Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
È da poco partita la seconda edizione dei Booktrailers Online Awards, una sorta di "Oscar" dei booktrailer organizzata dai blog www.booktrailers.ilcannocchiale.it e www.futuroscrittura.altervista.org. I premi sono ovviamente virtuali, ma rappresenta un'occasione in più per far conoscere il proprio libro. Per questo motivo ho deciso di partecipare col booktrailer di "Deserto rosso - Punto di non ritorno", il primo della serie, realizzato dal Fabio Delfino. Facendo clic qui o sull'immagine a lato potete vedere la pagina di presentazione del libro nell'ambito degli Awards.
I premi assegnati dalla giuria saranno i seguenti:
Miglior booktrailer Migliore originalità Migliore regia Migliore scenografia Migliori effetti speciali Migliore colonna sonora abbinata Miglior montaggio Migliore fotografia Miglior sonoro Migliore sintesi Migliori commenti del pubblico (indicato direttamente dai lettori, in base ai commenti positivi lasciati)
Per quest'ultimo in particolare ho bisogno del vostro aiuto. Se avete un minuto, andate nella pagina del mio booktrailer e, in fondo al post, votatelo, indicando il numero delle stelline che ritenete più adeguate (più sono, meglio è!). Inoltre potete lasciare un commento, che sarà determinante nell'assegnazione dell'ultimo premio. Qualunque intervento può contribuire a ottenere almeno una nomination, che sarebbe di grande aiuto per promuovere la saga di "Deserto rosso".
Le nomination saranno rese note il 27 gennaio 2013, mentre la cerimonia di premiazione verrà trasmessa su Booktrailers TV, la webTV ufficiale del concorso, in diretta web domenica 10 febbraio 2013. Vi ringrazio in anticipo per il vostro aiuto e non dimenticatevi di condividere l'iniziativa con i vostri amici nei vari social network.
La settimana prossima probabilmente inserirò anche il booktrailer di "Deserto rosso - Abitanti di Marte".
Ecco il promo della manifestazione.
Oggi ospito una tappa del blog tour di Noemi Gastaldi, autrice de “ Il tocco degli Spiriti Antichi”, primo volume della saga fantasy “ Oltre i confini”.
Noemi è un’autrice indipendente. In passato ha scritto a quattro mani, insieme a Tiziano Aromatico, il libro “ 22 fiori gialli”, che nonostante sia oggi edito da Eroscultura, era stato in precedenza autopubblicato, dopo un’esperienza non felicissima con un altro editore. “Il tocco degli spiriti antichi” non è quindi il suo primo approccio al self-publishing.
Ciao Noemi, benvenuta su Anakina Blog. Raccontami un po’ come sei approdata alla scrittura? Quando è stata la prima volta che ti sei detta “sono una scrittrice”?
Prima di tutto, grazie per avermi ospitata.
Il mio rapporto con la scrittura ha subito uno strano ciclo: ricordo che quand’ero piccina, dopo aver letto alcuni libri fantasy, che mi avevano letteralmente portata fuori dal mondo, mi sono detta : “Da grande, voglio fare la scrittrice”. Ho scritto due o tre pagine, poi la cosa è morta all’improvviso, senza apparente ragione. In compenso, scrivo diari da quando ho imparato a scrivere. Proprio leggendo questi miei diari, il mio ragazzo, scrittore esordiente, ha avuto l’idea per il romanzo “22 fiori gialli”. Probabilmente non mi sarebbe mai tornata la voglia di scrivere, se dopo la pubblicazione di questo libro non avessi scoperto il meraviglioso mondo dell’arte indipendente. Negli ultimi anni ho letto molti libri semi-sconosciuti, ho conosciuto tanti scrittori esordienti… Non facevo che dirmi: “Vorrei tanto provarci anch’io…” Poi, finalmente, l’ho fatto: ho deciso che da grande sarò davvero una scrittrice.
Ti definisci un’accanita diarista. Come è nata questa passione?
Mi hanno regalato un diario, avevo sette anni. Mi sono subito accorta che scrivere quello che mi passava per la testa mi rilassava, poi, con il passare degli anni, mi sono anche resa conto che mi faceva piacere poter rileggere, a distanza di tempo, quello che scrivevo. Dopo l’uscita del libro del mio ragazzo, ho addirittura pubblicato tutti i miei diari (su un blog, non sono diari così interessanti di diventare libri), comprese le cose che scrivevo da bambina… Mi sono divertita moltissimo a farlo!
Come si arriva dallo scrivere un diario, quindi di se stessa, a scrivere un romanzo fantasy?
È molto diverso… Quando scrivo il mio diario, lo faccio per me, non prendo in considerazione l’idea che un giorno qualcuno possa leggere quello che ho scritto… Se stasera scriverò qualcosa sul mio diario, non starò certo a pensare che forse un giorno le mie parole finiranno su un blog, per quanto è possibile che questo accada.
Il passaggio al genere fantasy è avvenuto nel momento in cui ho desiderato di essere una scrittrice, cioè di scrivere per gli altri, per trasmettere emozioni. Ho dunque scelto uno dei generi che più mi ha emozionata.
Cosa mi puoi dire della genesi de “Il tocco degli spiriti antichi”? Da dove è nata l’idea della storia?
Questo è un po’ complicato da spiegare, diciamo che tutto è nato dal voler rendere, in maniera fantasiosa e personale, alcuni “concetti” tratti dalla stregoneria tradizionale anglosassone, da cui sono sempre stata affascinata.
Ci tengo però a sottolineare che nel narrato è presente appunto una visione “fantasiosa e personale”, il mio è un romanzo fantasy, non un trattato d’esoterismo.
Quanto c’è di te nel personaggio di Lucilla?
Oh, ci somigliamo molto. Lei è nata con una personalità molto vicina alla mia, nel bene e nel male. Ovviamente, dato che “abitiamo mondi diversi”, è cresciuta diversamente da me.
Sei un’autrice che trasferisce nelle sue storie, in maniera metaforica (trattandosi di un fantasy), eventi o emozioni personali? Oppure ti piace scrivere per esplorare delle realtà diverse da quelle in cui vivi?
In parte lo faccio, in parte no. Non voglio andare troppo sul personale (lo so, suona strano da una che pubblica i suoi diari), diciamo soltanto che ho voluto “convertire in fantasy” alcune esperienze, alcune particolarissime emozioni, che ho vissuto praticando il culto degli antichi Numi.
Detto ciò… C’è anche molto di puramente inventato nel mio libro: ad esempio, mi sono divertita molto a creare dal nulla gli “Spiriti Antichi”, personaggi che non somigliano a niente ch’io abbia mai conosciuto.
Parlami un po’ della saga “Oltre i confini”. Come sarà strutturata? Quanti libri prevede?
La saga prevede tre libri.
Nel primo, i personaggi esplorano una realtà rimasta inalterata da sempre, senza rendersi conto che questa realtà sta subendo un drastico cambiamento proprio nel loro tempo.
Nel secondo, i personaggi si ritroveranno in un mondo caotico, nel pieno della fase di cambiamento. In questo libro verranno spiegate molte cose relative alla realtà immateriale e ai suoi cicli.
