Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Carla (del 28/04/2011 @ 21:21:01, in Lettura, linkato 5034 volte)
Di Carla (del 10/05/2011 @ 06:00:06, in Lettura, linkato 2516 volte)
Imprevedibile e bizzarro
Che dire di questo romanzo? Sicuramente ti cattura, poiché narra una storia così bizzarra da non darti il minimo riferimento su come si evolverà, cosa che ovviamente aumenta la curiosità del lettore. Sicuramente a tratti è veramente divertente. Molto interessante anche il modo in cui l'autore ha strutturato la storia, inserendo i quattro racconti, uno per ogni elemento (acqua, terra, fuoco, aria). C'è evidentemente un gran lavoro sotto e Coe si è sicuramente divertito a farlo. Ciò che mi ha lasciato perplessa, motivo per cui mi sono fermata a quattro stellette, è la scoperta che il protagonista fa verso la fine, addirittura su suggerimento di un altro personaggio che lo conosce appena. Più che perplessa direi sconcertata. È sicuramente una bella trovata, di quelle che non ti aspetti, ma allo stesso tempo la trovo banale e ripetitiva, perché già usata all'interno della storia, ma soprattutto poco credibile. Il tutto però viene salvato dal colpo di scena finale: la finzione nella finzione che ti permette di sorvolare su molte cose. Ovviamente non entro in dettagli per non rovinare la sorpresa a chi avesse intenzione di leggere questo romanzo.
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Di Carla (del 25/05/2011 @ 18:39:32, in Lettura, linkato 4514 volte)
Fantastica miscela di suspense e humour
Con questo romanzo Andy Brazil è diventato uno dei miei personaggi letterari preferiti. Terzo del filone dedicato a Brazil e a Judy Hammer, "L'isola dei cani" è un gran bel romanzo, che prima di tutto diverte il lettore. Nonostante si tratti sempre e comunque di un thriller, il tono leggero con cui è scritto ti fa spesso sorridere e talvolta ridere di gusto, cosa che difficilmente accade nella serie ben più drammatica dedicata a Kay Scarpetta, la quale però è presente in un piccolo "cameo" anche in questo romanzo, rivelando che i due filoni in realtà si trovano nella stessa linea temporale. Molto interessante è inoltre la parte storica, che ci racconta la colonizzazione dell'attuale Virginia e le storie di pirati ad essa collegate, come pure la descrizione dei bizzarri abitanti di Tangier Island e del loro bizzarro modo di parlare. Mi è inoltre piaciuto particolarmente l'uso del blog (mezzo di comunicazione sul web a me molto caro) da parte del protagonista, che rispecchia l'esplosione di una vera e propria moda nel periodo in cui il romanzo è stato scritto (2001), la quale a suo volta anticipa la nascita degli odierni social network. Sulla trama non voglio dire molto, anche per non togliere la sorpresa a chi deve ancora leggerlo. La quarta di copertina è un po' fuorviante e non rivela affatto il tono con cui è scritto il libro. Non attendetevi il solito thriller drammatico, con tanti morti ed efferati killer. Qualcuno muore e ci sono i cattivi, ma il bello della storia è tutt'altro e senza dubbio ti lascia col sorriso sulle labbra quando arrivi alla fine. Mi chiedo quando la Cornwell ci delizierà di nuovo col prossimo episodio di questa serie.
Unico neo riguarda l'edizione italiana: la Biavasco è decisamente molto avara di congiuntivi!
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Di Carla (del 03/06/2011 @ 18:50:00, in Lettura, linkato 2708 volte)
Storia complessa un po' troppo riassunta
La Kress ha una fantasia galoppante e degli spunti narrativi veramente intriganti, ma leggendo questo libro in più punti ho avuto la sensazione di trovarmi davanti ad un bozza di un romanzo più che ad un romanzo vero e proprio. In alcuni passaggi l'autrice sceglie di riassumerci quanto accade senza farcelo vedere, oppure liquida con una frase avvenimenti complicati senza spiegarci come i personaggi abbiano fatto a fare certe cose. In altri casi anticipa quello che poi succederà, eliminando ogni forma di suspense. D'altra parte invece inserisce qua e là riflessioni dei personaggi che dovrebbero caratterizzarli meglio, ma che a mio parere li trasforma in stereotipi, e che dovrebbero spiegare il perché di certe loro azioni, senza però riuscirci. Si ha l'impressione di essere davanti ad una banda di matti dal comportamento incoerente, che seguono dei fili logici che sfuggono completamente al lettore. Forse l'autrice ha voluto mettere nel calderone troppi ingredienti, che per essere ben sfruttati andavano distribuiti almeno in una trilogia. In ogni caso la storia è abbastanza divertente, ma l'escalation di non-sense, che ha inizio a metà del romanzo e culmina in un finale improponibile, m'impedisce di andare oltre la terza stelletta.
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Di Carla (del 21/06/2011 @ 20:33:20, in Lettura, linkato 1724 volte)
Ottimo libro
Questo è il secondo libro di Aden Fisher che leggo. È un autore che ho scoperto su MySpace e devo dire che mi ha piacevolmente sorpreso. La storia è molto accattivante e ti tiene incollato alle pagine del libro finché non lo finisci. Nonostante si tratti di un genere che non prediligo, perché spesso ripropone gli stessi cliché, ho apprezzato questo libro proprio perché veramente originale. Fisher ha veramente fantasia da vedere. Complimenti.
