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 Malta... di Carla
 

“Non avevo mai ucciso qualcuno prima d’oggi.”
Affinità d’intenti

 

Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Carla (del 06/02/2014 @ 15:00:00, in Lettura, linkato 2944 volte)

 Angosciante
 
Premetto che si tratta di un tipo di storia che non avrei mai letto se non mi fosse stato suggerito dall’autore di scaricarla gratuitamente. Se l’ebook fosse stato a pagamento, non l’avrei mai comprato, vista la lunghezza (neanche cinquanta pagine).
Ciò purtroppo ha effetto sul giudizio finale, in quanto non amo affatto questi scenari cupi e la sensazione di depressione sempre maggiore che i personaggi trasmettono, fino alla fine. Una volta terminata la lettura hai voglia di dimenticartene del tutto, perché non ti lascia di certo una bella sensazione.
Probabilmente questo è anche un merito dell’autore, poiché è riuscito a trasmettere al lettore ciò che voleva. Ci è riuscito benissimo con una prosa ottima, molto evocativa, molto curata nei dettagli. Lo stesso ebook è ben formattato. Nel complesso siamo di fronte a un prodotto editoriale davvero buono.
Ma resta il fatto che quando leggo una storia vorrei non deprimermi. È una considerazione del tutto personale, ma questa è di fatto una recensione di gradimento, quindi deve essere personale.
 

L'orfanotrofio (Cronache dalla Città) su Amazon.it.
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Di Carla (del 01/02/2014 @ 00:30:20, in Lettura, linkato 3003 volte)

 Storia mediocre, prodotto editoriale scadente
 
C’è da dire che si tratta di un prodotto di edicola rivolto probabilmente a un pubblico giovane (o almeno è ciò che mi auguro), ma ciò non lo giustifica. La storia non offre grandi spunti, ma ciò che la rende davvero poco godibile è la scarsa qualità della traduzione, fatta in qualcosa di molto lontano dall’italiano. Il testo è inoltre pieno di refusi. La trama è semplicistica, ma in linea col tipo di prodotto: mutanti, eroi, poteri psichici, finale scontato. Forse, se fosse stato tradotto in maniera più decente, l’avrei apprezzato di più come lettura da spiaggia, ma il modo in cui è scritto a volte dà proprio sui nervi.
Migliore sotto certi aspetti il racconto in fondo al libro, scritto sicuramente meglio (l’autore è italiano, quindi nessuna traduzione) e abbastanza divertente nel suo essere un po’ maschilista. Nonostante ciò l’ho trovato un po’ troppo sopra le righe, troppo surreale per essere preso sul serio anche come racconto umoristico.
 
Supermutante su Amazon.it (usato).
 

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Di Carla (del 19/01/2014 @ 22:34:06, in Lettura, linkato 2986 volte)

 Cuori infranti… in serie
 
Dopo il romanzo “Un patto con una sconosciuta” e la novella “Gemelle incompatibili”, Martina Munzittu si cimenta in una storia rosa più classica, in cui i patimenti sentimentali delle protagoniste sono però sempre affiancati dall’ironia tipica dei suoi scritti, cui si aggiungono elementi drammatici sapientemente misurati. Ma la vera peculiarità di questa novella (anzi, quasi un romanzo breve) è che si tratta a tutti gli effetti dell’episodio pilota di una serie.
Ma andiamo per ordine. Le vicende narrate ruotano intorno a una sorta di associazione di mutua assistenza fra donne (e uomini) con problemi amorosi fra i più disparati, fondata da Nonna Pina, un’italiana trapiantata a Londra, e chiamata “Il Rifugio dei Cuori Infranti”. La serie ha uno sviluppo di tipo episodico, vale a dire che nell’ambito di una puntata vengono seguiti due “casi” che vengono risolti prima della sua fine. Allo stesso tempo esistono delle sottotrame che sospetto verranno sviluppate nel corso dei prossimi episodi. Inoltre verso la fine compare un nuovo personaggio, che anticipa l’episodio successivo. Il format è senza dubbio perfetto. Le due storie vanno avanti in parallelo, con un ritmo abbastanza sostenuto, costringendo il lettore, anche grazie allo stile leggero e coinvolgente della Munzittu, a girare una pagina dopo l’altra, finché non arriva alla conclusione. Il tutto è infarcito da elementi ironici, che strappano più di una risata, e altri più seri che spingono alla riflessione. Sullo sfondo la Londra odierna, scorci di vita quotidiana e location ben conosciute.
Il risultato soddisfa appieno le buone premesse. In questo episodio in particolare, intitolato “Tradimento”, si affronta questo tema molto comune in ambito sentimentale da due prospettive ben diverse, addirittura opposte, ma sempre in maniera misurata e convincente, grazie alla sensibilità dell’autrice che riesce ancora una volta a farci divertire e un po’ anche arrabbiare insieme ai suoi personaggi.
La brevità, se da una parte penalizza l’approfondimento delle storie e dei personaggi, ha dalla sua il fatto che permette al lettore di non dover attendere troppo per vedere soddisfatta la sua curiosità su come andrà a finire e nel contempo lo lascia col desiderio di leggere nuove storie come questa.
 
