Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Oggi affrontiamo un po’ più nel dettaglio con lui il suo libro “ Deve accadere”, ma ci soffermeremo anche a parlare dei suoi gusti in fatto di lettura, di self-publishing e dei suoi progetti per il futuro.
“Deve accadere” è una raccolta di racconti da te scritti in periodi diversi e con motivazioni diverse. Qual è, secondo te, il più bello (per come è scritto, per la storia raccontata ecc…)?
Ce ne sono diversi. Il più bello secondo me è “Ricordi”. Piccolo, intenso e ti lascia quasi un senso di sgomento sulla rivelazione finale, anche perché nel testo del racconto viene negata cercando di lasciare il dubbio e, se vogliamo, un dubbio comunque te lo lascia. Ma se uno si lascia andare e se si ferma un attimo, alla luce della lampada, a letto, e se lo legge con tranquillità può risultare anche piacevole. Poi, per lo stesso motivo, di facile identificazione del lettore coi personaggi, c’è “Inquietudini”. Altro racconto molto bello, in competizione con “Ricordi”, è “Sì, devo leggere. Pinocchio”.
Invece quale ti è piaciuto di più scrivere e perché?
Sicuramente “Sì, devo leggere. Pinocchio”. Inizialmente era costruito male, poi quando ho capito che il racconto aveva un grandissimo potenziale mi sono aperto e ho parlato dei libri, di come la gente sia ossessionata e si faccia ossessionare dai libri fino a condizioni estreme. Il fatto che all’improvviso passi da una libreria a un altro luogo per poi ritornarci e per poi... Non voglio svelare il finale, ma mi sono davvero divertito.
Quale o quali di questi racconti pensi che rispecchino maggiormente la tua voce di scrittore?
Sicuramente “Inquietudini”, ma anche “La biblioteca”, che sono stati rivisti sotto una luce nuova per essere inseriti in questa raccolta di racconti. In particolare nel primo c’è questo binomio ragazzo e adulto che diventano amici (come anche in “Ricordi”). Un tema, quello dei due amici, che mi è caro (anche nei miei due possibili romanzi da pubblicare ci sono due amici come protagonisti). Come dicevo all’inizio, il primo libro che ho letto è stata la raccolta “Stagioni diverse” di Stephen King, dove nella novella “Il corpo” si tratta dal il tema dell’amicizia e delle difficoltà che superi con un amico e questo tema mi è restato in testa per un bel po’, e ancora è così.
In molti dei tuoi racconti parli di libri, librerie, biblioteche. Anche da questo si può evincere il tuo amore per la letteratura e, ovviamente, per la lettura. Cosa ti piace leggere in particolare?
Durante il periodo dell’università leggevo solo ed esclusivamente Stephen King. E qualsiasi cosa egli pubblichi oggi giorno la leggo. So che è bravo e so che può avere i suoi momenti no, ma nella maggior parte dei casi non mi ha mai deluso. Poi ho iniziato a leggere i classici, ho iniziato a leggere autori esordienti, ho iniziato a non leggere più best seller, perché per l’appunto i grandi editori hanno il bel poter di far vendere i libri che loro decidono e io mi rifiuto di leggere i casi editoriali dell’anno o i grandi best seller, se escludi Stephen King ;) . Tanto so bene come non bisogna scrivere. Best seller spesso vuol dire robetta.
Di recente sto leggendo Amara Lakhous. Lessi diverso tempo fa “Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio” che adorai: un libro fantastico, di quelli che non si trovano in giro. Comprai un annetto fa anche gli altri sui due romanzi e solo ora ne sto leggendo e confermo la bravura di questo autore. Tutti e tre i romanzi sono pubblicati da Edizioni E/O.
Adoro la narrativa tradizionale, quella che ti lascia qualcosa quando chiudi un libro, cosa che difficilmente accade oggi. Quando un libro ti fa questo effetto secondo me bisognerebbe dirlo. Spesso si parla più di un libro cattivo che di un libro “buono”, almeno questo per quanto riguarda il panorama esordienti e in particolare per quelli che non hanno necessariamente un editore alle spalle, ammesso che qualcuno lo faccia... dico scrivere di un libro di uno sconosciuto quando piace. Eccezioni escluse.
Esiste un autore al quale ti sei mai ispirato nell’affrontare la scrittura?
