Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Carla (del 25/05/2011 @ 18:39:32, in Lettura, linkato 4513 volte)
Fantastica miscela di suspense e humour
Con questo romanzo Andy Brazil è diventato uno dei miei personaggi letterari preferiti. Terzo del filone dedicato a Brazil e a Judy Hammer, "L'isola dei cani" è un gran bel romanzo, che prima di tutto diverte il lettore. Nonostante si tratti sempre e comunque di un thriller, il tono leggero con cui è scritto ti fa spesso sorridere e talvolta ridere di gusto, cosa che difficilmente accade nella serie ben più drammatica dedicata a Kay Scarpetta, la quale però è presente in un piccolo "cameo" anche in questo romanzo, rivelando che i due filoni in realtà si trovano nella stessa linea temporale. Molto interessante è inoltre la parte storica, che ci racconta la colonizzazione dell'attuale Virginia e le storie di pirati ad essa collegate, come pure la descrizione dei bizzarri abitanti di Tangier Island e del loro bizzarro modo di parlare. Mi è inoltre piaciuto particolarmente l'uso del blog (mezzo di comunicazione sul web a me molto caro) da parte del protagonista, che rispecchia l'esplosione di una vera e propria moda nel periodo in cui il romanzo è stato scritto (2001), la quale a suo volta anticipa la nascita degli odierni social network. Sulla trama non voglio dire molto, anche per non togliere la sorpresa a chi deve ancora leggerlo. La quarta di copertina è un po' fuorviante e non rivela affatto il tono con cui è scritto il libro. Non attendetevi il solito thriller drammatico, con tanti morti ed efferati killer. Qualcuno muore e ci sono i cattivi, ma il bello della storia è tutt'altro e senza dubbio ti lascia col sorriso sulle labbra quando arrivi alla fine. Mi chiedo quando la Cornwell ci delizierà di nuovo col prossimo episodio di questa serie.
Unico neo riguarda l'edizione italiana: la Biavasco è decisamente molto avara di congiuntivi!
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Di Carla (del 10/05/2011 @ 06:00:06, in Lettura, linkato 2515 volte)
Imprevedibile e bizzarro
Che dire di questo romanzo? Sicuramente ti cattura, poiché narra una storia così bizzarra da non darti il minimo riferimento su come si evolverà, cosa che ovviamente aumenta la curiosità del lettore. Sicuramente a tratti è veramente divertente. Molto interessante anche il modo in cui l'autore ha strutturato la storia, inserendo i quattro racconti, uno per ogni elemento (acqua, terra, fuoco, aria). C'è evidentemente un gran lavoro sotto e Coe si è sicuramente divertito a farlo. Ciò che mi ha lasciato perplessa, motivo per cui mi sono fermata a quattro stellette, è la scoperta che il protagonista fa verso la fine, addirittura su suggerimento di un altro personaggio che lo conosce appena. Più che perplessa direi sconcertata. È sicuramente una bella trovata, di quelle che non ti aspetti, ma allo stesso tempo la trovo banale e ripetitiva, perché già usata all'interno della storia, ma soprattutto poco credibile. Il tutto però viene salvato dal colpo di scena finale: la finzione nella finzione che ti permette di sorvolare su molte cose. Ovviamente non entro in dettagli per non rovinare la sorpresa a chi avesse intenzione di leggere questo romanzo.
