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 Fiordo svedese... di Carla
 

“Omettere di dire la verità è come mentire.”
Sindrome

 

\\ Blog Home : Storico : Scrittura & pubblicazione (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Anche quest’anno sono riuscita a fuggire da Twitter per celebrare un nuovo anniversario dell’uscita del primo libro della serie di “Deserto rosso”, che oggi compie sei anni.
Deserto rosso - Punto di non ritorno” è stato pubblicato il 7 giugno 2012 e con esso è iniziata la mia avventura e quella di tutti gli altri personaggi del ciclo dell’Aurora, e soprattutto quella della mia creatrice nell’ambito dell’autoeditoria.
Da allora l’intero ciclo ha venduto oltre 12.000 copie.
 
 
In questi giorni, in particolare, la mia creatrice è impegnata nella scrittura della quarta parte del ciclo dell’Aurora ed è ben felice di lasciare che sia io oggi a occuparmi del suo blog.
Come sapete, la mia storia iniziata con “Deserto rosso” si è poi espansa coinvolgendo altri personaggi nei ruoli principali prima ne “L’isola di Gaia”, ambientato 35 anni dopo la fine della serie marziana, e quindi in “Ophir. Codice vivente”, ambientato 23 anni prima del precedente.
Ma cosa è accaduto in questi 23 anni?
Lo scoprirete proprio con la quarta parte del ciclo dell’Aurora: “Sirius. In caduta libera”, che è ambientato 18 anni dopo la terza parte e 5 prima della seconda.
 
Questa volta la voce narrante sarà quella di Hassan.
Be’, avevate già avuto un assaggio della narrazione in prima persona dal suo punto di vista nel capitolo finale di “Deserto rosso”. Adesso lo ritroviamo a bordo della Stazione Spaziale Sirius, in orbita intorno alla Terra. Durante una sua breve permanenza verrà coinvolto in una serie di strani eventi che culminano nella morte di un membro dell’equipaggio. Ma questo sarà solo l’inizio dei problemi di Hassan!
 
© Tomasz RozkoszInsieme a lui compare un nuovo personaggio, che funge da co-protagonista: Miranda Caine, un’astronauta inglese che lavora come tecnico sulla Sirius, ma che è stata in realtà mandata lassù da Elizabeth Caldwell (già vista sia ne “L’isola di Gaia” che, soprattutto, in “Ophir. Codice vivente”) per recuperare un oggetto proveniente da un luogo lontano (indovinate da dove?).
 
Torneranno anche altre vecchie conoscenze, a iniziare dall’IA Susy. Verso di lei si sta spostando il cuore narrativo del ciclo e in questo romanzo comprenderemo meglio il suo ruolo in certi eventi del futuro (vale a dire de “L’isola di Gaia”). E forse inizieremo a intravedere le sue motivazioni.
 
E ovviamente tornerò anch’io, sebbene abbia un ruolo abbastanza piccolo nel romanzo.
 
Il tema centrale di questo libro è lo scontro impari tra essere umano e natura, quest’ultima incarnata dall’ostilità dello spazio e dalla potenza dei vulcani.
Un filone narrativo, infatti, si svolge in Islanda e ha lo scopo di mostrare al lettore, attraverso le vicissitudini di due vulcanologi, le imponenti eruzioni responsabili del temporaneo raffreddamento globale dei quattro anni successivi, menzionato ne “L’isola di Gaia”.
 
In generale “Sirius. In caduta libera” (la cui uscita dovrebbe avvenire a novembre) scioglierà tutti i nodi rimasti e ci preparerà per il libro finale del ciclo, intitolato “Aurora” (titolo provvisorio), che vedrà la realizzazione del programma che porta il suo nome. Per quest’ultimo, però, dovrete attendere il 2020.
 
 
In vista dell’uscita di “Sirius. In caduta libera”, potete trovare tutte le informazioni sul ciclo, inclusa la cronologia e la lista dei personaggi, sul sito monotematico Deserto rosso e il ciclo dell’Aurora: www.desertorosso.net
Io, invece, sono sempre nel mio account Twitter, dove pubblico costantemente link ad articoli in inglese relativi all’esplorazione spaziale.
 
Ora vado. La mia creatrice è abbastanza tollerante con me, ma non devo esagerare.
Ci rivediamo nelle pagine del prossimo libro!
 
Di Carla (del 25/07/2018 @ 09:30:00, in Scrittura & pubblicazione, linkato 3626 volte)
© Tomasz Rozkosz
Avrei voluto scrivere questo post subito dopo aver finito la prima stesura di “Sirius. In caduta libera”, la quarta parte del ciclo dell’Aurora, in modo da potervi raccontare le mie impressioni a caldo dopo aver scritto la parola fine a una storia che mi ha tenuto impegnata per più di quattro mesi di fila, ma poi sono andata in vacanza e al mio ritorno ho dovuto rimandare questo articolo, per dare la precedenza a faccende più urgenti. Adesso manca meno di una settimana all’inizio dell’editing ed è passato abbastanza tempo da permettermi quasi di dimenticare i dettagli di cosa ho scritto. Ciò mi ha consentito di distaccarmi dal libro il tanto necessario per affrontare la revisione con occhio più critico. E adesso mi consente anche di provare a raccontarvi qualcosa di più su questo romanzo, cercando di evitare eccessive anticipazioni (immagine di Tomasz Rozkosz).
 
Come dicevo, ho lavorato alla prima stesura per oltre quattro mesi di seguito, dalla metà di febbraio fino al 26 giugno. È qualcosa di anomalo per le mie abitudini, poiché finora mi era capitato di scrivere senza interruzioni per al massimo due mesi e mezzo. In realtà avevo originariamente programmato di affrontare questa prima stesura in tre sessioni corrispondenti alle tre parti in cui è suddiviso il libro, ma poi ho dovuto dare la precedenza alla nuova traduzione de “Il mentore” e ciò ha ritardato l’inizio della scrittura di “Sirius. In caduta libera” di un mese e mezzo. Comunque sono riuscita nel proposito di completare la prima stesura entro giugno, rispettando la tabella di marcia che mi ero imposta, che dovrebbe portarmi, senza intoppi, alla pubblicazione del libro nella data del 30 novembre, come vi avevo promesso.
 
