Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Carla (del 28/04/2011 @ 21:21:01, in Lettura, linkato 5034 volte)
Di Carla (del 30/04/2011 @ 04:06:09, in Musica, linkato 1950 volte)
ARTISTA SELEZIONATO
Caroline Jones
Questo mese ci tuffiamo nel pop-country americano con Caroline Jones, cantautrice, chitarrista e produttrice di New York. Questa talentuosa artista ha iniziato la sua preparazione classica grazie ad Andy Anselmo, il fondatore del The Singer's Forum di New York, cantando arie di opere, standard del cabaret e melodie dello spettacolo alla tenera età di nove anni. Sotto la gestione di Tommy Mottola e Chris Apostle, ha iniziato a registrare le sue prime canzoni originali con il produttore Chris Toland agli studi Sony e Avatar di New York, quando era ancora una studentessa. Nel 2008 Caroline ha iniziato i suoi viaggi mensili a Nashville dove ha registrato con numerosi talenti. Attualmente la Jones si esibisce nell'area di New York in importantissimi luoghi quali la Julliard, Madison Square Garden, il New York Comedy Club, Lincoln Center, New World Stages, Bar East, Canisius College, The National Underground, The Bitter End, Space 43, Arlene’s Grocery, The Living Room, Googie’s Lounge, e Bowery Wine Co. Ha anche suonato alla Millennium Music Conference e al Singer/Songwriter of Cape May Festival. La sua musica viene trasmessa da numerose radio indipendenti quali Women of Substance Radio, Radio Crystal Blue, the Real Radio Show, iRadio LA, e New Music Tampa Bay Podcast. Inoltre numerosi magazine hanno parlato di lei, tra cui Black Tie, New York Cool, Skope Magazine “Artists to Watch”, Junior’s Cave “Artist Spotlight” e G3 Magazine “Next”. Il 2010 è stato l'anno in cui Caroline ha raggiunto la finale del Contest RadioBuzzD’s Best Band in the USA e la semifinale della 2010 100% Music Songwriting Competition. Dopo tantissima gavetta, finalmente nel 2011 Caroline ha pubblicato il suo primo album "Fallen Flower", che ora è disponibile su iTunes, eMusic, Thumbplay, Napster, Spotify, Amazon, e Bandcamp.
Per saperne di più vi consiglio di visitare il suo sito interattivo http://www.carolinejones.com dove è possible vedere i suoi video, ascoltare la sua musica, leggere le sue poesie e i suoi testi. Inoltre nella sezione dei concerti Caroline si connette con i suoi fan tramite delle esclusive performance acustiche in livestream. Potete inoltre stare in contatto con lei tramite Tweeter: http://www.twitter.com/carolinedorothy
Altro link per ascoltare la sua musica: http://www.sonicbids.com/CarolineJones
Caroline sta cercando delle opportunità anche in Italia. Volete contattarla per scrivere su di lei o intervistarla o collaborare con lei in qualche modo? Fatelo tramite il suo sito, ma non dimenticate di citare questo articolo.
Di Carla (del 10/05/2011 @ 06:00:06, in Lettura, linkato 2516 volte)
Imprevedibile e bizzarro
Che dire di questo romanzo? Sicuramente ti cattura, poiché narra una storia così bizzarra da non darti il minimo riferimento su come si evolverà, cosa che ovviamente aumenta la curiosità del lettore. Sicuramente a tratti è veramente divertente. Molto interessante anche il modo in cui l'autore ha strutturato la storia, inserendo i quattro racconti, uno per ogni elemento (acqua, terra, fuoco, aria). C'è evidentemente un gran lavoro sotto e Coe si è sicuramente divertito a farlo. Ciò che mi ha lasciato perplessa, motivo per cui mi sono fermata a quattro stellette, è la scoperta che il protagonista fa verso la fine, addirittura su suggerimento di un altro personaggio che lo conosce appena. Più che perplessa direi sconcertata. È sicuramente una bella trovata, di quelle che non ti aspetti, ma allo stesso tempo la trovo banale e ripetitiva, perché già usata all'interno della storia, ma soprattutto poco credibile. Il tutto però viene salvato dal colpo di scena finale: la finzione nella finzione che ti permette di sorvolare su molte cose. Ovviamente non entro in dettagli per non rovinare la sorpresa a chi avesse intenzione di leggere questo romanzo.