Ispirato mai, ho il mio stile, so cosa voglio scrivere e mi ritrovo un po’ controcorrente. Non penso riuscirei mai a scrivere una storia di vampiri che si innamorano o di cinquanta righe di sesso per vendere 50 milioni di copie. Certo, sarebbe bello scrivere come “Il Re”, ma lui ha una preparazione completamente diversa, è in un continente che è totalmente diverso dal nostro e poi ha alle spalle più di 60 romanzi e varie raccolte di racconti.
I tuoi racconti rientrano nella cosiddetta narrativa non di genere. Ti sei mai cimentato nella narrativa di genere?
Sì, mi sono cimentato da ragazzo. Ho scritto qualche racconto di genere e iniziai anche un romanzo horror che poi non finii, ma non è detto che non lo finisca oggi che ho un po’ più di pratica.
Con la pubblicazione di “Deve accadere” sei entrato a far parte della schiera degli autori indipendenti. Quali sono le tue prime impressioni a questo proposito?
Sono ancora terrorizzato. Nel senso che mi sono buttato. Ero sempre indeciso se farlo o meno. E soprattutto con cosa. Il genere più semplice, ma nemmeno più di tanto, era la raccolta di racconti. I romanzi hanno bisogno ancora di un tocco, della mia convinzione, anche perché da autopubblicato non ho la più pallida idea di come si possa invogliare la gente a leggere quello che ho scritto. Sono uno sconosciuto in un mondo che se ne cade di persone che scrivono. Un autore indipendente in Italia non è ben considerato, inutile negarlo, basta un autore indipendente che scrive male e allora partono le recensioni a raffica, negative, che colpiscono tutto il settore. Come dico sempre, ci sono libracci di autori regolarmente pubblicati, e bei libri anche di chi fa da sé, il discorso cambia di testo in testo. Non ho buone impressioni sul mio essere autore indipendente. È stata una piacevole faticaccia sistemare il testo, decidere cosa non mettere nella raccolta, come pubblicarla, come promuoverla. Insomma è tosta. Se non fai nulla l’e-book resta invenduto... E a volte anche se fai delle cose si ignora. Anche se lo vuoi regalare la gente non lo legge... Vabbé che qua il discorso sull’e-book ci porterebbe fuori tema, ma dico che i grandi gruppi editoriali hanno deciso che il cartaceo è meglio dell’e-book. All’estero è decisamente diverso, ma finché siamo nel bel paese diventa abbastanza complicato farsi leggere e io resto smarrito.
Sei spaventato dalla critica negativa?
Sono terrorizzato dalla critica in genere. Se buona fa piacere, se negativa dipende. La mia è una raccolta di racconti, una critica come “Nel testo ci sono racconti maturi e non maturi”, senza specificare quali sono, è una di quelle cose che non riesco a far passare facilmente. Perché è decisamente una critica che non capisco. Sarebbe la stesa cosa guardare in cielo e vedere qualche nuvola e poi dire “Oggi c’è il sole, ma può piovere o può esserci il sole tutto il tempo”, come anche “può nevicare”, insomma che si scriva che alcuni racconti vanno e altri no non è una vera critica. In fondo entrano in gioco i gusti personali, i racconti sono microcosmi, in alcuni casi quindi o piacciono o no. Se mi si dice il titolo del racconto e mi si dà un minimo di indizi sono più contento, magari posso davvero capire se c’era qualcosa che potevo fare meglio o è solo una questione di gusti personali.
Madonna diceva di preoccuparsi più per quelli che criticano negativamente il suo lavoro che di quelli che lo apprezzano. Un po’ sono pure io così.
Qual è il tuo prossimo progetto letterario?
Sto lavorando a diverse cose in contemporanea. Spero uno dei romanzi che ho scritto o forse il nuovo romanzo che mi si sta formando in testa... Il problema è che autoprodurre un romanzo è difficile perché i romanzi sono belli lunghi, il tempo per dedicarvisi è limitatissimo, l’impegno è molto, poi bisognerebbe ricorrere a un editor per non fare brutta figura, ma... quale scegliere? E quanto si va a spendere? Anche perché se “Deve accadere” non va bene io non credo che per me valga la pena di fare un investimento energetico/economico in qualcosa che, se mi va bene, leggono in 15 e di cui solo 5-6 mi dicono cosa ne pensano. Fosse anche un “lascia perdere la scrittura” o fosse un “continua così”. Poi non lo so. In genere quando sono indeciso magari succede qualcosa che mi fa cambiare idea il giorno dopo e poi di nuovo il giorno dopo ancora. Lo scopriremo solo scrivendo ;) . Ma ti dico che gli editori italiani non mi piacciono, per questo ho deciso di autopubblicarmi e di non inviare nulla a nessuno.