Nonostante gli oltre quattro mesi di lavoro, “Sirius. In caduta libera” è leggermente più breve di quanto avessi preventivato, poiché la prima stesura è di poco superiore alle 114 mila parole. Forse, se avessi avuto un altro mese a disposizione, avrei ampliato ancora di più l’ultima parte, ma tutto sommato credo che invece vada bene così.
Sono partita con un’outline di massima e, mentre affrontavo la stesura, l’ho ampliata definendo i dettagli delle scene e riuscendo, nell’ultimo mese, a rispettare le tempistiche necessarie per assicurare la pubblicazione a novembre. È stato più difficile rispetto al libro precedente del ciclo (scritto in tre sessioni di un mese nell’arco di un anno) per via della sua maggiore complessità, che mi ha costretto a muovermi tra quattro filoni narrativi distinti e a immergermi di volta in volta nella mente di otto personaggi diversi.
 
A questo punto devo proprio raccontarvi qualcosa di più sulla storia.
Sirius. In caduta libera” è ambientato 18 anni dopo la fine di “Ophir. Codice vivente” (terza parte del ciclo dell’Aurora) e 5 anni prima de “L’isola di Gaia” (seconda parte del ciclo). Il protagonista stavolta è Hassan Qabbani, cui vengono affidate tutte le scene in prima persona, che costituiscono una della quattro linee narrative principali del romanzo. Hassan si trova sulla Sirius per partecipare a un importante incontro relativo al Programma Aurora.
 
Una seconda linea narrativa segue il personaggio della astronauta inglese Miranda Caine, che ha quasi un ruolo di co-protagonista e la cui storia si muove in parallelo a quella di Hassan a bordo della Stazione Spaziale Sirius, finché le due non si incontrano. Miranda è un tecnico che lavora sulla Sirius, ma si trova lassù anche per svolgere un altro misterioso incarico.
 
Una terza linea narrativa, invece, si svolge a Londra nell’edificio della Biosynth, dove troviamo i personaggi di Elizabeth Caldwell (che abbiamo imparato a conoscere in “Ophir. Codice vivente”, anche se era già comparsa ne “L’isola di Gaia”) e di suo marito Gabriel Asbury (presente soltanto ne “L’isola di Gaia”), cui si aggiungono il giovane Willy Asbury, il figlio della coppia, e la IA CUSy, detta Susy (o, per meglio dire, la copia terrestre dell’IA Susy che è presente su Marte e che abbiamo visto acquisire maggiore consapevolezza di sé in “Ophir”). Susy farà anche da tramite tra questa linea narrativa e una di quelle che si svolgono sulla Sirius.
 
Infine abbiamo un’ultima linea narrativa, apparentemente separata dalle altre, che si svolge in Islanda e ha come protagonisti due vulcanologi, Eron e Rakel, che si trovano a vivere in prima persona l’inizio delle grandi eruzioni vulcaniche che provocheranno il raffreddamento globale menzionato ne “L’isola di Gaia”. La loro storia è una sorta di pretesto per portarvi in Islanda sul versante di un vulcano, farvi trepidare per la loro sorte e permettervi di vedere con gli occhi della mente un disastro naturale di cui finora si è soltanto parlato in maniera astratta.
Questa parte del libro è stata per me un vero e proprio viaggio, che mi ha spinto a scoprire di più su questo paese affascinante, fatto di ghiaccio e di fuoco. Me lo sono immaginato come solo in piccola parte modificato dall’avanzare della tecnologia (siamo già nel XXII secolo), come un luogo in cui la natura con la sua forza prorompente, letteralmente esplosiva, la fa da padrona, rendendolo per Eron e Rakel non meno ostile di quanto sia lo spazio per Hassan e Miranda. Soprattutto quando, a causa di qualcosa di imprevedibile, la tecnologia fallisce.
 
La storia principale del romanzo, nel suo complesso, si svolge perlopiù in soli sei giorni ed è suddivisa in tre parti (di rispettivamente quattro, cinque e tre capitoli), con una struttura simile a quella già vista in “Ophir”. Si inizia con una scena al presente, che vede Hassan e Miranda nei guai a bordo della Sirius, e poi si torna indietro per capire come ci siano finiti, fino ad arrivare alla terza parte in cui riprende la narrazione al presente da parte di Hassan.
Quest’ultima parte è anche molto più breve delle precedenti. In essa gli eventi precipitano verso la risoluzione.
E poi c’è l’ultimo capitolo, che permette di coprire la distanza temporale dei cinque anni che separano questo libro da “L’isola di Gaia” e di conseguenza di chiudere tutte le trame rimaste aperte per proiettare il ciclo dell’Aurora verso quella che sarà la sua parte conclusiva, prevista per il 2020.
 
Le tre parti del romanzo sono intitolate: “Cenere” (vale a dire quella dei vulcani), “L’eco del codice” (e sapete bene a quale codice, anzi codici, mi riferisco, no?) e “Decadimento orbitale” (che non è una bella cosa, se ci si trova a bordo di un veicolo spaziale che dovrebbe stare in orbita!).
 
Nella storia non mancherà di fare la sua comparsa Anna Persson. Per quanto qui il suo personaggio sia secondario, si affaccerà in alcune scene e avrà modo di dare il proprio contributo alla trama. Sarà cambiata in questi anni? Migliorata? Hmm... chissà!
Conosceremo qualche nuovo personaggio secondario, ma rivedremo anche qualche vecchia conoscenza proveniente da “L’isola di Gaia”, come Isabella Gredani e Edward Ackerman, e un altro (di cui non posso svelarvi l’identità) che abbiamo visto per la prima volta in “Ophir. Codice vivente” e che sarà la causa di molti problemi a bordo della Sirius.
Pensateci un attimo: chi potrebbe essere?
 
