Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
È di nuovo arrivata la fine dell’anno e con essa il tempo di farne un bilancio e definire degli obiettivi per quello che sta per iniziare.
Ma è davvero necessario?
Recentemente ho riorganizzato buona parte dei contenuti di questo blog e mi sono resa conto che i post dedicati ai propositi per il nuovo anno erano addirittura dodici, vale a dire che questo è il tredicesimo anno che decido di chiudere scrivendo un articoli del genere. E mi sono chiesta se abbia ancora senso farlo.
Certo, si tratta più che altro di un esercizio per rinfrescarmi le idee sulle cose che ho fatto negli ultimi dodici mesi, ma è nato originariamente come un modo per spronarmi a portare avanti i miei progetti relativi alla scrittura e poi all’editoria.
Per quanto quest’anno abbia concluso dei progetti editoriali preesistenti (ve ne parlerò fra poco), è almeno dalla fine del 2020, quando ho finito di scrivere e pubblicato il mio ultimo libro in italiano, che non ne ho iniziato alcuno di nuovo.
Come vi avevo già accennato un anno fa, infatti, al momento ciò che desidero di più in ambito editoriale è portare a termine tutto quello che ho iniziato, in modo da tirare una riga sul mio lavoro, prima di capire finalmente in che direzione indirizzare i miei sforzi. In poche parole, ho assoluto bisogno di completare una volta per tutte i propositi degli anni passati prima di poterne definire dei nuovi.
A questo scopo all’inizio del 2023 ho compilato una lunga lista che li includeva tutti, più tante altre cose che consideravo da un po’ di tempo, ma non avevo mai elencato in un unico posto, e da quel momento in poi ho iniziato ad affrontarne ogni punto, possibilmente in ordine, per poi depennarlo una volta completato. La lista contiene qualcosa come una cinquantina di voci, alcune delle quali hanno numerose sottovoci. Finora ne ho depennato diciotto, mentre sei sono in fase di svolgimento (qualcuna molto vicino alla conclusione).
Insomma, la strada è ancora lunga, ma non ne faccio un problema, finché si continua ad andare avanti.
Guardando la lista adesso, potrebbe sembrare che abbia fatto poco. In realtà, alcune delle voci includono impegni tutt’altro che rapidi, a partire da quelli che erano stati i propositi che mi ero posta alla fine del 2022.
Li ricordate? Erano tre in tutto.
Il primo, e più corposo, era completare la preparazione e pubblicazione della trilogia del detective Eric Shaw in inglese. Alla fine del 2022 avevo pubblicato la nuova traduzione di “ The Mentor”, mentre, come avevo programmato, “ Syndrome” e “ Beyond the Limit” sono usciti rispettivamente il 28 febbraio e il 31 maggio.
Come potete immaginare, in questo modo i primi cinque mesi dell’anno e buona parte del sesto sono stati occupati da tutto il lavoro di preparazione, dalla pubblicazione e dalla promozione.
Sono molto soddisfatta dei libri, sia per quanto riguarda il contenuto e che il confezionamento.
Rispetto alle versioni italiane ho fatto poche modifiche alle copertine, principalmente riguardano il carattere usato per il mio nome e, nelle versioni cartacee, il dorso, dove è visibile sia il mio nuovo logo che il fiore di loto stilizzato, con all’interno il numero del volume, che rappresenta la trilogia.
Anche per questi due libri ho creato cinque edizioni diverse (una ebook e quattro cartaceo, di cui due in copertina rigida), ognuna delle quali ha richiesto qualche modifica per venire incontro alle linee guida delle diverse piattaforme. Inoltre, ho preparato delle immagini promozionali di presentazione, sulla falsariga di quella creata per “The Mentor”, che potete vedere in questo articolo.
La promozione è andata più o meno come me l’aspettavo: finché ho promosso i libri, questi hanno venduto, appena ho smesso, anche loro hanno smesso. Ma purtroppo è così in generale, ancora di più in un mercato sconfinato come quello anglofono.
È stato però divertente realizzare un blog tour e leggere le recensioni dei blogger che vi hanno partecipato e di quelli che ho contattato separatamente: tutti hanno sembrato apprezzare i libri. Ho inoltre seguito con interesse le varie attività promozionali, in particolare le newsletter a pagamento, tra cui ho avuto un Bookbub Featured Deal internazionale (su Regno Unito, su Canada e Australia), che è andato meglio di quanto mi aspettassi. Guardando i numeri, ho notato con piacere che buona parte dei lettori che acquista il primo libro procede poi col secondo e successivamente col terzo.
