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 Fiordo svedese... di Carla
 

"Siete stati manipolati a un livello più profondo di quanto immaginiate." L’isola di Gaia

 

\\ Blog Home : Storico : Scrittura & pubblicazione (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Guest blogger (del 20/04/2017 @ 09:30:00, in Scrittura & pubblicazione, linkato 3620 volte)

L’ospite di oggi sul mio blog è Elisabetta Barbara De Sanctis, autrice del romanzo “Il filo che ci unisce”, che ci parla di esperienze ai confini della morte.
 
«Mia nonna mi ha preso la mano e insieme abbiamo attraversato un tunnel. E poi ho visto la luce e... tutto quanto.»
Giulia esita prima di pronunciare le ultime due parole. Respira, prende fiato per un secondo che a entrambe pare una vita e infine le butta fuori in un sussurro, come se le costasse uno sforzo enorme. Il mio cuore per un attimo si ferma, prima di riprendere a battere a un ritmo impazzito, ma non me ne curo. Non riesco a pensare a nulla. Sono con Giulia, ovunque mi abbia condotta.
 
Mi sembra che il sole di quel primo pomeriggio di agosto che attraversa le persiane appena accostate sia più vivido adesso, più luminoso, quasi che la luce di cui parla Giulia si sia infiltrata attraverso il pulviscolo che galleggia sospeso in quel cono che taglia la stanza, prima di disegnare un’ombra trapezoidale sul pavimento. Sospesa come è stata lei, tra la vita e la morte. Sospesa come me in questo momento, davanti alla realtà che lentamente si svela, man mano che il senso delle sue parole si fa largo tra le mie certezze, fino a spazzarle via con un boato che mi scuote fin nelle fondamenta.
La guardo e la serenità dipinta sul suo volto mi placa. Mi sta osservando con i suoi occhi castani. Abbozza un timido sorriso davanti alla mia espressione che di certo non nasconde lo stupore. Si torce le mani strette in grembo, lasciando così trapelare una certa ansia mentre il marito, seduto accanto a lei, le accarezza i capelli con delicatezza e il piccolo Marco gioca nel box impilando grossi dadi di plastica di tutti i colori, ignaro di quanto stia accadendo intorno a lui.
 
Giulia ha avuto un incidente circa due anni fa. Era incinta di otto mesi. Quando l’ambulanza era arrivata al policlinico, i medici si erano resi conto subito di essere davanti a una situazione disperata. Erano riusciti per miracolo a far nascere il bambino ma, nonostante i ripetuti tentativi di rianimazione, non avevano avuto la stessa fortuna con Giulia e alla fine si erano dovuti arrendere all’evidenza: il cuore di Giulia si era fermato per sempre e uno di loro avrebbe dovuto dire a quell’uomo che era diventato papà di una creatura non avrebbe mai conosciuto la sua mamma.
Ma un giovane medico, da pochi giorni al pronto soccorso, non si era voluto arrendere davanti a quella tragedia. Non dopo aver perso suo fratello in un incidente stradale. Così aveva afferrato le spalle di Giulia e aveva cominciato a gridare e a scuoterla, poi le aveva tempestato il petto di pugni continuando a urlare che c’era un bambino che aveva bisogno di lei e che lei sarebbe stata un’egoista se lo avesse abbandonato. Lo avevano afferrato, c’erano voluti due medici e un paramedico per bloccarlo e trascinarlo via, ma prima di lasciare la stanza aveva fatto in tempo a sentire quel beep che aveva lasciato tutti increduli e sbigottiti.
 
A raccontare tutto questo non è stato un medico o un infermiere. È stata Giulia. Ha riferito tutto al marito due settimane dopo, quando si è svegliata dal coma che le era stato indotto per far diminuire la pressione intracranica, dopo che il suo cuore aveva ricominciato a battere.
Adesso è lui che mi guarda, gli occhi lucidi e la voce spezzata dall’emozione mentre rivive quei momenti, la sua incredulità e la certezza che quello di Giulia fosse solo un sogno. Ma Giulia in seguito aveva chiesto di poter parlare con quel giovane medico, gli aveva raccontato quello che aveva visto e sentito mentre si muoveva tra loro, guardando il suo corpo martoriato steso sulla barella, prima di vedere la nonna morta anni prima e di andare verso il tunnel insieme a lei. Giulia sorride e le trema il mento al ricordo.
«Ha pianto, poi mi ha preso la mano e mi ha ringraziata. Lui a me, capisci? Io ero viva grazie a lui...»
La voce le si spezza e sono io ad afferrare le sue mani adesso, in silenzio perché ogni mia parola sarebbe di troppo. Il marito le cinge le spalle. Mi hanno dato accesso a qualcosa di intimo e io resto lì, non mi muovo, non parlo.
 
Quanto c’è di vero in questo racconto? Tutto e niente. Ho avuto il privilegio di conoscere una persona che ha condiviso con me la sua esperienza di NDE - Near Death Experience - ovvero Esperienze ai confini della morte. In seguito ne ho incontrate altre due. Ho rispettato il loro volere e ho attinto alla mia fantasia di scrittrice per riportarvi le loro storie mescolate insieme così da non essere individuabili, ma è giusto così perché chi ha vissuto una NDE spesso ne parla fino allo sfinimento, ma i più preferiscono invece non farlo e tenere per sé qualcosa che potrebbe non essere compreso, travisato, disprezzato o che li renderebbe oggetto di una curiosità morbosa.
 