Leggi tutte le mie recensioni e vedi la mia libreria su aNobii: http://www.anobii.com/anakina/books
Di Carla (del 11/05/2011 @ 02:59:40, in Musica, linkato 3199 volte)
Ciò che ho il piacere di presentarvi oggi è il nuovissimo album, il terzo, del Dirk Blümlein Terzett, intitolato "Fette Beute", che tradotto significa "grasso bottino". Pubblicato lo scorso marzo dalla Rodenstein Records, la stessa etichetta con cui uscì il primo album del trio ("Alles für den Künstler"), sta rapidamente facendo il giro del mondo, grazie soprattutto ad internet, e presto probabilmente lo farà insieme ai musicisti che lo propongono dal vivo: il grande Dirk Blümlein, uno dei più ricercati bassisti tedeschi, Andreas Francke al sassofono contralto e al clarinetto, ed Eckhard Stromer alla batteria. La particolarità di questo trio, che quest'anno festeggia il suo ottavo anniversario, è il fatto stesso che manchi uno strumento di armonia. Tuttavia esso presenta un suono molto particolare. A volte il basso viene in primo piano, e forma insieme alla batteria un piacevole background. Mentre per le belle melodie interviene qui il sassofono o il clarinetto. Il risultato di questa miscela inusuale è un suono morbido, dove rimane un sacco di spazio per l'improvvisazione, ed essa include una energia molto speciale, che questa band riesce abilmente a trasmettere sia tramite i propri CD che soprattutto dal vivo. Lo sanno di certo coloro, come me, che hanno avuto la fortuna di poterli ascoltare qualche anno fa in Italia, al festival di Musicastrada di Montopoli (PI), e coloro che assistono ai loro numerosi concerti in Germania e nel resto dell'Europa. Parlando di questo particolare album con Dirk, egli mi ha confidato che lo considera il migliore che abbiano mai prodotto, anche perché "l'ultimo è sempre il migliore!" "Registrato in due giorni e mixato in cinque giorni. Per questo disco tutto è avvenuto molto facilmente, soprattutto se paragonato al precedente" spiega Dirk. "La composizione è stata portata avanti in due anni. Le prove e la registrazione hanno avuto luogo senza alcun problema, come tutto il resto. Esso contiene i brani che sono nati nella mia mente negli ultimi anni, ad eccezione di due tracce originali di Andreas [Francke], che mi piacciono moltissimo." Parlando di "It's Not The Moon", che era presente anche nell'album precedente, Dirk racconta: "Abbiamo pensato che potevamo farlo meglio e aggiungerlo al nuovo in una versione leggermente differente." E così è stato. "Fette Beute" contiene ben 14 tracce, tra cui una, "La Rossa", ispirata dalla città di Bologna. "Inizialmente volevo scrivere una trilogia su Bologna, con i nomi la rossa, la dotta e la grassa, perciò questo ne è il primo movimento. Forse ce ne sarà un altro nel prossimo album." Di questo brano l'album include anche una versione demo, intitolata "La Rossa Clarinet". "Questo è il demo che abbiamo registrato con il clarinetto di Andreas. Mi piaceva così tanto che ho voluto aggiungerlo all'album. L'abbiamo registrato nel mio soggiorno." L'album è disponibile dalla fine di marzo nei migliori negozi di dischi in Germania e online su Amazon.de, iTunes e CD Baby. È come sempre possibile ascoltare alcuni brani sul profilo MySpace di Dirk. Nel frattempo il trio lo sta già portando in tour in Germania e presto varcherà i confini del proprio Paese per presentarlo nel resto dell'Europa. In questo contesto sarebbero davvero felici di tornare nel nostro Paese.