Nell’ultimo… Sapranno ormai che al periodo di caos succede quello del riarrangiamento, della riorganizzazione: dovranno prendere in mano il proprio destino, non sarà facile per loro.
In generale, mi sono divertita a giocare con due entità “al di sopra di tutto”, che ho chiamato Entropia e Moira: finché esse sono in equilibrio, tutto scorre normalmente, ma basta un piccolo moto dell’una o dell’altra perché ogni certezza venga messa in discussione.
Hai altri progetti in cantiere oltre questa saga o preferisci dedicarti a un libro alla volta?
Per ora, nient’altro. Ho la testa piena di quello che sto facendo.
Perché sei diventata un’autrice indipendente? Cosa mi puoi dire di questa tua esperienza di pubblicazione? I risultati che stai ottenendo sono compatibili con le tue aspettative?
Sono diventata un’autrice indipendente per due ragioni: una brutta esperienza con il mio primo editore, e il fascino che esercitava su di me l’idea dell’autopubblicazione. Mi piace tantissimo non dover rientrare nella “politica editoriale” di qualcuno, mi sento libera, è stato bellissimo dire “bene, il mio libro è finito, mi piace, lo pubblico”, senza la snervante attesa di qualcuno che se ne interessasse. I risultati sono persino superiori alle mie aspettative, certo, non guadagno ancora abbastanza da poter dire “mollo tutto e faccio la scrittrice per mestiere”, però inizio a guadagnare e a vedere tanti piccoli riconoscimenti per il mio lavoro.
Grazie ancora a Noemi per aver risposto alle mie domande. Vi lascio con una sua breve biografia e alcuni link per conoscerla meglio e per scoprire i suoi libri.
NOEMI GASTALDI è un'accanita "diarista", che pubblica per la prima volta una piccola parte dei suoi scritti nel 2009, collaborando al romanzo "22 fiori gialli" con Tiziano Aromatico (da novembre 2012, edito da eroscultura). Da allora, trascrive le sue esperienze anche sul suo blog. Nel 2012, Noemi autopubblica il suo primo romanzo fantasy, “Il tocco degli Spiriti Antichi”, primo volume della saga fantasy "Oltre i confini".
Oggi nel mio blog ospito un altro scrittore indipendente, Francesco Zampa, autore del romanzo giallo “ Doppio omicidio per il Maresciallo Maggio”. Questo è il primo romanzo di Francesco, ma non la prima sua opera pubblicata. In precedenza, nel 2010, è uscita una sua graphic novel intitolata “ Calciopoli ovvero l’Elogio dell’Inconsistenza”, mentre nella scorsa estate il suo racconto “ Destinatario sconosciuto”, che ha per protagonista ancora il maresciallo Franco Maggio, è stato pubblicato nella raccolta “ Carabinieri in giallo 5” della collana Giallo Mondadori.
Salve Francesco, benvenuto su Anakina.blog. In primo luogo volevo farti i complimenti per il tuo romanzo. Davvero un bel giallo dalla trama complessa. Mi racconti un po’ come è nato il personaggio del Maresciallo Maggio?
Buongiorno cara, bentrovata. Mi fa piacere che ti sia piaciuto, è difficile trovare recensori… “onesti” tra gli amici ai quali ti rivolgi per la revisione. Avevo appena letto il bando di concorso per dei racconti. Tema: carabinieri investigatori, massimo 16 cartelle eccetera con la possibilità, per i classificati, di essere pubblicati sul “Giallo Mondadori”. Venivo da un periodo in cui avevo letto molto, e molto più degli anni precedenti: Grisham e Forsyth specialmente. Mi piaceva il loro modo di costruire trame e personaggi, mitizzando le sfumature della storia più che i protagonisti, che rimanevano tendenzialmente persone normali coinvolte in questioni apparentemente molto più grandi di loro. Come se ciascuno di noi dovesse affrontare, nella quotidianità, un assassino o un complotto. Ma, oltre al fatto che il protagonista doveva essere un appartenente all’Arma, non mi sembrava il caso che, italiano di estrazione e cultura, mi mettessi a parlare di avvocati di New York o del Mossad. Ho preferito rimanere ancorato alle mie esperienze più che andare a misurarmi in territori sconosciuti. Stabilito questo, avevo ben chiaro anche che non volevo creare storie o personaggi elegiaci né di propaganda, del genere cui ci ha abituati la tv generalista, per esempio. Bello o brutto, doveva essere mio e, anzi, ricoprire uno spazio di autenticità (per quanto possibile nella fiction) che in Italia, a mio modo di vedere, non c’è. Trame ingenue e racconti per nonne e nipotini continuano a riempire la prima serata, mentre dagli USA giungono serie rinnovate nella tradizione ma anche sperimentali, con personaggi di tutti i tipi e senza paura di sfidare il pubblico. Vediamo protagonisti con gravi problemi personali, alcolizzati o drogati, disonesti; talvolta dai caratteri forzati ma riflettenti la società in cui vivono. Da noi non mi sembra possibile. Il pubblico sarebbe anche maturo, altrimenti queste serie non sarebbero così seguite; quindi è la produzione che fa scelte precise. Perché? Bisogna chiederlo a loro. Anche Maurizio Costanzo, direttore del Giallo Mondadori, ha sfiorato questo argomento. Mi sono forse un po’ dilungato ma ecco, con tanta premessa, leggendo quel bando, in pochi secondi avevo in mente il personaggio. Non sapevo ancora il genere, ma sapevo che mi piaceva mettere in risalto il ribaltamento dell’apparenza: ciò che sembra non è, ciò che viene attribuito con giudizi immediati può essere quanto di più fallace esiste. E cos’è questo se non la sintesi del giallo? Volevo una persona normale, intimamente onesta e sensibile alle esigenze dei più deboli senza pregiudizi, ma non banale!
Prima di questo romanzo hai scritto diversi racconti con questo personaggio. Cosa mi puoi dire a proposito?
Il racconto d’esordio, “Il telefono galeotto”, nasce proprio così come ti ho detto. D’impulso, senza tecnica, così come veniva. Mi sembrava comunque una bella trama, ma non si qualificò. Meglio i successivi due, “Una brutta faccenda”, in cui si parla di un episodio di -presunta- corruzione, e “Destinatario Sconosciuto”, con protagonisti una bella romagnola fedìgrafa e due ragazzi vittime della droga. Avevo capito la lezione del primo e ho cercato di ripropormi facendo maggiore attenzione, e finalmente mi sono classificato. Voglio aggiungere che vado orgoglioso di questo ottavo posto ex-aequo, perché non vuol dire, per me, quasi-ultimo (che sarebbe comunque stato soddisfacente in una prova del genere), ma che, nonostante il personaggio sia stato fuori dai canoni rispetto a quelli abituali (basta leggere la raccolta), una giuria composita non ha potuto fare a meno di classificarlo. Eh sì che la versione pubblicata contiene più di un indizio che conferma questa mia tesi: il parrucchiere, in origine, era una parrucchiera, a simboleggiare un rapporto di confidenza molto più immediato tipico in Romagna. Come mai abbia cambiato sesso è un’altra cosa da chiedere ai redattori!
