Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Carla (del 31/12/2021 @ 09:30:00, in Propositi, linkato 1824 volte)
Siamo di nuovo arrivati alla fine di un anno senza quasi accorgercene, vero?
Devo dire che questo 2021 è stato molto particolare per me sotto vari aspetti. La mia attività editoriale è di certo uno di essi. Alla fine del 2020, infatti, avevo deciso di non scrivere niente di nuovo per almeno un anno, visto che non avevo più progetti in sospeso e, soprattutto, non ne avevo alcuna voglia. E di certo è stato facilissimo seguire questo proposito!
Devo dire che di tanto in tanto col passare dei mesi, anche ultimamente, si è affacciato nella mia mente il pensiero di raccontare qualche nuova storia, ma l’idea di andare incontro al processo di scrittura e all’impegno prolungato che esso richiede ha fatto fuggire tale pensiero a gambe levate. C’erano altre cose che volevo fare, anche se non meno impegnative a livello di tempo impiegato, ma di certo più leggere e piacevoli a livello mentale (almeno per me).
Creare una realtà inventata è esaltante, ma l’incognita che si deve affrontare ogni giorno nel tirare fuori dal nulla qualcosa che sia interessante e che funzioni, e che magari diverta chi la leggerà, può essere estenuante e ansiogeno. Quando si tratta, invece, di riprendere in mano ciò che è già stato creato e definito (quindi non c’è più quell’incognita) e riproporlo in un’altra forma che gli consenta di raggiungere un pubblico più ampio, almeno in teoria, diventa tutto più misurabile e controllabile, e quindi rilassante, nonostante le ore di lavoro a esso dedicate ogni giorno.
Sto parlando di traduzioni.
Be’, ce l’ho fatta! E ci sono riuscita nei tempi che mi sono proposta nel corso dell’anno.
Ho completato la traduzione della versione inglese di “Sindrome” (Syndrome) entro maggio e quella di “Oltre il limite” (Beyond the Limit) entro novembre. Al momento, il secondo libro della trilogia, dopo essere stato sottoposto a editing, è nelle mani della mia proofreader, mentre ho appena inviato il terzo alla mia editor.
È stato un lavoro lungo, di cui faticavo a vedere la fine. E la cosa era resa ancora più difficile dalla consapevolezza che quel testo su cui stavo lavorando sarebbe diventato un libro pubblicato in un futuro abbastanza lontano (ne parlerò più avanti) e, come sempre, con risultati incerti. Tutti gli impegni a lungo termine richiedono costanza e disciplina, e portare avanti tutto questo per 12 mesi (a partire dal dicembre 2020), senza avere una minima gratificazione a breve termine, non è stato facilissimo.
D’altra parte, però, il processo di trasformare i miei romanzi dalla loro forma originale in italiano a quella tradotta nella lingua parlata nel luogo in cui sono ambientati (Londra), e “sentire” i personaggi parlare in quella stessa lingua, è stato a tratti entusiasmante.
Per riuscirci nella maniera migliore, durante questi 12 mesi ho letto solo romanzi in inglese britannico (ho ripreso a leggere in italiano solo da un paio di settimane), ho visto quasi esclusivamente serie TV e film in questa lingua, insomma ho cercato di creare una sorta di full immersion per ciò che riguardava la narrativa e la finzione in generale. E la cosa mi è piaciuta, certo che mi è piaciuta. Fosse per me, passerei tutto il tempo a studiare e praticare lingue straniere (non solo l’inglese), perché mi diverte tantissimo. Magari preferisco farlo senza scadenze, ma queste ultime temo proprio che siano essenziali se si vogliono tradurre dei libri!
Insomma, ho portato a termine due propositi di quelli elencati un anno fa.
Purtroppo, non posso dire di averlo fatto per gli altri.
Sono parzialmente riuscita a non stressarmi, almeno in certi periodi, ma poi mi sono resa conto che, se non avessi stabilito almeno delle scadenze, non sarei riuscita a tradurre i due libri sopramenzionati. E con le scadenze per forza di cose un po’ di stress è arrivato. Comunque, negli ultimi mesi sono riuscita a rallentare e questo dicembre, nonostante qualche imprevisto (incluso il mio PC principale che ha fatto un breve soggiorno in assistenza), ho gestito il lavoro in una maniera più vicina a quelli che sono gli obiettivi che mi pongo riguardo al mio benessere personale.
Come già dicevo un anno fa, non ha senso per me concentrarmi completamente, anche a livello emotivo, sulla mia attività editoriale, se questa alla fine non mi fa stare bene. E ho tutta l’intenzione di mantenere fede a questo principio anche nel 2022. Mi rendo però conto che si tratta di un processo graduale che necessita di una certa organizzazione e della capacità di distinguere, tra i possibili obiettivi che intendo pormi, quelli che davvero contano e che hanno una minima possibilità di essere realizzati, anche se remota (volere è potere!).
Purtroppo, non si può fare tutto. Se dovessi dare retta a tutte le idee che mi saltano in testa e a tutti i progetti che solleticano la mia creatività, finirei per paralizzarmi di fronte all’impossibilità di perseguirli tutti. Ci vorrebbero forse dieci vite, se non di più, per riuscirci.
D’altra parte, rimandare all’infinito quei pochi cui tengo davvero nell’attesa di trovare il tempo e i mezzi per dedicarmici nella maniera migliore possibile significa non arrivare mai a farlo. Per cui, tanto vale decidersi una volta per tutte a programmarli e iniziare a lavorarci. Se alla fine di ognuno di essi non raggiungerò i risultati sperati, poco importa. Ci avrò comunque provato e sarò pronta a dedicarmi al progetto successivo, senza rimpianti.
Un altro proposito che ho portato a termine solo a metà è quello di continuare a scrivere sul mio blog dedicato al self-publishing su Medium, cioè Self-Publishing Lab. L’ho fatto fino a giugno, poi ho iniziato un periodo di vacanza che non è ancora finito.
Il motivo è semplice: non sapevo più cosa inventarmi.