Giovanni Venturi
Ingegnere Informatico che usa/ama/odia Linux. Windows lo ha abbandonato 10 anni fa, una notte che era stanco di soffrire per vedere un banale DVD mentre il sistema si riavviava di continuo sempre nella stessa scena del film. Esprime emozioni viscerali, forti, molto emotive, cambia spesso idea, vorrebbe pubblicare per un grande editore, ma dati i fatti che si verificano quotidianamente crede che la miglior cosa sia scrivere per non pubblicare, come il pittore pazzo del film "Il mistero di Bellavista", di Luciano De Crescenzo, l'arte non si vende, ma si distrugge. Dice continuamente di voler smettere di scrivere e di lasciarlo fare a chi lo sa fare meglio, ma poi si imbatte in pessime storie trovate in libreria e si redime, torna a scrivere e poi se ne pente di nuovo. In bilico tra amore e odio per la scrittura ha pubblicato 8 racconti per un editore romano, senza pagare nulla, e un capitolo di un romanzo a più mani. E, a luglio del 2012, pochi mesi prima della fine del mondo, il suo primo e-book indipendente. Sarà l'ultimo? Provate a chiederglielo ;) .
A oltre tre mesi dall'uscita di "Deserto rosso - Punto di non ritorno", mentre ci si avvicinava a grandi passi alla pubblicazione del seguito (avvenuta nel novembre successivo), ho iniziato a fare un piccolo riassunto dei vari siti in cui si è parlato della prima puntata di questo esperimento letterario. Gli articoli, citazioni, recensioni e interviste, che seguono, sono stati tutti molto utili nella diffusione di questo progetto, ma la lista è destinata ad allungarsi e verrà aggiornata di volta in volta.
Recensione su Scrittevolmente http://scrittevolmente.com/2012/07/27/recensione-deserto-rosso-di-rita-carla-francesca-monticelli/
Recensione su Giochi di parole... con le parole http://giovanniventuri.com/2012/07/09/deserto-rosso-di-rita-carla-francesca-monticelli/
"Deserto rosso, l'esperimento dell'ebook a puntate" su Fantascienza.com http://www.fantascienza.com/magazine/notizie/16648/deserto-rosso-l-esperimento-dell-ebook-a-puntate/
Citazione su FantaScientificast #11 (podcast) https://fantascientificast.com/2012/07/01/il-dok-achille-e-la-tartaruga/
Intervista su Fantascientificast #12 (podcast) https://fantascientificast.com/2012/07/25/teamup-dune/
Intervista su negliocchienelcuore (blog tour) http://negliocchienelcuore.wordpress.com/2012/07/16/intervista-a-rita-carla-francesca-monticelli-autrice-di-deserto-rosso/
Articolo su Mondo Nerd http://www.mondonerd.it/wp/libri/lavventura-su-marte-e-iniziata/
Recensione su La curva dell'energia di legame http://marco-casolino.blogspot.it/2012/09/recensione-di-deserto-rosso-punto-di.html
Intervista su La mia strada fino a qui (blog tour) http://paolonialessandra.blogspot.it/2012/07/blog-tour-di-deserto-rosso-punto-di-non.html
Intervista su Giochi di parole... con le parole (blog tour) http://giovanniventuri.com/2012/07/31/rita-carla-francesca-monticelli-autrice-indipendente
"Un ebook a puntate" su Ebookmania http://www.ebookmania.it/2012/06/Un-ebook-a-puntate_2312.html
"Andare a vivere su Marte, il ‘Punto di non ritorno’" su Daily Pinner http://dailypinner.eraniapinnera.com/andare-a-vivere-su-marte-il-punto-di-non-ritorno-life-on-mars-the-point-of-no-return/
Speciale "Deserto rosso - Punto di non ritorno" su Bibliomania (blog tour) Fase 1: http://bibliomaniarecensioni.blogspot.it/2012/10/speciale-blog-tour-deserto-rosso-punto.html Fase 2 (recensione): http://bibliomaniarecensioni.blogspot.it/2012/10/speciale-blog-tour-deserto-rosso-punto_30.html Fase 3 (intervista): http://bibliomaniarecensioni.blogspot.it/2012/11/speciale-blog-tour-deserto-rosso-punto.html
Recensione su Storie dentro storie http://storiedentrostorie.blogspot.it/2012/11/recensione-deserto-rosso-punto-di-non.html