Quando hai pensato che Maggio fosse pronto per un romanzo? Quale è stata la genesi di “Doppio omicidio per il Maresciallo Maggio”?
Un po’ per la teoria appena citata, un po’ perché avvertivo l’esigenza di esprimermi senza dover compiacere nessuno né sentirmi vincoli intorno, decisi che il quarto episodio (io lo chiamavo “Episodio IV”, se ti fa piacere saperlo!) sarebbe andato oltre, pagine quante necessarie. Vidi una ragazza che fuggiva disperata in campagna in un telefilm, e immaginai la sequenza iniziale del mio primo giallo. La ragazza era bionda, giovane e carina, tanto per cambiare! Chi era? Da chi stava fuggendo? Perché è stata uccisa? Ho iniziato a rispondere a queste domande e ho sviluppato la trama, seguendo un po’ la tecnica che avevo assimilato leggendo per riconoscere gli ingredienti necessari. Un po’ è venuta da sé, un po’ è stata corretta in corsa: ho indagato con tecnica… ucronica, ma credo sia normale.
Nel leggere il tuo romanzo ho notato una certa cura nel raccontare le procedure delle indagini. Spesso le spiegazioni sono talmente dettagliate da assimilarlo a un giallo procedurale. Quali di queste procedure corrispondono a quelle reali? Cosa c’è invece di inventato?
Diciamo che c’è un mix di fantasia e realtà. Non mi sono attenuto a tecniche autentiche anche perché possono essere noiose in un romanzo che nasce per mantenere viva la curiosità e l’attenzione. Le impronte e i repertamenti sono cose abituali in qualsiasi giallo. I diversi reparti investigativi sono inventati, ancorché verosimili: ho cercato di contrapporre un approccio scientifico ortodosso a quello intuitivo e istintivo del protagonista. Mi interessava anche mostrare come i media costruiscano verità in base alle richieste del pubblico, invece che informare. È un tema molto attuale e per affrontarlo occorre forse andare oltre il politicamente corretto.
Accanto alla parte più propriamente poliziesca c’è la descrizione dell’ambientazione, in cui si svolge la storia (Viserba e dintorni), dei personaggi, compresi quelli secondari, che durante la lettura appaiono molto realistici. C’è qualche fatto realmente accaduto o qualche persona reale che hanno ispirato la tua narrazione?
Diciamo che in continuazione incontro persone che sembrano personaggi o vengo a conoscenza di fatti che sembrano trame. A un certo punto mi sono accorto che era la mia sensibilità a farmeli apparire come tali, e ho cominciato ad appuntarli ogni qualvolta mi impressionavano per qualsiasi motivo... quelli che non erano già scolpiti nella mia memoria, voglio dire. Parimenti, anche situazioni di fantasia prendono corpo a mano a mano che scrivo. Poi ci sono le esigenze narrative: una massaia che ogni giorno fa la spesa non interessa, ma immaginiamo che vada perché si è accorta che il cassiere l’ha notata: vuole convincerlo a uccidere suo marito? O lui vuol uccidere lei? Mi è venuta in mente ora! Questi personaggi sono un mix di spunti reali, suggestivi, immaginari, e, a loro volta, diventano qualcos’altro di autonomo, pronto per il successivo “filtraggio”. Il sottotitolo del mio (poco frequentato) blog è “la realtà è più stupefacente”: perché, nelle mie intenzioni, è dalla normalità che prendono vita le storie.
Quanto invece è pura finzione in questi aspetti?
È praticamente tutta finzione, dal momento che aggiusti le versioni.
Quanto di te c’è in Franco Maggio o in altri personaggi?
Me l’hanno chiesto in molti. Intanto c’è voluto il quarto episodio per dargli un nome, prima era semplicemente “il maresciallo Maggio”. Ovviamente c’è di me perché l’ho inventato io, anche se volevo farne, come detto, un personaggio diverso da quelli proposti, sorretti dalla bravura degli interpreti più che dalle loro qualità. Lui ha qualche anno meno di me, è single, è più svincolato di me. Forse mi piacerebbe essere come lui. Qualcuno (tutte donne, compresa mia moglie) mi ha anche chiesto chi fosse quella ragazza con la Mini. È quella che ha lasciato ciascuno di noi lasciando tracce indelebili, quella che non tornerà più. Quella delusione attraverso la quale tutti siamo passati per crescere, o rinascere. È citata anche nella graphic novel! Credo di aver imparato che, da autori, bisogna saper estromettere il personalismo. Il lettore non è interessato alle nostre beghe personali ma a una storia che lo prenda il più possibile. Quindi, se la cosa è funzionale alla trama bene, sennò ciccia. Ma, tanto per contraddirmi subito, siccome un autore può fare quel che vuole, vediamo un po’ se Maggio… voglio precisare un’ultima cosa: da tempo sono appassionato di cultura ebraica e questa cosa è riemersa nella trama praticamente in maniera spontanea.
Tu sei anche uno sportivo, addirittura un maratoneta. In base alla mia esperienza personale, l’attività sportiva stimola molto la creatività. Capita anche a te? Ti è mai successo di trovarti di fronte a un blocco nell’ideazione di una trama e di risolverlo magicamente facendo attività fisica?
Parlami del rapporto che esiste per te tra sport e scrittura.
Devo dire che niente come la corsa mi ha gratificato di salute ed equilibrio psico-fisico. È un capitale a reddito fisso che si accumula solidamente con la costanza nel corso degli anni. Un altro mondo mi si è schiuso grazie agli incessanti allenamenti, e, più di tutto, devo dire che ho re-imparato il metodo e la pazienza. Non c’è risultato senza impegno e sacrificio, e nessun risultato viene da sé. Ci può essere quel pizzico di fortuna, di coincidenza, quella parte che non dipende da te: ma se ti sei allenato a sessanta chilometri a settimana per sei mesi, quel giorno tu taglierai il traguardo. Pioverà? Sarà sereno? Questione di un minuto, e non sai neanche se in più o in meno. Ciò che conta veramente è la comprensione fondata e feroce che i 42.194 passi che hai appena fatto non conteranno nulla se non farai anche l’ultimo. Non ci sono attenuanti, né scuse, è tutto nelle tue mani. Oltre questo, c’è una chiarezza di idee nella visione delle cose e nei propositi, tangibile dopo ogni allenamento, i cui effetti tendono a consolidarsi nel tempo. Quindi sì, posso dire che, correndo, ho illuminato diversi angoli cechi.
Hai creato anche una graphic novel, quindi ti occupi anche di disegno? Raccontami di questa tua passione e di come è nata “Calciopoli ovvero l’Elogio dell’Inconsistenza”.