Al di là delle ipotesi scientifiche o spirituali che cercano di fornire una spiegazione davanti a storie così sconcertanti, ascoltare il racconto di una NDE dalla voce di chi l’ha vissuta è qualcosa che lascia il segno. Le mie radici sono cattoliche, anche se non sono praticante e l’esperienza mi ha portato ad abbracciare una visione spirituale della vita di più ampio respiro, al di là delle etichette imposte dalla religione. Ma qui non è di religione che si parla, bensì dell’interrogativo a cui l’uomo, fin dalle origini, tenta di dare una risposta: c’è vita dopo la morte?
Io non so quale sia la risposta, ma le persone che ho incontrato, e che mi hanno raccontato la loro esperienza ai confini della morte, hanno letto la domanda nei miei occhi e non hanno avuto nessuna esitazione nel rispondere: «
 
Dopo aver incontrato queste persone speciali, a cui va la mia eterna gratitudine per avermi donato una parte così importante della loro vita, ho letto molto sull’argomento, mi sono documentata, soprattutto sul sito della Near Death Experience Research Foundation e mi sono lasciata condurre. Non ho più cercato la risposta a quell’interrogativo fondamentale dell’esistenza, ma ho lasciato che mente e cuore si aprissero, accogliendo l’infinita gamma delle possibilità e lasciando che la mia stessa vita acquisisse un senso più pieno, proprio in virtù di quelle possibilità.
Come persona sono curiosa di natura e la scrittrice che è in me ama guardare il mondo senza pregiudizi, senza preconcetti, limitandosi a registrare e assorbire tutto quello che mi accade intorno, dimostrando al momento giusto un istinto infallibile che è la mia guida. Così, mentre la trama del mio primo romanzo si delineava davanti ai miei occhi con l’unica certezza di voler raccontare una storia in cui il protagonista fosse l’amore, dopo l’ennesimo caffè, con la mente che vagliava freneticamente tutte le soluzioni possibili per dare a quella storia un tocco di originalità, è accaduto l’impossibile. L’assurdo. Il miracolo.
 
Laura, la protagonista del romanzo, si è materializzata davanti ai miei occhi con il volto rigato di lacrime e la voce spezzata: «Luca è in coma! Aiutami! Sono disperata! Non posso vivere senza di lui, devi aiutarmi!»
Vi lascio immaginare il balzo che ho fatto sulla sedia e il caffè finito sulla tastiera, sul mouse, ovunque. Ma per quanto fossi sorpresa per quella che non era la prima incursione da parte di un personaggio dal mio mondo di fantasia a quello reale, non fu nulla in confronto allo shock nel sentire la mia voce che le rispondeva.
«E io cosa posso fare?»
«Devi raccontare la nostra storia! Devi dire che ogni notte Luca viene da me!»
«Ma non mi hai detto che Luca è in coma?»
«Sì, ma lui ogni notte viene da me ed è reale, però il giorno mi sembra tutto così assurdo! Io non sono pazza, vero? Tu lo sai che non sono pazza. Tu lo sai che è possibile, tu le hai ascoltate quelle storie...»
«Va bene» ho acconsentito, chiedendomi se non fosse il caso di contattare uno psicologo.
Forse se avessi preso l’appuntamento per me e Laura, se fossimo andate insieme, avremmo avuto diritto a uno sconto e chissà, magari ci avrebbero ricoverate nella stessa stanza nel reparto di psichiatria.
«Davvero? Scriverai la nostra storia?»
«Sì, ma adesso siediti per favore, mi stai facendo venire il mal di mare. Mettiti qui e raccontami tutto, io intanto pulisco questo disastro e metto su un’altra moka di caffè, ho l’impressione che ne avremo bisogno.»
 
È nato così “Il filo che ci unisce”, il mio romance pubblicato da Youfeel Rizzoli, originariamente uscito in self un anno e mezzo fa, anche se con un titolo diverso. Una storia romantica e intensa che racconta di un legame d’amore così forte e puro da andare oltre le barriere della logica e persino oltre la morte. Una storia toccante, a tratti drammatica, passionale e sensuale, in cui troverete una NDE di fantasia, ispirata dalle tante che mi hanno toccato il cuore. Una storia dedicata a chi non ha mai smesso di sognare l’amore, a chi ne è rimasto deluso, a chi per amore ha sofferto, a chi pensa di non crederci più. Perché “Il filo che ci unisce” è un romanzo che parla sì d’amore, ma soprattutto apre il cuore alla speranza.
 

ELISABETTA BARBARA DE SANCTIS vive in provincia di Pescara e studia Psicologia. Nella scrittura le piace sperimentare fra vari generi e raccontare principalmente le infinite sfumature del mondo femminile, anche attraverso la poesia. È sposata, ha una gatta che adora viziare, ama i libri, è disordinata, si annoia facilmente e vive sempre divisa tra la realtà e un mondo di fantasia che pullula di storie e personaggi da raccontare.

Oltre al romance “Il filo che ci unisce” (Ed. Youfeel Rizzoli), ha pubblicato anche da indipendente il romanzo di narrativa “Senza più nome”, due raccolte di poesie e alcuni racconti.
È socia di EWWA - European Writing Women Association.

Potete trovarla sul suo sito, su Facebook, Twitter, Tumblr, Goodreads e Instagram.
 
Di Carla (del 11/05/2017 @ 09:30:00, in Scrittura & pubblicazione, linkato 2393 volte)

Alcune settimane fa sono stata intervistata da J. Oscar Lufuluabo, fondatore del sito letterario LibriCity Group, in cui è stato recentemente recensito “Il mentore”.
In questa breve chiacchierata abbiamo toccato i principali aspetti della mia produzione di narrativa, ma attraverso domande insolite.
 