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Di Carla (del 28/04/2011 @ 21:21:01, in Lettura, linkato 5032 volte)
Di Carla (del 13/04/2011 @ 21:27:00, in Lettura, linkato 3657 volte)
In fondo si lascia leggere con piacere
Si tratta senza dubbio di un libro pieno di difetti, a iniziare dalla pretesa di essere un romanzo per adulti, come la stessa Meyer afferma nell'intervista riportata alla fine del volume. C'è poco da fare: non è un libro per adulti. I personaggi principali non saranno adolescenti, a parte uno, ma sono comunque poco più che ventenni e quindi giovanissimi. Il loro comportamento è in ogni caso più coerente con quello dei cosiddetti giovani adulti e non degli adulti in senso assoluto. Lo stesso fatto che il personaggio principale, un'aliena in un corpo umano, indugi nel raccontare le proprie sensazioni fisiche ed emotive fa di lei una metafora dell'adolescenza. La trama ha alcuni punti deboli, che però sono essenziali per portare la storia nella direzione voluta dall'autrice, ma restano comunque delle forzature del tutto improbabili e il lettore se ne rende conto. Un altro grave difetto della trama è il fatto che vi siano solo conflitti interiori, mentre mancano quelli esterni, cioè un po' di azione. In poche parole nella storia succede veramente poco per oltre 600 pagine di romanzo. Quel poco che succede tende a risolversi volta per volta troppo facilmente (ci si chiede come abbiano fatto le anime ad invadere tutto il pianeta se sono così facili da prendere in giro!) prima che venga fuori il problema successivo. Quest'ultimo aspetto crea dei momenti di stanca nella narrazione, in cui si rischia di perdere per strada qualche lettore meno motivato, che potrebbe non sentire la necessità di continuare la lettura. Nonostante tutti questi difetti, ho deciso di dare 4 stelline a questo romanzo. Il motivo è semplice: in un modo o nell'altro sei portato a continuare a leggere, a girare pagina, a leggere il capitolo successivo e lo fai con piacere. Insomma il romanzo assolve il suo scopo: si fa leggere fino alla fine. Sebbene il suo essere eccessivamente melenso ti porti immediatamente a decidere che sarà l'ultimo che leggerai di questa autrice. Sebbene il trucchetto di spezzare l'azione per riprenderla nel capitolo successivo sia solo un mezzuccio per farti andare avanti. Sebbene 600 pagine raccontate in prima persona da un'aliena impaurita e confusa ti facciano pensare che sia stata sprecata una buona idea per un romanzo di fantascienza come si deve. Sebbene leggendo la sopraccitata intervista della Meyer scopri che non solo non si rende conto che ha scritto un romanzo per ragazzini, ma neppure che è a tutti gli effetti un romanzo di fantascienza: dice che lo è formalmente solo perché ci sono gli alieni, mostrando così che non ha la più pallida idea del significato della parola science fiction e del fatto che un genere tanto vasto non parli solo di alieni e tecnologia inventata, ma che tutto questo crei solo l'ambientazione per raccontare delle storie. In questo caso la storia parla d'amore. Infine ho deciso di soprassedere sulla decisione di aggiungere a fine volume delle domande (e che domande!) per i gruppi di lettura (solo gli americani possono fare dei gruppi di lettura su dei libri del genere!) e su quella di mettere una playlist di brani. Capisco perfettamente che quando si scrive si tende a vedere delle scene attraverso la musica che ci piace, ma l'autrice deve capire che l'esperienza della lettura è qualcosa di totalmente diverso ed è specifica di ogni singolo lettore. Io stessa ho provato ad associare alcuni brani alle parti del libro suggerite, ma non riuscivo a vedere alcuna affinità, perché non posso ovviamente vedere un libro allo stesso modo di chi l'ha scritto. Non sarà mica che la Meyer si prende un po' troppo sul serio per una che scrive storie d'amore per adolescenti? Spero si tratti solo di una mossa commerciale del suo editore. Un'altra cosa che spero è che chi farà il film (perché pare proprio che si farà) sia veramente capace, perché la riduzione cinematografica di un romanzo del genere non è possibile a meno di ridisegnare gran parte della trama. Questo perché in letteratura va bene tutto, ma il cinema, con i suoi costi, pretende una storia che funzioni, cinematograficamente parlando.
Aggiornamento del 2015. Anni dopo aver scritto questa recensione ho avuto modo di vedere il film di Andrew Niccol al cinema. Be’, devo dire che purtroppo i tagli e gli adattamenti hanno trasformato questa storia in un film di adolescenti (l’attrice protagonista aveva solo 17 anni all’epoca e ne dimostrava qualcuno in meno) che fanno i grandi, eliminando quel poco di buono che c’era nel romanzo e tirandone fuori una storia affrettata e poco coinvolgente.
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Di Carla (del 27/03/2011 @ 01:53:21, in Lettura, linkato 3402 volte)
La Cornwell anche senza la Scarpetta non delude
Avevo letto il primo libro di questo filone, incentrato sul comandante Judy Hammer, diversi anni fa e ammetto che, essendo abituata a seguire le avventure di Kay Scarpetta, non lo avevo apprezzato un granché, per cui avevo rimandato per molto tempo la lettura di questo secondo romanzo (per più di 10 anni). Credo di aver fatto bene, poiché da allora ho sicuramente ampliato le mie letture e possiedo adesso gli strumenti per apprezzarlo. "Croce del sud" è sicuramente un bel romanzo. Più che il solito poliziesco è uno spaccato della vita della capitale della Virginia, Richmond. Nello stesso tempo viene presentata, mescolando ironia e azione, una storia che non ti aspetti. Per gran parte della lettura ti diverti a conoscere i personaggi, ma non sai esattamente dove le vicende ti porteranno. Ad un certo punto le cose cambiano e vieni avvolto in un vortice di avvenimenti. Leggendo con attenzione questo libro ti rendi conto di quanto la Cornwell sia brava a scrivere. I suoi personaggi sono tremendamente reali e non puoi fare a meno di amarli od odiarli. Il finale come sempre nei suoi romanzi è abbastanza rapido, ma si allinea perfettamente al ritmo dell'ultima parte dei libro.
