Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Carla (del 04/08/2011 @ 03:56:22, in Lettura, linkato 3661 volte)
Chi ha paura di volare?
Ho acquistato questo libro l'anno scorso e ricordo di averne rimandato negli ultimi mesi la lettura, in seguito ad un commento di un passeggero del volo da Cagliari a Londra dello scorso marzo, il quale me la sconsigliava prima di un viaggio aereo. Lì per lì ho pensato che dovesse essere veramente inquietante, ma adesso, dopo averlo letto, mi rendo conto che mi ha fatto esattamente l'effetto contrario. Siamo senza dubbio di fronte ad un gran bel thriller, che ci racconta di uno strano incidente aereo e segue tutte le investigazioni sulle sue cause, con tanto di ingerenza da parte dei media, che tendono come sempre a dare maggior risalto all'aspetto sensazionalistico della faccenda, invece che alla verità, in maniera assolutamente spietata, tanto da poter mettere in ginocchio una grande azienda. Tutto sulla base di supposizioni, senza alcuna prova. Anche in un altro libro Crichton aveva mosso delle critiche non tanto velate sulla pessima tendenza a diffondere teorie con ben poco fondamento pur di creare sensazione e paura. Sto parlando di "Stato di paura", che però è successivo di ben dieci anni. Il fastidio e la rabbia provocata nel lettore è pressoché la stessa, sebbene in "Punto critico" riguardi un argomento, quello delle persone che lavorano dell'industria aerea, che non ci tocca da vicino. Ma ecco che, grazie alla bravura dell'autore e all'evidente ampia ricerca fatta prima di scrivere il libro, ci troviamo a conoscere un mondo affascinante che si muove continuamente davanti ai nostri occhi (o sarebbe meglio dire sopra le nostre teste) e che quasi diamo per scontato, senza comprenderne l'enorme complessità. Leggendo questo libro, impariamo come volano gli aerei, come sono fatti, tutta i professionisti che ci sono dietro la loro costruzione, ma soprattutto capiamo quanto siano estremamente sicuri. E, quando si arriva a capire bene qualcosa, è difficile averne veramente paura. Per questo motivo mi sento di consigliarne la lettura a chi ancora teme questo affascinante mezzo di trasporto, a patto che (e non è cosa da poco!) s'impegni ad affrontarla con attenzione e magari abbia qualche conoscenza minima di fisica o un particolare interesse o semplicemente curiosità verso un argomento così tecnico. Detto così si potrebbe pensare che si tratti di una sorta di saggio romanzato, proprio come il succitato "Stato di paura". In realtà non è così. Si tratta di un thriller a tutti gli effetti, che ti cattura e tiene incollato al libro. Non a caso l'ho letto in meno di una settimana (stiamo parlando di un romanzo di più di 400 pagine), nonostante la mia cronica carenza di tempo. Semplicemente non riuscivo a smettere. Ma ciò non toglie che la descrizione della parte tecnica sia senza dubbio essenziale per cogliere tutti gli aspetti della trama e cercare di scovare la causa "colpevole" dell'incidente, quasi si tratti di un giallo. E proprio come in un giallo ben congegnato, gli elementi per scoprire la verità sono disseminati ovunque nella trama, ragione in più per cui consiglio di leggerlo in ogni sua parte con estrema attenzione.
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Di Carla (del 28/07/2011 @ 00:28:42, in Lettura, linkato 4572 volte)
Il culmine della saga
Non so cosa mi attenda nell'ultimo volume del romanzo di Ramses, ma senza dubbio questo è stato il più bello dei primi quattro. Qui un Ramses maturo si scontra con tutti i suoi nemici, cioè gli Ittiti, l'ex-amico Mosè, il fratello Shenar, e in un formidabile intreccio di eventi che mescola la storia, il mito e la religione ne esce vincitore. Sebbene conoscessi la storia dei fatti raccontati (sia quelli più propriamente storici che quelli legati alla Bibbia), devo riconoscere il genio di Jacq nel riuscire ad incastrarli perfettamente l'uno con l'altro rendendoli credibilissimi. Particolarmente suggestivo è lo "scontro" tra gli dei egiziani e il Faraone da una parte e il Dio degli ebrei e Mosè dall'altra. Gli ultimi ne escono sicuramente ridimensionati, come ci si attende da un romanzo su un Faraone che ci racconta la magia/scienza/religione egizia come se fosse reale, ma anche come risultato del tentativo ben riuscito di riportare il racconto della Bibbia entro i limiti della plausibilità. Tutto questo in un contesto affatto storicamente provato, in quanto non si sa esattamente a cosa si riferisca l'episodio dell'esodo riportato nella Bibbia, ma pare abbastanza improbabile che il Faraone in essa citato sia Ramses. Ma il bello sta nel mettere da parte tutte le certezze storiche o dettate dalla fede e godersi questa meravigliosa opera di fantasia, che tra un'invenzione e un adattamento, inserisce abilmente fatti accaduti realmente o, perlomeno, raccontati nei meravigliosi monumenti e preziosi manufatti che sono giunti fino a noi.