Questa è stata veramente una cosa di passionalità. Da juventino ho sempre vissuto la questione di Calciopoli come una macroscopica e ipocrita ingiustizia, tanto da desiderare di raccontarla in prima persona con questa mia storia d’esordio, che sto lavorando anche per mettere on-line. Ci vorrebbe Maggio per risolvere questa cosa! I disegni sono miei, certo non sono un disegnatore professionista ma credo che, nel complesso, sia riuscito a dire quasi tutto. Quasi, sottolineo, riallacciandomi al fatto che cose troppo personali possano diventare meno interessanti; forse avrei dovuto lavorarci un po’ più per renderla un po’ più professionale. Non so. Mi piaceva disegnare, ma ho iniziato a farlo in quest’occasione proprio per necessità di esprimermi; vengo da una giovinezza intrisa da Zagor, Ken Parker, Tex e Uomo Ragno, e successivamente da Julia, Maus e Persepolis. “Uomo Ragno”, proprio così, non era ancora “Spiderman”!
In qualità di autore indipendente lavori da solo o collabori con qualcuno? Sei soddisfatto di questa tua esperienza di self-publishing? Quali aspetti di questa esperienza vorresti migliorare?
Finora ho lavorato da solo. Sono in contatto con un mio amico pittore per la copertina ma… un appuntamento con il Papa sarebbe stato più semplice! Sono comunque contento, ho potuto fare tutto come volevo io, e vedere il mio libro realizzato. Certo, l’aspetto successivo è ancora più complicato che scriverlo ma… non sembrava forse proibitivo solo il vederlo pubblicato? Sto vendendo delle copie e comincio a non essere più sicuro di conoscere i miei lettori per nome e cognome (e indirizzo), e questo è bellissimo. Devo aggiungere che grazie al Forum ho conosciuto persone come me, nel senso altri autori, ma soprattutto come te: gentili e disponibili ad aiutare gli altri con la propria esperienza. Credo che il futuro sia roseo per noi autori indipendenti: prevedo una crescita del movimento spontaneo al quale le case editrici dovranno dedicare maggiori risorse. Tutto il mercato dell’editoria ne trarrà vantaggio.
Stai scrivendo qualcosa in questo periodo? Quali sono i tuoi futuri progetti letterari?
Sto preparando l’Episodio V, non so ancora se ci sarà il VI. Dopo vorrei dedicarmi a una traccia ucronica o qualcosa del genere, per il momento è solo un’intuizione. Mi piacerebbe misurarmi su strade che non ho ancora percorso, una trama completamente diversa.
Grazie Carla per avermi dato la possibilità di parlare del mio lavoro e dei miei progetti!
Grazie a te, Francesco!
Vi lascio con una sua biografia e qualche link per conoscerlo meglio.
FRANCESCO ZAMPA ha 48 anni, una moglie e quattro figli, è maratoneta, appassionato di cinema e lettura. Ha già pubblicato una graphic novel nel 2010, “Calciopoli ovvero l’Elogio dell’Inconsistenza” e ha scritto alcuni racconti che hanno per protagonista il maresciallo dei carabinieri Franco Maggio, uno dei quali, “Destinatario Sconosciuto” è stato pubblicato in una raccolta nel Giallo Mondadori.
Il maresciallo Franco Maggio è protagonista anche del suo romanzo d’esordio, “Doppio Omicidio per il Maresciallo Maggio”.
In questo guest post si affronta un campo della narrativa molto particolare, quello rivolto ai giovani. Ce ne parla l'autrice Antonella Sgueglia, che recentemente ha scritto un libro per ragazzi intitolato "A scuola con portamento".
Negli ultimi tempi un gran numero di best sellers riguardano proprio la narrativa per ragazzi. Ciò rappresenta un aspetto positivo per la nostra società, affinché i ragazzi si approccino alla lettura inteso come mezzo conoscitivo. I giovani tendono a preferire altri hobby ma le classifiche di vendita svelano che i ragazzi trovano nel libro un momento di pace, relax e motivo di crescita culturale. Non dimentichiamo che leggere significa apprendere parole nuove e capire come usarle nella vita quotidiana. Ecco perché è bene inserire alcuni termini inusuali nel linguaggio giovanile, corredandoli di spiegazioni nelle note a pie’ di pagina. Certo, non potremmo scrivere un dizionario anche perché risulterebbe noioso ai più.
Scrivere per ragazzi non è un’attività semplice, soprattutto per chi è adulto. Ho soltanto 27 anni ma sono sposata da due e da otto lavoro come traduttrice. Sono entrata presto nel mondo dei grandi e quando ho scritto il mio ebook è stata un’occasione per riscoprire un mondo abbandonato, quello fatto di frivolezze, di piccoli grattacapi che in quel momento sembrano montagne insormontabili, ma, purtroppo, anche di problemi grandi, forse più di noi e ci sentiamo soli. In “ A scuola con portamento”, il mio romanzo, l’argomento principale è il disagio di Cristina, la protagonista, nei confronti dei compagni di classe. L’approdo al liceo non le risulta facile e lei teme sia un comportamento razzista, considerato che è una mixed race nata da padre haitiano e madre italiana. Con l’aiuto della sua unica amica Gio e della madre impara ad accettarsi e, per caso, entra in una scuola per modelle dove apprende tutti i segreti per svolgere questo mestiere. Così, i problemi legati alla separazione dei suoi genitori e all’incomprensione di alcune compagne vengono spazzati via da una ricca dose di ottimismo e self-control.
Ecco, io ho inserito la scuola per modelle in modo da alleggerire il racconto. Ritengo che i giovani desiderino soprattutto divertirsi, quando leggono. E come non interessarsi a una lettura che ci migliora con tanti semplici consigli da applicare per diventare anche noi sicure e camminare a testa alta senza doverci preoccupare se ci stanno criticando per la nostra goffaggine?
Scrivere per ragazzi è soprattutto narrare dal loro punto di vista e non è facile. Il linguaggio deve essere chiaro, pratico ma non scontato e così l’ambientazione, la trama, non si può sempre parlare degli stessi argomenti cambiandone i nomi. Bisogna stupirli e dar loro tanto in modo da chiedere sempre di più a loro stessi e alla lettura.
ANTONELLA SGUEGLIA è una traduttrice freelance di lingua inglese. Ha vinto il concorso “Verrà il mattino e avrà un tuo verso” con la poesia “ Seppur nascessi cento volte” indetto da Aletti Editore, disponibile nelle librerie. “ A scuola con portamento” è il primo ebook in uscita. In aprile, in tutte le librerie, sarà presente il suo primo romanzo di narrativa femminile per donne. Adora leggere, scrivere e cucinare. Dall’ebook è nata anche la pagina Facebook dove incontra le sue piccole fan e risponde alle loro domande: www.facebook.com/ascuolaconportamento
Grazie mille ad Antonella per il suo contributo!
Oggi ho il piacere di ospitare un simpatico guest post di Giulia Beyman, che parte da una riflessione ironica per mettere in evidenza un aspetto importante che uno scrittore non dovrebbe mai dimenticare quando sviluppa il protagonista della sua storia.
In quei momenti di riflessioni semiserie che ogni tanto capitano, soprattutto nei periodi di maggiore stress, mi sono ritrovata a pormi una domanda niente affatto secondaria sul mio lavoro di scrittrice: “Come mai finisco per uccidere sempre i mariti altrui?”
