Ma come, è già finito il 2018? Stavolta l’anno è andato via veloce, forse perché sono stata molto più presa da progetti che mi hanno impegnato per diversi mesi. E magari anche perché mi sono divertita di più, soprattutto nella seconda parte.
E quindi, visto che l’anno sta finendo, è arrivato il momento del tradizionale resoconto dei dodici mesi passati.
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sono riuscita a scrivere e pubblicare (il 30 novembre) il libro “
Sirius. In caduta libera”, la quarta parte del
ciclo dell’Aurora, che è anche il mio tredicesimo libro pubblicato. Il lavoro su questo romanzo mi ha portato via più tempo di altri precedenti, soprattutto perché avevo solo pochi appunti messi da parte e ho dovuto progettarlo quasi completamente poco prima di iniziare la scrittura (da metà febbraio). È stato il mio libro più faticoso da scrivere finora, ma è anche uno di quelli di cui sono più soddisfatta. Sono riuscita a unire tutti i fili delle parti precedenti del ciclo e inserire l’anello mancante nella sua storia. È un romanzo di
fantascienza hard che rappresenta anche un mio omaggio nei confronti dell’
astronautica, argomento che mi appassiona da sempre, in quanto racconta una storia che si svolge in gran parte nell’orbita terrestre, sebbene in un futuro non vicinissimo (fra circa un secolo);
- ho finito di tradurre in inglese “Il mentore” entro i primi mesi dell’anno, come mi ero riproposta. Questa nuova traduzione già revisionata per il momento resta bella tranquilla nel mio computer. Avrei voluto iniziare almeno la traduzione del secondo libro della trilogia del detective Eric Shaw, ma non c’è stato il tempo di farlo. Sono comunque contenta di questo risultato;
- ho letto libri più lunghi e soprattutto ho letto quasi esclusivamente libri che mi sono piaciuti molto. Non ho idea di quanti siano, ma il numero non ha nessuna importanza. L’importante è l’aver letto ogni giorno qualcosa che mi abbia divertito, magari insegnato qualcosa, e in particolar modo che mi abbia fatto stare bene. Perché lo scopo della lettura per me è proprio questo: farmi stare bene. Perciò non ha alcun senso fare gare di pagine o libri letti. Sono tutte sciocchezze.
Da questo elenco
manca un proposito. Quelli elencati alla fine dell’anno scorso, infatti, erano quattro. Non ho finito di scrivere il libro sul self-publishing che ho iniziato nel 2017. Non ci ho proprio rimesso mano, perché il mio tempo e il mio impegno sono stati reindirizzati a faccende più urgenti.
Che cos’altro ho fatto nel 2018?
Ho tradotto in italiano un altro libro di Richard J. Galloway, “Saranythia Parte 2 - I Varton”, che uscirà a breve in Italia (gli ho consegnato la traduzione definitiva qualche giorno fa). Si tratta del seguito di “Saranythia Parte 1 - Le porte di Setergard”, uscito nell’autunno del 2017 e in cui tornano i protagonisti del suo romanzo precedente “Amantarra” (uscito in italiano nel 2013). Anche le traduzioni di questi due libri erano state fatte da me.
Al di là della durata della mia permanenza lontano da casa, questo impegno mi ha portato via parecchio tempo nei mesi precedenti per prepararmi.
Ho anche seguito
otto MOOCs (corsi online aperti su larga scala), tra i quali i più interessanti sono stati probabilmente uno sull’energia nucleare (
The Science of Nuclear Energy) e uno sulla scienza che sta alla base delle scienze forensi (
The Science Behind Forensic Science). Quest’ultimo è fatto veramente molto bene, poiché mostra con dei video in soggettiva il lavoro dello scienziato forense sia sul campo che in laboratorio.
Infine, a partire da maggio ho iniziato a occuparmi in maniera più attenta alla pubblicità su Facebook dei miei libri, in particolare di quelli del ciclo dell’Aurora in italiano. In vista dell’uscita del quarto libro della serie, ho deciso di concentrare i miei sforzi in modo da ottenerne il migliore risultato possibile.
E devo dire che ci sono riuscita.