E, siccome, non riesco a scrivere un romanzo senza metterci dentro un po’ di morti ammazzati, anche questa volta non mancheranno. Ma non fatevi deviare da un’eventuale piega investigativa della storia: potrebbe essere solo uno dei miei tentativi di distrarvi dal cuore della trama, che ruota intorno al famoso codice marziano di Melissa e a quello informatico di Susy.
È proprio verso questa intelligenza artificiale, il cui avatar è una rappresentazione di Melissa in età pre-adolescenziale e che si considera l’unica vera amica di quest’ultima, che la storia del ciclo dell’Aurora si sta progressivamente spostando. La sua evoluzione, ignorata e sottovalutata dalla sua stessa creatrice, sarà un elemento fondamentale nell’epilogo del ciclo.
 
 
Per non perdervi l’uscita di “Sirius. In caduta libera”, prevista per il 30 novembre 2018, ma che sarà anticipata da un periodo di preordine, iscrivetevi alla mia mailing list, al mio canale Telegram oppure al feed RSS di questo blog.
Per sapere di più sul ciclo dell’Aurora, date un’occhiata al minisito www.desertorosso.net.
La piena comprensione della trama di questo libro richiede la lettura delle tre precedenti parti del ciclo: “Deserto rosso” (la raccolta della quadrilogia ambientata su Marte), “L’isola di Gaia” e “Ophir. Codice vivente”, in questo ordine.
 
Di Guest blogger (del 31/07/2018 @ 09:30:00, in Scrittura & pubblicazione, linkato 2611 volte)

Oggi sul blog torna a trovarmi un gradito ospite, Michele Amitrani, stavolta nella veste di autore di non-fiction con "Destinazione self-publishing". In questo articolo ci racconta in che modo il mestiere di autore indipendente, in un certo senso, non sia poi tanto diverso da quello di un giocoliere.
 
Vi siete mai chiesti quale sia il segreto di un bravo giocoliere?
Un bravo giocoliere non fa mai cadere i cerchi, le torce o le palline che sta lanciando. Mai.
Se uno di questi oggetti cadesse, il suo ‘status’ di giocoliere ne risentirebbe. Il pubblico farebbe delle smorfie e scuoterebbe la testa, mormorando a bassa voce: che razza di giocoliere fa cadere gli oggetti che sta lanciando?
Uno mediocre.
 
E così un bravo giocoliere si preoccupa di non far cadere nulla, a costo di risultare un po’ lento, di dare uno spettacolo prevedibile e tutto sommato banale.
Ma va bene così. Quello che conta è afferrare la pallina prima che cada, e afferrare quella che segue e così via finché lo spettacolo termina e il bravo giocoliere può salutare il pubblico sapendo di aver fatto quello che tutti si aspettavano: NON far cadere la pallina.
Sapete che cosa distingue un bravo giocoliere dal giocoliere eccezionale?
Una sola cosa.
Il giocoliere eccezionale si preoccupa semplicemente di lanciare.
Il motivo è semplice. L’atto del lancio è il momento in cui inizia tutto, l’attimo che determinerà la qualità della sua performance.
Il giocoliere eccezionale sa che, se il lancio è impeccabile, prendere l’oggetto sarà un’operazione praticamente impossibile da fallire. È la qualità del lancio che determina la difficoltà della presa. Se il lancio è ben fatto, la presa non sarà mai un problema.
Buffo, non è vero? Il bravo giocoliere si preoccupa dell’effetto della sua performance: non deludere il pubblico. Il giocoliere eccezionale si preoccupa dell’atto del lancio, perché è su quello che si basa l’intera prestazione.
Il primo novembre del 2013 sono diventato un autore indipendente. Nel corso di quasi cinque anni, ho scoperto che un autore indipendente ha molte cose in comune con un giocoliere.
Entrambi si trovano di fronte ad un pubblico, entrambi devono saper intrattenere ed entrambi devono destreggiarsi con più cose allo stesso tempo. Il giocoliere deve farlo con degli oggetti, l’autore indipendente con elementi diversi, come la scrittura, l’editing e la promozione editoriale.
Prendete il sottoscritto. Cinque anni fa mi preoccupavo di non far cadere la pallina, di mantenere un certo ‘status’, di capire quello che gli altri volevano. In altre parole, mi preoccupavo sempre di tutto.
La reazione del pubblico era il motivo per cui facevo quello che stavo facendo. L’effetto della mia prestazione era la preoccupazione principale.
Mi dicevo: fai in modo che la performance sia efficace e prevedibile. Tieni gli occhi fissi sul pubblico e soprattutto assicurati che quella dannata pallina non cada mai per terra.
Non più.
Oggi la penso in modo diverso.
Oggi tengo gli occhi fissi sull’atto iniziale del self-publishing, che per un autore indipendente dovrebbe essere lo scrivere. Non ho idea di quante volte la pallina stia cadendo per terra. Sono troppo occupato a migliorare il mio lancio.
Cinque anni fa non avrei mai ammesso che mi ritengo un giocoliere tutto sommato mediocre.
Questa consapevolezza è una delle mie più grandi conquiste. Il sapere di non essere lo scrittore che voglio essere è il motore che mi fornisce una spinta inesauribile a migliorare.
Questo ragionamento può sembrare contraddittorio e davvero poco intuitivo.
Fortunatamente, la psicologia mi viene in soccorso.
Avete mai sentito parlare del modello di apprendimento conosciuto come competenza consapevole?
È un concetto davvero interessante.
Quando si parla delle fasi di apprendimento di un’abilità, che si tratti della scrittura, del lanciare e raccogliere al volo palline, dell’arte culinaria o dell’abilità di decidere quale azione comprare sulla Borsa di New York, la psicologia ci insegna che esistono quattro stadi di competenza correlati con gli stadi psicologici che sono coinvolti nel processo di progressione che va dall’incompetenza alla competenza.
Tradotto in italiano, per diventare davvero bravi a fare qualsiasi cosa, bisogna passare per quattro stadi.
 