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Di Carla (del 19/07/2011 @ 07:49:00, in Lettura, linkato 5797 volte)
Un Sherlock Holmes su Solaria
Apri un libro di fantascienza e ti ritrovi a leggere un giallo classico, di quelli alla Sherlock Holmes (con tanto di citazione nel testo) o con i personaggi di Agatha Christie. Qualcuno è stato ucciso in un pianeta lontano e il detective Baley parlando con i sospettati, osservando e con delle semplici deduzioni arriva a scoprire il colpevole per poi smascherarlo nella riunione finale. Cosa c'entra la fantascienza? Non molto. È solo un'ambientazione fuori dall'ordinario, completamente inventata dall'autore e che di conseguenza gli dà completa libertà d'azione. S'inventa un pianeta dove gli uomini vivono così lontani gli uni dagli altri tanto da non sopportare la presenza altrui. Del delitto non rimane nulla quando il detective arriva dalla Terra e ciò permette di sviluppare una storia fatta di ragionamento e deduzione, senza prove materiali, che in un futuro fantascientifico avrebbero dovuto svelare in un attimo un caso del genere. Ma siamo nel 1957 quando Asimov scrive questo romanzo, senza le avanzate tecniche di criminologia forense che esistono adesso, ed è quindi stato un bene che l'autore non abbia cercato di usare qualche strumento fantascientifico, che col passare del tempo avrebbe reso irrealistica (se non risibile) l'intera storia. E invece così, anche dopo più di 50 la storia continua ad essere abbastanza credibile, salvo qualche dettaglio (librifilm e robe simili). Il modo in cui viene narrata però ne tradisce l'età e ne fa un romanzo quasi per ragazzi. Unica eccezione è il discorso sociologico, che viene inserito a metà romanzo, che è sicuramente di un certo spessore, almeno a livello teorico. Lo è un po' meno se si considera il motivo per cui tale materia viene scomodata, cioè il paragone tra una Terra del futuro, dove un Uomo agorafobico vive costantemente separato dall'esterno e circondato da una folla di simili, col pianeta Solaria, dove gli esseri umani hanno a disposizione spazi immensi e non si vedono mai di persona. Ciò che si apprezza è lo sforzo di fantasia dell'autore e si può intravvedere quanto egli si sia divertito ad immaginare delle realtà così irreali e irrealizzabili. Ma il bello della fantascienza è anche questo: l'intrattenimento di chi scrive che si trasmette a chi legge, con tutti i ragionamenti da esso scaturiti, senza necessariamente doverne tirare fuori qualche insegnamento applicabile alla realtà. Perché si tratta di finzione ed è bello che lo sia.
Commento sull'edizione. Nella nostra lingua c'è un bel modo verbale che in inglese non esiste, cioè il congiuntivo. Sarebbe il caso di ricordarsi di usarlo più spesso.
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Di Carla (del 13/07/2011 @ 21:40:01, in Lettura, linkato 2643 volte)
Il ritorno della Scarpetta
Dopo diversi anni che avevo messo da parte le avventure di Kay Scarpetta, questo romanzo è stato un piacevole ritorno. Sarà che mi è capitato ultimamente di leggere pochi romanzi che mi prendessero veramente, ma di fatto questo l'ho divorato in pochi giorni, considerando il poco tempo che ho a disposizione. L'inizio è stato un po' difficile. Il modo in cui la Cornwell si concentra sui dettagli più morbosi è stato uno dei motivi per cui avevo messo da parte i suoi romanzi del filone Scarpetta e l'inizio de "Il libro dei morti" indugia un po' troppo su questi aspetti. Poi la storia si sposta sui personaggi che ben conosciamo da più di 20 anni e si fa molto più interessante. La forza dei libri della Cornwell è proprio data dai suoi personaggi, che conosciamo bene come se fossero persone reali, che abbiamo visto crescere e invecchiare e affrontare mille difficoltà, che prescindono il singolo caso su cui lavorano in ogni libro. In altre parole la parte più bella di questo e altri libri sono le sottotrame, che alla fine occupano la maggior parte dello spazio. In questo senso la quarta di copertina è completamente fuorviante, come sempre. Forse è per questo motivo che il lettore casuale rimane spaesato, ma l'errore è suo e non della Cornwell, che ancora una volta dimostra di essere una grandissima scrittrice. Non si può leggere questo romanzo separatamente da tutti gli altri. Bisogna iniziare da "Postmortem" e poi continuare in ordine cronologico.