Non mi aspettavo di ripetere il successo che “The Mentor” aveva avuto con AmazonCrossing nel 2015, perché stavolta ero da sola, non potevo contare sulla spinta promozionale di Amazon Publishing, ma il mio intento principale era proprio portare a termine il progetto di avere l’intera trilogia in inglese, in modo da permettere a chi ne iniziava la lettura di arrivare fino alla fine della storia. Inoltre, solo avendola tutta in inglese avrei poi potuto pensare a nuovi modi per raggiungere altri lettori.
Nella prima metà di quest’anno ho anche provato a muovermi verso uno dei miei sogni, che probabilmente non verrà mai realizzato (anche se mai dire mai!), cioè vedere qualcosa di scritto da me riportato sullo schermo (grande o piccolo). Ci ho provato proprio con la trilogia. Ho riscontrato un certo interesse nell’Europa continentale, mentre è stato nullo quello nel Regno Unito, nonostante in quest’ultimo avessi racimolato molti più contatti nel corso di questi anni passati. Alcuni produttori hanno anche letto il primo libro. Uno di questi (di una casa di produzione di serie TV con sede in Germania) ne era persino entusiasta e ha valutato la possibilità di opzionare il libro (o l’intera serie).
Purtroppo, come potete immaginare, visto che non ve ne ho parlato, alla fine non se n’è fatto nulla. Mi è dispiaciuto, ma un po’ me lo aspettavo. Certo, un’opzione non significa che poi se ne sarebbe fatta una serie, ma sarebbe stata una soddisfazione personale (oltre che, entro certi limiti, economica).
E va bene: l’importante per me era non lasciare nessuna strada intentata. Sono contenta di averci provato e non escludo di provarci ancora.
Tutto questo per dirvi come è volata via metà del 2023.
E cosa è successo nell’altra metà?
Be’, non sono riuscita a completare l’aggiornamento di tutti i miei siti per renderli adatti alla navigazione sui dispositivi mobili.
Ci sto ancora lavorando, anche se almeno per quanto riguarda il sito principale in italiano ( Anakina.net) sono molto vicina a completare il lavoro. Sul sito al momento non si vede nulla di tutto ciò, poiché lo sto rivoluzionando e quindi le modifiche andranno online solo quando sarà tutto pronto. Però ormai la sua struttura generale è completa. Devo solo finire di inserire i contenuti di alcune pagine sui miei libri (nello specifico quelle dei vari generi) e compilare le pagine degli eventi (che per ora conterranno solo quelli passati), dei contenuti extra (alcuni dei quali devo ancora realizzare) e dei contatti.
Realizzare la versione in inglese dovrebbe essere relativamente rapido, visto che il sito sarà uguale ma con gli elementi grafici in inglese e i libri disponibili in questa lingua, che sono solo otto sul totale di quindici in italiano (cui si aggiungono i libri di Richard J. Galloway che ho tradotto nella nostra lingua).
Infine, mi resterà da fare il sito del Ciclo dell’Aurora. Non cambierà il contenuto, ma mi limiterò a crearne una versione alternativa fruibile per i piccoli schermi.
In aggiunta a ciò, dovrò fare qualcosa di simile anche per il mio sito da traduttrice freelance.
Cos’altro ho fatto nel 2023?
Ho continuato ad aggiornare i vecchi libri in modo da eliminare link non funzionanti e informazioni datate. Ciò ha riguardato il mio saggio sull’autoeditoria, “Self-publishing lab. Il mestiere dell’autoeditore”, che per sua natura richiederebbe aggiornamenti ogni pochi mesi, ma sto almeno provarlo ad aggiornarlo una volta l’anno.
Sono poi passata alle edizioni in inglese, in particolare ai libri della serie di Deserto rosso (Red Desert). Qui, oltre ad aggiornare il front e il back matter (cioè le pagine prima e dopo del testo del romanzo), mi sono avventurata in una rilettura per provare a scovare qualche errore sfuggito all’editor e alla correttrice di bozze. Ovviamente ciò richiede un po’ più di tempo. Comunque, i primi due libri sono stati aggiornati e le versioni corrette sono ora online. Del terzo sto in questi giorni rivedendo l’ultimo capitolo, quindi conto di finirlo entro gennaio. Poi resta il quarto, che è il più lungo, ma posso dire che anche questo impegno potrò portarlo a termine in tempi brevi.