 
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Di Carla (del 23/11/2013 @ 02:59:27, in Lettura, linkato 3887 volte)
Più riguardo a Le parole confondono

 
 Quando le parole incantano

Ammetto di non essere un’amante della narrativa non di genere, ma sono affascinata e mi lascio coinvolgere da quelle storie che scavano nei sentimenti dei personaggi, mettendoli di fronte a situazioni fuori dall’ordinario e talvolta estreme, indipendentemente da quello che è il contesto in cui essi si muovono. Se poi queste storie sono costruite con maestria, tramite un abile incastro della narrazione degli eventi, ecco che mi ritrovo a viverle insieme ai personaggi, ed emozionarmi con loro, nel bene e nel male, al di là di tutte le etichette di genere.
“Le parole confondono” non è solo la storia di Andrea, sapientemente narrata su due piani temporali, con una perfetta gestione dell’azione e dei dialoghi, ma è soprattutto una storia che parla di varie forme d’amore: quello che lega un nipote e un nonno, due amici, un uomo e una donna, e qualsiasi persona che viva un legame speciale con qualcun altro, anche solo unilaterale. Ed è questo amore, la sua ricerca, il desiderio di esprimerlo e di esserne appagato, che muove Andrea Marini e lo accompagna durante i periodi più bui della sua vita, sia nel presente che nel passato.
Fatti terribili, violenti lo colpiscono, lo feriscono nel profondo, ma non lo spezzano, anche grazie alla presenza di figure importanti, alle quali si aggrappa per rialzarsi e andare avanti, seppure tra mille difficoltà e, diciamocelo, mille sfighe.
Giovanni Venturi mette a dura prova i suoi personaggi, cosa che gli consente di porne a nudo l’anima, trasformando la loro debolezza in forza, spingendoli a crescere nel corso della narrazione e costringendo il lettore quasi a vivere in prima persona il loro viaggio. Ci si ritrova così a ridere, penare, arrabbiarsi con loro, e a gioire quando infine afferrano quel desiderio anelato per tante pagine.
Non è solo la storia in sé a fare la magia. Ci sono sì degli elementi di originalità, che portano il lettore a chiedersi cosa accadrà dopo, senza riuscire in alcun modo a immaginarlo, che gli impediscono di fermarsi alla fine di un capitolo. E infatti, nonostante la lunghezza, il libro si legge in pochissimi giorni. Altri, invece, sono meno celati e più facili da intuire. Ma ciò che fa funzionare il tutto è il modo in cui questi elementi sono cuciti e la sensibilità con cui l’autore riesce a trasmetterli con la sua prosa diretta e allo stesso tempo mai banale. C’è un senso di universalità nei temi trattati tale che la storia che ci viene mostrata avrebbe avuto comunque la medesima forza e credibilità, anche se non fosse stata narrata tra Napoli e Milano o in un tempo diverso da quello odierno. Spesso si accusa la narrativa italiana non di genere di autoreferenzialità e provincialismo, e talvolta è vero, anzi, il più delle volte. Ma quando alla base di tutto ci sono degli elementi che, sebbene fortemente legati al dove e al quando, allo stesso tempo prescindono lo spazio e il tempo, ecco che ci troviamo di fronte a qualcosa di veramente speciale, che non può lasciarci indifferenti e che, una volta giunti alla parola fine, ci sorprende con un piacevole senso di completezza.
 