Ho fatto morire il marito della protagonista della mia serie - Nora Cooper, agente immobiliare che ha il piuttosto insolito dono di comunicare con l'aldilà - durante una rapina in banca al suo esordio in “ Prima di dire addio” (ma non vi dirò altro in proposito perché fa parte del giallo da svelare) e accanto a Nora, nel secondo libro, “ Luce dei miei occhi”, ho messo una nuova co-protagonista, Susan Bley, neanche a dirlo, anche lei vedova, ma da diversi anni e per altri motivi che non hanno niente a che vedere con il giallo.
Bastano queste piccole differenze tra i due casi ad assolvermi dal duplice omicidio?
Forse no. Così, con qualche senso di colpa, per il momento mi sono imposta di non uccidere nessun altro marito nel terzo libro che sto già scrivendo, e così la co-protagonista che affiancherà Nora Cooper, la misteriosa Kelly Scott, sarà, all'inizio della storia, una donna sola. Ma per scelta questa volta, senza alcun bisogno di far fuori nessuno, per fortuna.
Ma al di là di ogni ironia, io, che come scrittrice di storie di suspense, per lavoro uccido, non ho potuto non chiedermi come mai abbia fatto fuori con tanta nonchalance ben due mariti in due libri. Un caso quasi da primato.
E qui, per fortuna, viene fuori la parte un po' più seria della mia riflessione. Una parte che forse può essere utile a chiunque, per lavoro o non, si debba confrontare con una storia, e quindi - soprattutto - con dei personaggi.
Perché è indubbio che ogni buona storia sia la storia del suo protagonista, e che ogni storia debba cogliere il suo protagonista in uno stato di profondo squilibrio emotivo.
Come scrive Chris Vogler nel suo fondamentale “Il viaggio dell'eroe”: “In ogni buona storia, l'eroe cresce e cambia, compiendo un cammino da un modo di essere all'altro: dalla disperazione alla speranza, dalla debolezza alla forza, dalla follia alla saggezza, dall'amore all'odio e viceversa. Sono questi percorsi emozionali che rendono la storia interessante.”
Ed è questo movimento, da uno stato emotivo all'altro, che costituisce il fulcro dell'arco di trasformazione del personaggio, indispensabile in ogni buona storia.
Forse non tutti gli scrittori avranno bisogno di uccidere mariti, come ho fatto io. E prometto comunque di rifarlo, in futuro, solo se strettamente necessario. Ma per chiunque ami scrivere, di qualunque genere vi occupiate, vale lo stesso consiglio. Se amate davvero il vostro protagonista, mettetelo alle strette e creategli quanti più ostacoli possibili, meglio se di grande coinvolgimento emotivo e psicologico, perché per dipanarli possa dare il meglio alla vostra storia.
E se davvero non sapete come, chiudete gli occhi, e immaginate di essere voi il vostro protagonista. Cosa vi spaventa? Di cosa avete paura? In quale situazione davvero non sapreste come reagire?
GIULIA BEYMAN è autrice di due romanzi mystery “ Prima di dire addio” e “ Luce dei miei occhi”, tutti e due in fase di traduzione in inglese. Prima di dedicarsi a tempo pieno alla scrittura di libri, ha lavorato per diversi anni come giornalista free-lance e poi come sceneggiatrice televisiva.
Potete trovare i suoi libri su Amazon.
Potete contattare Giulia Beyman online: sul suo Blog, su Facebook e su Twitter.
Grazie mille a Giulia per il suo contributo!
Ho provato a sottoporre questo argomento ad alcuni gruppi in inglese di scrittori sia su Facebook che su Google Plus. In entrambi i luoghi virtuali ho scatenato una lunga discussione su come sia possibile applicare il principio di scrivere di ciò che si conosce a un genere che, per definizione, racconta di luoghi, tempi e tecnologie inesistenti, che non possono quindi essere conosciute.
Ma nell'espressione "scrivi ciò che conosci" c'è un trucco.
Ne parlo in un articolo pubblicato sul blog di Kipple Officina Libraria, intitolato "Scrivere ciò che si conosce nella fantascienza e la sospensione dell’incredulità". Avrei piacere di sentire le vostri opinioni in merito nei commenti, qui e/o sul blog di Kipple. Vi chiedo anche di condividere questo articolo tra i vostri contatti nei vari social network.
Da autrice di fantascienza, ma anche solo da scrittrice che ama raccontare ciò che non ha sperimentato in prima persona, anzi che usa proprio la scrittura per sperimentare ciò che non conosce, vorrei di sicuro approfondire l'argomento in un post successivo. Nel frattempo andate a leggere su Kipple, dove faccio anche degli esempi tratti da uno dei più grandi autori contemporanei di fantascienza, oltre che uno dei miei preferiti: Peter F. Hamilton.
Il fantasy è un genere molto amato dai giovani, in particolare nella sua accezione definita urban gothic. Quest’ultima racconta storie caratterizzate dalla presenza di esseri soprannaturali inseriti in contesti contemporanei, in una sorta di mondo alternativo in cui convivono con gli essere umani.
E oggi ho il piacere di ospitare sul blog un’autrice di questo genere, Aurora Torchia, che insieme a suo fratello Alessandro Torchia ha pubblicato il libro “ Favole del crepuscolo”.
Salve Aurora, benvenuta nel mio blog!
È un piacere per me averti qui per parlare un po’ con te del tuo libro e in generale dello urban gothic. Come è nata l’idea di cimentarsi nella scrittura di un romanzo di questo tipo?
Il piacere è mio!
In verità, scrivo libri (o almeno ci provo) fin da quando ero una ragazzina: questo è il primo però che non interrompo dopo solo alcuni capitoli ma porto a compimento.
Io ho sempre amato il genere fantasy e ho sempre scritto storie di questo tipo. Quindi, è stata quasi una scelta naturale orientarsi verso il fantasy anche per questo primo romanzo lungo! Quando ho lavorato alla storia avevo in mente due idee precise: metterci dentro un po’ tutto quello che mi piace, e cercare di creare un’ambientazione originale rispetto ai classici. Per quanto riguarda il primo punto, sono sicura della riuscita. Quanto al secondo… beh, lascio decidere ai lettori!
So che il tema del freak, il cosiddetto mostro, ti è molto caro. Mi chiedevo: anche nel tuo libro attribuisci a esso il significato metaforico di persona diversa dalla normalità? Oltre a essere un’opera di intrattenimento, è corretto dire che con “Favole del crepuscolo” tu e tuo fratello avete voluto anche trasmettere un messaggio riferito alla realtà di tutti i giorni?
Per quanto riguarda me, sicuramente sì. Ma niente prediche, non temete! Non sono il tipo. Con messaggio non intendo il venire a dire alla gente come dovrebbe vivere. Semplicemente, mostro quello che è per me un mondo possibile e auspicabile – un mondo in cui non esistano concetti come normalità. In questo mondo che vorrei, tutti hanno il loro posto e nessuno è da solo.
Probabilmente sono rimasta traumatizzata dal finale di “Edward Mani di Forbice”, e ho deciso di creare un luogo in cui l’amore e il rispetto siano più importanti dell’avere un paio di forbici al posto delle mani e di bucare qualche materasso ad acqua per sbaglio ogni tanto.
L’augurio è che un giorno un mondo simile smetta di essere solo nella mia testa ma riesca a vederlo anche semplicemente camminando per la strada.