Ovviamente avrei potuto affrontare uno dei mille argomenti esistenti sull’autoeditoria di cui parlano tutti, ma non era questo lo scopo del blog. La mia intenzione era creare un luogo virtuale in cui offrire un punto di vista diverso, originale, e dei suggerimenti utili e applicabili alla propria attività editoriale di cui nessuno parla, almeno sul mercato italiano, proprio perché sono delle strade un po’ meno battute. Ma, per poterlo fare, è necessario sperimentare in prima persona ciò di cui si vuole parlare.
La traduzione dei libri della trilogia, soprattutto del terzo (di circa 120 mila parole), non mi ha lasciato abbastanza tempo per approfondire ulteriormente la mia preparazione sul marketing editoriale né tanto meno per mettere in pratica tale approfondimento. Ho deciso di dare priorità al completamento della traduzione, mettendo completamente da parte qualsiasi altra attività promozionale sia sul mercato italiano che su quello estero, eccetto, almeno fino a novembre, le inserzioni pubblicitarie su Facebook (che però adesso sono in pausa).
Gestire più cose insieme e prendermi cura di me stessa non era semplicemente sostenibile.
E, ritornando al discorso di prima sull’evitare lo stress, mi sono resa conto che un modo efficace per riuscirci è smettere di cercare di portare avanti più progetti in contemporanea, rischiando di farlo in maniera talvolta approssimativa e trascinandoli per lunghi periodi, e provare a dedicarmi a uno di essi alla volta, ma concludendo ciascuno più in fretta.
Il blog non sarà comunque abbandonato per sempre. Appena avrò qualcos’altro da dire, aggiungerò nuovi articoli. Ma devo, prima di tutto, aggiornare per l’ennesima volta il libro “ Self-publishing lab. Il mestiere dell’autoeditore”, di cui il blog omonimo può essere considerato un compagno, con le novità relative al mercato dell’autoeditoria che si sono accumulate dallo scorso luglio.
Inoltre, vorrei sfruttare il contenuto del blog in maniera creativa (vale a dire riciclarlo), in modo che possa raggiungere più persone. Ho alcune idee su come riuscirci, ma ne parlerò solo se e quando deciderò di metterle in pratica.
In generale, credo comunque di dover in qualche modo portare avanti l’aspetto didattico relativo all’autoeditoria, perché è evidente che esiste una necessità di imparare da parte di chi si approccia a questo modello editoriale. A riprova di ciò c’è il fatto che, pur avendo messo in pausa tutte le inserzioni pubblicitarie e, appunto, lo stesso blog sull’argomento, “Self-publishing lab. Il mestiere dell’autoeditore” continua a essere acquistato spontaneamente e, a quanto pare (dai messaggi che ricevo) , apprezzato da chi lo acquista.
Comunque, continuo a farlo col laboratorio universitario che tengo in autunno all’Università degli Studi dell’Insubria (Laboratorio di self-publishing nei sistemi multimediali). Anche quest’anno, purtroppo, è stato svolto a distanza, ma ha raggiunto un nuovo record di frequenze, nonostante io abbia messo un limite più stretto alle iscrizioni rispetto al 2020.
Come al solito, gli studenti hanno proposto dei progetti di pubblicazione veramente originali (ne è un esempio la foto sopra). Qualcuno di loro sta davvero pensando di trasformare quella che era solo una simulazione in un vero prodotto editoriale, mentre proprio di recente ho saputo che un mio studente dell’anno scorso ha autoprodotto il suo primo libro e sta portando avanti delle attività promozionali offline molto interessanti con ottimi riscontri a livello locale.
Spero ovviamente che nel 2022 io possa tornare fisicamente a Varese e riproporre il laboratorio agli studenti di persona. Staremo a vedere.
Sono poi rimasti altri due propositi non del tutto realizzati.
Uno riguarda l’esplorare nuove possibilità per sfruttare i diritti sui miei libri. E a dire la verità ho fatto qualche ricerca in proposito, soprattutto riguardo agli audiolibri. È un aspetto che mi piacerebbe approfondire, ma mi rendo conto che richiede degli investimenti, e doverci investire dei soldi implica impegnarsi ad avere un ritorno economico adeguato. Tutto questo è possibile solo se c’è un progetto editoriale e soprattutto promozionale ben preciso alle spalle di cui non ho il tempo né le energie di occuparmi al momento.
Invece, per quanto riguarda altri tipi di sfruttamento dei miei diritti ho rimandato del tutto l’approfondimento al 2022.
L’ultimo proposito era quello di migliorare la mia immagine sul web.
A gennaio scorso ho messo un po’ mano al blog (questo blog!). Per quanto non sia ottimizzato per la lettura su dispositivo mobile, ne ho migliorato la fruibilità sugli schermi più piccoli aumentando la dimensione dei testi e delle icone.
Successivamente ho trovato dei template adeguati per il mio sito principale (statico). Uno in particolare mi piace molto. Ma poi non sono andata avanti e, come mi sono girata, l’anno stava già finendo!
Sono consapevole che aggiornare i miei siti è il primo passo fondamentale da compiere. Se ho intenzione di aumentare la mia attività sul web in modo tale da incrementare il traffico organico sui miei siti, devo creare un luogo virtuale accogliente e funzionale, ma allo stesso tempo non voglio che appaia uguale a mille altri, almeno per chi ha la possibilità di visualizzarlo su schermi più grandi.
Quindi, tirando le somme, in questo 2021 non sono poi andata tanto male. E ciò è ancora più vero, se si aggiunge che c’è un’altra attività cui mi sono dedicata durante l’anno: ho tradotto in italiano il nuovo libro di Richard J. Galloway, “Saranythia Parte 3. I segreti dei Margspakr”.
Ho completato la prima stesura all’inizio di dicembre e adesso sto revisionando il testo. A gennaio ci lavoreranno alcuni beta reader del mio team editoriale. E credo proprio che a febbraio il libro verrà pubblicato!
Cos’altro ho fatto quest’anno?