Dal tentativo (come al solito, fallito) di cercare di definirmi, siamo passati a parlare della mia passione per il cinema, dei miei tentativi di scrivere delle sceneggiature, fino alla mia vecchia fan fiction “La morte è soltanto il principio”.
E poi ci siamo addentrati nella fantascienza. Mi è stato chiesto come, da autrice e appassionata di questo genere, vivo il mio rapporto con fantasia e realtà. Da lì sono arrivata a quello che è il tema che si trova un po’ in tutti i miei libri, il confine tra il bene e il male, incarnato nella figura dell’antieroe, a partire proprio dal mitico Darth Vader di Star Wars.
E quando si parla di antieroi, in questo periodo in cui concludo la trilogia del detective Eric Shaw con l’uscita di “Oltre il limite” (21 maggio 2007 in ebook, ma è già disponibile in edizione cartacea), non posso fare altro che pensare a Eric e alla sua allieva.
Andando a leggere, scoprirete come è nato il personaggio di Eric Shaw, se avessi intenzione o meno dall’inizio di scrivere i due seguiti de “Il mentore (“Sindrome” e “Oltre il limite”), perché ho ambientato la storia a Londra (e non in Italia!) e come mi sono documentata.
Infine troverete qualche anticipazione sui progetti futuri.
 
Se vi ho incuriosito, andate a leggere l’intervista a questo link e, se vi va, condividetela con in vostri amici. E magari lasciate un commento.
 
Ringrazio ancora Oscar per la bella chiacchierata!
 
Fin dove saresti disposto a spingerti, per proteggere un segreto?
 
Domenica, 21 maggio 2017. È trascorso meno di un anno da quella vorticosa settimana di fine giugno 2016 in cui il detective Eric Shaw ha rischiato la vita. Da allora molte cose sono cambiate per Eric. La sede di Scotland Yard è stata trasferita al Curtis Green Building e con essa la sua squadra, il suo rapporto con la giovane criminologa Adele Pennington si è evoluto in maniera del tutto inaspettata, mentre al contrario quello con la sua figlioccia, la detective Miriam Leroux, sta attraversando un periodo di profonda crisi, causato dal rivangare del passato relativo ai genitori di lei. Nonostante ciò Eric sta vivendo un periodo tranquillo, reso ancora più piacevole dalla possibilità di un’imminente promozione.
 
 
Ed ecco che durante un turno di reperibilità domenicale viene chiamato su una scena del crimine fuori del comune: il celebre museo delle cere Madame Tussauds.
All’interno della cosiddetta sala della festa è stato rinvenuto il corpo senza vita di una giovane donna, perfettamente mimetizzato tra le repliche delle star del cinema. Quello che inizialmente sembrava solo un bizzarro suicidio si rivela qualcosa di più complesso, quando Eric scopre una prova sul cadavere che gli suggerisce un collegamento con un caso del gennaio 2014: gli omicidi di un serial killer cui era stato dato il nomignolo di ‘chirurgo plastico’.
C’è però un problema. Quel caso è stato risolto e l’assassino, Robert Graham (uno specializzando in chirurgia plastico-ricostruttiva), si trova in prigione. A peggiorare le cose c’è il fatto che Eric, all’epoca, aveva aiutato la macchina della giustizia falsificando una prova fisica.
Chi è questo nuovo killer: un complice di Graham, un suo emulatore oppure il vero ‘chirurgo plastico’?
Eric ha forse fatto condannare la persona sbagliata?
 
Ma non c’è spazio per gli esami di coscienza, poiché la sua squadra dovrà ingaggiare una lotta contro il tempo per fermare l’assassino prima che nuove vittime innocenti vengano sacrificate.
Il tutto verrà reso ancora più complicato dal tentativo del detective George Jankowski di ottenere per sé la promozione al ruolo di supervisore della Scientifica e al grado di sovrintendente. Per riuscirci Jankowski si è messo a scavare tra i vecchi casi di Eric e così facendo, senza rendersene conto, si è avvicinato pericolosamente all’inconfessabile segreto che, dal giugno 2014, lega quest’ultimo al serial killer soprannominato ‘morte nera’.
Nel giro di pochi giorni Eric si troverà costretto a compiere delle scelte difficili, da cui dipenderà il suo futuro e quello delle due donne più importanti della sua vita.
 
 
Esiste un solo modo per scoprire l’esito delle sue scelte: leggere “Oltre il limite”, disponibile in ebook a partire da 2,99 euro su Amazon, GiuntiGoogle Play, Kobo, iTunes, Mondadori Store, laFeltrinelli, Nook (tramite l’app di Windows), 24Symbols (gratuito per gli abbonati) e Smashwords e in edizione cartacea a 13,99 euro su Amazon e Giunti.
 
Ecco la descrizione del libro.
 
Il corpo senza vita di una donna in abito da sera viene scoperto nella sala della festa del museo delle cere. Tutto farebbe pensare a un suicidio, ma il detective Eric Shaw, caposquadra della Scientifica di Scotland Yard intervenuto sul posto con la criminologa Adele Pennington, nota subito delle similitudini con il caso del serial killer soprannominato ‘chirurgo plastico’, risolto tre anni prima con l’arresto di un uomo: Robert Graham.
Forse qualcuno lo sta emulando oppure Graham aveva un complice, ma esiste una terza possibilità ed è questa in particolare a preoccupare Eric, che all’epoca, certo della colpevolezza del sospettato, aveva falsificato una prova fisica per assicurarne la condanna.
E se avesse compiuto un errore e mandato in prigione la persona sbagliata?
 