Siamo abituati a leggere storie di vampiri, licantropi e simili ambientati nei posti più disparati. La storia del vostro libro invece si sviluppa in quella che è poi la vostra città, Venezia, scelta che a mio parere è azzeccatissima. Nell’immaginario comune, non solo quello degli italiani, Venezia è sempre avvolta da una sorta di alone di mistero, quasi fosse una città senza tempo.
In qualche modo la città stessa vi ha ispirato nella creazione della storia? Ci sono dei luoghi particolari dai quali sono scaturite alcune idee della trama?
Insomma raccontami un po’ del legame tra Venezia e la genesi di questo libro.
Venezia è un luogo effettivamente unico (perdonatemi un po’ di campanilismo): penso sinceramente che non esista un’altra città uguale in tutto il mondo, ed è ricchissima di leggende misteriose. Quindi, avendo a disposizione un simile ambiente, perché non sfruttarlo?
Sono poi particolarmente affezionata a ognuna delle descrizioni, perché sono spesso una resa fantasy di posti che frequentavo andando all’Università: il Midnight Cafè non è niente altro che la versione gotica di un bar molto carino in cui mangiavo spesso con gli amici, per fare un esempio.
Quanto alla descrizione finale di Piazza San Marco, era doveroso che avesse un posto da regina nella storia. Uno dei ricordi più forti, che ho di Venezia di quando ero bambina, sono le campane che suonavano dopo il tramonto, e io col naso all’insù a guardare il campanile. Consiglio a tutti una passeggiata da quelle parti di notte: basterà solo quello a vedere quanto di magico c’è in Italia, senza dover cercare ambientazioni esotiche.
I personaggi del libro sono giovani. Quanto ti sei immedesimata in loro durante la scrittura? Quanto c’è di te nei singoli personaggi?
Questa è una domanda piuttosto difficile per me. Mio fratello ti risponderebbe che assomiglio molto alla protagonista, ma io cerco sempre di rendere i miei personaggi più diversi da me possibile – purtroppo, non sempre ci riesco. È una questione di gusti, immagino: mi diverto molto di più a lavorare su personalità che non hanno nulla a che vedere con la mia.
Ma si, temo che la protagonista Gaia abbia davvero qualcosa di simile a me… tranne l’altezza.
“Favole del crepuscolo” è un romanzo scritto a quattro mani con tuo fratello. Come si scrive un romanzo a quattro mani? Tecnicamente come vi siete organizzati?
Ha funzionato meglio di quanto mi aspettassi! Probabilmente anche grazie al fatto che sul lavoro sono un mastino e non davo tregua a mio fratello finché non scriveva.
In pratica, ho buttato giù una prima stesura del libro, che mio fratello ha riletto aggiungendo sue idee e suoi personaggi. Da qui è iniziata una lunga fase fatta di riletture incrociate, aggiunte, tagli e così via: divertente e sicuramente utile a rendere il libro ancora più vario.
Quali altre persone sono state coinvolte durante la stesura dell’opera nelle sua varie fasi (stesura iniziare, editing, correzione di bozze, rilettura, formattazione, ecc…)?
Devo prima di tutto ringraziare sentitamente un sant’uomo di nome Pierpaolo Cocchi che, nonostante ci conoscessimo pochissimo, ha provveduto a creare una versione epub del libro.
Poi non posso non citare la mia amica Erica, che ha letto questo libro tanto da saperlo a memoria…
Ultimo ad averci lavorato – ma di certo non ultimo per impegno speso – è stato l’illustratore e amico Walter Brocca, autore anche della copertina che vedete, nonché di altre tavole – presenti purtroppo solo nel pdf del libro, ma che mando volentieri via mail a chiunque me le chieda.
Come mai avete deciso di diventare autori indipendenti?
Autore sconosciuto + genere fantasy + quasi 500 pagine = difficilmente una casa editrice ha tempo e voglia di leggere quello che scrivi.
Triste forse, ma vero.
E io sinceramente sono sempre stata una persona molto poco paziente, quindi sono partita in carica e mi sono messa a pubblicarmi e pubblicizzarmi da me.
Di certo non escludo di poter pubblicare per qualche casa editrice un giorno, anzi, ma al momento non ho ricevuto nessuna proposta interessante.
Cosa bolle in pentola? State scrivendo qualche altro libro (separatamente o insieme)?
Per quanto riguarda il mio impegnatissimo fratello, quando i suoi impegni di musicista e organizzatore eventi gli danno tregua, scalpita per scrivere il seguito – cosa che ci stanno chiedendo in molti, e non sono tutti parenti, nonni e amici!
Io al momento mi sto divertendo a scrivere “Chiodi Nelle Ali”, un breve romanzo horror, e una storia a puntate dal titolo “La Città dei Mostri”, primo credo di una serie di progetti legati a un’ambientazione a cui lavoro da un po’.
Grazie ancora ad Aurora per la bella chiacchierata.
Grazie ancora a te!
Vi lascio con la biografia di Aurora Torchia e qualche link per conoscerla meglio.
AURORA TORCHIA è nata il 20 aprile 1983, è laureata in Lingue Orientali all'Università Ca' Foscari di Venezia e in procinto di prendere la specializzazione nella stessa università.
Traduttrice per passione, spera che questa diventi presto anche la sua professione. “ Favole del crepuscolo” è il suo primo romanzo, scritto insieme al fratello Alessandro.
Di sé dice che, un pò come un vecchio menestrello di altri tempi, ama raccontare storie e parlare di mondi di onore e incanto a tutti coloro che abbiano la pazienza di ascoltarla. E naturalmente spera di avere l'opportunità di farlo tramite i libri.
Ieri sono state annunciate le nomination per i Booktrailers Online Awards, una sorta di "Oscar" dei booktrailer organizzata dai blog www.booktrailers.ilcannocchiale.it e www.futuroscrittura.altervista.org, che vedrà annunciati i vincitori il prossimo 10 febbraio.
Facendo clic qui o sull'immagine potete leggere la lista dei nominati, che include anche il booktrailer di "Deserto rosso - Punto di non ritorno", realizzato da Fabio Delfino (che ha ricevuto altre quattro nomination per un altro booktrailer), per la categoria Migliore Sintesi.
In attesa di conoscere la scelta finale dei giurati, rimane in sospeso un'altra categoria di premio, che dipende direttamente dal feedback degli utenti: Migliori commenti del pubblico. Per questa ho bisogno del vostro aiuto. Vi invito a visitare la pagina del mio booktrailer sul sito dei BTO Awards, scorrere in basso, votare il trailer e soprattutto lasciare un commento su di esso (non sul libro).
Ringrazio tutti quanti finora abbiano contribuito a questo piccolo successo!
Vi riporto ancora una volta il trailer, invitandovi a condividerlo con i vostri amici!
Al termine del secondo episodio, “ Abitanti di Marte”, potevate pensare che fossimo arrivati a metà della storia. In realtà il vero giro di boa della serie si raggiungerà all’interno di “ Nemico invisibile”, che per lunghezza è superiore ai primi due episodi messi insieme e in cui il cuore stesso della storia prende vita, fornendo al lettore quasi tutte le risposte.
