La storia vera fa paura più della finzione
Messi da parte momentaneamente i panni del maresciallo Maggio, Francesco Zampa si cala in quelli di un altro carabiniere, stavolta a Roma durante gli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale. Passa quindi dal giallo a un romanzo storico non privo di suspense e segue le vicende del brigadiere Flavio Cesari, che cura il censimento dei militari di razza ebraica all’Ufficio Riservato del Ministero della Guerra, durante il peggiore momento della sua vita. Cesari è un personaggio inventato, ma la vicenda storica narrata, quella della deportazione dei Carabinieri della capitale avvenuta il 7 ottobre 1943, è assolutamente vera, anche se ben poco conosciuta. I tedeschi avevano preso quella decisione in previsione della deportazione degli ebrei romani, poiché temevano che gli uomini dell’Arma potessero essere di intralcio alle loro intenzioni.
Flavio Cesari scopre per caso ciò che sta per accadere e da quel momento inizia la sua fuga. Nel cercare delle risposte alle mille domande che affollano la sua mente, Cesari vive quei tremendi momenti facendosi narratore di uno degli eventi più bui della nostra storia recente. Come lettrice, mi sono trovata a trepidare con lui, a temere per la sua vita, con quel particolare terrore che mi accompagna di fronte a una storia ambientata durante la follia nazista. Si tratta del terrore provocato dall’inconcepibilità delle azioni portate avanti da esseri umani che, però, appaiono incapaci di umanità e di alcuna forma di pietà, e proprio per questo non possono che spaventare.
Ho letto questo libro diversi mesi fa, ma ci ho ripensato a lungo più di recente dopo una visita ad Auschwitz e Birkenau, i campi di sterminio che rappresentavano la destinazione finale (in tutti i sensi) dei deportati. Nel vedere quei luoghi, nel sapere le atrocità commesse in tempi tutt’altro che lontani, si reagisce cercando di allontanarne il pensiero, poiché è così fuori da ogni razionalità che si ha difficoltà ad accettare che una cosa del genere sia potuta accadere nella civilissima Europa del ventesimo secolo.
Zampa nel raccontare quella che è soltanto una breve vicenda riesce comunque a trasmettere l’eco lontana di quelle stesse atrocità, di cui possiamo vedere solo piccoli dettagli in alcuni eventi narrati. E con essa la paura.
Ho trovato particolarmente bello il modo con cui di fronte alla macchina infernale del nazismo i singoli uomini, con i loro dubbi (compresi coloro che avrebbero dovuto eseguire degli ordini per via della loro posizione: gli stessi Carabinieri, ma anche alcune Camice Nere), mettano a nudo la loro umanità, talvolta diventando, come lo stesso Cesari, protagonisti di atti di eroismo, che non avrebbero mai pensato di dover compiere.