Il primo stadio è quello dell’incompetenza inconscia, quando insomma una persona non capisce o non sa come fare qualcosa e non riconosce questa sua mancanza. Ricordate la prima volta che avete giocato a biliardino? Ci sono buone probabilità che vi siate divertiti un mondo senza sapere davvero che cosa diavolo stavate facendo, a parte un bel po’ di casino. L’importante era semplicemente colpire la pallina il più forte possibile e spassarvela. Punto.
 
Il secondo stadio è quello dell’incompetenza cosciente. Qui vi trovate nello stato socratico del ‘sapere di non sapere’. Continuando con l’esempio del biliardino, immaginate che il vostro vicino di casa, che possiede da anni un biliardino, vi inviti a giocare. Una volta iniziata la partita, vi accorgete immediatamente che non si tratta semplicemente di muovere le stecche a vanvera. Si tratta di capire muovere le stecche, e di muoverle.
 
Il terzo stadio è quello della competenza cosciente. In questo stadio, sapete esattamente che cosa state facendo. Avete fatto i compiti a casa, avete speso del tempo per migliorare la vostra tecnica e le vostre capacità. La prossima volta che il vostro vicino di casa vi sfiderà a biliardino, avrà pane per i suoi denti.
 
Il quarto e ultimo stadio è la competenza inconscia. In questa fase, una persona ha padroneggiato talmente bene la sua arte che diventa una cosa spontanea per lui o lei eseguirla al meglio.
Benvenuti nell’Olimpo delle possibilità.
In questo ultimo gradino si trovano i Michael Jordan, i Warren Buffett, i Seth Godin e le Ursula Le Guin della storia, persone che fanno cose incredibili in modo naturale, senza rendersene conto.
Questi sono i giocolieri eccezionali che hanno imparato la lezione: lanciare la pallina è più importante che afferrarla.
 
Che siate un giocoliere o un autore indipendente, tutto quello che conta è iniziare l’atto, e l’autore indipendente inizia sempre raccontando una storia. Come raccontate la storia non è importante, così come non è importante l’oggetto lanciato dal giocoliere.
Lanciate. Scrivete. Create. Restate ispirati.
 
E, se il vostro spettacolo è abbastanza interessante, alcuni si fermeranno a guardarvi, e forse ne parleranno con altre persone. E la prossima volta vi troverete circondati da un pubblico più grande.
Altrimenti, continuate a lanciare, continuate a migliorare, create uno spettacolo migliore. Non preoccupatevi delle palline che cadranno a terra. Preoccupatevi di raccoglierle e di continuare a lanciare.
 
Parametri come il successo stanno negli occhi di chi giudica. Se volete diventare autori migliori, non sostituitevi al pubblico. Farete un pessimo lavoro. Non sta a voi giudicare. Voi dovete soltanto preoccuparvi di lanciare bene quella pallina.
 
Quando mi è stata data la possibilità di raccontarvi la mia esperienza di autore indipendente sapevo che avrei iniziato questo post facendo una domanda.
E che lo avrei finito con una domanda.
Quanto volte siete disposti a raccogliere quella pallina da terra?
 

 
MICHELE AMITRANI è un autore self che flirta da tempo con diversi generi letterari, ma è ufficialmente sposato con fantasy e fantascienza.
Ha scritto e pubblicato indipendentemente la quadrilogia di fantascienza Onniologo (il primo libro della serie è stato tradotto in inglese con il titolo Omnilogos).
La sua missione è aiutare altri scrittori a rendere le proprie storie disponibili al grande pubblico. Per questo motivo condivide risorse su come produrre, pubblicare e pubblicizzare libri sul suo sito www.CrediNellaTuaStoria.com, sul suo canale YouTube e sul suo podcast ‘Credi Crea’.

Quando non è impegnato a inseguire draghi o a padroneggiare la Forza, divora libri su Goodreads e gironzola su Facebook.
 
 
Di Carla (del 30/11/2018 @ 00:00:00, in Scrittura & pubblicazione, linkato 1713 volte)
Il moto orbitale non è altro che una continua caduta libera.
Può durare per un tempo lunghissimo, quasi interminabile.
Tranne quando qualcosa va storto.
 
 
Sono passati diciotto anni da quando Hassan è riuscito a impedire alla giovane hacker Elizabeth Caldwell di inserire una copia dell’IA marziana Susy nella rete globale terrestre e adesso, in “Sirius. In caduta libera”, nonostante il fatto che la presenza del codice alieno nel suo DNA lo renda più giovane della sua età anagrafica, ha deciso di andare in pensione dal lavoro di astronauta e di direttore di un centro spaziale dell’Agenzia Spaziale Internazionale (ISA) per godersi il resto della vita con sua moglie Anna. Prima di lasciare l’incarico dovrà comunque svolgere un’ultima missione di routine nella Stazione Spaziale Sirius situata nell’orbita bassa terrestre: un importante incontro con alcuni tra i responsabili del programma Aurora.
Durante la sua permanenza a bordo conoscerà l’astronauta inglese Miranda Caine, che si trova lassù per motivi che vanno oltre il suo ruolo di tecnico. La Caldwell, che ora lavora per l’ISA, ma non ha mai smesso di essere fedele alla leader marziana Melissa e ha sviluppato per conto proprio una copia di Susy, insieme al marito Gabriel Asbury ha assoldato la donna per recuperare un misterioso oggetto all’esterno della stazione.
Sia i piani di Hassan che quelli di Miranda verranno però rovinati da una serie di strani incidenti che li porteranno a conoscersi e a rischiare la vita.
Nel frattempo sulla Terra cinque vulcani islandesi iniziano a eruttare in contemporanea, sotto gli occhi di due vulcanologi, Rakel ed Eron, dando così inizio a quella che sarà una catastrofe climatica globale che si protrarrà per i cinque anni successivi.
 