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Di Carla (del 05/07/2011 @ 03:57:14, in Lettura, linkato 2289 volte)
Delizioso
Mi rammarico sempre più del fatto che la Austen abbia scritto solo sei romanzi, perché raramente un classico è riuscito a divertirmi tanto. Per qualche motivo quest'opera è una delle meno conosciute dell'autrice, forse perché la sua struttura poco si adatta alla riduzione cinematografica. Molto di ciò che accade è nella mente della protagonista, che già dalla prima frase viene ironicamente definita un'eroina, mentre di eroico ha veramente ben poco. La Austen si diverte a prenderla in giro per la sua ingenuità e i suoi pensieri bizzarri e usa la sua storia per fare dell'ironia sul matrimonio nel diciottesimo secolo, del quale la stessa autrice, a differenza della protagonista, dimostra avere un'immagine tutt'altro che romantica. L'edizione del libro della Collins è molto interessante. Alla fine del romanzo è riportato un glossario di letteratura classica, che vale la pena leggere, se non altro per curiosità, per scoprire come certe parole inglesi, alcune delle quali molto comuni anche ai giorni nostri, venissero usate a quel tempo con significati totalmente diversi!
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Di Carla (del 25/06/2011 @ 20:46:56, in Lettura, linkato 1961 volte)
Geniale
Un libricino prestato così per caso e letto altrettanto casualmente, senza sapere che si trattava di un vero caso letterario. Mi ha colpito sin dall'inizio e l'ho letto in pochissimo tempo. Una storia originale raccontata da un punto di vista originale. Mi stupisce leggere tante recensioni negative su aNobii, nelle quali molti affermano addirittura di non averlo capito. Probabilmente molta gente si trova disorientata davanti ad un libro che esce dai soliti canoni. Oppure semplicemente ha poca fantasia. Sicuramente l'autore invece ne ha da vendere e la sua capacità di descrivere questo topo lettore accanito è tale da ritrovarsi agevolmente ad immedesimarsi in esso.
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Di Carla (del 24/06/2011 @ 03:52:13, in Lettura, linkato 5337 volte)
Finalmente si manifesta la potenza degli dei
Il terzo libro della saga di Ramses è quello in cui, finora, ha avuto peso maggiore la parte magica (che potremmo definire decisamente fantasy) e in cui la figura del grande faraone si avvicina sempre più all'immagine che gli antichi egizi ce ne hanno voluto trasmettere. Un'immagine certamente non reale, ma filtrata tramite la loro fede. Qui Jacq mette da parte ogni remora di realismo e ci racconta l'episodio della battaglia di Qadesh con la grandiosità con cui viene tramandata: con l'intervento diretto del dio Amon ad armare la mano del faraone e renderlo invincibile. Quello di Qadesh in realtà fu probabilmente un evento militare non particolarmente memorabile, ma questo poco importa alla fine. Non importava agli egizi, che credevano profondamente nella propria religione e nella figura divina del faraone, per cui questo rappresenta senza dubbio il modo più efficace di rappresentarla, se ci si vuole veramente immergere nella sua storia.
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Di Carla (del 23/06/2011 @ 20:37:34, in Lettura, linkato 3082 volte)
Volete sapere a cosa servivano le piramidi?
No, gli alieni non c'entrano nulla. Questo libro ci racconta, usando argomentazioni scientifiche e storiche, un'interessante teoria (purtroppo assolutamente non comprovata) sul perché siano state costruite e quale fosse il loro ruolo. E ovviamente ce le fa conoscere tutte (non solo quelle di Giza) nei minimi dettagli. Serve qualche conoscenza minima di astronomia per capire a fondo tutto il libro.
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Di Carla (del 21/06/2011 @ 20:33:20, in Lettura, linkato 1723 volte)
Ottimo libro
Questo è il secondo libro di Aden Fisher che leggo. È un autore che ho scoperto su MySpace e devo dire che mi ha piacevolmente sorpreso. La storia è molto accattivante e ti tiene incollato alle pagine del libro finché non lo finisci. Nonostante si tratti di un genere che non prediligo, perché spesso ripropone gli stessi cliché, ho apprezzato questo libro proprio perché veramente originale. Fisher ha veramente fantasia da vedere. Complimenti.
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Di Carla (del 03/06/2011 @ 18:50:00, in Lettura, linkato 2707 volte)
Storia complessa un po' troppo riassunta
La Kress ha una fantasia galoppante e degli spunti narrativi veramente intriganti, ma leggendo questo libro in più punti ho avuto la sensazione di trovarmi davanti ad un bozza di un romanzo più che ad un romanzo vero e proprio. In alcuni passaggi l'autrice sceglie di riassumerci quanto accade senza farcelo vedere, oppure liquida con una frase avvenimenti complicati senza spiegarci come i personaggi abbiano fatto a fare certe cose. In altri casi anticipa quello che poi succederà, eliminando ogni forma di suspense. D'altra parte invece inserisce qua e là riflessioni dei personaggi che dovrebbero caratterizzarli meglio, ma che a mio parere li trasforma in stereotipi, e che dovrebbero spiegare il perché di certe loro azioni, senza però riuscirci. Si ha l'impressione di essere davanti ad una banda di matti dal comportamento incoerente, che seguono dei fili logici che sfuggono completamente al lettore. Forse l'autrice ha voluto mettere nel calderone troppi ingredienti, che per essere ben sfruttati andavano distribuiti almeno in una trilogia. In ogni caso la storia è abbastanza divertente, ma l'escalation di non-sense, che ha inizio a metà del romanzo e culmina in un finale improponibile, m'impedisce di andare oltre la terza stelletta.
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