Ho seguito due MOOCs (corsi online aperti su larga scala) su FutureLearn. Pochini, a dire la verità. Ma non è stato per mancanza di tempo o voglia. Piuttosto, credo di aver già frequentato quasi tutti quelli che mi interessavano di questa piattaforma, quindi ho difficoltà a trovarne altri. Comunque ce ne sono alcuni ancora nella mia wishlist e attendo che vengano riproposti. Anzi, uno inizierà a fine gennaio.
Ho fatto una bella vacanza nell’Arcipelago di La Maddalena lo scorso luglio (più in alto potete vedermi in una foto scattata nell’isola di Spargi), ma soprattutto, dopo 24 mesi, a novembre sono finalmente uscita di nuovo dalla Sardegna per andare a Torino a vedere le ATP Finals! (E ho persino avuto la fortuna di beccare una partita con Djokovic, come potete vedere dalla foto che ho scattato.)
Devo dire che, anche se il tennis mi è sempre piaciuto, quest’anno, complice la presenza ad alti livelli di diversi giocatori italiani (in particolare Berrettini e Sinner), mi sono proprio appassionata. Qualcuno (?) mi definisce drogata di tennis! Credo che come dipendenza non sia affatto male e sono ben contenta di averla. Voi che ne dite?
Comunque, visto che ero a Torino, ho fatto un po’ la turista e sono andata a visitare alcuni luoghi in cui non ero ancora stata nei soggiorni precedenti, come la Basilica di Superga, i Musei Reali e la Reggia di Venaria, e in particolare il Mufant. Sì, lo so, per un’appassionata di fantascienza era una grave mancanza, cui finalmente ho posto rimedio.
(Ho trovato Vader un po’ ingobbito. Sarà l’età!)
Bene, dopo aver blaterato a lungo delle cose che ho fatto e di quelle che non ho fatto, è arrivato il momento di parlare dei propositi per l’anno che sta per iniziare.
A dire la verità ce n’è solo uno, che può essere definito senza dubbio l’ obiettivo primario del 2022: completare la preparazione della versione inglese della trilogia del detective Eric Shaw. E con questo intendo:
1) preparare tutte le edizioni, vale a dire ebook, cartaceo con copertina flessibile e forse anche con copertina rigida (da valutare). Mi piacerebbe anche produrne un’edizione in audiolibro, ma è un investimento che richiede ulteriori riflessioni;
2) studiare un piano di marketing per il lancio e la promozione nel tempo della trilogia sul mercato in lingua inglese;
3) programmarne la pubblicazione. Nel 2022 (forse a novembre) ne pubblicherò al massimo uno, cioè la nuova traduzione de “Il mentore”. Gli altri due seguiranno a distanza di circa tre mesi l’uno dall’altro nel 2023. Le effettive tempistiche di pubblicazione dipendono dal punto precedente (senza un piano di marketing non ha senso pubblicare). Inoltre, mi sarebbe piaciuto scrivere, e tradurre, un breve prequel (una novella, di cui ho già titolo e outline da anni) da usare a scopo promozionale, ma ancora non so se avrò voglia (!) e tempo di scriverlo, e poi tradurlo. Staremo a vedere.
Tutto il resto, incluse le cose di cui vi ho parlato in questo articolo (e altre che per ora tengo per me), verranno dopo.
Se tutto va bene, alla fine del 2022 tirerò di nuovo le somme qui nel blog.
Per ora, però, mi fermo, anche perché questo post è diventato lunghissimo. Anzi, non so proprio come abbiate fatto ad arrivare a leggere fino a qui!
Come sempre, voglio ringraziare tutti voi, la mia famiglia e tutti i parenti, amici, lettori, colleghi, collaboratori… sto dimenticando qualcuno?
Grazie di cuore per il vostro apprezzamento e sostegno.
Se volete, fatemi sapere quali sono i vostri propositi per il 2022.
Intanto, auguro a tutti voi una buona fine e, soprattutto, un ancora migliore inizio!
Di Carla (del 31/12/2022 @ 09:30:00, in Propositi, linkato 1458 volte)
Questa cosa di fare un resoconto dell’anno appena passato sta diventando un impegno un po’ stressante. Sarà forse perché più si va avanti e più sembra che dodici mesi passino in un baleno?
Okay, scherzo!
Non è poi tanto stressante. Anzi, in verità, mi torna utile per raccogliere le idee, rendermi conto che in fondo (molto in fondo) ho combinato qualcosa anche quest’anno e quindi darmi una pacca virtuale sulla spalla, grazie alla quale mi è più semplice continuare a portare avanti i miei tanti propositi.
Che poi, pensandoci bene, questo 2022 mi è parso un po’ più lungo dei precedenti. Giusto un filino, eh! Senza esagerare.
Ma lasciamo da parte questi discorsi pseudo-filosofici (?) e torniamo ai fatti. Vi starete chiedendo se sia riuscita o meno a portare a termine i propositi che ho dichiarato un anno fa.
Be’, il primo libro della serie, “The Mentor”, è stato pubblicato il 30 novembre. Le edizioni del secondo, “Syndrome”, sono tutte pronte e il libro è già disponibile per il preordine. Verrà pubblicato il 28 febbraio 2023. Alcune edizioni del terzo, “Beyond the Limit”, sono ugualmente pronte e disponibili per il preordine. Devo ancora terminare la preparazione di quelle cartacee, ma non c’è particolare fretta, visto che la data di pubblicazione è il 31 maggio 2023.
Quindi posso dire che, per quanto riguarda la preparazione dei libri e la loro pubblicazione, ho rispettato miei propositi. Evviva!
Sul fronte della promozione sono però un po’ indietro.
In un mondo ideale, avrei dovuto avere tutte le edizioni pronte e in preordine già da agosto, in modo da poter sfruttare i tre mesi successivi per organizzare la promozione e arrivare preparata all’uscita del primo libro.
Ovviamente, non viviamo in un mondo ideale.
Nella realtà ho ricevuto il manoscritto dell’ultimo libro dalla mia proofreader inglese solo a maggio. Ci ho messo mano per completare le correzioni e finalmente, dopo l’ennesima rilettura (anche dei libri precedenti), mi sono trovata con la versione definitiva del testo. E poi è arrivata l’estate, con tante cose da fare (tipo andare in vacanza) e allo stesso tempo un bel po’ di lavori di traduzione.