Recensione su Infiniti Mondi http://www.scrittorindipendenti.com/2012/12/deserto-rosso.html
Recensione di "Deserto rosso" (primi due episodi) su FarSpace http://www.farspace.it/deserto-rosso-recensione/
“Deserto rosso, una serie auto-pubblicata" (primi due episodi) su Storia Continua http://www.storiacontinua.com/e-book/deserto-rosso-una-serie-auto-pubblicata/
Intervista su I Racconti del Maresciallo Maggio (blog tour; primi due episodi) http://ilmaresciallomaggio.blogspot.it/2013/01/dalla-sardegna-marte-passando-per.html
Intervista su Bastions Of Illusion (blog tour; primi due episodi) http://bastionsofillusion.blogspot.it/2013/02/deserto-rosso-di-rita-carla-francesca.html
Recensione su World of Lyvelin http://worldoflyvelin.blogspot.it/2013/02/recensione-deserto-rosso-punto-di-non.html
Segnalazione su My Empty Purse (primi due episodi) http://my-empty-purse.blogspot.it/2013/03/self-publishing-authors1.html
Recensione sul blog di Davide Cassia http://davidecassia.blogspot.it/2013/10/deserto-rosso-punto-di-non-ritorno-di.html
Presentazione del libro su BesteBook4u http://bestebook4u.wordpress.com/2013/10/19/rita-carla-francesca-monticelli-deserto-rosso-punto-di-non-ritorno/
Scheda del libro su Rose & Beps Blog http://rosebeps.blogspot.it/2014/01/deserto-rosso-punto-di-non-ritorno-di.html
Recensione su Kuiper Belt http://www.kuiperbelt.it/recensioni/deserto-rosso-punto-di-non-ritorno/
Citazione sull'articolo "Lo scopriremo la prossima puntata!" sul blog de Il Sociopatico http://ilsociopatico.wordpress.com/2013/02/02/lo-scopriremo-la-prossima-puntata/
"“Deserto rosso – Punto di non ritorno” ovvero la Saga Marziana di Rita Carla Monticelli" su NerdOne http://www.nerdone.it/deserto-rosso-punto-di-non-ritorno-ovvero-la-saga-marziana-di-rita-carla-monticelli/
Recensioni pericolose: Punto di non ritorno, sul blog Società Storie Scadute: https://storiescadute.blogspot.it/2016/10/recensioni-pericolose-punto-di-non.html
Recensione sul blog Arya Sophia Curter: https://aryasophiacurter.wordpress.com/2020/05/22/deserto-rosso-di-rita-carla-francesca-monticelli/
"Deserto rosso - Punto di non ritorno" è disponibile a partire da soli 89 centesimi su: Amazon, inMondadori, Kobo, Smashwords, iTunes, Google Play, Barnes & Noble, Diesel eBooks, Sony Reader Store e inktera.
Di Carla (del 21/09/2012 @ 05:38:13, in Lettura, linkato 2953 volte)
Un colpo di fulmine... spaziale
Di seguito riporto una mini-recensione fatta a un racconto di un autore indipendente italiano, Luca Rossi, che secondo me merita attenzione. Si tratta del primo di una serie di racconti, intitolata "Energie della Galassia".
Questo racconto è stato un vero e proprio colpo di fulmine. L'ambientazione a metà strada tra fantascienza e gotico, caratterizzata da mondi alieni, vampiri, sentimento ed erotismo, ne fanno una favola cupa dalla trama intrigante e originale, non esente da qualche elemento di perversione, che ha, però, il pregio di arricchirla di complessità, non sempre facile da trovare in testi di così breve lunghezza. Lo stile di scrittura pulito ed elegante invoglia alla lettura, tanto da impedirti di metterlo da parte finché non l'hai finito. I personaggi, che emergono ben distinti dal testo, sono in grado di coinvolgere ed emozionare. Una lettura consigliata soprattutto agli amanti delle contaminazioni tra generi, ma che, a mio parere, è in grado di divertire qualsiasi lettore, che abbia voglia di lasciarsi stupire.
Arcot e la Regina (formato Kindle) su Amazon.it. Arcot e la Regina (formato Kindle) su Amazon.com.
Leggi tutte le mie recensioni e vedi la mia libreria su: aNobii: http://www.anobii.com/anakina/books Goodreads: http://www.goodreads.com/anakina
Sono tre gli elementi principali, dai quali scaturisce un buon romanzo o racconto, indipendentemente dal fatto che si tratti comunque di una valutazione soggettiva.