Tra le altre cose relative all’editoria che ho fatto quest’anno c’è stato che ogni tanto ho provato a rimettermi davanti al foglio bianco, anche se con una certa riluttanza (volendo usare un eufemismo). Si è trattato più che altro di un esercizio che, in una manciata di sessioni, ha portato alla scrittura delle prime due scene de “La prova”, cioè la novella prequel della trilogia del detective Eric Shaw.
Ma niente entusiasmi!
Come vi avevo raccontato, ho già l’outline completa di questo libro. Mi sono limitata a provare a trasformarne i primi due punti in pagine scritte e ammetto che far battibeccare Miriam Leroux e l’agente Mills (che non era ancora sergente in quel periodo) è stato divertente. Comunque, non so quando o se andrò avanti e non voglio prendere impegni in merito, poiché non muoio particolarmente dalla voglia di farlo.
Poi ovviamente c’è tutto ciò che non riguarda scrittura ed editoria, e neppure i lavori di traduzione (che svolgo comunque abitualmente).
Ci sono state le vacanze estive. Anche quest’anno sono voluta andare in montagna a luglio. Stavolta ho passato una settimana in Val Venosta, una delle poche valli del Trentino Alto Adige che non avevo mai visitato. Con il mio compagno siamo stati una settimana a Silandro (o meglio a Corzes, che ne è una frazione) e da lì ci siamo mossi in varie direzione per visitare luoghi come il lago di Resia (quello col famoso campanile che spunta dalle acque; foto in alto), le fonti dell’Adige, Glorenza, l’Abbazia di Marienberg, il passo dello Stelvio (foto in basso), la Val Senales, Merano e tanti altri.
Se seguite la mia pagina su Facebook, avrete visto le foto e i video. Potete recuperarli più facilmente sul mio profilo su Instagram, anche vedendo le storie in evidenza indicate come “Vacanze 2023”. Se poi siete tra i miei amici del profilo personale su Facebook, potete trovare un’enorme album di foto (esagero sempre!).
È stata una settimana davvero rilassante circondata dalla pace delle montagne, dedicata a lunghissime (e spesso faticose) camminate in luoghi bellissimi, molti dei quali non erano affatto gremiti da turisti. Anzi, nel camminare intorno ai laghi o nel fare uno dei tanti percorsi il più delle volte si incontrava gente del posto, magari con un cane al seguito, e allora era tutto un “Hallo”, “Bitteschön” e “Dankeschön” per salutarsi, lasciare il passo all’altro e ringraziare. Devo dire che eravamo molto bravi a mimetizzarci, grazie al nostro aspetto!
E, visto che sto parlando di lingua tedesca, posso dire di essere contenta dell’essere riuscita a rinfrescarla un po’ soprattutto nella seconda metà dell’anno. Sono ancora lontana dal livello che avevo una decina di anni fa, ma inizio a vedere dei miglioramenti. Ho anche preso in mano un libro (si fa per dire, visto che è su Kindle) di una collega svizzera. L’avevo scaricato diversi anni fa e adesso mi sto cimentando nella lettura. Vado lenta, perché non ricordo diverse parole che prima conoscevo, ma con l’aiuto del dizionario online e di un po’ di perseveranza stanno pian piano tornando.
Dovrei fare lo stesso anche con il francese, ma magari ne riparliamo più avanti. Una lingua per volta!
Il trucco per riuscirci è stato inserire lo studio nella mia routine prima di iniziare a lavorare. Non è stato difficile, perché per me studiare le lingue è un divertimento (come pure lo è tradurre). Il fatto che sia anche utile raddoppia la soddisfazione.
E sempre nella mia routine sono riuscita a inserire un po’ di attività fisica, che era poi uno dei miei tre propositi per l’anno.
Ammetto di non essere stata proprio costante. Ho interrotto più volte per un paio di mesi, ma ultimamente sto riuscendo a farlo appena alzata, per svegliare il fisico, mentre la testa è ancora un po’ addormentata.
Non immaginate però chissà qualche sforzo! Me la prendo con calma, dopo aver controllato le mail e le notifiche sul cellulare (ancora a letto), dopo essermi mangiata una banana (altrimenti svengo) e bevuta un succo di frutta. Poi mi metto davanti alla TV con una lezione di Zumba, che può andare dal quarto d’ora all’ora. Adesso che è iniziata la nuova stagione di tennis mi rimetterò anche a fare cyclette davanti alla TV.