Contemporaneamente, mi sono messa ad aggiornare tutte le edizioni ebook dei miei libri, in modo da averne un’unica versione in epub, con tutte le informazioni più recenti all’interno, inclusi tutti i necessari link (alcuni non funzionavano più). Era un lavoro che stavo portando avanti dall’inizio dell’anno e in alcuni casi ho dovuto aggiornare anche le versioni cartacee.
Poi, a partire da maggio, ho iniziato a sperimentare la possibilità di creare dei libri in copertina rigida, in modo da trovarmi preparata per quando avrei dovuto utilizzare questo formato con la trilogia in inglese.
L’oggetto del mio esperimento è stato “Affinità d’intenti”, che, essendo il mio romanzo più breve, mi consentiva di crearne una versione in questo formato a un prezzo di stampa e di listino accettabili.
Per l’occasione ho realizzato una nuovissima copertina basata sul concept della vecchia, ma stavolta utilizzando delle foto. In particolare, ho usato due scatti di un fotografo olandese che vive in Sicilia. Questa nuova copertina è diventata anche quella ufficiale dell’ebook.
Tra l’altro, per l’occasione, ho creato il mio nuovo logo, che per ora potete vedere solo nell’icona del sito sul browser e in pochi altri luoghi reali (inclusa la sopraccitata edizione in copertina rigida) o virtuali ( come il mio canale YouTube).
Il passo successivo è stato adattare la copertina anche all’edizione inglese, “Kindred Intentions”, sia per l’ebook che per la versione in copertina rigida. In più l’ho usata per creare una seconda edizione in copertina flessibile, che è stata distribuita tramite un’altra piattaforma.
Morale della favola, ad agosto mi sono ritrovata con solo i manoscritti della trilogia in inglese in mano e alcune idee per l’adattamento delle copertine (a partire dalla loro versione italiana).
Visto che, per poter fare le cose, bisogna anche sapere cosa si deve fare, mi sono messa lì davanti a un foglio bianco (in realtà, una pagina di OneNote) e ho stilato un elenco dettagliato di tutto ciò che avrei dovuto fare per preparare i libri per la pubblicazione e per promuoverli. Alcune voci hanno poi dato luogo a nuovi elenchi adiacenti, finché alla fine mi sono ritrovata un vero e proprio piano, che è tuttora in fase di svolgimento.
A quel punto era già settembre e io dovevo preparare il mio “ Laboratorio di self-publishing nei sistemi multimediali” e una conferenza del ciclo di “ Scienza & Fantascienza”, che avrei poi tenuto a ottobre.
All’inizio di ottobre finalmente sono tornata a Varese a tenere di persona il laboratorio all’Università degli Studi dell’Insubria, dopo ben tre anni. Che bello è stato poter di nuovo vedere gli studenti negli occhi!
(La prima foto è stata scattata proprio a Varese e mi vedete insieme a Sara Simoni, ex-studentessa del mio laboratorio e ora collega autrice.)
E due settimane dopo ho partecipato alla conferenza, anche se a distanza, visto che non è stato possibile organizzarla durante il mio breve soggiorno in Lombardia.
Tutto questo discorso era per dire che, in pratica, mi sono girata ed era già novembre. E io avrei dovuto pubblicare il primo libro entro un mese. Aiuto!
A quel punto, ho dovuto mettermi veramente d’impegno.
Pensate che il libro ha una sola versione in ebook, ma addirittura cinque diverse edizioni cartacee, ognuna con una copertina leggermente diversa (di cui due in versione rigida e tre in versione flessibile). Ciò è dovuto al fatto che ho usato più piattaforme per assicurare al libro la massima distribuzione possibile. Solo che ogni piattaforma ha dei modelli di riferimento leggermente diversi persino per i libri nello stesso formato.
Insomma, un lavoraccio!
Tutto ciò, però, ha fatto sì che potessi iniziare a dedicarmi seriamente alla promozione solo a ridosso della pubblicazione di “The Mentor”, quindi con tre mesi di ritardo rispetto al piano originale.
Per fortuna, i libri autoprodotti non hanno scadenza.
Perciò la mia principale occupazione al momento è programmare promozioni e sperimentare piattaforme pubblicitarie. Spero di vedere i primi frutti di tutto questo lavoro prima nella pubblicazione del secondo libro, in modo da avere poi un buon effetto domino sul terzo.
Allo stesso tempo, sto esplorando altre possibilità di sfruttare i miei diritti sui libri, ma non voglio entrare nei dettagli, anche per una questione di scaramanzia. Ve ne parlerò per bene in futuro, se vedrò concretizzarsi qualche opportunità.
Come avrete forse notato, non ho fatto alcun cenno all’eventuale prequel della trilogia (“La prova”, che in inglese sarebbe stato “Evidence”). Ebbene, come temevo, non ho avuto minimamente il tempo di occuparmene. Non che avessi tanta voglia di scriverlo, sia chiaro, ma, anche se ne avessi avuta un po’, non sarebbe servita a nulla.
Non ho del tutto escluso la possibilità di scriverlo nel prossimo futuro, anche perché ho sempre l’outline del libro pronta nel cassetto (è letteralmente in un foglio scritto a mano conservato in un cassetto), ma, se voglio anche soltanto pensare di farlo, devo prima completare il lavoro iniziato con la trilogia. Si vedrà!
Di positivo c’è che delle numerose voci di quegli elenchi di cui vi ho accennato prima almeno la metà sono state sbarrate, il che significa che inizio a vedere la luce alla fine del tunnel.
Vi giuro che stento a crederci!
C’è anche da dire, però, che non è che abbia passato dodici mesi sempre di fronte al PC a lavorare. A parte che ovviamente d’estate mi sono fatta un bel po’ di mare (e qui l’estate dura da maggio a ottobre), a luglio sono andata in vacanza fuori della Sardegna (era ora!) e, incredibilmente, ho rimesso piede all’estero, anche se solo per qualche ora.