Le indagini lo riportano a lavorare con Miriam Leroux, la giovane detective della Omicidi che fino all’anno precedente collaborava con la sua squadra, e insieme a lei si ritroverà a seguire le tracce di un inafferrabile assassino, in una corsa contro il tempo lunga tre giorni.
Questo potrebbe anche essere il suo ultimo caso importante prima di un’eventuale promozione a sovrintendente, se non fosse per il fatto che il detective George Jankowski, in lizza per lo stesso avanzamento di grado, ha deciso di giocare sporco per mettere in cattiva luce il collega e favorire la propria carriera.
Nel farlo, però, questi finirà per avvicinarsi pericolosamente all’inconfessabile segreto custodito da Eric e dalla sua allieva.
 
 
Essendo il terzo libro di una trilogia, è necessaria la lettura dei primi due per una completa comprensione della trama.
 
 
 
Il mentore”, che è un bestseller internazionale con oltre 170.000 lettori in tutto il mondo, è disponibile in ebook su Amazon, Giunti, Google Play, Kobo, iTunes, Mondadori Store, LaFeltrinelli, Nook (tramite l’app di Windows), 24Symbols (gratuito per gli abbonati) e Smashwords e in edizione cartacea su Amazon e Giunti.
 
Sindrome” è disponibile in ebook su Amazon, GiuntiGoogle Play, Kobo, iTunes, Mondadori Store, laFeltrinelli, Nook (tramite l’app di Windows), 24Symbols (gratuito per gli abbonati) e Smashwords e in edizione cartaceasu Amazon e Giunti.
 
 
Torna a Londra… 
Il destino del detective Shaw e della sua allieva sta per compiersi.
 
Rieccomi qui, dopo un anno. Sono riuscita a fuggire momentaneamente da Twitter e a venire a scrivere sul blog della mia creatrice per questa importante ricorrenza: Deserto rosso” compie cinque anni!
Eh, sì, è passato già un lustro da quando “Deserto rosso - Punto di non ritorno” è uscito, segnando l’inizio vero e proprio dell’avventura da autoeditore della mia creatrice e della mia avventura, come protagonista della serie, su Marte.
 

 
In questi ultimi 12 mesi è successa una cosa importantissima: lo scorso novembre è uscito “Ophir. Codice vivente”, terza parte del ciclo dell’Aurora e seguito cronologico di “Deserto rosso”.
E ci sono anch’io ovviamente!
 
A dire la verità, chi ha letto “L’isola di Gaia”, la seconda parte del ciclo, sa che faccio una breve apparizione anche in quel libro, ma di “Ophir. Codice vivente” sono uno dei personaggi principali. Non ho più il ruolo di protagonista, che stavolta è nelle mani di Melissa Diaz (!), ma mi do il mio bel da fare per incasinarmi la vita, come al solito, e per fare altrettanto con quella degli altri, se mi riesce.
La storia è ambientata in due periodi temporali distinti. Il primo è appena tre anni dopo la fine di “Deserto rosso”, nel secondo invece ci si sposta di altri nove anni. Mi muovo tra Los Angeles, Londra e Francoforte, e mi ritroverò coinvolta di nuovo, mio malgrado, nelle faccende dell’Agenzia Spaziale Internazionale.
 
Insomma, se avete seguito le mie vicende nella serie di “Deserto rosso”, non potete non leggere “Ophir. Codice vivente”, ma vi consiglio di passare per “L’isola di Gaia”, rispettando l’ordine di pubblicazione dei libri.
 
Nel frattempo il numero di persone che ha letto i libri del ciclo dell’Aurora è salito ancora rispetto a un anno fa, superando abbondantemente quota 11.000!
 
Cosa ci aspetta adesso?
Be’, la mia creatrice porterà avanti il ciclo fino al suo completamento previsto per il 2020. Il prossimo anno (2018) sarà la volta di “Sirius. In caduta libera. Stavolta la voce narrante sarà quella di Hassan, ma nel romanzo ci sarò anch’io.
Magari per il prossimo anniversario sarò in grado di darvi qualche anticipazione. Che ne dite?
 
E poi ci sarà il gran finale con l’ultimo libro del ciclo, da cui deriva il suo nome: “Aurora”. È previsto per il 2020 e ci sarò un’intera parte, delle quattro di cui sarà composto, di cui sarò la voce narrante, esattamente l’ultima. Sarò, infatti, io, che ho dato inizio a questa saga, ad accompagnarvi fino alla sua conclusione, in un luogo molto lontano dalla Terra e da Marte.
 
Ma c’è ancora tempo e, intanto, vi invito come sempre a visitare il sito monotematico dedicato al ciclo dell’Aurora: www.desertorosso.net
Potete invece trovare me come sempre sul mio account Twitter, dove pubblico costantemente link ad articoli in inglese sulle ultime novità relative all’esplorazione di Marte.
 
È stato bello parlarvi anche quest’anno, ma adesso devo proprio andare, prima che la mia creatrice si accorga della mia intrusione.
Ci vediamo tra le pagine dei suoi libri… e nei vostri sogni!
 
Di Carla (del 07/07/2017 @ 09:30:00, in Scrittura & pubblicazione, linkato 2369 volte)

Quanti libri riuscite a leggere in un mese?
L’estate è il momento migliore per accettare questa sfida e leggere gratis per 30 giorni tutti i libri che volete tra quelli offerti da Playster, una nuova piattaforma ad abbonamento che permette di accedere a libri, audiolibri, musica, film e giochi. È possibile abbonarsi anche soltanto a una tipologia di prodotti e soprattutto è possibile provare il servizio gratuitamente per un mese.
 