Ho imparato a utilizzare meglio gli strumenti a pagamento forniti da Facebook e allo stesso tempo ho aumentato l’efficacia di quelli gratuiti nell’ottenere una migliore resa organica dei miei post. Ciò si è tradotto in un notevole aumento delle interazioni nella mia pagina Facebook e in un effetto positivo evidente nelle vendite dei miei libri.
Non sono riuscita a fare nient’altro (non che tutto questo sia poco), perché la scrittura da zero, la revisione e la pubblicazione di “Sirius. In caduta libera” mi hanno assorbito praticamente da metà febbraio (ho terminato la prima stesura di 114 mila parole alla fine di giugno) fino alla data di uscita del libro, lasciando poco tempo e soprattutto poche energie da utilizzare in altro, anche perché in contemporanea mi sono trovata a tradurre un libro e a preparare un corso e una conferenza.
D’altra parte mi ero imposta di non procurarmi più stress del necessario e sono ben felice di aver fatto meno cose, ma di averle fatte meglio.
Ma adesso sta arrivando il 2019 ed è il momento di porsi qualche
obiettivo:
1) completare la prima stesura di “Self-publishing lab: il mestiere dell’autoeditore”, ma questa volta davvero! Molto probabilmente terrò di nuovo il corso a Varese il prossimo autunno e per allora vorrei avere a disposizione il libro, anche se non necessariamente nella versione definitiva. Mi fornirà anche l’occasione di aggiornare in parte lo stesso corso e offrire qualche strumento in più agli studenti;
2) tradurre in inglese “Sindrome” e magari iniziare anche la traduzione di “Oltre il limite”. Mi sono riproposta che entro il 2020, in un modo o nell’altro, pubblicherò (o inizierò a pubblicare) la trilogia del detective Shaw in inglese. Anzi, una volta terminato il ciclo dell’Aurora (cosa che avverrà appunto nel 2020), voglio impegnarmi a tradurre e pubblicare in inglese tutti i miei libri non ancora disponibili in questa lingua, e in generale sfruttare al meglio tutto ciò che ho scritto finora per fare in modo che raggiunga un pubblico più grande;
3) iniziare a lavorare a “Nave stellare Aurora”, il libro finale del ciclo dell’Aurora. Si tratta di un romanzo lungo il cui scopo è concludere degnamente la storia di Anna, Hassan, Melissa, Alicia e Susy, e per farlo ho bisogno di lavorarci in un periodo più ampio, in modo da sfruttarne al meglio le potenzialità;
4) e poi, come sempre, leggere tanti bei libri. Questo è sempre il proposito più semplice da realizzare!
Anche quest’anno solo quattro propositi, ma stavolta li voglio realizzare tutti. Ce la farò?
Ci sono anche altre cose che mi piacerebbe fare.
Al momento non mi sono imposta di pubblicare alcun libro nel 2019. Ho bisogno di non impormi questo tipo di scadenza particolarmente impegnativa almeno per un po’. Deciderò strada facendo.
Di certo voglio continuare a lavorare sul fronte della pubblicità e della promozione per migliorare il ritorno economico del mio lavoro e renderlo meno dipendente da eventi esterni su cui non ho controllo.
Inoltre vorrei sperimentare altri modi per utilizzare ciò che ho già scritto e le mie capacità nell’ambito della scrittura per sviluppare nuovi progetti dei quali preferisco ancora non dire nulla (almeno finché non inizierò davvero a lavorarci, se mai lo farò).
Ciò che sento con certezza è che questo mio settimo anno da autoeditrice sarà cruciale, poiché rappresenta l’avvicinamento alla conclusione del ciclo dell’Aurora, che, con i quattro libri di “Deserto rosso” e i quattro successivi, è senza dubbio la mia serie più importante, quella con cui è iniziata la mia avventura nell’autoeditoria e che costituisce la motivazione principale che mi ha spinto a continuarla, tra alti e bassi.
Cosa avverrà dopo è ancora un mistero, ma uno di quelli che non mi spaventano, bensì mi stimolano. Un mistero cui mi rivolgo con curiosità.
In chiusura, come sempre, ringrazio tutti coloro che mi seguono e che mi supportano, tutti i miei cari, gli amici, i collaboratori e i lettori, sia vecchi che nuovi.
Grazie di esserci.
Se vi va, fatemi sapere quali sono i vostri propositi con un commento a questo post o sui social network in cui lo condividerò.
Auguro a tutti voi un felice 2019!