Ho passato una bellissima settimana in Alto Adige, in particolare in Val Pusteria, da cui ho fatto una doverosa capatina in Austria.
(La foto accanto è stata scattata sulla cabinovia che collega Valdaora alla sommità del Plan de Corones, in quella sotto si riconoscono le Tre Cime di Lavaredo riprese dal punto di osservazione vicino a Dobbiaco.)
La parola bellissima, però, è assolutamente riduttiva nel descrivere quanto sia stata bene durante questa vacanza. Dovete sapere che ho soggiornato a lungo da quelle parti con i miei genitori per la prima volta quando ero ancora poco più che una bambina (stiamo parlando di più di tre decenni fa), in un paesino che si chiama Villabassa (Niederdorf). Ci sono poi tornata nella prima metà degli anni novanta e poi mai più fino allo scorso luglio. Sono stata di nuovo in Alto Adige negli anni zero: una volta nel 2001 per due giorni a Bressanone (per vedere un concerto) e poi qualche giorno nel 2007 in Val Gardena, dove il Cagliari (la squadra di calcio) era in ritiro.
Be’, nel rimetterci piede dopo tanto tempo, ho scoperto con grande piacere che Villabassa non è affatto cambiato. Nonostante i decenni passati, mi ricordavo tutto, ho riconosciuto ogni strada (non è precisamente una metropoli!) e ho provato di nuovo quella grande sensazione di pace che solo la montagna riesce a darti, unita in questo caso a piacevoli reminescenze di un tempo della mia vita che era sicuramente molto più spensierato del presente.
Eravamo lì da meno di un giorno quando io e il mio compagno ci siamo detti: dobbiamo tornare!
E credo proprio che lo faremo.
Se poi siete curiosi di sapere come ho trascorso il tempo rimanente del 2022, oltre a quello passato a occuparmi della mia attività editoriale, delle traduzioni, della mia vita da spiaggia e delle mie vacanze in montagna, be’, l’ho trascorso guardando un sacco di tennis!
Eh, sì, pare che questa mia dipendenza, di cui vi avevo già accennato un anno fa, continui. Ma, d’altronde, se avete per caso tenuto d’occhio la mia pagina su Facebook o il mio profilo su Twitter o le mie storie su Instagram, ne eravate di certo già al corrente.
Anzi, questo dicembre di astinenza (!) è stato abbastanza duro. Comunque, mi sono consolata col pattinaggio di figura (!!) e, ovviamente, col calcio, anche se il Cagliari in questi anni ci sta facendo tribolare un po’.
Inoltre, non sono mancati bei film e soprattutto belle serie TV a contornare il tutto, con l’aggiunta di qualche buon libro, anche se non tantissimi (ultimamente sto leggendo poco).
E, infine, non paga della necessità di usare sempre di più l’inglese, ho deciso di dare una rinfrescata al mio tedesco, ormai zoppicante dopo anni di poco uso anche nelle traduzioni. Ci ho rimesso mano poco alla volta dalla scorsa primavera, senza particolare fretta. Mi piacerebbe almeno riportarlo al livello che avevo una decina di anni fa, per poterlo sfruttare di più in ambito lavorativo (e non solo, come ho fatto a luglio, per origliare indisturbata le conversazioni tra la proprietaria dell’hotel e i clienti germanofoni durante il mio soggiorno in Alto Adige).
Visto che ci sono, non sarebbe male se facessi altrettanto anche col francese.
Sto dimenticando qualche cosa?
Ah, sì, anche quest’anno ho seguito alcuni MOOCs (corsi online aperti su larga scala) su FutureLearn: tre in tutto. Faccio sempre più fatica a trovarne qualcuno interessante che non abbia già seguito, ma non demordo e continuo a cercare.
Okay, diciamo che il resoconto dell’anno che sta per concludersi, per quanto un po’ caotico, può definirsi completo. Adesso resta solo l’ultima parte: definire i propositi per il prossimo anno.
E anche stavolta ho intenzione a limitarmi all’essenziale.
1) Terminare la preparazione e la pubblicazione dell’edizione inglese della trilogia del detective Eric Shaw. E riuscire a ottenere il massimo possibile dalla promozione, senza però prendermela più di tanto se non riuscirò a raggiungere tutti i lettori che vorrei. Ammetto che per me è già un successo riuscire a pubblicarla, dopo tutto il lavoro fatto per tradurla. Una volta che sarà lì a disposizione del pubblico anglofono, avrò qualcosa di tangibile su cui lavorare per sfruttarne al meglio i diritti.
2) Finire di aggiornare tutti i miei siti per renderli adatti ai dispositivi mobili e introdurre una nuova grafica, col mio nuovo logo. Avevo già iniziato a farlo nel 2021. Poi, durante il 2022, ho creato dei minisiti per le edizioni inglesi dei miei libri (inclusa la trilogia). Adesso mi restano da convertire quello principale sia in italiano ( Anakina.net) che in inglese ( Anakina.Eu) e quello italiano dedicato al Ciclo dell’Aurora. Dovrei anche farmi una nuova foto ufficiale, visto che quella che uso adesso ha più di otto anni.
3) Fare più attività fisica. Lo voglio proprio prendere come un impegno serio.
Se tutto va come atteso, dovrei portare a compimento i primi due propositi in un tempo inferiore a un anno, considerando che sono entrambi avviati. Ciò significa che ci sarà tempo per altro, ma, a tal proposito, non voglio assolutamente fare programmi. Uno dei miei più grandi desideri, infatti, è completare tutto, ma proprio tutto, quello che sto facendo e trovarmi un giorno con zero progetti iniziati. E a quel punto decidere, in base a come mi sentirò in quel momento, quale sarà il prossimo cui dedicarmi.
Succederà nel 2023?
Staremo a vedere e, se tutto va bene, fra un anno vi racconterò come è andata.
Anche per quest’anno è tutto.
Come mia consuetudine chiudo ringraziando tutti voi che mi seguite: familiari, amici, lettori, colleghi e collaboratori.
Grazie di cuore per il sostegno che mi date.
Se volete, raccontatemi nei commenti di questo articolo, o dei social network dove lo condividerò, come è andato il vostro 2022 e cosa vi proponete di fare nel 2023.