Link d'interesse: www.dirkie.de www.myspace.com/dirkbluemlein www.anakina.net/dirkie (in italiano)
Contatto per il booking in Italia: booking@anakina.net
Ecco il Dirk Blümlein Terzett al completo insieme ai tre maialini che portano sempre con sé sul palco!
Di Carla (del 25/05/2011 @ 18:39:32, in Lettura, linkato 4514 volte)
Fantastica miscela di suspense e humour
Con questo romanzo Andy Brazil è diventato uno dei miei personaggi letterari preferiti. Terzo del filone dedicato a Brazil e a Judy Hammer, "L'isola dei cani" è un gran bel romanzo, che prima di tutto diverte il lettore. Nonostante si tratti sempre e comunque di un thriller, il tono leggero con cui è scritto ti fa spesso sorridere e talvolta ridere di gusto, cosa che difficilmente accade nella serie ben più drammatica dedicata a Kay Scarpetta, la quale però è presente in un piccolo "cameo" anche in questo romanzo, rivelando che i due filoni in realtà si trovano nella stessa linea temporale. Molto interessante è inoltre la parte storica, che ci racconta la colonizzazione dell'attuale Virginia e le storie di pirati ad essa collegate, come pure la descrizione dei bizzarri abitanti di Tangier Island e del loro bizzarro modo di parlare. Mi è inoltre piaciuto particolarmente l'uso del blog (mezzo di comunicazione sul web a me molto caro) da parte del protagonista, che rispecchia l'esplosione di una vera e propria moda nel periodo in cui il romanzo è stato scritto (2001), la quale a suo volta anticipa la nascita degli odierni social network. Sulla trama non voglio dire molto, anche per non togliere la sorpresa a chi deve ancora leggerlo. La quarta di copertina è un po' fuorviante e non rivela affatto il tono con cui è scritto il libro. Non attendetevi il solito thriller drammatico, con tanti morti ed efferati killer. Qualcuno muore e ci sono i cattivi, ma il bello della storia è tutt'altro e senza dubbio ti lascia col sorriso sulle labbra quando arrivi alla fine. Mi chiedo quando la Cornwell ci delizierà di nuovo col prossimo episodio di questa serie.
Unico neo riguarda l'edizione italiana: la Biavasco è decisamente molto avara di congiuntivi!
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Di Carla (del 01/06/2011 @ 05:41:40, in Musica, linkato 1883 volte)
ARTISTA SELEZIONATO
The Vegabonds
L'estate si avvicina e torniamo a parlare di rock in queste pagine. L'artista del mese è un gruppo americano, fondato nel 2009 in Alabama, dall'unione di due band e due nuovi elementi. La loro musica subisce l'influenza di vari artisti che vanno da Led Zeppelin, ai Pink Floyd, i Gov't Mule, i Kings of Leon fino ai My Morning Jacket. Il loro primo album risale all'estate del 2010, intitolato "Dear Revolution", che ha avuto ottimi riscontri sia a livello regionale che nazionale, ottenendo una recensione anche da parte del Relix Magazine di New York. Nello stesso anno la band ha suonato in oltre 100 concerti in tutto il sud-est statunitense per promuovere il loro album. In questo ambito hanno partecipato ad alcuni show televisivi e radiofonici in Alabama. Nel giugno 2010 hanno partecipato al 2010 Alex City JazzFest insieme a Honey Island Swamp Band e Hill Country Revue. Dopo la pubblicazione dell'album, due brani da esso tratti hanno raggiunto le classifiche International Independent Artist di IAIRA, in particolare "Shaky Hands" ha raggiunto la prima posizione, mentre "The Wanderer" è entrato nella top 100. Nel successivo autunno hanno ottenuto la recensione del CD con una pubblicità a piena pagina sul Relix Magazine, che ha anche inserito uno dei brani nella compilation venduta insieme alla rivista. Nel febbraio 2011 The Vegabonds hanno iniziato la produzione del loro secondo album a Nashville. La band comprende attualmente sei elementi: Daniel Allen (voce solista), Richard Forehand (chitarre/voci), Jamie Hallen (tastiera/organo/voci), Alex Cannon (chitarre/voci), Paul Bruens (basso) e Bryan Harris (batteria).