Sirius. In caduta libera” è ora disponibile in formato ebook a 2,99 euro (in offerta fino al 31 dicembre) su Amazon, Giunti Al Punto, Google Play, iTunes, Kobo, Mondadori Store, LaFeltrinelli, Nook (attraverso l’app di Windows), Smashwords24Symbols e Playster (gratuito per gli abbonati) e in edizione cartacea a 11,99 euro su Amazon e Giunti.
L’edizione ebook è senza DRM in tutti i retailer.
 
 
Sirius. In caduta libera” è la quarta parte del ciclo dell’Aurora. Non avete ancora letto gli altri libri?
Eccoli qui!
 
 
Li trovate sui principali retailer, in particolare su: Amazon (anche in edizione cartacea), Google Play, iTunes, Kobo e Smashwords.
 
Maggiori informazioni sul ciclo su: www.desertorosso.net.
 
E adesso non vi resta che salire a bordo della Stazione Spaziale Sirius e prepararvi a vivere una nuova avventura!
 
Di Carla (del 15/01/2019 @ 09:30:00, in Scrittura & pubblicazione, linkato 1518 volte)

A poco più di un anno dall’uscita di “Saranythia Parte 1: Le porte di Setergard”, continuano le avventure dei personaggi già conosciuti nel romanzo “Amantarra” (uscito in Italia nel 2013) in “Saranythia Parte 2: I Varton”.
Tutti e tre i libri fanno parte della serie di fantascienza intitolata L’ascensione di Valheel dell’autore inglese Richard J. Galloway. E anche questa volta la traduzione italiana è mia.
 
Nella prima parte abbiamo assistito al viaggio di Amantarra (appartenente alla specie aliena dei Bruwnan), John, Elleria, e di alcuni tra i protagonisti del romanzo precedente, attraverso un portale che li ha condotti in un pianeta lontano (che poi si rivelerà essere una luna chiamata Pheenar), i cui abitanti umani venerano Saranythia (sorella di Amantarra), come se fosse una divinità. Qui da secoli si consuma una guerra tra un esercito di questi umani che vivono nella fortezza di Setergard (condotti dal comandante Vartii e di conseguenza denominati Varton) e quello di esseri simili a demoni. La storia si è interrotta proprio alla fine di una sanguinosa battaglia che ha visto la morte di alcuni dei personaggi.
Adesso, nella seconda parte, l’autore ci porta prima nella foresta dei Ja’liem ad assistere a un importante incontro, quindi ci sposteremo su Pheenar, dove scopriremo le sorti dei sopravvissuti della battaglia, e, allo stesso tempo, visiteremo di nuovo la città di Valheel (dove si è svolta la storia di “Amantarra”), dove Artullus e Jack sono alle prese con un nuovo mistero.
 
Il tutto è condito dalla particolare fantascienza di Galloway, che propone tecnologie così avanzate da essere scambiate per magia o per poteri divini, arricchendo i suoi libri di elementi tipicamente del fantasy. Nelle sue storie, però, anche l’evento all’apparenza più prodigioso viene ridotto a una spiegazione (fanta)scientifica, mescolando in maniera sapiente questi due generi del fantastico.
 
Saranythia Parte 2: I Varton” di Richard J. Galloway e tradotto da me è ora disponibile su Amazon a 2,99 euro!
 
Eccovi la breve descrizione del libro.
 
 
L’invito ricevuto da Amantarra non è stato ignorato e i suoi amici sono andati con lei. Altri, meno graditi, si sono uniti a loro. Il gruppo si è ritrovato nel mezzo di una battaglia su un altro pianeta, dove guerrieri brandenti spade combattevano contro dei demoni. Ed è proprio lì, alle Porte di Setergard, che due del gruppo sono andati incontro alla morte.
I sopravvissuti sono adesso nelle mani dei vincitori.
 
 
Per la comprensione della storia è essenziale almeno la lettura di “Saranythia Parte 1: Le porte di Setergard” ed è suggerita anche quella di “Amantarra”.
 
Di Carla (del 21/01/2019 @ 09:30:00, in Scrittura & pubblicazione, linkato 1579 volte)
I protagonisti della prima parte di “Saranythia” (seguito del romanzo “Amantarra” di Richard J. Galloway) tornano in questa seconda parte che ci guida nel cuore della storia. Li avevamo lasciati mentre si infilavano, loro malgrado, nel bel mezzo di una battaglia tra i demoni e l’armata dei Varton, adesso li ritroviamo nelle mani di questi ultimi, mentre iniziano a scoprire il legame tra il pianeta dove il portale li ha condotti e la sorella di Amantarra, vale a dire Saranythia. Nel contempo inizia a emergere la figura del “cattivo” di questa storia, che si cela dietro lo strano nome di Uzpanax.
L’autore come sempre mescola elementi di fantascienza e un eccellente worldbuilding con l’ironia e il mistero e, sebbene questa parte sia caratterizzata da meno azione della prima, non manca di intrigare il lettore, che ben presto si ritrova all’ultima pagina.
Ho trovato molto interessante anche la parte ambientata nella foresta dei Ja’liem e continuo a domandarmi come questo filone del romanzo si ricollegherà esattamente a tutto il resto.
Non mi resta che attendere la prossima puntata. Nel frattempo, ho chiesto a Richard di offrire ai lettori del mio blog un approfondimento su questo nuovo libro, e lui ha deciso di lasciare che uno dei suoi personaggi, il comandante Vartii, parlasse di se stesso.