Buona fine e buon inizio!
È di nuovo arrivata la fine dell’anno e con essa il tempo di farne un bilancio e definire degli obiettivi per quello che sta per iniziare.
Ma è davvero necessario?
Recentemente ho riorganizzato buona parte dei contenuti di questo blog e mi sono resa conto che i post dedicati ai propositi per il nuovo anno erano addirittura dodici, vale a dire che questo è il tredicesimo anno che decido di chiudere scrivendo un articoli del genere. E mi sono chiesta se abbia ancora senso farlo.
Certo, si tratta più che altro di un esercizio per rinfrescarmi le idee sulle cose che ho fatto negli ultimi dodici mesi, ma è nato originariamente come un modo per spronarmi a portare avanti i miei progetti relativi alla scrittura e poi all’editoria.
Per quanto quest’anno abbia concluso dei progetti editoriali preesistenti (ve ne parlerò fra poco), è almeno dalla fine del 2020, quando ho finito di scrivere e pubblicato il mio ultimo libro in italiano, che non ne ho iniziato alcuno di nuovo.
Come vi avevo già accennato un anno fa, infatti, al momento ciò che desidero di più in ambito editoriale è portare a termine tutto quello che ho iniziato, in modo da tirare una riga sul mio lavoro, prima di capire finalmente in che direzione indirizzare i miei sforzi. In poche parole, ho assoluto bisogno di completare una volta per tutte i propositi degli anni passati prima di poterne definire dei nuovi.
A questo scopo all’inizio del 2023 ho compilato una lunga lista che li includeva tutti, più tante altre cose che consideravo da un po’ di tempo, ma non avevo mai elencato in un unico posto, e da quel momento in poi ho iniziato ad affrontarne ogni punto, possibilmente in ordine, per poi depennarlo una volta completato. La lista contiene qualcosa come una cinquantina di voci, alcune delle quali hanno numerose sottovoci. Finora ne ho depennato diciotto, mentre sei sono in fase di svolgimento (qualcuna molto vicino alla conclusione).
Insomma, la strada è ancora lunga, ma non ne faccio un problema, finché si continua ad andare avanti.
Guardando la lista adesso, potrebbe sembrare che abbia fatto poco. In realtà, alcune delle voci includono impegni tutt’altro che rapidi, a partire da quelli che erano stati i propositi che mi ero posta alla fine del 2022.
Li ricordate? Erano tre in tutto.
Il primo, e più corposo, era completare la preparazione e pubblicazione della trilogia del detective Eric Shaw in inglese. Alla fine del 2022 avevo pubblicato la nuova traduzione di “ The Mentor”, mentre, come avevo programmato, “ Syndrome” e “ Beyond the Limit” sono usciti rispettivamente il 28 febbraio e il 31 maggio.
Come potete immaginare, in questo modo i primi cinque mesi dell’anno e buona parte del sesto sono stati occupati da tutto il lavoro di preparazione, dalla pubblicazione e dalla promozione.
Sono molto soddisfatta dei libri, sia per quanto riguarda il contenuto e che il confezionamento.
Rispetto alle versioni italiane ho fatto poche modifiche alle copertine, principalmente riguardano il carattere usato per il mio nome e, nelle versioni cartacee, il dorso, dove è visibile sia il mio nuovo logo che il fiore di loto stilizzato, con all’interno il numero del volume, che rappresenta la trilogia.
Anche per questi due libri ho creato cinque edizioni diverse (una ebook e quattro cartaceo, di cui due in copertina rigida), ognuna delle quali ha richiesto qualche modifica per venire incontro alle linee guida delle diverse piattaforme. Inoltre, ho preparato delle immagini promozionali di presentazione, sulla falsariga di quella creata per “The Mentor”, che potete vedere in questo articolo.
La promozione è andata più o meno come me l’aspettavo: finché ho promosso i libri, questi hanno venduto, appena ho smesso, anche loro hanno smesso. Ma purtroppo è così in generale, ancora di più in un mercato sconfinato come quello anglofono.
È stato però divertente realizzare un blog tour e leggere le recensioni dei blogger che vi hanno partecipato e di quelli che ho contattato separatamente: tutti hanno sembrato apprezzare i libri. Ho inoltre seguito con interesse le varie attività promozionali, in particolare le newsletter a pagamento, tra cui ho avuto un Bookbub Featured Deal internazionale (su Regno Unito, su Canada e Australia), che è andato meglio di quanto mi aspettassi. Guardando i numeri, ho notato con piacere che buona parte dei lettori che acquista il primo libro procede poi col secondo e successivamente col terzo.
Non mi aspettavo di ripetere il successo che “The Mentor” aveva avuto con AmazonCrossing nel 2015, perché stavolta ero da sola, non potevo contare sulla spinta promozionale di Amazon Publishing, ma il mio intento principale era proprio portare a termine il progetto di avere l’intera trilogia in inglese, in modo da permettere a chi ne iniziava la lettura di arrivare fino alla fine della storia. Inoltre, solo avendola tutta in inglese avrei poi potuto pensare a nuovi modi per raggiungere altri lettori.
Nella prima metà di quest’anno ho anche provato a muovermi verso uno dei miei sogni, che probabilmente non verrà mai realizzato (anche se mai dire mai!), cioè vedere qualcosa di scritto da me riportato sullo schermo (grande o piccolo). Ci ho provato proprio con la trilogia. Ho riscontrato un certo interesse nell’Europa continentale, mentre è stato nullo quello nel Regno Unito, nonostante in quest’ultimo avessi racimolato molti più contatti nel corso di questi anni passati. Alcuni produttori hanno anche letto il primo libro. Uno di questi (di una casa di produzione di serie TV con sede in Germania) ne era persino entusiasta e ha valutato la possibilità di opzionare il libro (o l’intera serie).
Purtroppo, come potete immaginare, visto che non ve ne ho parlato, alla fine non se n’è fatto nulla. Mi è dispiaciuto, ma un po’ me lo aspettavo. Certo, un’opzione non significa che poi se ne sarebbe fatta una serie, ma sarebbe stata una soddisfazione personale (oltre che, entro certi limiti, economica).