E tra i libri disponibili trovate anche tutti i miei libri!
Se ce n’è quindi qualcuno che non avete ancora letto, questa è l’occasione per mettervi in pari completamente gratis. Se, invece, non avete ancora letto nessuno dei miei libri, perché non sfruttate i 30 giorni offerti per provarne almeno uno?
 
Potete trovare tutti i miei libri (anche quelli in inglese pubblicati direttamente da me) a questo link e iniziare subito la lettura.
 
 
Buona estate e buone letture estive!
 

Sono passati quasi quattro anni dall’uscita dell’edizione italiana di “Amantarra”, il romanzo di fantascienza di Richard J. Galloway di cui io ho avuto il piacere di curare la traduzione, e adesso l’autore sta lavorando ai suoi seguiti nell’ambito della serie intitolata L’ascensione di Valheel.
Il primo di questi è “Saranythia Parte 1: Le porte di Setergard”.
 
E anche questa volta sono io ad affiancarlo nella realizzazione dell’edizione italiana.
 
Ambientato dodici anni dopo gli eventi di “Amantarra”, nella prima parte di “Saranythia” ritroviamo i personaggi del romanzo precedente, sia sulla Terra che a Valheel (la città virtuale costruita dentro una sfera), e scopriamo che ne è stato di loro dopo tutto questo tempo.
Mentre Jack e i Bruwnan continuano la propria esistenza a Valheel e il Bibliotecario porta ancora avanti una quasi impossibile ricerca all’interno della Biblioteca, sulla Terra John, Elleria, Frank e i loro amici (e nemici) stanno ora affrontando la vita adulta, ognuno a modo proprio. Esistono però dei nuovi personaggi che vivono in un pianeta lontano dove il nome di Saranythia, la sorella perduta di Amantarra, è venerato come quello di una divinità e dove un esercito all’interno di una fortezza combatte ogni giorno contro un terribile nemico.
E saranno proprio le loro vicende a coinvolgere alcuni tra i protagonisti del primo libro in un nuovo viaggio.
 
Tra avventura, tecnologie così evolute da sembrare frutto della magia, e una notevole dose di ironia verrete condotti da Amantarra fino alle porte della fortezza di Setergard.
 
Saranythia Parte 1: Le porte di Setergard” di Richard J. Galloway e tradotto da me è ora disponibile su Amazon a soli 1,69 euro!
 
Ecco la descrizione del libro.
 
Sono passati dodici anni dalla scomparsa dell’entità misteriosa che ha quasi annientato i Bruwnan. Gran parte degli abitanti sono stati restituiti alla città di Valheel, ma molti sono ancora dispersi.
Qualsiasi tentativo di comprendere lo scopo del genocidio da parte dell’entità, o la sua attuale sorte, è fallito. L’entità è scomparsa per sempre? Nessuno ne è convinto.
Nel frattempo la vita va avanti, accompagnata da un disagevole senso di anticipazione, che sembra destinato a continuare ancora per molto tempo.
Fino al giorno in cui Amantarra riceve un invito.
 
 
Il libro successivo, “Saranythia Parte 2: I Varton”, uscirà nel 2018.
 
Di Carla (del 18/10/2017 @ 09:30:00, in Scrittura & pubblicazione, linkato 2277 volte)
L’ospite di oggi è una vecchia conoscenza di questo blog: lo scrittore di fantascienza Richard J. Galloway. Autore di “Amantarra” e di “Saranythia Parte 1: Le porte di Setergard, entrambi tradotti da me, Richard ci offre una sua presentazione di quest’ultimo libro e risponde ad alcune domande che gli ho rivolto.
 
 
Trecentomila anni fa la sorella di Amantarra, Saranythia, era partita per svolgere una missione segreta il cui scopo era salvare la sua gente. Da allora non si erano più avute sue notizie. Aveva nascosto così bene le proprie tracce che persino gli individui di una specie avanzata come i Bruwnan non erano stati in grado di trovarla, nemmeno quando la situazione aveva raggiunto un punto critico e il suo aiuto sarebbe stato fondamentale.
Sono passati dodici anni da quando la crisi è stata scongiurata e il controllo della città di Valheel è stato restituito ad Artullus. L’entità che controllava la città non è stata sconfitta, bensì è semplicemente svanita, lasciandosi alle spalle una serie di intricati misteri. Non tutti i cittadini di Valheel hanno fatto ritorno e la maggior parte dei Bruwnan sono tuttora dispersi. Quelli che sono tornati si stanno impegnando per scoprire le ragioni che hanno spinto l’entità a tentare un tale genocidio.
Sulla Terra, intanto, la vita è stata benevola con John ed Elleria, ma non del tutto tranquilla. La sensazione che qualcosa che finora si è celato a loro sia in procinto di rivelarsi non li ha mai del tutto abbandonati e per dodici anni si sono guardati intorno, in attesa. In particolare Amantarra ha tenuto sotto controllo Tyrus, la cui manifestazione in forma umana è coincisa con la scomparsa dell’entità. Tyrus, un agente dell’entità, occupa il suo tempo prodigandosi per trasformare l’azienda di Burnston in un impero, ma mantenendo nascosto il suo vero scopo.
Un giorno, però, Amantarra riceve un invito da una luna situata in un galassia lontana, e da questo momento tutto è destinato a cambiare.
“Saranythia” sarà pubblicato in quattro brevi parti.
 
