incontro. Tutto può succedere.
E poi c’è tutto quello che avviene al di fuori del campo: la preparazione, la programmazione della stagione, l’impegno dei giocatori, l’ambizione, la capacità di migliorare se stessi per diventare più forti sotto tutti i punti di vista.
La cosa più bella è proprio vedere dei giocatori che dall’inizio della loro carriera ottengono i primi successi, accumulano punti, e pian piano salgono in classifica, si misurano con i grandi e poi magari diventano come o meglio di loro.
In tutto questo io trovo ispirazione.
Infine, il tennis ha la peculiarità di essere praticato tutto l’anno. A eccezione di dicembre, ogni settimana c’è almeno un torneo di tennis dei circuiti maggiori (ATP e WTA) e, con tutti gli italiani, sia uomini che donne, che stanno ottenendo ottimi risultati in questo sport, ciò significa che c’è sempre un incontro da vedere. Spesso faccio colazione davanti a un incontro in TV, magari in seguito a una levataccia proprio per non perdermelo, visto che i tour toccano tutti i continenti. In un certo senso, è confortante sapere che posso vedere qualcosa che mi piace anche tutti i giorni, se voglio.
Inizialmente lo facevo di tanto in tanto, ma poi ho iniziato a conoscere meglio i giocatori, le loro storie, ad appassionarmi al loro gioco. Adesso mi ritrovo a organizzare la mia vita, sia quotidiana che gli impegni programmati, incluse eventuali vacanze, in modo tale da non perdere i tornei che mi interessano.
E, qualche volta, una mia vacanza non è altro che un viaggio per andare a vedere un torneo e poi, visto che ci sono, faccio anche la turista.
Ammetto che essere una lavoratrice autonoma mi facilita non poco le cose! Se avessi degli orari di lavoro fissi, sarebbe un bel problema vedere un incontro la mattina e il pomeriggio o, peggio ancora, durante la notte.
Potrebbe sembrare che il tennis mi porti via tempo, molto tempo. Da una parte è vero, poiché qualche volta, all’inizio di un grosso torneo come uno Slam, capita che ci sono anche quattro o cinque incontri di tennisti italiani in un giorno, alcuni dei quali non si sovrappongono e quindi che posso vedere. D’altra parte, però, avere questo tipo di impegno mi porta a sfruttare meglio il mio tempo.
Avere a disposizione un numero limitato di ore per lavorare a qualcosa, invece che genericamente tutta la giornata, mi spinge a essere più disciplinata, perché poi potrò avere la mia ricompensa. Per esempio, adesso che sto scrivendo questo articolo sono in attesa che inizi un incontro alla TV e ciò mi spinge a scrivere in fretta, invece di stare lì a pensarci tanto o, peggio, a mettermi a cazzeggiare su qualche social network!
Ma mi ha anche aiutato a rivedere le mie priorità. Mi sono resa conto che spesso mi occupavo di cose non necessarie più per abitudine che per reale interesse (ormai perso). Anzi, alla fine mi facevano sentire inutilmente insoddisfatta, poiché non mi procurava più piacere farle e allo stesso tempo non portavano ai risultati sperati. Molto meglio lasciarle da parte e guardare un po’ di tennis, per trovare il buonumore (soprattutto in caso di vittoria!) necessario per affrontare i miei doveri e nuove stimolanti sfide.
Ma devo ammetterlo: il tennis crea dipendenza. Me ne accorgo quando non ho nessun incontro da vedere per un paio di giorni. Non parliamo poi del mese di dicembre! Però in quel caso almeno mi consolo col pattinaggio di figura su ghiaccio.
Comunque si tratta di una bella dipendenza, una di quelle senza effetti collaterali.
Okay, adesso devo proprio andare: non solo l’incontro è iniziato, ma le ultime frasi le ho scritte durante un cambio campo!
Tutte le foto sono mie (©2023): 1) Sardegna Open (maggio 2023); 2) io a Bologna durante la fase a gironi della Coppa Davis 2023; 3) Lorenzo Sonego ed Elias Ymer (Bologna, Coppa Davis 2023).
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