E va bene: l’importante per me era non lasciare nessuna strada intentata. Sono contenta di averci provato e non escludo di provarci ancora.
Tutto questo per dirvi come è volata via metà del 2023.
E cosa è successo nell’altra metà?
Be’, non sono riuscita a completare l’aggiornamento di tutti i miei siti per renderli adatti alla navigazione sui dispositivi mobili.
Ci sto ancora lavorando, anche se almeno per quanto riguarda il sito principale in italiano ( Anakina.net) sono molto vicina a completare il lavoro. Sul sito al momento non si vede nulla di tutto ciò, poiché lo sto rivoluzionando e quindi le modifiche andranno online solo quando sarà tutto pronto. Però ormai la sua struttura generale è completa. Devo solo finire di inserire i contenuti di alcune pagine sui miei libri (nello specifico quelle dei vari generi) e compilare le pagine degli eventi (che per ora conterranno solo quelli passati), dei contenuti extra (alcuni dei quali devo ancora realizzare) e dei contatti.
Realizzare la versione in inglese dovrebbe essere relativamente rapido, visto che il sito sarà uguale ma con gli elementi grafici in inglese e i libri disponibili in questa lingua, che sono solo otto sul totale di quindici in italiano (cui si aggiungono i libri di Richard J. Galloway che ho tradotto nella nostra lingua).
Infine, mi resterà da fare il sito del Ciclo dell’Aurora. Non cambierà il contenuto, ma mi limiterò a crearne una versione alternativa fruibile per i piccoli schermi.
In aggiunta a ciò, dovrò fare qualcosa di simile anche per il mio sito da traduttrice freelance.
Cos’altro ho fatto nel 2023?
Ho continuato ad aggiornare i vecchi libri in modo da eliminare link non funzionanti e informazioni datate. Ciò ha riguardato il mio saggio sull’autoeditoria, “Self-publishing lab. Il mestiere dell’autoeditore”, che per sua natura richiederebbe aggiornamenti ogni pochi mesi, ma sto almeno provarlo ad aggiornarlo una volta l’anno.
Sono poi passata alle edizioni in inglese, in particolare ai libri della serie di Deserto rosso (Red Desert). Qui, oltre ad aggiornare il front e il back matter (cioè le pagine prima e dopo del testo del romanzo), mi sono avventurata in una rilettura per provare a scovare qualche errore sfuggito all’editor e alla correttrice di bozze. Ovviamente ciò richiede un po’ più di tempo. Comunque, i primi due libri sono stati aggiornati e le versioni corrette sono ora online. Del terzo sto in questi giorni rivedendo l’ultimo capitolo, quindi conto di finirlo entro gennaio. Poi resta il quarto, che è il più lungo, ma posso dire che anche questo impegno potrò portarlo a termine in tempi brevi.
Tra le altre cose relative all’editoria che ho fatto quest’anno c’è stato che ogni tanto ho provato a rimettermi davanti al foglio bianco, anche se con una certa riluttanza (volendo usare un eufemismo). Si è trattato più che altro di un esercizio che, in una manciata di sessioni, ha portato alla scrittura delle prime due scene de “La prova”, cioè la novella prequel della trilogia del detective Eric Shaw.
Ma niente entusiasmi!
Come vi avevo raccontato, ho già l’outline completa di questo libro. Mi sono limitata a provare a trasformarne i primi due punti in pagine scritte e ammetto che far battibeccare Miriam Leroux e l’agente Mills (che non era ancora sergente in quel periodo) è stato divertente. Comunque, non so quando o se andrò avanti e non voglio prendere impegni in merito, poiché non muoio particolarmente dalla voglia di farlo.
Poi ovviamente c’è tutto ciò che non riguarda scrittura ed editoria, e neppure i lavori di traduzione (che svolgo comunque abitualmente).
Ci sono state le vacanze estive. Anche quest’anno sono voluta andare in montagna a luglio. Stavolta ho passato una settimana in Val Venosta, una delle poche valli del Trentino Alto Adige che non avevo mai visitato. Con il mio compagno siamo stati una settimana a Silandro (o meglio a Corzes, che ne è una frazione) e da lì ci siamo mossi in varie direzione per visitare luoghi come il lago di Resia (quello col famoso campanile che spunta dalle acque; foto in alto), le fonti dell’Adige, Glorenza, l’Abbazia di Marienberg, il passo dello Stelvio (foto in basso), la Val Senales, Merano e tanti altri.
Se seguite la mia pagina su Facebook, avrete visto le foto e i video. Potete recuperarli più facilmente sul mio profilo su Instagram, anche vedendo le storie in evidenza indicate come “Vacanze 2023”. Se poi siete tra i miei amici del profilo personale su Facebook, potete trovare un’enorme album di foto (esagero sempre!).
È stata una settimana davvero rilassante circondata dalla pace delle montagne, dedicata a lunghissime (e spesso faticose) camminate in luoghi bellissimi, molti dei quali non erano affatto gremiti da turisti. Anzi, nel camminare intorno ai laghi o nel fare uno dei tanti percorsi il più delle volte si incontrava gente del posto, magari con un cane al seguito, e allora era tutto un “Hallo”, “Bitteschön” e “Dankeschön” per salutarsi, lasciare il passo all’altro e ringraziare. Devo dire che eravamo molto bravi a mimetizzarci, grazie al nostro aspetto!
E, visto che sto parlando di lingua tedesca, posso dire di essere contenta dell’essere riuscita a rinfrescarla un po’ soprattutto nella seconda metà dell’anno. Sono ancora lontana dal livello che avevo una decina di anni fa, ma inizio a vedere dei miglioramenti. Ho anche preso in mano un libro (si fa per dire, visto che è su Kindle) di una collega svizzera. L’avevo scaricato diversi anni fa e adesso mi sto cimentando nella lettura. Vado lenta, perché non ricordo diverse parole che prima conoscevo, ma con l’aiuto del dizionario online e di un po’ di perseveranza stanno pian piano tornando.