Il primo è l’idea di base, su cui viene creata la storia, cioè quel qualcosa che la rende speciale, possibilmente originale (anche se non è essenziale che lo sia del tutto), ma comunque sempre unica.
Il secondo è lo stile di scrittura, che come le pennellate di un pittore dà colore alla storia stessa portandola alla luce. Esso riguarda l’uso di un determinato linguaggio e il tono con cui questo viene utilizzato. Con stile non intendo, quindi, l’ortografia e la sintassi, che do per scontate.
Il terzo è il modo in cui viene raccontata, cioè tutto l’insieme di tecniche narrative utilizzate nel presentare la storia al lettore, per esempio i punti di vista, i colpi di scena, i flashback, i red herring, i cliffhanger, l’incipit, il finale, il prologo, i punti chiave della trama e tutta una serie di altri trucchi, alcuni dei quali non hanno un nome ben preciso, che intervengono sulla struttura della storia, indipendentemente dall’idea di base e dall’uso della lingua.
Fermo restando che il romanzo ideale dovrebbe avere una buona idea di base, uno stile altrettanto buono e dovrebbe essere raccontato nel modo migliore possibile, di questi tre elementi, a mio parere, il più importante è proprio il terzo.
Pensateci su un attimo.
Supponete di avere un’idea fantastica, a cui nessuno possa resistere. Supponete di scrivere con uno stile impeccabile, fluido, magari musicale, fortemente evocativo, in grado di incantare il lettore.
E supponete, però, di non sapere come usare questi due elementi per raccontarla nella maniera giusta, scegliendo il punto di vista più adeguato, intercalando le scene nella maniera più avvincente, misurando la lunghezza stessa delle scene affinché non siano troppo affrettate né troppo sintetiche, inserendo nel punto giusto elementi della trama che lascino col fiato sospeso, intrappolando il lettore tra le pagine del libro dalle prime righe o lasciandolo soddisfatto quando legge le ultime e così via.
Supponete che vi manchi tutto questo o gran parte di esso. Pensate che il vostro libro piacerà ai lettori? Non credo proprio.
Adesso immaginate di avere un’idea già sentita, per niente originale, di scrivere con uno stile accettabile, ma niente di speciale, ma nonostante tutto questo siete dei veri maestri nella costruzione della storia. Vi destreggiate alla grande tra le varie tecniche narrative, incatenate il lettore dalle prime parole e non lo lasciate fino alla fine. Anzi, appena chiude il libro, soddisfatto, non vede l’ora di leggere il prossimo.
È chiaro che avete tutto quello che serve per farvi amare dai lettori (e magari diventare uno scrittore di successo).
Magari i lettori (e scrittori) un po’ più fini (snob?) storceranno il naso, diranno che siete commerciali. La verità è che la maggior parte dei lettori non sono affatto così ricercati e voi volete raggiungere tutti loro. Be’, la bella notizia è che avete in voi l’elemento più importante che serve per farlo.
I grandi bestseller ci dimostrano che è così. Mi riferisco sia a quelli buoni che a quelli cattivi (secondo un punto di vista come sempre soggettivo). Alcuni di loro potranno contare anche sugli altri due elementi (idea e stile), o almeno sul secondo, ed essere quindi buoni. Altri invece mancheranno totalmente di una buona idea e di un buono stile, o almeno del secondo, e saranno cattivi. Ma tutti o quasi (le anomalie ci sono sempre), chi più chi meno, saranno caratterizzati da una struttura narrativa solida.
Laddove questa manchi del tutto, si avrà uno scritto esteticamente bello, magari con uno spunto unico, ma che fallirà nel tentativo di soddisfare il lettore, che poi è il suo scopo finale. In fondo lo è anche per quelli che dicono che scrivono solo per se stessi, ma che poi pubblicano i loro scritti o comunque li fanno leggere (quindi evidentemente non lo fanno solo per se stessi).
Certo, qualcuno dirà che ci sono esempi del passato di autori che davano un po’ meno importanza allo sviluppo della trama, concentrandosi proprio sullo stile. Mi viene in mente Virginia Woolf, nei libri della quale succede ben poco, ma tutto è narrato tramite il bellissimo flusso di coscienza. In questo caso, però, farei notare che il flusso di coscienza è di fatto una tecnica narrativa (cioè rientra più nel famoso terzo elemento che nello stile in sé). E comunque nessuno di noi è Virginia Woolf o James Joyce, ma soprattutto non viviamo ai loro tempi. I lettori di adesso cercano altro, facciamocene una ragione.