In passato mi hai raccontato dell’orologio che ispirato “Amantarra” (in questo post). Esiste un oggetto o un evento particolare che ha influenzato la stesura di “Saranythia”?
No, non c’è stato alcun oggetto né evento, non questa volta. La storia è basata più che altro su una serie di concetti. Sono affascinato dall’inesplicabile, che sia scientifico o meno, e provo l’impulso di tentare di dare a esso una spiegazione. Pensa ai fantasmi: nessuno ha mai provato la loro esistenza eppure continuano a persistere nella cultura umana. Perché?
Ti faccio un esempio parallelo. Alcuni anni fa stavo pensando a un amico che conoscevo ai tempi della scuola. Erano passati anni dall’ultimo volta che l’avevo visto o sentito, poiché viveva a migliaia di miglia di distanza da qui, nell’estremo oriente. Il giorno dopo che ho pensato a lui ecco che me lo ritrovo davanti alla porta di casa. Era in Inghilterra per motivi di lavoro e aveva pensato di farmi una visita. Ora questa è una storia vera, non una leggenda urbana, e funge da spunto alle tre domande che seguono.
1. Il mio amico è venuto a trovarmi perché ho pensato a lui? Causa ed effetto.
2. Ho pensato a lui perché lui stava decidendo di venire a trovarmi? Premonizione.
3. È stata una coincidenza?
Forse tutte e tre erano vere finché una di esse non è accaduta (meccanica quantistica) o forse c’è dietro qualcosa di completamente diverso. Ecco, “Saranythia” è la ricerca di una risposta definitiva ai misteri relativi ai fantasmi e agli amici che per coincidenza riappaiono dopo tanto tempo: è semplicemente accaduto in un altro pianeta.
 
Perché hai deciso di pubblicare la storia in quattro parti?
Principalmente perché è passato molto tempo dalla pubblicazione di “Amantarra”. A causa di problemi familiari mi è stato difficile scrivere negli ultimi cinque anni. Ora per fortuna tali eventi appartengono al passato, ma ovviamente è trascorso un bel po’ di tempo dall’ultima volta che ho pubblicato qualcosa, perciò ho deciso di pubblicare “Saranythia” in quattro brevi parti. In questo modo riuscirò a consegnare la storia ai miei lettori molto più in fretta.
Saranythia Parte 2 - I Varton” sarà pubblicato nell’aprile 2018.
 
C’è qualche libro, tra quelli che hai letto durante la scrittura di “Saranythia Parte 1: Le porte di Setergard”, che pensi possa averla influenzata?
Amo le opere fantasy di Robin Hobb e sono sicuro che il suo stile di scrittura abbia influenzato la mia scrittura, ma le influenze sono quasi sempre grafiche. Tendo a immaginare una scena molto tempo prima di aver deciso che cosa vi accadrà. Per esempio, la scena di apertura di “Saranythia” è stata ispirata dall’immagine di sfondo del mio computer. Una volta che ho l’ambientazione, appaiono subito i personaggi e iniziano a interagire. Così io mi limito a trascrivere quello che dicono e fanno. Okay, questa è una semplificazione del processo creativo, ma rappresenta l’essenza di ciò che accade.
 
 

 
Cresciuto tra vicino alle industrie del nord-est dell’Inghilterra con Star Trek, Doctor Who e romanzi fantasy, RICHARD J. GALLOWAY si è ribellato al destino segnato dalle scuole che ha frequentato, che imponeva come sua vocazione il lavoro industriale. Dopo aver esaurito l’unica opzione apparente, il suo insegnante era disperato. “Se non vuoi lavorare nelle acciaierie, dove vuoi lavorare?” La sua risposta era sempre: “Non lo so.” Il settore in cui sarebbe finito non si concretizzò che dieci anni dopo. Nessuna meraviglia che il suo insegnante si preoccupasse. Dalla scuola, tramite lo studio del disegno e dell’architettura, alla fine si è trovato a lavorare con i grandi sistemi informatici.
Carriera a parte, il filo che ha legato il tutto è stato la fantasia. Non ha mai perso la sua fascinazione per le immagini che una buona storia sono in grado di evocare. Dopo tutto, gli aveva mostrato dei mondi al di là di questo, e le possibilità al di là delle acciaierie. E continua a farlo.
Richard vive ancora nel nord-est dell’Inghilterra con la moglie, la famiglia, e un grosso gatto chiamato Beano. L’industria pesante si è ridotta, ma il mondo della fantasia di Richard è cresciuto. Spesso si chiede quale consiglio avrebbe ricevuto, se il suo insegnante avesse letto un po’ di fantascienza.
 
Il suo primo romanzo, “Amantarra”, è stato pubblicato in italiano nel 2013, mentre il seguito, “Saranythia Parte 1: Le porte di Setergard”, è ora disponibile su Amazon.
 
Visitate il suo sito web italiano: www.richardjgalloway.eu
Oppure fategli visita su Facebook e Twitter.
 
Di Carla (del 01/11/2017 @ 09:30:00, in Scrittura & pubblicazione, linkato 2008 volte)
Nel 2012, prima di iniziare a pubblicare le mie opere originali, trasformai una vecchia fan fiction del film “La Mummia” (quello di Stephen Sommers) scritta nel 2000 in un ebook gratuito, tuttora disponibile, per iniziare a creare intorno a me un piccolo gruppo di lettori e testare la piattaforma di pubblicazione di Smashwords, che poi avrei usato per portare tutti i miei libri su Kobo e iTunes.
Questa fan fiction si intitola “La morte è soltanto il principio” e rappresenta un sequel alternativo del famoso film del 1999 (che aveva come protagonista Brendan Fraser) e soprattutto della sua novelization firmata da Max Allan Collins.
 