Ho lavorato per due mesi alla prima stesura. Il risultato è stato oltre 73 mila parole, più della metà delle quali sono state scritte nelle ultime tre settimane. È stata a tutti gli effetti una maratona, ben più stressante del NaNoWriMo, perché sapevo di dover portare a termine l’episodio entro il 15 febbraio, indipendentemente dal numero di parole finale. È stata un’esperienza più intensa rispetto alle prime stesure di “ Punto di non ritorno” e di “ Abitanti di Marte”, anche perché all’interno di “ Nemico invisibile” succedono davvero tante cose.
La maggior parte del libro è di nuovo raccontato in prima persona e al presente da Anna. Si ha quindi l’impressione di seguire in tempo reale ciò che le accade e ciò che le passa per la testa. Vi assicuro che per me, che l’ho scritto, è stata veramente un’impresa. Anna è un personaggio pesante sotto vari aspetti. È lunatica, egoista, insicura, un po’ (?) pazza. Pensa mille cose e poi d’istinto ne fa un’altra a cui non aveva pensato prima. È una vera antieroina, un essere imperfetto e di conseguenza molto umano, anche se in maniera molto estremizzata (d’altronde si tratta di finzione, non realtà). Stare nella sua testa è stata un’esperienza faticosa. Un’esperienza che non è ancora finita, ma che in questo episodio raggiunge forse gli apici più elevati. Allo stesso tempo è stato qualcosa di esaltante.
“ Nemico invisibile” riprende più o meno dal punto in cui termina “ Abitanti di Marte”. In realtà in apertura di episodio c’è un flashback, che inizia a chiarire qualcosa che non è stato mostrato precedentemente, ma poi si riprende da Anna e dalle sue avventure. Ne saranno felici coloro che si sono dispiaciuti del fatto che in “ Abitanti di Marte” la parte in tempo reale fosse abbastanza ridotta. Be’, adesso avranno le loro risposte o almeno buona parte di esse.
Come dicevo, nel libro succedono tante cose. C’è molta azione. Vi sono alcune scene molto lunghe (una raggiunge ben 6400 parole) in cui gli eventi si susseguono senza soluzione di continuità. Addirittura vedremo Anna compiere qualche azione quasi eroica, anche se non del tutto disinteressata, e sebbene vedrete ciò che accade direttamente dai suoi occhi e le sue parole, credo proprio che non riuscirete a prevedere gran parte delle sue azioni. Ci sono anche alcuni dialoghi dei quali sono fiera, perché rappresentano dei punti importanti nel portare avanti la trama e altri perché a mio parere sono veramente divertenti. E poi avrete l’opportunità di sperimentare Marte non solo sulla sua superficie, ma anche nella sua aria e persino dallo spazio.
Non c’è però solo Anna in questo libro, neppure nella parte marziana, dove avranno ampio spazio almeno altri due personaggi fondamentali. Uno ve lo troverete in copertina, anche se apparentemente è presente solo in poche scene. Un altro è una vecchia conoscenza, che ha già avuto un ruolo importante in “ Abitanti di Marte” e qui darà davvero il meglio di sé (indovinate?).
Ma non c’è neppure soltanto Marte. Una parte della storia si svolge in parallelo sulla Terra, ancora una volta raccontata in terza persona e al passato (a voler simboleggiare la dilazione temporale delle comunicazioni tra i due pianeti). Quest’ultima non è affatto di contorno. Avvengono dei fatti importanti, che si intrecciano agli eventi marziani e gettano i presupposti per gli eventi della puntata finale.
Insomma, tanta roba.
Lo so, sto dicendo tanto e non sto dicendo nulla. Non me ne volete, non voglio rovinarvi il divertimento.
Nei prossimi giorni mi dedicherò a una prima rilettura dopo questi dieci giorni in cui mi sono staccata completamente dal libro (anche geograficamente, visto che sono stata in vacanza). Poi ci sarà l’editing e spero davvero di poterlo pubblicare come promesso entro la fine di aprile. Farò del mio meglio. Il testo è lungo e ha bisogno di essere rivisto per bene.
Ammetto che durante questa pausa, per quanto mi sia staccata da “Nemico invisibile”, non sono riuscita a fare altrettanto dai suoi personaggi. Continuavano a ronzarmi in testa delle idee contrastanti, relative però all’episodio finale e in particolare al suo epilogo relativo al personaggio di Anna, che alla fine della storia si troverà a compiere una scelta. Noi sappiamo però che Anna non è molto brava nel scegliere e, se può, non sceglie affatto. Con questo spirito ho cercato di elaborare un finale che le si addicesse meglio. Penso di esserci riuscita, tant’è che durante il mio viaggio di ritorno mi sono messa a scrivere pagine di appunti con carta e penna (sì, in aeroporto!), per timore che le idee mi sfuggissero dalla testa.
Qualcosa però ve la posso svelare (si fa per dire). La fine di “ Deserto rosso” non sarà una fine in senso stretto. Come sapete, esiste già un altro romanzo nella stessa timeline, che pubblicherò successivamente (“ L’isola di Gaia”) e proprio nell’ultimo capitolo dell’episodio finale ci saranno dei richiami importanti a qualcosa che dovrà succedere nel futuro. Il capitolo finale comprenderà due parti. La prima, suddivisa in due scene successive, chiuderà, per questo libro, la storia di Anna. La seconda, più breve, sarà dedicata a un altro personaggio, che potrebbe aprire nuovi scenari. Entrambe lasceranno delle porte aperte al futuro, questo perché a mio parere le storie vere non finiscono affatto (a meno che i personaggi non muoiano, ovviamente), quindi perché mettere la parola fine?
In ogni caso, rimanete sintonizzati. Il vostro feedback su “Nemico invisibile” sarà senza dubbio fondamentale nel determinare con esattezza il modo in cui si concluderà l’episodio finale e magari potrà essere da spunto allo sviluppo di nuove storie nella stessa timeline.
È arrivato il momento di un nuovo guest post. Questa volta ospito l'autrice indipendente Francesca Verginella, che ci parla (con la collaborazione di Davide Rigonat) di una delle più importanti piattaforme di autopubblicazione digitale al mondo, Smashwords, analizzandone vantaggi e svantaggi.
Sempre più spesso si sente parlare di self-publishing, talvolta inteso come alternativa all'editoria tradizionale, talaltra come elemento di opposizione o come percorso parallelo ed integrativo alla stessa. Il self-publishing, come peraltro già sottolineato in numerosi altri articoli, è un mondo complesso che raccoglie esperienze, motivazioni e obiettivi molto vari. Esso apre infatti la porta della pubblicazione a una schiera vastissima di scrittori che attraverso i canali tradizionali avrebbero avuto ben poche possibilità di veder distribuite le proprie opere. In questa sede non vogliamo addentrarci nei problemi relativi al controllo della qualità dei libri pubblicati, alla responsabilità dell'autore-editore, alla politica delle case editrici maggiori e così via. Ci siamo invece voluti concentrare brevemente sull'auto-pubblicazione di e-book, con alcune considerazioni sugli aspetti pratici della pubblicazione e della promozione e distribuzione e con particolare riferimento alla piattaforma Smashwords.