 
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Di Carla (del 07/11/2013 @ 19:23:23, in Lettura, linkato 3327 volte)

 La fantascienza che ti sorprende
 
Appena inizi a leggere questo primo romanzo della serie “Vivere o Morire”, rimani spiazzato. Ti trovi di fronte al diario allucinato del protagonista, che ti racconta cosa accade in tempo reale, trasmettendoti le sue angosce e soprattutto la sua incertezza. Tutto ciò che lui riporta è poco più di un’interpretazione, poiché Sirio (nome azzeccatissimo) non sa neppure dove si trova. È rinchiuso in un rifugio in un luogo sconosciuto della Terra e nelle sue mani, proprio nelle sue dita, c’è il destino dell’intero pianeta.
Seguiamo i suoi pensieri, i suoi contatti (o presunti tali) col mondo esterno e con i suoi lontani compagni di avventura, ma non sappiamo cosa stia succedendo realmente e ciò ci spinge a continuare a leggere.
La trama di “Vivere o morire” è geniale e ben giocata. La struttura narrativa iniziale ti cattura. A un certo punto tutto cambia, la storia muta la sua prospettiva, aggiungendo nuovi elementi. E poi cambia ancora, fino a giungere al finale con tanto di colpo di scena, che spazza via tutte le nostre certezze. Geniale.
Se devo trovare dei difetti, lo posso fare nel paragonare la prima parte in soggettiva con le altre. È molto più efficace. L’inserimento di un punto di vista onnisciente nella seconda parte della storia crea un’involontaria distanza, che può comunque essere colmata, ma di certo non intacca minimamente la curiosità e la voglia di sapere cosa accadrà dopo.
Sono curiosa di seguire l’evolversi degli eventi nel prossimo libro, perché non riesco proprio a immaginarli.
Di certo si tratta di una prova pregevole per un autore che per la prima volta si cimenta con un genere complesso come la fantascienza. Non può che migliorare e farci divertire ancora di più.
 
 
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Di Carla (del 25/10/2013 @ 00:42:13, in Lettura, linkato 2661 volte)

 Attenti alla sfera!
 
Dopo aver conosciuto Chase Williams nei brevi racconti di “Cutting Right to the Chase”, aspettavo con ansia di vedere questo personaggio alle prese con un caso vero, con una storia complessa, per scoprire come se la sarebbe cavata. Il nostro Chase in questo “Into the Killer Sphere” (altro titolo a doppio senso, che già di per sé è un piccolo capolavoro) si trova di fronte al classico omicidio avvenuto nell’ambito di una ricca famiglia, i cui membri, nessuno escluso, sembrano esserne i sospettati, un po’ per il loro comportamento ambiguo e un po’ per il fatto che possono beneficiare in qualche modo della morte del congiunto. Eppure è tutto molto bizzarro, a iniziare da come la vittima è morta, tant’è che la storia si concentra molto più sul come che sul chi, il quale a un certo punto può essere intuito dal lettore particolarmente attento.
Chase con i suoi modi un po’ goffi, che forse portano i sospettati a sottovalutarlo (altro elemento dei gialli classici), cela però una perspicacia senza eguali nel seguire tutte le tracce, persino quelle più insignificanti, e arrivare alla soluzione, senza che il lettore sia in grado di stare dietro ai suoi ragionamento, finendo per essere colto dalla sorpresa della rivelazione. Il lettore non ci sarebbe mai arrivato, sebbene fosse tutto davanti ai suoi occhi, come nella tradizione dei grandi gialli.
I miei complimenti a Stefania, questa Agatha Christie sarda che segue egregiamente le orme della grande giallista e che, sono certa, ci farà vivere ancora tante divertenti avventure per le strade di Tursenia.
 