Dovrei fare lo stesso anche con il francese, ma magari ne riparliamo più avanti. Una lingua per volta!
Il trucco per riuscirci è stato inserire lo studio nella mia routine prima di iniziare a lavorare. Non è stato difficile, perché per me studiare le lingue è un divertimento (come pure lo è tradurre). Il fatto che sia anche utile raddoppia la soddisfazione.
E sempre nella mia routine sono riuscita a inserire un po’ di attività fisica, che era poi uno dei miei tre propositi per l’anno.
Ammetto di non essere stata proprio costante. Ho interrotto più volte per un paio di mesi, ma ultimamente sto riuscendo a farlo appena alzata, per svegliare il fisico, mentre la testa è ancora un po’ addormentata.
Non immaginate però chissà qualche sforzo! Me la prendo con calma, dopo aver controllato le mail e le notifiche sul cellulare (ancora a letto), dopo essermi mangiata una banana (altrimenti svengo) e bevuta un succo di frutta. Poi mi metto davanti alla TV con una lezione di Zumba, che può andare dal quarto d’ora all’ora. Adesso che è iniziata la nuova stagione di tennis mi rimetterò anche a fare cyclette davanti alla TV.
E, a proposito di tennis, proprio come l’anno scorso, ne ho visto tantissimo, probabilmente anche di più. Devo dire che è stata da questo punto di vista una stagione molto soddisfacente per noi appassionati italiani e ciò ha contribuito al mio buonumore generale, in particolare negli ultimi mesi.
Ma non mi sono limitata a guardarlo da casa.
A maggio sono andata al torneo ATP Challenger 175 che hanno organizzato qui a Cagliari (Sardegna Open) e, soprattutto, a settembre, sono andata va vedere la fase a gironi della Coppa Davis a Bologna (anche di questo potete trovare le foto su Facebook e Instagram; qui sono potete vedere Lorenzo Sonego prima di un incontro) e ho colto l’occasione anche per fare un po’ la turista in città.
Avrei voluto andare anche a Malaga (e, visto come è andata alla fine, un po’ mi mangio le mani), ma, a parte che bisogna fare delle scelte (anche per ovvi motivi economici), c’era poco tempo per organizzarsi a livello logistico quando hanno messo a disposizione i biglietti dedicati ai tifosi di una specifica squadra nazionale. Il fatto di vivere in Sardegna e di dover prendere due voli, che non sono disponibili tutti i giorni, di certo poi non aiuta, ed è anche uno dei motivi che mi frena dall’andare a vedere altri tornei in giro per l’Europa. Spesso, infatti, i voli non esistono proprio fino a pochi mesi prima, quando poi non si trovano più i biglietti per i tornei.
Comunque i tre giorni a tifare Italia all’Unipol Arena sono stati fantastici, a parte una certa scomodità delle seggioline, che per una permanenza anche di dieci ore di fila può diventare abbastanza fastidiosa. Ma per il tennis si fa questo e altro!
Be’, direi che questo è più o meno tutto quello che ho fatto quest’anno.
Se date un’occhiata all’articolo dell’anno scorso, noterete che ho tenuto fede a due propositi su tre, quello di completare la pubblicazione della trilogia in inglese e di promuoverla e quello di fare attività fisica.
Inoltre, sono a buon punto con il terzo, cioè il rinnovamento dei miei siti web. Qui c’è ancora tanto da fare, ma rispetto a un anno fa la strada è ora tracciata. Devo solo continuare a lavorarci, una pagina alla volta.
Quali saranno invece i propositi per il 2024?
Vi confesso che stavolta non mi va tanto di definire una lista precisa, poiché finisco per mettere su di me una pressione assolutamente non necessaria.
Il mio obiettivo resta lo stesso: completare quella famosa lista di cui vi ho parlato. Sicuramente non posso riuscirci in un anno, poiché riporta alcuni obiettivi a lungo termine, ma vorrei almeno portare a termine le cose in sospeso.
E va bene: facciamo una lista!
1) Completare l’aggiornamento dei siti web per renderli adatti alla navigazione sui dispositivi mobili, vale a dire l’unico proposito dell’anno scorso rimasto in sospeso. Se non vengo distratta da eventi inattesi, credo di potercela fare (speriamo!).
2) Continuare a fare attività fisica e a togliere dal ruggine dal mio tedesco. Questo proposito è facile, perché è la parte divertente.
3) Riuscire finalmente a mettermi davanti alla domanda “Cosa faccio adesso?” e provare a darmi una risposta.
Okay, questo proposito è un po’ generico, ma lo è volutamente, anche perché questo articolo sta diventando troppo lungo per approfondire l’argomento.
In realtà, la domanda mi frulla in testa da un po’, e alcune possibili risposte iniziano a presentarsi, ma ciò che mi manca è liberarmi prima delle faccende in sospeso per non dover affrontare nuovi progetti avendo a disposizione solo poche ore al giorno o magari neppure tutti i giorni.
Tra le varie cose che fluttuano nei miei pensieri c’è il desiderio di dedicare più tempo alla scrittura di articoli, che porto avanti probabilmente da quando ho iniziato a bloggare negli anni zero, però non voglio che sia un passatempo, anche perché tempo da “passare” non ne ho. Deve essere qualcosa di più articolato, con uno scopo, un po’ il blog dedicato all’autoeditoria con cui ho promosso il mio saggio nel 2020-2021. Non parlo di un progetto a tempo indeterminato, poiché solo il pensiero mi mette ansia! Bensì un’esperienza di scrittura breve e circoscritta, che mi consenta di scrivere senza imbarcarmi in un nuovo libro.
Quest’ultimo richiede un impegno mentale di ben altro livello, che al momento, e sicuramente finché avrò altro da portare a termine, non mi va di prendere.
In futuro si vedrà!
Come sempre, chiudo ringraziando di cuore tutti voi per il sostegno che mi date e vi auguro un 2024 ricco di soddisfazioni.
Se vi va, raccontatemi il vostro bilancio del 2023 e i vostri propositi per il 2024 nei commenti, qui o sui social network.
Buona fine e buon inizio!
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