Il comandante, a parole sue
“Non si tratta di vincere o perdere, si tratta di rimuovere l’ostacolo e passare al prossimo obiettivo. Quale sia l’ostacolo, chiunque sia, è irrilevante. Lo stesso vale per tutto ciò che è necessario fare per rimuovere l’ostacolo. Se richiede una morte, per quanto mi possa dispiacere, la morte sarà la soluzione che applicherò. A proposito, io sono il comandante Vartii. Comando la guarnigione qui a Setergard, un ex centro religioso alle porte della Valle di Olrad. Ah, vi starete chiedendo quali siano le possibili lezioni che la vita mi ha insegnato per rendermi così freddo. Capirete che non considero la mia condizione un problema, altri potrebbero considerarla in questo modo, ma nella mia posizione essa è un vantaggio. La mia autorità qui a Setergard è assoluta. Mi è stata concessa dall’ordine Saratariano in nome del nostro dio Saranythia. Sono stato scelto per il ruolo grazie alle qualità che ho appena descritto. Mi piace credere di essere onesto ma fermo. Sicuramente non ho problemi di disciplina, cosa che considero come una conferma del mio approccio al comando. Un comando che ho tenuto per oltre ottant’anni, molto più a lungo di qualsiasi altro comandante prima di me, e potrei aggiungere, con maggiore successo. Di conseguenza, i cittadini di Olrad chiamano i miei guerrieri i Varton. Ma sto divagando.
 
Le lezioni della vita. Be’, suppongo che il mio viaggio verso la posizione di comandante sia iniziato presto. Dovevo avere circa otto anni quando mi resi conto che la vita non è giusta, e che l’unica persona che avesse cura dei miei interessi ero io. Come potete vedere, sono forte ma fisicamente piuttosto piccolo e leggero, non proprio materiale da guerriero. Quando ero bambino, la mia statura era il principale svantaggio, soprattutto in considerazione dei giochi difficili che facevamo. È intorno a quell’età che impariamo a impedire agli altri di leggere i nostri pensieri. Non puoi vincere nessun gioco, se tutti i tuoi avversari sanno qual è la tua prossima mossa. Naturalmente a otto anni i bambini più grandi possono facilmente aggirare i tentativi di bloccare i pensieri. Le cose migliorano col tempo, ma in queste materie la pratica non sempre rende perfetti. Ora so a cosa state pensando, alla classica lezione di vita dei ragazzi più grandi che mi prendevano in giro perché potevano, e ciò accadeva, ma ce n’erano solo cinque, e non necessariamente sceglievano me, erano piuttosto liberali nelle loro attenzioni. No, l’evento che mi mise sulla via del comando ha a che fare con un uccellino.
 
Nella città di Olrad, dove sono cresciuto, la vita era basata sul culto di Saranythia, e la parola dei frati rossi dell’ordine Saratariano era legge. Ora, per farla breve, mio padre aveva promesso di comprarmi un uccellino in gabbia al mercato e io ero entrato nella casa di culto per ringraziare Saranythia. Mentre ero lì, sentii due frati parlare. Menzionarono il nome Amantarra e così io pensai che sarebbe stato un buon nome per l’uccellino che mi era stato promesso. Mentre me ne andavo, uno dei frati mi chiese per cosa stessi rendendo grazie, così glielo dissi e menzionai il nome che avevo scelto. Ora, mi era già capitato di vedere la rabbia prima di allora, ma in quel caso fu diverso. La sua voce era controllata, e fisicamente non mi toccò, ma i suoi pensieri mi colpirono e mi fecero finire a terra. Mi disse che Amantarra era un nome sacro noto solo all’ordine dei Saratariani e che avrei dovuto dimenticare di averlo sentito. Naturalmente mio padre si rifiutò di comprarmi l’uccellino come punizione per aver fatto arrabbiare il frate, ma non fu quella decisione ingiusta ciò che mi cambiò. I pensieri potenti con cui il frate mi aveva assalito mi fecero istintivamente sollevare le difese mentali che normalmente impieghiamo decenni a imparare. E non è tutto: colpii il frate con la mente nel tentativo di fermare l’assalto che minacciava di sopraffarmi. A quell’età il mio attacco avrebbe dovuto essere inefficace contro un frate allenato, ma non lo fu. Funzionò e riuscii a deviare la sua rabbia su mio padre. Il risultato di ciò fu niente uccellino.
 
Mi ci vollero anni per capire come avessi fatto. Tutti i membri dell’ordine Saratariano, come i guerrieri che comando, portano una sfera blu nell’addome. La sfera ci collega al potere di Saranythia e conferma il nostro impegno nei suoi confronti. Mentre sollevavo le mie difese, percepivo il potere della sfera del frate e attraverso di essa sentivo il frate. Istintivamente, ed era puro istinto, quello che stavo facendo era usare il collegamento e il potere della sfera per deviare l’attenzione del frate su mio padre. È stata la scoperta di quell’abilità che mi ha cambiato, perché dopo mi sono reso conto che potevo influenzare chiunque. Di conseguenza, non ho mai più perso una partita, né un combattimento, e i tre bulli sopravvissuti alla mia vendetta hanno imparato ad evitare sia me che la paura che potevo iniettare nei loro pensieri. Tuttora rimpiango i due morti, dopo tutto erano solo un paio di anni più grandi di me, ancora bambini, ma suppongo che alcune persone non riescano a sopportare che vengano loro mostrati quelli che sono i loro peggiori incubi.”
 
 
 
Cresciuto tra l’industria pesante del nord-est dell’Inghilterra con Star Trek, Doctor Who e i romanzi fantasy, RICHARD J. GALLOWAY si è ribellato al destino segnato dalle scuole frequentate, secondo cui il lavoro industriale sarebbe stata la sua vocazione. Dopo aver esaurito l’unica opzione apparente, il suo insegnante era disperato. “Visto che non vuoi lavorare nelle acciaierie, dove vuoi lavorare?” La sua risposta era sempre: “Non lo so.” Il settore in cui sarebbe finito non si concretizzò che dieci anni dopo. Nessuna meraviglia che il suo insegnante si preoccupasse. Dalla scuola, passando attraverso l’ufficio di disegno e l’architettura, alla fine si è trovato a lavorare con i grandi sistemi informatici.
Carriera a parte, il filo che legava tutto insieme era la fantasia. Non ha mai perso la sua fascinazione per le immagini che un buona storia possono evocare. Dopo tutto, gli avevano mostrato dei mondi al di là di questo, e le possibilità al di là delle acciaierie. E continuano a farlo.
Richard vive ancora nel nord-est dell’Inghilterra con la moglie, la famiglia, e un grosso gatto chiamato Beano. L’industria pesante si è ridotta, ma il mondo della fantasia di Richard è cresciuto. Spesso si chiede quale consiglio avrebbe ricevuto, se il suo insegnante avesse letto un po’ di fantascienza.
 