E, a proposito di tennis, proprio come l’anno scorso, ne ho visto tantissimo, probabilmente anche di più. Devo dire che è stata da questo punto di vista una stagione molto soddisfacente per noi appassionati italiani e ciò ha contribuito al mio buonumore generale, in particolare negli ultimi mesi.
Ma non mi sono limitata a guardarlo da casa.
A maggio sono andata al torneo ATP Challenger 175 che hanno organizzato qui a Cagliari (Sardegna Open) e, soprattutto, a settembre, sono andata va vedere la fase a gironi della Coppa Davis a Bologna (anche di questo potete trovare le foto su Facebook e Instagram; qui sono potete vedere Lorenzo Sonego prima di un incontro) e ho colto l’occasione anche per fare un po’ la turista in città.
Avrei voluto andare anche a Malaga (e, visto come è andata alla fine, un po’ mi mangio le mani), ma, a parte che bisogna fare delle scelte (anche per ovvi motivi economici), c’era poco tempo per organizzarsi a livello logistico quando hanno messo a disposizione i biglietti dedicati ai tifosi di una specifica squadra nazionale. Il fatto di vivere in Sardegna e di dover prendere due voli, che non sono disponibili tutti i giorni, di certo poi non aiuta, ed è anche uno dei motivi che mi frena dall’andare a vedere altri tornei in giro per l’Europa. Spesso, infatti, i voli non esistono proprio fino a pochi mesi prima, quando poi non si trovano più i biglietti per i tornei.
Comunque i tre giorni a tifare Italia all’Unipol Arena sono stati fantastici, a parte una certa scomodità delle seggioline, che per una permanenza anche di dieci ore di fila può diventare abbastanza fastidiosa. Ma per il tennis si fa questo e altro!
Be’, direi che questo è più o meno tutto quello che ho fatto quest’anno.
Se date un’occhiata all’articolo dell’anno scorso, noterete che ho tenuto fede a due propositi su tre, quello di completare la pubblicazione della trilogia in inglese e di promuoverla e quello di fare attività fisica.
Inoltre, sono a buon punto con il terzo, cioè il rinnovamento dei miei siti web. Qui c’è ancora tanto da fare, ma rispetto a un anno fa la strada è ora tracciata. Devo solo continuare a lavorarci, una pagina alla volta.
Quali saranno invece i propositi per il 2024?
Vi confesso che stavolta non mi va tanto di definire una lista precisa, poiché finisco per mettere su di me una pressione assolutamente non necessaria.
Il mio obiettivo resta lo stesso: completare quella famosa lista di cui vi ho parlato. Sicuramente non posso riuscirci in un anno, poiché riporta alcuni obiettivi a lungo termine, ma vorrei almeno portare a termine le cose in sospeso.
E va bene: facciamo una lista!
1) Completare l’aggiornamento dei siti web per renderli adatti alla navigazione sui dispositivi mobili, vale a dire l’unico proposito dell’anno scorso rimasto in sospeso. Se non vengo distratta da eventi inattesi, credo di potercela fare (speriamo!).
2) Continuare a fare attività fisica e a togliere dal ruggine dal mio tedesco. Questo proposito è facile, perché è la parte divertente.
3) Riuscire finalmente a mettermi davanti alla domanda “Cosa faccio adesso?” e provare a darmi una risposta.
Okay, questo proposito è un po’ generico, ma lo è volutamente, anche perché questo articolo sta diventando troppo lungo per approfondire l’argomento.
In realtà, la domanda mi frulla in testa da un po’, e alcune possibili risposte iniziano a presentarsi, ma ciò che mi manca è liberarmi prima delle faccende in sospeso per non dover affrontare nuovi progetti avendo a disposizione solo poche ore al giorno o magari neppure tutti i giorni.
Tra le varie cose che fluttuano nei miei pensieri c’è il desiderio di dedicare più tempo alla scrittura di articoli, che porto avanti probabilmente da quando ho iniziato a bloggare negli anni zero, però non voglio che sia un passatempo, anche perché tempo da “passare” non ne ho. Deve essere qualcosa di più articolato, con uno scopo, un po’ il blog dedicato all’autoeditoria con cui ho promosso il mio saggio nel 2020-2021. Non parlo di un progetto a tempo indeterminato, poiché solo il pensiero mi mette ansia! Bensì un’esperienza di scrittura breve e circoscritta, che mi consenta di scrivere senza imbarcarmi in un nuovo libro.