Questa è una riflessione forse banale, ma, se ci pensate, talvolta la si mette un po’ da parte. Si insiste moltissimo sullo stile, sulla proprietà di linguaggio, sulla varietà nell’uso della lingua, ma si perde di vista che lo scrittore deve prima di tutto essere bravo a raccontare delle storie.
Se gli manca questa capacità, tutto il resto è inutile.
Ovviamente, se a questo affianca uno stile originale, in grado di suscitare piacere nella lettura, ma senza prendersi tutta la scena (lo stile migliore è quello che non si nota consciamente, mentre si legge, perché si è troppo presi dalla storia per farci caso sul serio), il risultato sarà un romanzo (o un racconto) coi fiocchi.
Alla fine l’elemento meno importante è proprio l’idea. Se ci fate caso, i libri ci ripropongono di continuo idee trite e ritrite, eppure molti di loro sono ampiamente apprezzati dai lettori. Questo perché l’autore, che sa usare bene il proprio stile e soprattutto le tecniche narrative, ha la capacità di prendere un’idea già sentita e farla sua, ripresentandola al lettore in una versione del tutto nuova, capace di emozionare quanto o anche più della prima volta in cui questa sia stata utilizzata.
Credo, anzi, che gli autori più bravi siano proprio quelli che riescono a sfruttare delle vecchie idee, attirando di conseguenza con facilità i lettori ai quali piacciono, producendo comunque uno scritto in grado di stupire ed emozionare chiunque lo legga.
Ovviamente il discorso è ben più complesso di così, ma il motivo per cui ho deciso di parlarne è perché, sempre più spesso, mi capita di incappare in libri che presentano appunto il difetto di essere mal raccontati. E devo dire che è una cosa che noto molto negli autori italiani. Non a caso, mentre i libri di autori stranieri, ormai di qualsiasi paese, vengono importati con facilità nel nostro, come in tanti altri, proprio perché presentano questo elemento universale di essere ben raccontati (anche qui ci sono molte eccezioni), non è altrettanto facile vedere il fenomeno opposto e, quando lo si vede, ci potete scommettere che si tratta di autori che maneggiano con disinvoltura le principali tecniche narrative.
Il perché di questa mancanza italiana sinceramente non lo so. La riflessione che, però, ne voglio trarre è che, a mio parere, tutti gli scrittori, anche quelli un po’ snob, che vogliano davvero diventare bravi, invece di fossilizzarsi su troppe letture alternative, dovrebbero leggerli questi bestseller e cercare di capire cosa nel modo in cui sono costruiti li rende tali.
Male non fa, anzi, c’è solo da imparare.
Di Carla (del 28/09/2012 @ 06:39:14, in Lettura, linkato 3220 volte)
Un viaggio sulle onde del tempo
Il 2012, oltre a essere l’anno della fine del mondo prevista dai Maya, è anche quello del centenario dell’affondamento del Titanic. Come conseguenza di ciò c’è stata una tendenza molto diffusa tra gli autori a scrivere dei romanzi che in qualche modo si rifanno a questa ricorrenza.
Essendo sempre stata molto affascinata dalle navi (non solo quelle che affondano), non ho potuto fare a meno di scaricare sul mio Kindle alcuni di questi romanzi, che adesso sto leggendo. Il primo che mi è capitato è proprio “Depth of Deception” e ne sono rimasta piacevolmente sorpresa.
La trama tra realismo e sospensione dell’incredulità è costruita in maniera magistrale. Lo stile dell’autore è estremamente diretto, cosa che facilita non poco la lettura ai non madrelingua, ma non per questo banale. Di fronte alla storia impossibile di una donna, che sembra aver viaggiato nel tempo dalla notte di quella tragedia fino ai giorni nostri (in realtà gli anni ’80), il mio gusto per questo tipo di fantastico si è subito risvegliato. Mi chiedevo come l’autore potesse giustificare un fatto così assurdo, che di pagina in pagina pareva corrispondere a realtà, e allo stesso tempo far coesistere un intreccio così ricco di particolari plausibili e realistici. La curiosità, unita al ritmo coinvolgente della narrazione, mi ha spinto ad arrivare in davvero poco tempo (sono stata costretta a una interruzione solo per via di una vacanza durante la quale non mi andava di portare con me il Kindle) al sorprendente finale, che a mio parere è perfetto. Sarebbe infatti stato molto facile sbagliare proprio questa parte essenziale del libro e rovinarlo del tutto, ma Alexander Galant non l’ha fatto.