Per maggiori informazioni e per ascoltare la loro musica, visitate anche: http://www.thevegabonds.com/ http://www.myspace.com/vegabonds http://www.facebook.com/pages/The-Vegabonds/77078941586 http://www.last.fm/music/The+Vegabonds http://www.twitter.com/TheVegabonds http://www.reverbnation.com/thevegabonds http://www.sonicbids.com/TheVegabonds1
Di Carla (del 03/06/2011 @ 18:50:00, in Lettura, linkato 2709 volte)
Storia complessa un po' troppo riassunta
La Kress ha una fantasia galoppante e degli spunti narrativi veramente intriganti, ma leggendo questo libro in più punti ho avuto la sensazione di trovarmi davanti ad un bozza di un romanzo più che ad un romanzo vero e proprio. In alcuni passaggi l'autrice sceglie di riassumerci quanto accade senza farcelo vedere, oppure liquida con una frase avvenimenti complicati senza spiegarci come i personaggi abbiano fatto a fare certe cose. In altri casi anticipa quello che poi succederà, eliminando ogni forma di suspense. D'altra parte invece inserisce qua e là riflessioni dei personaggi che dovrebbero caratterizzarli meglio, ma che a mio parere li trasforma in stereotipi, e che dovrebbero spiegare il perché di certe loro azioni, senza però riuscirci. Si ha l'impressione di essere davanti ad una banda di matti dal comportamento incoerente, che seguono dei fili logici che sfuggono completamente al lettore. Forse l'autrice ha voluto mettere nel calderone troppi ingredienti, che per essere ben sfruttati andavano distribuiti almeno in una trilogia. In ogni caso la storia è abbastanza divertente, ma l'escalation di non-sense, che ha inizio a metà del romanzo e culmina in un finale improponibile, m'impedisce di andare oltre la terza stelletta.
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Di Carla (del 21/06/2011 @ 20:33:20, in Lettura, linkato 1724 volte)
Ottimo libro
Questo è il secondo libro di Aden Fisher che leggo. È un autore che ho scoperto su MySpace e devo dire che mi ha piacevolmente sorpreso. La storia è molto accattivante e ti tiene incollato alle pagine del libro finché non lo finisci. Nonostante si tratti di un genere che non prediligo, perché spesso ripropone gli stessi cliché, ho apprezzato questo libro proprio perché veramente originale. Fisher ha veramente fantasia da vedere. Complimenti.
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Di Carla (del 23/06/2011 @ 20:37:34, in Lettura, linkato 3083 volte)
Volete sapere a cosa servivano le piramidi?
No, gli alieni non c'entrano nulla. Questo libro ci racconta, usando argomentazioni scientifiche e storiche, un'interessante teoria (purtroppo assolutamente non comprovata) sul perché siano state costruite e quale fosse il loro ruolo. E ovviamente ce le fa conoscere tutte (non solo quelle di Giza) nei minimi dettagli. Serve qualche conoscenza minima di astronomia per capire a fondo tutto il libro.
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Di Carla (del 24/06/2011 @ 03:52:13, in Lettura, linkato 5338 volte)
Finalmente si manifesta la potenza degli dei
Il terzo libro della saga di Ramses è quello in cui, finora, ha avuto peso maggiore la parte magica (che potremmo definire decisamente fantasy) e in cui la figura del grande faraone si avvicina sempre più all'immagine che gli antichi egizi ce ne hanno voluto trasmettere. Un'immagine certamente non reale, ma filtrata tramite la loro fede. Qui Jacq mette da parte ogni remora di realismo e ci racconta l'episodio della battaglia di Qadesh con la grandiosità con cui viene tramandata: con l'intervento diretto del dio Amon ad armare la mano del faraone e renderlo invincibile. Quello di Qadesh in realtà fu probabilmente un evento militare non particolarmente memorabile, ma questo poco importa alla fine. Non importava agli egizi, che credevano profondamente nella propria religione e nella figura divina del faraone, per cui questo rappresenta senza dubbio il modo più efficace di rappresentarla, se ci si vuole veramente immergere nella sua storia.
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