Quest’ultimo richiede un impegno mentale di ben altro livello, che al momento, e sicuramente finché avrò altro da portare a termine, non mi va di prendere.
In futuro si vedrà!
Come sempre, chiudo ringraziando di cuore tutti voi per il sostegno che mi date e vi auguro un 2024 ricco di soddisfazioni.
Se vi va, raccontatemi il vostro bilancio del 2023 e i vostri propositi per il 2024 nei commenti, qui o sui social network.
Buona fine e buon inizio!
Di Carla (del 31/12/2022 @ 09:30:00, in Propositi, linkato 1458 volte)
Questa cosa di fare un resoconto dell’anno appena passato sta diventando un impegno un po’ stressante. Sarà forse perché più si va avanti e più sembra che dodici mesi passino in un baleno?
Okay, scherzo!
Non è poi tanto stressante. Anzi, in verità, mi torna utile per raccogliere le idee, rendermi conto che in fondo (molto in fondo) ho combinato qualcosa anche quest’anno e quindi darmi una pacca virtuale sulla spalla, grazie alla quale mi è più semplice continuare a portare avanti i miei tanti propositi.
Che poi, pensandoci bene, questo 2022 mi è parso un po’ più lungo dei precedenti. Giusto un filino, eh! Senza esagerare.
Ma lasciamo da parte questi discorsi pseudo-filosofici (?) e torniamo ai fatti. Vi starete chiedendo se sia riuscita o meno a portare a termine i propositi che ho dichiarato un anno fa.
Be’, il primo libro della serie, “The Mentor”, è stato pubblicato il 30 novembre. Le edizioni del secondo, “Syndrome”, sono tutte pronte e il libro è già disponibile per il preordine. Verrà pubblicato il 28 febbraio 2023. Alcune edizioni del terzo, “Beyond the Limit”, sono ugualmente pronte e disponibili per il preordine. Devo ancora terminare la preparazione di quelle cartacee, ma non c’è particolare fretta, visto che la data di pubblicazione è il 31 maggio 2023.
Quindi posso dire che, per quanto riguarda la preparazione dei libri e la loro pubblicazione, ho rispettato miei propositi. Evviva!
Sul fronte della promozione sono però un po’ indietro.
In un mondo ideale, avrei dovuto avere tutte le edizioni pronte e in preordine già da agosto, in modo da poter sfruttare i tre mesi successivi per organizzare la promozione e arrivare preparata all’uscita del primo libro.
Ovviamente, non viviamo in un mondo ideale.
Nella realtà ho ricevuto il manoscritto dell’ultimo libro dalla mia proofreader inglese solo a maggio. Ci ho messo mano per completare le correzioni e finalmente, dopo l’ennesima rilettura (anche dei libri precedenti), mi sono trovata con la versione definitiva del testo. E poi è arrivata l’estate, con tante cose da fare (tipo andare in vacanza) e allo stesso tempo un bel po’ di lavori di traduzione.
Contemporaneamente, mi sono messa ad aggiornare tutte le edizioni ebook dei miei libri, in modo da averne un’unica versione in epub, con tutte le informazioni più recenti all’interno, inclusi tutti i necessari link (alcuni non funzionavano più). Era un lavoro che stavo portando avanti dall’inizio dell’anno e in alcuni casi ho dovuto aggiornare anche le versioni cartacee.
Poi, a partire da maggio, ho iniziato a sperimentare la possibilità di creare dei libri in copertina rigida, in modo da trovarmi preparata per quando avrei dovuto utilizzare questo formato con la trilogia in inglese.
L’oggetto del mio esperimento è stato “Affinità d’intenti”, che, essendo il mio romanzo più breve, mi consentiva di crearne una versione in questo formato a un prezzo di stampa e di listino accettabili.
Per l’occasione ho realizzato una nuovissima copertina basata sul concept della vecchia, ma stavolta utilizzando delle foto. In particolare, ho usato due scatti di un fotografo olandese che vive in Sicilia. Questa nuova copertina è diventata anche quella ufficiale dell’ebook.
Tra l’altro, per l’occasione, ho creato il mio nuovo logo, che per ora potete vedere solo nell’icona del sito sul browser e in pochi altri luoghi reali (inclusa la sopraccitata edizione in copertina rigida) o virtuali ( come il mio canale YouTube).