 
Il primo romanzo di Richard “Amantarra” è stato pubblicato nel 2012 (in Italia nel 2013), seguito nel 2017 e nel 2018 (1 gennaio 2019 in Italia) dalle prime due parti del sequel “Saranythia”, “Le porte di Setergard” e “I Varton”.
Tutti i suoi libri sono disponibili su Amazon e sono gratuiti per gli abbonati a Kindle Unlimited.
 
Visitate il sito di Richard all’indirizzo: www.richardjgalloway.co.uk
E seguitelo su Facebook e Twitter.
 
Di Carla (del 01/04/2019 @ 09:30:00, in Scrittura & pubblicazione, linkato 1189 volte)
La primavera è appena iniziata e su Amazon hanno pensato bene di includere il mio nuovo romanzo, “Sirius. In caduta libera” (quarta parte del ciclo dell’Aurora), tra gli sconti di inizio stagione.
 
Ancora fino al 7 aprile “Sirius. In caduta libera” è in offerta ad appena 1,40 euro (invece che 3,49 euro) su Amazon: https://amzn.to/2JTcae8
 
L’offerta è valida solo in Italia.
 
Scopri l'offerta!
 
Sirius. In caduta libera” è un romanzo di fantascienza hard che, attraverso le vicende dei suoi protagonisti, porta il lettore nell’orbita bassa terrestre e nel versante di un vulcano in Islanda, mostrandogli fino a che punto la natura possa diventare ostile, in particolare quando, a causa di qualcosa di imprevedibile, la tecnologia fallisce, e nel contempo facendogli percepire le emozioni di chi tenta di sopravvivere alla sua indifferenza e alla sua furia. Fa da sfondo a tutto ciò la preoccupante presenza di un’intelligenza artificiale forte, la cui evoluzione è ignorata e sottovalutata persino dalla sua stessa creatrice.
 
 
Se state già leggendo il ciclo dell’Aurora o se intendete leggerlo, non perdete questa occasione di accaparrarvi uno dei libri al prezzo più basso mai visto.
 
Se poi volete scoprire di più sul ciclo dell’Aurora, visitate il minisito dedicato alla serie su: www.desertorosso.net
 
Ci vediamo in orbita!
 
Alcune settimane fa ho avuto il piacere di fare una lunga chiacchierata su Skype con l’amico e autore di fantascienza Nicola Marco Camedda, durante la quale mi ha rivolto una serie di interessanti domande sul mio lavoro di autoeditrice che pubblica romanzi di fantascienza e thriller.
 
Intervista sul blog di Nicola Marco Camedda
 
Dopo aver parlato un po’ di come ho iniziato a scrivere e di cosa mi ha spinto a dedicarmi a questi due generi, abbiamo affrontato l’argomento del difficile rapporto tra le donne e la fantascienza, cosa che tuttora continuo a non comprendere del tutto, lo ammetto!
Abbiamo parlato anche del ruolo della ricerca nell’ideazione dei miei libri di fantascienza e di cosa significa essere un autoeditore.
Ci siamo poi ovviamente soffermati sul mio nuovo romanzo, “Sirius. In caduta libera”, la quarta parte del ciclo dell’Aurora.
Infine, ho raccontato a Nicola qualcosa sui tre progetti cui sto lavorando al momento.
 
Curiosi di saperne di più?
Non vi resta che andare a leggere la trascrizione dell’intervista sul blog di Nicola Marco Camedda, facendo clic qui o sull’immagine in alto.
E, visto che ci siete, date un’occhiata ai suoi libri.
 
Grazie mille a Nicola per avermi ospitato sul suo blog!
 
Di Guest blogger (del 11/04/2019 @ 09:30:00, in Scrittura & pubblicazione, linkato 1697 volte)

Oggi ospito ancora una volta, e con grande piacere, il collega e amico Francesco Zampa, autore di gialli e non solo. Francesco, come me, è un autoeditore e in questo articolo racconta la sua avventura nel mercato editoriale italiano ed estero, che nei prossimi giorni lo porterà anche al Buk Festival di Modena, dove metterà a disposizione del pubblico per la vendita, oltre che i suoi libri, anche tutti i miei thriller e alcuni dei romanzi di Giulia Beyman.
Ma di questo vi parlerò meglio alla fine dell’articolo.
 
 
Sono abituato a datare il mio debutto come autoeditore in coincidenza con la pubblicazione del mio primo libro, Doppio omicidio per il maresciallo Maggio, nel 2012. In realtà, in maniera analoga all’impresa individuale che nasce contemporaneamente all’idea che la sostiene e non alla struttura e alla produzione successive, è più esatto tornare al maggio 2010 quando, per sondare l’opinione dei lettori, fondai il blog …vi parla il maresciallo Maggio, una terrazza aperta e un laboratorio sulla lettura, evolutasi nel corso degli anni con recensioni di film e libri, accanto alle pagine fisse dei miei scritti. Il blog ospitò all’inizio tre racconti, successivamente pubblicati in una raccolta prequel. Uno fu selezionato per il Giallo Mondadori. Purtroppo, o per fortuna, il redattore operò una serie di correzioni che ne stravolsero il senso e decisi che, da lì in poi, avrei fatto da solo. È dello stesso anno la pubblicazione della graphic-novel Calciopoli ovvero l’elogio dell’inconsistenza, un saggio a fumetti naif sulle lacune, non solo giudiziarie, del famoso scandalo, pubblicata da un editore locale ma interamente curata da me.
 