Non ho idea del numero totale di volte che questo ebook è stato scaricato, poiché mi mancano i dati di Kobo, ma considerando solo Smashwords, iTunes e Google Play la cifra che ottengo è di circa 70 mila copie.
 
L’edizione pubblicata nel 2012 era ovviamente una versione revisionata di quella scritta dodici anni prima. Successivamente nel 2015 ho ripreso in mano il testo e l’ho sottoposto a una revisione più approfondita, facendo tesoro di quanto avevo imparato in tre anni di scrittura e pubblicazione.
E adesso ho deciso di farlo di nuovo, ma, invece di revisionare il testo e solo dopo pubblicare una nuova edizione in sostituzione della precedente, stavolta mi sono rivolta a Wattpad.
 
 
Come immagino sappiate, Wattpad è un social network di scrittura e lettura. Gli utenti pubblicano le proprie storie a puntate e i loro follower le leggono e le commentano.
Sono iscritta a Wattpad da qualche anno, ma finora l’ho usato solo per inserire un’anteprima dell’edizione inglese di due miei libri. Circa due settimane fa, invece, ho pensato di usarlo come strumento per diffondere la nuova edizione de “La morte è soltanto il principio”, man mano che procedo con la sua revisione.
 
Finora devo dire che sto trovando l’esperienza molto divertente. Ho ancora relativamente pochi follower, ma quei pochi si stanno mostrando molto attivi nel commentare i passaggi del testo e talvolta nel darmi una mano a individuare dei refusi che altrimenti mi sarebbero sfuggiti per l’ennesima volta.
Il libro è costituito da tre parti e non è originariamente suddiviso in capitoli, ma per adattarlo alle esigenze di Wattpad sono costretta ad aggiungere questa suddivisione. Non so esattamente quanti capitoli verranno fuori alla fine, ma ho intenzione di pubblicarne almeno uno alla settimana e di finire entro Natale.
Terminata la pubblicazione online, sostituirò l’ebook nei retailer con l’edizione aggiornata, che quindi potrete scaricare sul vostro dispositivo.
 
Se non avete ancora letto “La morte è soltanto il principio”, vi va di unirvi ai miei follower su Wattpad?
 
Se prima volete saperne qualcosa di più, eccovi la descrizione del libro.
 
Londra, 1926 d.C.
Quando Evelyn Carnahan rivede dopo alcuni anni la sua vecchia amica d’infanzia Anne Howard, si rende subito conto di quanto sia cambiata. La ragazza perennemente annoiata e insofferente che ricordava si è trasformata in una giovane donna sicura di sé, per niente addolorata dalla recente morte del marito Robert MacElister, avvenuta in circostanze misteriose durante una campagna di scavi in Egitto.
Inoltre, al suo ritorno a Londra dopo questo viaggio, la giovane vedova ha portato con sé, oltre che una grande quantità di reperti da esporre al British Museum, uno strano egiziano di nome Assad, indossante il tatuaggio dei Med-Jai, gli antichi guardiani di Hamunaptra, la Città dei Morti scoperta non molto tempo prima proprio da Evelyn, suo fratello Jonathan e Rick O’Connell.
Non tutto quello che Anne ha rinvenuto ad Hamunaptra, però, è stato esposto durante la mostra. Due sono gli artefatti che la donna ha deciso di tenere per sé: una mummia malridotta e un libro nero che necessita di una chiave per essere aperto.
Ma ciò che Anne e Assad non sanno è che nel loro viaggio di ritorno sono stati seguiti anche da un’oscura presenza in cerca di una vendetta vecchia di tremila anni.
Nel tentativo di risolvere questo nuovo mistero, i fratelli Carnahan e l’americano Rick O’Connell dovranno ben presto scontrarsi con forze sovrannaturali di gran lunga al di sopra della loro portata e saranno costretti, loro malgrado, a combattere ancora una volta per salvare il mondo.
Nel farlo, però, troveranno in un vecchio nemico un inatteso e potente alleato.
 
Non mi resta che augurarvi buona lettura su Wattpad!
 
 
Di Carla (del 30/11/2017 @ 09:30:00, in Scrittura & pubblicazione, linkato 3653 volte)

Poco più di due anni fa AmazonCrossing ha pubblicato l’edizione inglese del mio thriller “Il mentore” (che sarebbe poi diventato il primo della trilogia del detective Eric Shaw), facendolo diventare bestseller internazionale che, raggiungendo oltre 170 mila lettori in tutto il mondo, ha scalato le classifiche del Kindle Store fino alla prima posizione assoluta negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Australia.
 
È stata per me una grande soddisfazione che un mio romanzo venisse letto da tante persone, la maggior parte delle quali l’hanno apprezzato, e ovviamente lo è stato anche il ritorno economico sia diretto che indiretto (grazie a un aumento delle vendite di altri miei libri in inglese e della versione italiana di questo libro). L’aver avuto questo transitorio successo mi ha inoltre procurato un ritorno di immagine non indifferente, cui sono seguite diverse esperienze interessanti, e rappresenta un precedente indelebile nella mia carriera letteraria.
Tra l’altro, se non avessi mai concesso i diritti di traduzione in inglese de “Il mentore”, non mi sarebbe neanche venuto in mente di scrivere i suoi due seguiti, “Sindrome” e “Oltre il limite”, di cui sono particolarmente fiera, sia perché li ritengo dei libri di gran lunga migliori del loro predecessore (in quanto scritti con una maggiore esperienza alle spalle), sia perché mi hanno dato la possibilità di concedere più spazio al personaggio di Eric Shaw e di raccontare fino alla fine la sua storia.
 