Questo libro è in lingua inglese!
 
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Di Carla (del 23/10/2013 @ 03:39:00, in Lettura, linkato 2568 volte)

 Una lunga avventura nello spazio
 
Questo primo romanzo della serie “Star Traveler” di Theresa Snyder ci catapulta in un futuro imprecisato, un po’ alla Star Wars, in cui l’Uomo viaggia senza problemi tra un sistema stellare e l’altro della galassia, popolata da numerosissime specie di alieni, alcuni molto socievoli e altri un po’ meno. In questa ambientazione quasi da favola seguiamo le avventure dell’umano Jake e del giovane henu Arr, mercenari dai sani principi, che nel corso di diversi anni si trovano ad affrontare situazioni rocambolesche e pericolosi nemici. Ma il vero punto di forza della storia è proprio il rapporto fraterno tra i due protagonisti. Da una parte c’è Jake, abituato a una vita solitaria, che in uno dei suoi tanti viaggi si imbatte nel giovanissimo henu, ultimo superstite della sua specie aliena, e lo prende sotto la sua ala protettiva, come se fosse un fratello minore. Il legame tra i due è fortissimo e più di una volta porta il lettore a commuoversi nel sentire la sofferenza di Arr, quando viene separato da Jake.
Questo tipo di space opera, adatta a un pubblico di qualsiasi età, è diversa da quella più cinematografica cui sono abituata. La storia non ha un unico filo conduttore, a parte l’amicizia di Arr e Jake, ma si dipana attraverso tutta una serie di episodi molto godibili, i quali ne fanno una lettura affascinante e leggera, che trova la sua forza proprio nei personaggi.
La consiglio a qualsiasi lettore che ami le storie con buoni sentimenti e tante astronavi.
 
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Di Carla (del 12/09/2013 @ 21:10:54, in Lettura, linkato 3351 volte)

 Un’appassionante space opera
 
C’è tanto lavoro dietro questo romanzo. Lo si percepisce dalla sua lunghezza, la complessità della trama, la quantità di personaggi e come le loro vicende sono intrecciate, la cura dei dettagli e persino la sua suddivisione in un gran numero di scene, che ci forniscono il quadro di una storia davvero imponente, una di quelle per cui non vedi l’ora di rimetterti a leggere.
In un’atmosfera un po’ alla Star Trek troviamo l’equipaggio della Hudson, la prima astronave a lasciare il sistema solare per raggiungere quello di una razza aliena, i Dremikiani. Il loro pianeta, Dremiks, è minacciato dalla parziale distruzione di una sua luna e gli umani si offrono di aiutarli a evitarne la distruzione in cambio dell’insediamento di una loro colonia sul pianeta. Da questo presupposto scaturisce la storia del capitano Brett Hill, il comandante Maggie O’Connell e tutti gli altri personaggi a bordo, incluso l’alieno Dwax. Ben presto ognuno di loro diventa nostro amico e impariamo a conoscere le dinamiche che li legano, in una missione che risulterà tutt’altro che semplice. Dietro di essa si nascondo infatti tutta una serie di intrighi che coinvolgono sia gli umani che di Dremikiani, ma non solo loro.
Preferisco non entrare in dettagli, per non togliere la sorpresa a chi lo leggerà. Basti solo dire che questo bellissimo romanzo mi ha catturato e divertito, e quasi mi è dispiaciuto che sia finito. Non è affatto facile gestire così tanti personaggi e riuscire comunque a renderli veri e ben distinguibili, ma Cassandra Davis ci è riuscita.
Se vi piacciono le storie con navi spaziali, viaggi interstellari e alieni, dovete leggerlo.
 
