Lo scorso 2 dicembre 2016 ho avuto il piacere di presentare la
trilogia del detective Eric Shaw e il romanzo di fantascienza “
Ophir. Codice vivente” alla
Biblioteca Comunale di Iglesias. È stato un evento molto carino, in cui io e la preparatissima presentatrice, Clara Congia, abbiamo
parlato per quasi due ore dei miei libri e della mia attività di scrittrice e self-publisher a beneficio di un piccolo ma interessato pubblico.
Prima di tutto devo fare i miei più sentiti ringraziamenti, ma anche complimenti, a Clara, che ha condotto l’evento con professionalità e passione, e mi ha rivolto alcune tra le più interessanti e originali domande che mi siano mai state fatte da quando mi occupo di editoria.
Abbiamo iniziato col parlare de “Il mentore” e di “Sindrome”, i primi due romanzi della trilogia di crime thriller del detective Eric Shaw. Ho cercato di incuriosire i presenti, raccontando qualche elemento della trama, senza troppe anticipazioni per non rovinare la sorpresa. Il fulcro di tutta la serie è proprio il rapporto tra Eric Shaw, il mentore, e la sua allieva, la cui identità si scopre nel primo libro. Accanto all’investigazione sui casi che vengono sviluppati nei singoli romanzi e che vedono sempre i protagonisti coinvolti personalmente, c’è proprio l’evoluzione di questo rapporto che inizia con “Il mentore”, si sviluppa in “Sindrome”, in cui Eric cerca di capire se può o vuole allontanarsi dalla sua allieva e dai crimini di cui è responsabile, fino a trovare una conclusione del libro finale della trilogia, “Oltre il limite”, che uscirà il 21 maggio 2017 e di cui sto attualmente scrivendo gli ultimi capitoli.
Ho raccontato delle
numerose licenze che mi sono presa nella stesura di questi libri, alcune dovute al fatto che non ero in grado di reperire certe informazioni al momento della stesura (poiché i libri si svolgono sempre in un periodo successivo alla data in cui sono stati effettivamente pubblicati e quindi diversi mesi dopo la scrittura) e altre che sono stata rese necessarie per rendere la trama più interessante. Sono stata, però, abbastanza rigorosa su due aspetti: quello
scientifico (i protagonisti sono tutti agenti della Polizia Scientifica) e quello
geografico (i luoghi pubblici di Londra in cui si svolgono le scene corrispondono alla realtà, tanto che, per esempio, la casa in cui si nasconde l’assassino de “Il mentore” esiste davvero!). A entrambi ho dedicato una serie di articoli in questo blog, che vi consiglio di leggere, se non l’avete già fatto:
Scena del crimine e
Luoghi dei romanzi. Ne pubblicherò altri per l’uscita di “Oltre il limite”.
Infine ho rivelato qualche anticipazione su quest’ultimo libro, ma a tal proposito non posso dirvi proprio nulla!
E poi siamo passate a parlare di “
Ophir. Codice vivente” e in generale del
ciclo fantascientifico dell’Aurora, a iniziare da quella mattina all’alba in cui
Anna Persson aveva lasciato di nascosto la Stazione Alfa per avventurarsi nel
deserto rosso di Marte.
Mi ha fatto particolarmente piacere essere riuscita nell’intento di spingere chi era venuto lì per i miei thriller ad avventurarsi nella lettura dei miei romanzi di fantascienza. In fondo, tutti i miei libri sono accomunati da temi simili: la storia è mostrata attraverso le sensazioni dei personaggi, hanno antieroi come protagonisti e prima o poi ci scappa sempre il morto!
Infine ho raccontato un po’ la mia vita da self-publisher: cosa significa essere un autoeditore (o autoeditrice, se preferite), come lavoro a ogni mio singolo libro e le tante piccole soddisfazioni che questo mestiere mi ha dato e continua a darmi.
In chiusura ho avuto l’opportunità di fare quattro chiacchiere con i presenti, rispondere a delle domande e scrivere una breve dedica nelle copie che sono state acquistate.
Insomma, è stata davvero una bella serata e conto di avere presto l’opportunità di partecipare ad altri eventi simili, soprattutto, per ovvi motivi logistici, nella mia Sardegna.