Nell’uso comune
il termine Scotland Yard è un altro modo per definire la Polizia Metropolitana di Londra, detta anche
Met, che ha giurisdizione sull’area chiamata
Greater London (ne è esclusa la City, che ha un corpo di polizia proprio), ma in realtà indica l’edificio dove essa ha sede, il cui nome completo è
New Scotland Yard, spesso definito semplicemente come la
Yard. Questa denominazione trae la sua origine dall’indirizzo della prima sede del corpo di polizia in Great Scotland Yard (1829), sebbene l’entrata principale fosse al numero 4 di Whitehall, e ha seguito gli
spostamenti prima sul Victoria Embankment (1890), con l’aggiunta dell’aggettivo “New”, e
poi sulla Broadway (dal 1967).
Accanto all’attuale sede della polizia londinese c’è la famosa insegna rotante (vedi immagini), che è diventata una vera e propria attrazione turistica (infatti anch’io non ho resistito alla tentazione di farmi una foto di fronte a essa; vedi sotto). Ma l’edificio al numero 10 della Broadway sarà presto abbandonato dalla Polizia Metropolitana. È stato, infatti, già venduto dal 2014 all’Abu Dhabi Financial Group (ADFG), nonostante sia comunque ancora utilizzato. Nell’ambito di una riorganizzazione delle proprietà immobiliari destinate alle forze di polizia, il quartier generale verrà trasferito, insieme alla sua insegna, entro la fine del 2016 (così dicono) nel Curtis Green Building (di nuovo su Victoria Embankment), che è tuttora in fase di ristrutturazione.
Non avete idea di
quanti problemi questi ultimi sviluppi, le cui tempistiche sono tutt’altro che certe, mi abbiano creato durante la stesura di “
Sindrome”, fino alla sua pubblicazione, e ancora me ne creeranno per l’ultimo libro della trilogia, “
Oltre il limite”.
Dovendo scrivere dei libri ambientati alcuni mesi dopo la loro stessa stesura, mi sono ritrovata e mi ritroverò a dover tirare a indovinare riguardo al futuro.
“
Il mentore” fortunatamente è stato pubblicato prima che l’edificio della Broadway venisse venduto, ma per “
Sindrome” sono stata costretta a spulciare le notizie sulla rete
per capire quando il trasferimento al Curtis Green sarebbe avvenuto. Manco a dirlo, le informazioni erano poche e spesso contraddittorie. Una volta assodato che non avrebbe avuto luogo prima di questo giugno 2016 (ma per sicurezza prima di pubblicare il libro sono andata a controllare nella
pagina dei contatti della Met che l’indirizzo fosse sempre lo stesso), mi sono limitata a
fare cenno all’imminente trasloco all’interno del romanzo. Per il prossimo, però, la questione diventerà più complicata.
“Oltre al limite” sarà ambientato alla fine di maggio 2017. In teoria per allora il trasferimento dovrebbe essere terminato, ma dubito di averne la certezza a novembre e dicembre, quando intendo scrivere la prima stesura. Sarò costretta a scegliere se mostrare che i miei personaggi si trovano già nella nuova sede o se dare a intendere che lasceranno a breve quella vecchia, poi a ridosso dell’uscita del libro dovrò accertarmi di quale sia la verità ed eventualmente modificare alcuni passaggi del romanzo.
C’è poi
un secondo problema. L’attuale New Scotland Yard ospita
uno dei tre laboratori di scienza forense della Polizia Metropolitana, cioè quello in cui lavora la squadra del detective Shaw nella mia trilogia. Considerando che il Curtis Green è un edificio più piccolo (l’immagine è un’illustrazione che mostra quello che sarà il suo aspetto finale), che la polizia sta cercando di ridurre i costi e che tra i progetti c’è la ristrutturazione del laboratorio che si trova a Lambeth,
non ho proprio idea se la sede di lavoro dei miei personaggi verrà spostata nel nuovo quartiere generale o altrove o accorpata a un altro laboratorio. Finora non sono stata in grado di trovare informazioni in merito e dubito che ne troverò finché il cambiamento non sarà avvenuto. In questo caso la mia unica soluzione sarà
scegliere una possibilità e attenermi a quella. La cosa più semplice è parlare di un semplice trasferimento al Curtis Green Building. Se questa sarà la verità, andrà bene. In caso contrario,
diventerà un’altra delle tantissime licenze artistiche che ho preso nella creazione di questa storia!
Ma torniamo all’attuale sede, quella sulla Broadway (vedi sotto).
Essa comprende anche il Museo del Crimine, detto anche Black Museum, che contiene, tra i vari oggetti esposti, delle lettere presumibilmente scritte da Jack Lo Squartatore. Purtroppo non è aperto al pubblico, ma solo agli agenti di polizia di tutto il Regno Unito, tramite appuntamento. Questo verrà trasferito al Curtis Green e c’è la possibilità che venga aperto a tutti.
L’area in cui si trova New Scotland Yard è comunque molto interessante dal punto di vista turistico. È praticamente a metà strada tra l’Abbazia di Westminster, che è a due passi dal Parlamento, e la Cattedrale di Westminster (quest’ultima è cattolica), collegate dalla trafficata Victoria Street. La stazione della metro più vicina è St James’s Park, sulla stessa Broadway e vicino all’omonimo parco.
Vista la posizione, vale senza dubbio la pena andare a darci un’occhiata, prima del trasloco, se avete intenzione di fare un viaggio a Londra nei prossimi mesi. Chiaramente si può vedere solo dall’esterno, a meno che non abbiate intenzione di farvi arrestare!
Onestamente non ho idea di come sia l’interno di
New Scotland Yard. Nel descrivere il laboratorio di scienza forense de “
Il mentore” e “
Sindrome” mi sono
affidata all’immaginazione, ma durante le mie ultime ricerche ho trovato
un articolo del Daily Mail che mostra vecchie foto dell’interno dell’edificio risalenti al periodo (1967) in cui la polizia vi si era trasferita.
Le potete trovare a questo link. Sono davvero immagini d’altri tempi che raffigurano
archivi pieni di carta, immensi centralini,
enormi cartine e
telescriventi automatiche che al tempo erano il massimo della tecnologia.
Chissà com’è adesso. Forse da qualche parte c’è un computer dell’ultima generazione (facciamo pure della prossima!) e un criminologo nerd, come Martin Stern, che si aggira per il dipartimento con una t-shirt di Darth Vader. Oppure c’è l’ufficio di un detective ispettore capo, come Eric Shaw, con una porta semitrasparente da cui scruta una giovane collega, come Adele Pennington. O forse c’è una sala riunioni, con un tavolo, uno schermo e tante sedie, in cui insieme alla detective di un Team di Investigazione della Omicidi, come Miriam Leroux, tutti i personaggi discutono degli indizi e delle prove fisiche per scoprire l’identità dell’assassino.
Non so se ci sono, ma mi piace comunque pensarlo.