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Di Carla (del 15/03/2011 @ 21:08:24, in Lettura, linkato 2581 volte)
Lo scherzo è bello quando dura poco
Questo libro però non voleva finire più! La prosa di Amado è spumeggiante e soprattutto all'inizio mi sono ritrovata a ridere di gusto mentre leggevo, purtroppo a lungo andare questo continuo parlare di donnine pubbliche con annessi e connessi (alcuni dei quali sfociano candidamente in relazioni vagamente incestuose e pedofiliache) diventa a dir poco pesante, soprattutto perché accompagnato da una certa eccessiva lentezza della narrazione che va a insistere sempre sugli stessi temi, che riescono a mettere alla prova anche le mentalità più aperte. Peccato, perché nell'ultima parte il ritmo accelera e la storia diventa decisamente godibile. Questo però non assolve le centinaia di pagine centrali, che hanno suscitato più di uno sbadiglio. È un libro che mi sento di consigliare solo a chi ha davvero molto tempo per leggere, poiché le oltre 600 pagine a caratteri microscopici e il notevole numero di personaggi richiedono un notevole impegno e attenzione, senza le quali a volte si rischia di perdere il filo.
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Di Carla (del 16/02/2011 @ 19:29:48, in Lettura, linkato 2338 volte)
Il giovane Lecter
Comprato e letto in pochi giorni, prima di vederne la versione cinematografica, quest'ultima (finora) opera di Harris conferma il mio estremo apprezzamento nei confronti di questo autore. In questo romanzo si fa un balzo indietro nel tempo a scoprire ciò che ha generato il famigerato cannibale. Già nel precedente "Hannibal" l'autore aveva accennato al passato di Lecter, qui invece ci porta a vederlo con i nostri occhi. In un ambientazione carica di malvagità e orrori, il piccolo Hannibal si trasforma nel giovane mostro vendicatore, dal quale prenderà forma uno dei personaggi più belli e carismatici della letteratura moderna. Una lettura essenziale per chi, come me, subisce il fascino di questo personaggio. Un'opera che ti cattura e non ti lascia andare, finché non ne avrai letto l'ultima parola.
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Di Carla (del 15/02/2011 @ 19:49:40, in Lettura, linkato 3093 volte)
In assoluto il mio libro preferito
In questo libro Thomas Harris a mio parere raggiunge davvero il suo apice, facendoci entrare dentro la testa di Hannibal Lecter, nel suo palazzo della memoria, mostrandoci un personaggio che in fondo, se paragonato a tutti gli altri, non è neppure il più cattivo, bensì l'eroe di una storia dove i buoni, quelli veri, non esistono.
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Di Carla (del 14/02/2011 @ 19:42:40, in Lettura, linkato 2569 volte)
Adrenalina
Ho letto questo libro per curiosità solo dopo che il film vinse l'Oscar nel 1992. Avevo il libro da un paio d'anni, ma non mi ero mai avventurata nella lettura e, a dire la verità, non ero molto interessata neppure al film. Il fatto che un thriller vincesse un Oscar come miglior film era decisamente insolito e mi ha portato a pensare che si trattasse di una storia eccezionale. Ricordo ancora quanto mi batteva forte il cuore mentre leggevo la scena clou a casa dell'assassino, di notte seduta sul mio letto. Non credo che nessun altro libro sia mai riuscito a coinvolgermi a tal punto da perdere il contatto con la realtà.
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Di Carla (del 13/02/2011 @ 19:52:21, in Lettura, linkato 1846 volte)
La prima apparizione di un mito
Ho letto questo libro tra l'aver visto "Manhunter - frammenti di un omicidio" e "Red Dragon" (il film). In tutti e tre i casi la storia mi ha appassionato tantissimo. Sarà perché è davvero una bella storia? Anche se qui Lecter ha un ruolo marginale, inizia comunque a trasparire il suo carisma, che lo renderà, a mio parere, uno dei personaggi letterari meglio riusciti in assoluto e indubbiamente il mio preferito.
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