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Di Carla (del 23/06/2011 @ 20:37:34, in Lettura, linkato 3083 volte)
Volete sapere a cosa servivano le piramidi?
No, gli alieni non c'entrano nulla. Questo libro ci racconta, usando argomentazioni scientifiche e storiche, un'interessante teoria (purtroppo assolutamente non comprovata) sul perché siano state costruite e quale fosse il loro ruolo. E ovviamente ce le fa conoscere tutte (non solo quelle di Giza) nei minimi dettagli. Serve qualche conoscenza minima di astronomia per capire a fondo tutto il libro.
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Di Carla (del 24/06/2011 @ 03:52:13, in Lettura, linkato 5338 volte)
Finalmente si manifesta la potenza degli dei
Il terzo libro della saga di Ramses è quello in cui, finora, ha avuto peso maggiore la parte magica (che potremmo definire decisamente fantasy) e in cui la figura del grande faraone si avvicina sempre più all'immagine che gli antichi egizi ce ne hanno voluto trasmettere. Un'immagine certamente non reale, ma filtrata tramite la loro fede. Qui Jacq mette da parte ogni remora di realismo e ci racconta l'episodio della battaglia di Qadesh con la grandiosità con cui viene tramandata: con l'intervento diretto del dio Amon ad armare la mano del faraone e renderlo invincibile. Quello di Qadesh in realtà fu probabilmente un evento militare non particolarmente memorabile, ma questo poco importa alla fine. Non importava agli egizi, che credevano profondamente nella propria religione e nella figura divina del faraone, per cui questo rappresenta senza dubbio il modo più efficace di rappresentarla, se ci si vuole veramente immergere nella sua storia.
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Di Carla (del 25/06/2011 @ 20:46:56, in Lettura, linkato 1962 volte)
Geniale
Un libricino prestato così per caso e letto altrettanto casualmente, senza sapere che si trattava di un vero caso letterario. Mi ha colpito sin dall'inizio e l'ho letto in pochissimo tempo. Una storia originale raccontata da un punto di vista originale. Mi stupisce leggere tante recensioni negative su aNobii, nelle quali molti affermano addirittura di non averlo capito. Probabilmente molta gente si trova disorientata davanti ad un libro che esce dai soliti canoni. Oppure semplicemente ha poca fantasia. Sicuramente l'autore invece ne ha da vendere e la sua capacità di descrivere questo topo lettore accanito è tale da ritrovarsi agevolmente ad immedesimarsi in esso.
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Di Carla (del 05/07/2011 @ 03:57:14, in Lettura, linkato 2291 volte)
Delizioso
Mi rammarico sempre più del fatto che la Austen abbia scritto solo sei romanzi, perché raramente un classico è riuscito a divertirmi tanto. Per qualche motivo quest'opera è una delle meno conosciute dell'autrice, forse perché la sua struttura poco si adatta alla riduzione cinematografica. Molto di ciò che accade è nella mente della protagonista, che già dalla prima frase viene ironicamente definita un'eroina, mentre di eroico ha veramente ben poco. La Austen si diverte a prenderla in giro per la sua ingenuità e i suoi pensieri bizzarri e usa la sua storia per fare dell'ironia sul matrimonio nel diciottesimo secolo, del quale la stessa autrice, a differenza della protagonista, dimostra avere un'immagine tutt'altro che romantica. L'edizione del libro della Collins è molto interessante. Alla fine del romanzo è riportato un glossario di letteratura classica, che vale la pena leggere, se non altro per curiosità, per scoprire come certe parole inglesi, alcune delle quali molto comuni anche ai giorni nostri, venissero usate a quel tempo con significati totalmente diversi!
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Di Carla (del 13/07/2011 @ 21:40:01, in Lettura, linkato 2644 volte)
Il ritorno della Scarpetta
Dopo diversi anni che avevo messo da parte le avventure di Kay Scarpetta, questo romanzo è stato un piacevole ritorno. Sarà che mi è capitato ultimamente di leggere pochi romanzi che mi prendessero veramente, ma di fatto questo l'ho divorato in pochi giorni, considerando il poco tempo che ho a disposizione. L'inizio è stato un po' difficile. Il modo in cui la Cornwell si concentra sui dettagli più morbosi è stato uno dei motivi per cui avevo messo da parte i suoi romanzi del filone Scarpetta e l'inizio de "Il libro dei morti" indugia un po' troppo su questi aspetti. Poi la storia si sposta sui personaggi che ben conosciamo da più di 20 anni e si fa molto più interessante. La forza dei libri della Cornwell è proprio data dai suoi personaggi, che conosciamo bene come se fossero persone reali, che abbiamo visto crescere e invecchiare e affrontare mille difficoltà, che prescindono il singolo caso su cui lavorano in ogni libro. In altre parole la parte più bella di questo e altri libri sono le sottotrame, che alla fine occupano la maggior parte dello spazio. In questo senso la quarta di copertina è completamente fuorviante, come sempre. Forse è per questo motivo che il lettore casuale rimane spaesato, ma l'errore è suo e non della Cornwell, che ancora una volta dimostra di essere una grandissima scrittrice. Non si può leggere questo romanzo separatamente da tutti gli altri. Bisogna iniziare da "Postmortem" e poi continuare in ordine cronologico.
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