È una lettura che consiglio agli amanti delle storie ricche di mistero, che però non disdegnino lasciarsi andare ogni tanto alla semplice accettazione dell’inspiegabile.
Davvero un ottimo libro.
Di Carla (del 05/10/2012 @ 04:16:08, in Lettura, linkato 4838 volte)
Nanotecnologie in salsa crichtoniana
È difficile recensire un romanzo del "maestro" senza ripetersi, poiché, qualunque sia la storia narrata, tutti i suoi scritti sono caratterizzati da una parte dalla capacità di incollarci alle pagine fino alla fine e dall'altra dal fatto che esplorano un argomento, insegnandoci sempre qualche cosa di nuovo.
Succede anche in "Preda". L'argomento di turno sono le nanotecnologie e il tema dell'esperimento scientifico che sfugge alle mani di chi lo esegue. Quest'ultimo tema non è certo qualcosa di innovativo, ma il taglio con cui Crichton decide di raccontarci la storia è molto particolare.
Quasi tutto il romanzo (a eccezione, se non erro, di una sola scena), infatti, è raccontato in prima persona dal marito della scienziata di turno, che per buona parte del libro si trova di fronte a strane situazioni che non capisce o interpreta in maniera sbagliata, tenendo così viva la nostra curiosità, pagina dopo pagina, e permettendoci di scoprire i fatti insieme a lui. Un approccio questo che aiuta un coinvolgimento completo nella lettura.
Eppure a differenza degli altri romanzi finora letti ho dato "solo" 4 stelline. Il motivo è forse personale: l'argomento dello sciame di nanoparticelle non mi ha entusiasmata del tutto. Non che l'autore non se lo giochi nella maniera migliore. Anzi, tutto il contrario. Gli sciami, così come ce li descrive, fanno davvero paura. Però l'ho trovato un argomento difficile da concepire, soprattutto alla luce degli sviluppi finali della storia, ma anche tutta la parte che definirei di divulgazione, in cui lui ci spiega un po' le frontiere della nanotecnologia (informazioni basate in parte su studi reali confermati dalla bibliografia e cui viene aggiunta un bel po' di speculazione e fantasia), non mi hanno preso. Magari dipende dal fatto che la nanotecnologia, almeno nel modo in cui è stata presentata in questo libro, non mi è parsa molto interessante. È mancata, insomma, per quanto mi riguarda quella parte di divertimento nei libri di Crichton che nasce dall'imparare qualcosa di nuovo, questo perché, non essendo interessata all'argomento, non mi è rimasto molto.
Lui, però, resta comunque per me un saldo punto di riferimento. Mi spiace solo che, una volta finiti di leggere tutti i suoi libri, non ce ne saranno mai più degli altri.
Di Carla (del 08/10/2012 @ 00:07:07, in Podcast, linkato 3177 volte)
Come avevo preannunciato qualche tempo fa, eccomi di ritorno sul podcast FantascientifiCast, questa volta come parte integrante dell'equipaggio e con una rubrica tutta mia intitolata "Life On Mars?". In questa puntata (numero 15) faccio il mio debutto, presentando i temi principali della rubrica che si occupa del rapporto tra fantascienza e spiritualità.
Potete ascoltarmi intorno al minuto 20, ma già compaio nella simpatica introduzione della puntata, in cui accolgo Paolo Bianchi e Omar Serafini nella Stazione Alfa, appunto su Marte.
Siete curiosi? Cliccate qui o sull'immagine per ascoltare la puntata. E ricordate, se volete, di lasciare il vostro commento sul blog del podcast e di condividere la puntata con i vostri amici.
FantaScientificast è disponibile anche su iTunes.
Buon ascolto!