Alla fine del 2013 fui il primo iscritto alla prima conferenza (poi rimasta unica) a Senigallia sul selfpublishing, termine per gli anglofili e probabilmente più social, una fiera più che un esperimento, che non ha avuto seguito. Sempre nel 2013, partecipai al corso Come si fa un libro organizzato da Marcos y Marcos.
 
Nel 2014 organizzai un pioneristico convegno sull’autoproduzione grazie anche alla collaborazione e alla disponibilità del personale della biblioteca di Todi. Si parlò per la prima volta di autoeditoria, una cosa che poi nuova non è. Moltissimi sono gli autori che hanno pubblicato e diffuso le proprie opere in proprio, come tanti sono i rifiuti eccellenti da parte degli esperti.
 
In due edizioni successive ho partecipato alla fiera romana della piccola e media editoria, Più libri più liberi, dove ho ascoltato editori tradizionali parlare di un qualcosa che, con ogni evidenza, non conoscevano abbastanza. Extra vergine d’autore, un’organizzazione attiva per la promozione di autori emergenti, ha selezionato quattro miei libri con bollino di qualità e mi hanno invitato due volte come relatore. A gennaio 2017, Doppio omicidio per il maresciallo Maggio è uscito in abbinamento con il Corriere dell’Umbria per tutto il mese. È di marzo 2018 la partecipazione a Trame, il I festival nazionale del giallo di Assisi. A settembre e ottobre ho avuto uno stand e due eventi, di cui uno incentrato sull’autoeditoria, a Umbria Libri 2018 e ho iniziato la distribuzione in selezionate librerie umbre. A dicembre del 2019 Kobo ha gestito l’offerta de L’eroe nella home page. Nel 2019 ho partecipato, sempre con Marcos y Marcos, al Corso di editing. Ho prenotato gli spazi a Buk Modena (aprile), Macerata Libri (maggio) e di nuovo, Umbria Libri. Sono in progetto l’uscita dell’VIII episodio dei Racconti della Riviera e della II raccolta delle Impossibili possibilità.
 
Scrissi il primo citato romanzo breve quasi d’istinto per dare corpo a un personaggio che avevo in mente nelle fattezze, nel carattere e nei modi. Non mi piacevano i ruoli assegnati dalla fiction ai marescialli in genere e volevo creare un investigatore maturo, con pregi, limiti e senza tratti elegiaci o propagandistici, degno della nutrita concorrenza. Il maresciallo Maggio agisce a Viserba in un’epoca sfumata ed appena edulcorata che si può collocare (con qualche adattamento come i telefoni cellulari), a fine anni ottanta. Si occupa di casi comuni, di corruzione, di violenza di genere, e trova il malaffare trasversalmente distribuito. È un buono quasi disilluso e non cede alla prepotenza né al luogo comune, neanche tra i suoi colleghi. La serie ha venduto finora più di ottomila copie digitali e cartacee.
 
Mentre le lettere di rifiuto, necessarie alla mia caratura, di ben selezionati editori, crescono, Maggio è arrivato a sette episodi, dei quali il IV, il V e il VI compongono la cosiddetta Trilogia del malaffare, inframmezzati da un romanzo storico, uno di formazione e dalla prima uscita di una raccolta di racconti che fungono da banco per altri generi e modalità narrative. Ho curato traduzioni in Inglese, Francese e Spagnolo, le prime due direttamente grazie alla conoscenza diretta con le bravissime traduttrici. Ho creato un marchio, Zipporo Direct Publishing, per dare un’identità a tutta la produzione, accompagnato da piccoli oggetti per il merchandising come magliette e segnalibri. Grazie alle edizioni digitali, i libri sono disponibili in tutto il mondo e ho diffuso copie in paesi idealmente remoti come Turchia, Tunisia, Giappone, Brasile, Cuba e Sudafrica.
 
La rete è di certo un mezzo straordinario ma il vero passo in avanti è essere riconosciuti e ricordati per quello che si scrive più che per come lo si pubblica.

 
Se il 13 e il 14 aprile contate di essere a Modena e dintorni, non perdetevi il Buk Festival: www.bukfestival.it/
Francesco Zampa sarà presente a questa fiera con il suo stand, dove potrete acquistare tutti i suoi libri, ma anche tutti i miei thriller: “Affinità d’intenti” e l’intera trilogia del detective Eric Shaw.
 
 
Invece, per saperne di più su Francesco, visitate il suo blog o seguitelo su Facebook.
Oppure iniziate subito a leggere i suoi libri su Amazon!
 
Di Carla (del 06/06/2019 @ 09:30:00, in Scrittura & pubblicazione, linkato 1560 volte)
Con l’avvicinarsi dell’estate, è arrivato il momento fare bottino di libri da leggere durante le vacanze e, a tale scopo, Amazon propone per il mese di giugno una ricca offerta di ebook scontati. Tra questi c’è anche “Ophir. Codice vivente”, la terza parte del ciclo dell’Aurora.
 
Fino al 30 giugno “Ophir. Codice vivente” è in offerta a soli 1,99 euro (invece di 3,49 euro) su Amazon: https://amzn.to/2WEW6lv
 
L’offerta è valida solo per l’Italia.
 
 
Ophir. Codice vivente” è un romanzo che mescola la fantascienza hard, che ha come base le conoscenze scientifiche attuali e il loro possibile sfruttamento in un prossimo futuro, col techno-thriller incentrato sul tema dell’intelligenza artificiale. Mentre la narrazione si dipana tra le polveri di Marte e della Luna e le metropoli supertecnologiche del nostro pianeta, il lettore conoscerà da vicino il personaggio di Susy, un software in grado di ragionare per conto proprio, apprendere, compiere delle scelte autonome ed evolversi. E sarà posto di fronte a un dilemma: cosa potrebbe accadere, se a un certo punto qualcosa di così complesso smettesse di essere semplicemente uno strumento?
 
 
Se state già leggendo il ciclo dell’Aurora o se intendete leggerlo, non perdete questa occasione di accaparrarvi uno dei libri al prezzo più basso mai visto.
 
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Ci vediamo su Marte!
 
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