La pubblicazione può avvenire attraverso molte piattaforme diverse, peraltro sempre più numerose, italiane e straniere. Alcune di esse sono esclusivamente dedicate alla pubblicazione di ebook (ad es. Smashwords, Barnes&Nobles, XinXii, ecc.); altre prevedono invece il self-publishing cartaceo grazie al print-on-demand (ad es. Lulu); altre ancora, direttamente o tramite società convenzionate, consentono entrambe le soluzioni (ad es. Amazon, Narcissus, IlMioLibro, ecc.). Alcune piattaforme distribuiscono indistintamente libri pubblicati anche da case editrici (ad es. Smashwords), altre sono invece dedicate esclusivamente al self-publishing (ad es. Bookolico, ecc.). Nella scelta della piattaforma (o delle piattaforme, essendo di fatto sempre la pubblicazione - o, meglio, la distribuzione - non esclusiva) l'autore dovrà valutare non solo la qualità del prodotto pubblicato (si consideri che in molte di queste piattaforme è possibile caricare direttamente gli ebook in formato .epub o .mobi), ma anche e soprattutto le modalità di distribuzione del libro stesso. Si consideri che, in realtà, tutte queste sono di fatto piattaforme di distribuzione che su questo fondano i loro guadagni e in cui il servizio di pubblicazione è una sorta di servizio "collegato" gratuito. Va da sé che la promozione è affidata quasi completamente all'autore stesso.
In questo panorama, Smashwords è stato certamente un sito innovativo che in pochi anni ha davvero cambiato il mercato degli e-book aprendolo anche ai "privati" e che ha fatto scuola: dimostrazione ne è la proliferazione di servizi del tutto analoghi che ultimamente si sono affacciati alla rete e la contemporanea "marginalizzazione" - o quasi - delle esperienze precedenti. Basti pensare che, dai 140 libri a catalogo del 2008, anno della sua nascita, conta oggi circa 285.000 libri ed oltre 60.000 autori, con una media di opere pubblicate che aumenta al ritmo di 250-300 al giorno.
Brevemente, elenchiamo nel seguito alcuni dei pro e dei contro (molto legati questi agli scopi che l'autore si pone) relativi all'uso di questa piattaforma:
PRO
- completamente gratuito: grande libertà, anche nella determinazione del prezzo di copertina; - nessuna limitazione di dimensione o di genere per le opere pubblicate (io per esempio ci ho pubblicato tre racconti e quattro romanzi di genere molto diverso tra loro); - gestione dell'account e delle operazioni di pubblicazione intuitivo e semplice; - preparazione (formattazione) del testo relativamente semplice: pubblicazione automatica praticamente in tutti i formati più diffusi (.epub, .modi, .pdf, ecc.); - ISBN gratuito; - nessuna restrizione di fatto alla pubblicazione contemporanea su altri siti (anche se teoricamente "sconsigliata" dallo staff); - diffusione del libro attraverso molti distributori (Smashwords, iTunes, Kobo - e di conseguenza inMondadori che con Kobo ha recentemente raggiunto un accordo commerciale - Barnes&Nobles, Sony, Diesel, oltre a varie librerie). Al momento non vi è più accordo con Amazon che ha lanciato il suo sistema di autopubblicaizone (KDP-Self Publishing); - ottime percentuali sul venduto (in media 60-70%, con punte dell'80%); - pagamenti trimestrali; - possibilità di esenzione dalla tassazione americana dietro presentazione di documentazione IRS; - servizio di assistenza funzionante (normalmente ti rispondono - in inglese - dopo 4/5 giorni dalla richiesta).
CONTRO
- servizio di assistenza solo in inglese (ricordiamo che il sito è americano); - visibilità del libro sulla home page sempre più scarsa a causa dell'elevatissimo numero di pubblicazioni giornaliere; - difficoltà di ricerca di testi in una lingua particolare (es. italiano); - e-book generati automaticamente con alcune limitazioni sulla libertà di impaginazione (recentissimamente è stata però introdotta la possibilità di mettere in rete direttamente degli .epub fatti "in proprio"); - prezzi solo in dollari americani; - necessità di un conto Paypal; - promozione di fatto affidata all' intraprendenza dei singoli; - attualmente non distribuisce sui canali più diffusi in Italia (Amazon, isb, ecc.).
Molti dei contro sono assolutamente relativi agli obiettivi che uno si prefigge: se un autore spera di pubblicare il suo primo libro su Smashwords, di vendere migliaia di copie e far un mucchio di soldi in poco tempo, allora probabilmente ha sbagliato strada.
Per cercare di ovviare al problema della scarsa visibilità e della difficoltà di trovare i testi in italiano all'interno dello sterminato catalogo di Smashwords mi sono impegnata in un'operazione di paziente ricerca e catalogazione dei testi presenti sul portale: il risultato è un elenco di tutte le opere pubblicate da autori italiani, oriundi o "assimilabili" (ad es. svizzeri, ecc.) in italiano su Smashwords dal 2008 ad oggi (parliamo, ad oggi, di circa 700 libri), siano essi gratuiti o a pagamento. Per scelta personale, le uniche opere che non ho voluto inserire nella lista sono quelle ad argomentazione dichiaratamente pornografica.
L'elenco è stato ordinato alfabeticamente secondo autore. Allo stesso modo, le opere di ogni autore sono ordinate alfabeticamente, e non secondo data di pubblicazione (peraltro indicata). La decisione di adottare un tale sistema di catalogazione è derivata dalla scelta di puntare l'attenzione sugli autori più che sulle singole opere, così che l'utente, scorrendo gli elenchi alla ricerca di qualche libro di proprio interesse, possa scoprire nuovi autori ed essere stimolato da opere che magari, in una lista ordinata per genere, non avrebbe mai incontrato.
L'elenco viene aggiornato in genere due/tre volte alla settimana. Per ogni opera vengono riportati vari dati generali (copertina, data di pubblicazione, prezzo, ISBN, ecc.) e una breve presentazione. Tramite dei link dedicati si può accedere direttamente alla pagina Smashwords di ogni autore e di ogni opera, da cui si può prelevare parte della stessa, acquistarne una copia e così via.
Spero che le informazioni possano esservi di qualche utilità. Per qualsiasi dubbio o curiosità potete contattarmi all'indirizzo mail riportato sopra.
FRANCESCA VERGINELLA scrive dall'età di 19 anni e il suo primo romanzo è stato un fantasy, poi sono venuti i racconti e altri romanzi, che si ispirano alla vita contemporanea. Dopo aver partecipato a qualche concorso letterario e cercato il contatto con varie case editrici, anche passando tramite agenzie letterarie, ha imparato un paio di cose sull'editoria che l'hanno spinta a rinunciare a intraprendere questa strada. Poi ha letto di Smashwords su un giornale e ora si trova lì, anche grazie al marito (perché, come dice, lei e i computer vengono da due universi diversi, paralleli, che mai si incontreranno).
Potete conoscerla meglio nel suo sito. I suoi libri sono in vendita su Smashwords e su Amazon.
Grazie mille a Francesca per il suo contributo!
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