 
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Di Carla (del 11/09/2013 @ 12:20:42, in Lettura, linkato 3143 volte)

 Leggera e divertente
 
Due gemelle identiche ma opposte sono lo strumento con cui Martina Munzittu si diverte a esplorare il rapporto tra due donne, e ci riesce molto bene. Quello delle gemelle identiche che fanno di tutto per essere diverse è qualcosa di molto comune, ma la Munzittu va oltre, estremizzando questo concetto e proponendoci Lucy e Poppy, due ventenni londinesi, che forse anche a causa della giovane età, e dell’ingenuità che ne consegue, sembrano fare di tutto per distinguersi l’una dall’altra, sotto ogni aspetto. Da una parte abbiamo Lucy, quella “normale”, con una casa, un lavoro, ma purtroppo single. Dall’altra Poppy, quella “alternativa”, che ha dilapidato parte dei soldi ricevuti in eredità (comodo così!) per girare il mondo, che si ostina ad adottare usi e costumi di altre culture, possibilmente mescolandoli, alla ricerca di un qualcosa che forse neanche lei sa cosa sia.
Tra le due, paradossalmente, quella che pare di vedute più ristrette è proprio la seconda, chiusa nei suoi idealismi, al contrario della prima, più legata alla realtà che sembra sopportare meglio le stranezze della sorella. Ovviamente fino a un certo punto. Poppy fissata con il suo mondo alternativo si rifiuta di guardare la realtà che la circonda, la liquida considerandola peggiore della sua e arriva a non rispettarla, come accade in un episodio divertente (che non riferisco per evitare anticipazioni), che sarà causa di un forte contrasto tra le due sorelle.
Tutto ciò viene abilmente orchestrato in questa novella chick-lit, a tratti esilarante, che porta suo malgrado il lettore (la lettrice?) a scegliere da che parte stare.
Si tratta di una lettura che mi sento di consigliare a chi vuole passare un paio d’ore piacevoli e scoprire questa brava autrice. La Munzittu la offre gratuitamente in formato ebook nel suo sito in cambio dell’iscrizione alla newsletter. La versione cartacea è invece disponibile su Amazon.
 
 
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Di Carla (del 06/09/2013 @ 09:05:27, in Lettura, linkato 2663 volte)


 Belle idee, edizione scadente

 
Mi sono imbattuta in questo libro qualche anno fa, non ricordo neppure come. Ultimamente me lo sono ritrovata e ho deciso di leggerlo. Così facendo, ho scoperto con piacere il catalogo di libri pubblicati da questo editore (che in realtà è un’associazione), tutti di genere fantascientifico. Per quanto elogi l’iniziativa di dare più spazio a questo genere nell’editoria italiana, noto però che i risultati non sono dei migliori.
La trama di questo romanzo è molto interessante. Si tratta di un thriller fantascientifico con un bel po’ di azione e suspense. La storia in sé è molto originale e godibile. Purtroppo l’edizione non è all’altezza del resto. Prima di tutto non c’è sufficiente suddivisione delle scene. Poco dopo l’inizio a un certo punto il libro continua senza interruzioni fino alla fine. Inoltre il testo è disseminato di refusi e, temo, anche veri errori (visto che si ripetono). La formattazione è a tratti pessima, come se fosse stata fatta di corsa.
Tutto questo riduce notevolmente la leggibilità del libro e vanifica in parte quanto di buono ci sia in esso. Però devo ammettere che l’ho letto con molto interesse, perché volevo sapere come andava a finire, segno che il testo in sé non è affatto male, per quanto un editing più approfondito gli avrebbe di certo giovato, soprattutto nell’utilizzo un po’ troppo disinvolto dei punti di vista, che disorienta durante la lettura.
Ciò che mi ha lasciato perplessa è il finale troppo aperto. Nel leggerlo possiamo supporre che le cose vadano in un certo modo, ma non ce n’è affatto la certezza. Sembra quasi che ci debba essere un sequel, che però non mi pare sia stato mai pubblicato. Insomma, mi ha un po’ deluso.
In poche parole, quattro stelle all’autore, ma due all’editore. Per cui la media non va oltre il tre.
 
 
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