Adesso, a oltre due anni dall’uscita di “The Mentor” e a oltre tre dalla stipulazione del contratto con Amazon Publishing, i diritti di traduzione in inglese de “Il mentore” mi sono stati restituiti (la restituzione ufficiale avverrà la settima prossima) e già da qualche giorno il libro non è più disponibile in formato ebook su Amazon (per i formati fisici la disponibilità continuerà fintanto che ci saranno ancora copie in magazzino o vendute da terzi).
 
Devo dire che, nonostante la mia collaborazione con Amazon Publishing sia stata un’esperienza interessante e istruttiva e mi abbia portato tante belle cose, sono contenta che sia finita.
L’edizione di “The Mentor” da loro pubblicata aveva delle criticità per quanto riguarda la traduzione. Il romanzo, pur essendo ambientato a Londra, era stato tradotto in ogni sua parte, inclusi i dialoghi, nella variante americana dell’inglese, poiché pubblicato da un editore americano. Oltre al problema della lingua in sé, che molti lettori, non solo quelli britannici, hanno notato, c’era quello dell’utilizzo di terminologie e nomi di istituzioni e luoghi tradotti direttamente dal mio adattamento in italiano dei termini originali, laddove sarebbe invece stato necessario andare a recuperare gli stessi termini originali. Infine c’erano proprio degli errori nel riportare il contenuto del testo, anche se non tali da compromettere la comprensione generale del libro.
 
A monte c’era stata sicuramente una scelta discutibile da parte dell’editore, vale a dire usare un traduttore e degli editor americani (che ovviamente non hanno colpa, poiché hanno solo cercato di fare del proprio meglio, e cui vanno comunque i miei ringraziamenti).
A ciò si aggiungevano, a mio parere, alcune scelte di marketing (tra cui copertina, descrizione, generi in cui era classificato) che non rispecchiavano il contenuto reale del libro e che potrebbero aver tenuto lontano un target di lettori più adatto. “The Mentor”, infatti, era stato presentato come un “mystery”, quello che in italiano è definito giallo, cioè una storia investigativa il cui scopo è trovare il colpevole. I lettori si aspettavano di dover scoprire l’identità dell’assassino e che questo alla fine venisse arrestato o, al massimo, ucciso. In realtà però si tratta di un crime thriller in cui il centro della storia è il comportamento che un detective della Scientifica (Forensic Services), con un concetto molto particolare di giustizia (tale da spingerlo ad abusare spesso del proprio ruolo), assume nel sospettare che dietro gli efferati omicidi su cui sta indagando ci sia una persona con cui ha un forte legame affettivo. A rendere il suo giudizio più complicato c’è la consapevolezza che le vittime non erano affatto degli innocenti.
 
Alla luce di tutto ciò sono contenta, forse addirittura sollevata, di rientrare in possesso dei diritti di traduzione in inglese de “Il mentore” per assicurarmi prima di tutto che riceva una traduzione adeguata e fedele, e successivamente per poter nel migliore dei modi offrire anche ai lettori anglofoni i libri successivi, sperando di riuscire a farli arrivare soprattutto a coloro che amano i crime thriller, e non (solo) i gialli.
Al momento non sono ancora in grado di stabilire delle date di uscita (anche perché sono e sarò impegnata per i prossimi mesi in due progetti editoriali in italiano), ma ho già iniziato la nuova traduzione e spero che nei prossimi mesi sia possibile chiarire in quali modi, e magari anche tempi, la trilogia del detective Eric Shaw tornerà sul mercato anglofono nel maggior numero possibile di paesi e, soprattutto, non soltanto su Amazon.
 
 
Di Carla (del 22/12/2017 @ 09:30:00, in Scrittura & pubblicazione, linkato 1779 volte)
Sei in cerca di libri da leggere per le vacanze?
Questo Natale potresti iniziare la trilogia del detective Eric Shaw in ebook, approfittando dell’offerta natalizia su Amazon e Google Play.
 
Fino al 7 gennaio 2018, “Il mentore”, il primo libro della trilogia del detective Shaw, è disponibile in ebook su Amazon e Google Play ad appena 0,99 €!

 
Ambientata nella Londra odierna tra il 2014 e il 2017, la trilogia del detective Eric Shaw ha come protagonista un caposquadra della sezione scientifica di Scotland Yard, che si trova ad affrontare un periodo cruciale della propria vita. L’eccessiva dedizione al lavoro ha causato il fallimento del suo matrimonio e l’ha trasformato in un poliziotto pronto a infrangere più di una regola pur di soddisfare la sua ossessione di assicurare i criminali alla giustizia. Il suo già precario equilibrio viene minato da una criminologa della sua squadra, molto più giovane di lui, Adele Pennington, per cui prova dei sentimenti che lui stesso considera inappropriati vista la differenza d’età, e da una serie di delitti sui quali indaga insieme alla figlioccia Miriam Leroux, detective della Omicidi. Essi mostrano delle somiglianze con un caso irrisolto del 1994, nell’ambito del quale lo stesso Eric aveva tratto in salvo da una scena del crimine una bambina di sette anni, unica testimone del massacro della propria famiglia.
 
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L’ebook è inoltre disponibile a prezzo pieno (3,49 €) su KoboMondadori StoreLaFeltrinelliiTunes, Nook (tramite l’app per Windows) e gratuitamente per gli abbonati di 24Symbols e Playster.
 
Se invece preferisci l’edizione cartacea, la trovi a 7,99 € su Amazon e Giunti.
 
 
Scopri di più sulla trilogia del detective Eric Shaw: www.anakina.net/detectiveshaw
 
Buona lettura e… buone feste!
 
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