Alla continua ricerca di nuovi strumenti per promuovere i miei scritti, mi sono imbattuta nel podiobook, molto utilizzato nel mercato anglofono. La parola podiobook nasce dall'unione di podcast e audiobook (audiolibro). In pratica si tratta di un podcast nel quale l'autore legge a puntate il proprio libro. Essendo un podcast, è un prodotto gratuito al quale ci si abbona. È talmente diffuso nel mercato anglofono che esistono dei siti specializzati in podiobook, tra cui appunto Podiobooks.com. Ci si può chiedere come offrire in pratica un audiolibro a puntate gratuitamente possa favorire la promozione del libro, che invece si vuole vendere. Come tutti questi strumenti, in realtà, il podiobook ha la funzione si aumentare il campo di diffusione della propria opera. È vero che se uno ascolta tutte le puntate difficilmente decide di comprare il libro, ma la loro serialità è la chiave. Se infatti il fruitore, dopo aver ascoltato le prime puntate vuole sapere come va a finire senza dover attendere settimane o mesi, allora comprerà il libro. Molti autori, invece, propongono in podiobook opere diverse da quelle che vendono in altri formati, compreso il vero e proprio audiolibro, quindi in questo caso si punta principalmente sul promuovere l'autore e non un'opera in particolare. C'è anche da dire che i fruitori di materiale audio non sempre corrispondono ai lettori, perché ascoltare un libro e leggerlo sono due tipi di intrattenimento molto diversi. In Italia poi, dove gli audiolibri sono davvero poco diffusi, lo scenario è ben diverso. Qui il podiobook dell'incipit di un libro può funzionare come una sorta di spot audio, che possa incuriosire i veri lettori e spingerli all'acquisto. Di sicuro, comunque, non fa male tentare questa strada. Io ne ho creato uno per la prima scena di "Deserto rosso - Punto di non ritorno". Dura appena cinque minuti e in esso ho usato la musica del booktrailer per l'introduzione e un brano di sottofondo dei Polydream (con il loro permesso), intitolato "Catch Me If You Can". Potete ascoltarlo qui sotto.
Creare un file del genere non è eccessivamente difficile. Serve un programma per montare le tracce audio (io ho usato una vecchia versione di Cool Edit, ma sono certa che ne esistono anche di gratuiti con funzioni analoghe) e un microfono, magari anche avere una scheda audio decente sul computer aiuta. In pratica sono le stesse cose che possono servire per creare un qualsiasi podcast. La parte più difficile è proprio leggere correttamente il brano scelto. Una volta che si ha un mp3, un ottimo sistema per condividerlo è Soundcloud. Se poi avete intenzione di continuare con le puntate successive, potete inserire il vostro podiobook su iTunes, esattamente come un qualsiasi altro podcast. Non so se andrò avanti con quello del mio libro, poiché è solo un esperimento. Ritengo comunque che sia positivo avere sempre qualcosa di nuovo da proporre sul web, per veicolare nuovi lettori verso la propria attività letteraria. E voi cosa aspettate a creare un podiobook?
Di Carla (del 16/10/2012 @ 23:16:32, in Lettura, linkato 2661 volte)
Senza speranza
Non è un romanzo facile, non tanto per una sua difficoltà intrinseca ma piuttosto per le dolorose sensazioni che suscita. Generalmente rifuggo da questo tipo di storie a priori, perché non amo le storie tristi, soprattutto se senza speranza. Ed è proprio così che posso definire questo romanzo, senza speranza. Quel poco di essa, che si affaccia tra le parole in alcuni episodi raccontati, viene inesorabilmente schiacciato da fatti tragici o dall'incapacità della protagonista di uscire dalla negatività, in cui finisce per autoimprigionarsi anche dopo essersi fisicamente liberata di certe catene. Questa storia, oltre a essere triste e deprimente, ti fa arrabbiare proprio perché sembra crogiolarsi in questi sentimenti negativi. Non c'è un vero tentativo di riscatto. La narrazione in sé è abbastanza piacevole, soprattutto la parte dedicata all'infanzia e alcuni capitoli dell'età adulta, ma il libro non ti spinge a voltare pagina. Alla fine di ogni capitolo ti viene voglia di abbandonarlo. Solo una volta mi è capitato di iniziare subito il capitolo successivo spinta dalla curiosità (in riferimento alla nascita del rapporto col compagno della protagonista) e lì ho sperato in una virata del romanzo che portasse a un finale confortante, ma poi è arrivata la delusione. La fine raggiunge un vero e proprio apice di tristezza. La storia è estremamente realistica (probabilmente in parte reale), ma è proprio questo il problema. I romanzi sono finzione. La finzione assomiglia alla realtà, ma non lo è. Non è detto che una cosa reale vada bene in un romanzo. Dovrebbe essere smussata, romanzata, dovrebbe catturarti dalla prima all'ultima parola. Non dovrebbe respingerti. Purtroppo, invece, è quest'ultima la sensazione che ho avuto nel leggerlo. Peccato.
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