Il passo successivo è stato adattare la copertina anche all’edizione inglese, “Kindred Intentions”, sia per l’ebook che per la versione in copertina rigida. In più l’ho usata per creare una seconda edizione in copertina flessibile, che è stata distribuita tramite un’altra piattaforma.
Morale della favola, ad agosto mi sono ritrovata con solo i manoscritti della trilogia in inglese in mano e alcune idee per l’adattamento delle copertine (a partire dalla loro versione italiana).
Visto che, per poter fare le cose, bisogna anche sapere cosa si deve fare, mi sono messa lì davanti a un foglio bianco (in realtà, una pagina di OneNote) e ho stilato un elenco dettagliato di tutto ciò che avrei dovuto fare per preparare i libri per la pubblicazione e per promuoverli. Alcune voci hanno poi dato luogo a nuovi elenchi adiacenti, finché alla fine mi sono ritrovata un vero e proprio piano, che è tuttora in fase di svolgimento.
A quel punto era già settembre e io dovevo preparare il mio “ Laboratorio di self-publishing nei sistemi multimediali” e una conferenza del ciclo di “ Scienza & Fantascienza”, che avrei poi tenuto a ottobre.
All’inizio di ottobre finalmente sono tornata a Varese a tenere di persona il laboratorio all’Università degli Studi dell’Insubria, dopo ben tre anni. Che bello è stato poter di nuovo vedere gli studenti negli occhi!
(La prima foto è stata scattata proprio a Varese e mi vedete insieme a Sara Simoni, ex-studentessa del mio laboratorio e ora collega autrice.)
E due settimane dopo ho partecipato alla conferenza, anche se a distanza, visto che non è stato possibile organizzarla durante il mio breve soggiorno in Lombardia.
Tutto questo discorso era per dire che, in pratica, mi sono girata ed era già novembre. E io avrei dovuto pubblicare il primo libro entro un mese. Aiuto!
A quel punto, ho dovuto mettermi veramente d’impegno.
Pensate che il libro ha una sola versione in ebook, ma addirittura cinque diverse edizioni cartacee, ognuna con una copertina leggermente diversa (di cui due in versione rigida e tre in versione flessibile). Ciò è dovuto al fatto che ho usato più piattaforme per assicurare al libro la massima distribuzione possibile. Solo che ogni piattaforma ha dei modelli di riferimento leggermente diversi persino per i libri nello stesso formato.
Insomma, un lavoraccio!
Tutto ciò, però, ha fatto sì che potessi iniziare a dedicarmi seriamente alla promozione solo a ridosso della pubblicazione di “The Mentor”, quindi con tre mesi di ritardo rispetto al piano originale.
Per fortuna, i libri autoprodotti non hanno scadenza.
Perciò la mia principale occupazione al momento è programmare promozioni e sperimentare piattaforme pubblicitarie. Spero di vedere i primi frutti di tutto questo lavoro prima nella pubblicazione del secondo libro, in modo da avere poi un buon effetto domino sul terzo.
Allo stesso tempo, sto esplorando altre possibilità di sfruttare i miei diritti sui libri, ma non voglio entrare nei dettagli, anche per una questione di scaramanzia. Ve ne parlerò per bene in futuro, se vedrò concretizzarsi qualche opportunità.
Come avrete forse notato, non ho fatto alcun cenno all’eventuale prequel della trilogia (“La prova”, che in inglese sarebbe stato “Evidence”). Ebbene, come temevo, non ho avuto minimamente il tempo di occuparmene. Non che avessi tanta voglia di scriverlo, sia chiaro, ma, anche se ne avessi avuta un po’, non sarebbe servita a nulla.
Non ho del tutto escluso la possibilità di scriverlo nel prossimo futuro, anche perché ho sempre l’outline del libro pronta nel cassetto (è letteralmente in un foglio scritto a mano conservato in un cassetto), ma, se voglio anche soltanto pensare di farlo, devo prima completare il lavoro iniziato con la trilogia. Si vedrà!
Di positivo c’è che delle numerose voci di quegli elenchi di cui vi ho accennato prima almeno la metà sono state sbarrate, il che significa che inizio a vedere la luce alla fine del tunnel.
Vi giuro che stento a crederci!
C’è anche da dire, però, che non è che abbia passato dodici mesi sempre di fronte al PC a lavorare. A parte che ovviamente d’estate mi sono fatta un bel po’ di mare (e qui l’estate dura da maggio a ottobre), a luglio sono andata in vacanza fuori della Sardegna (era ora!) e, incredibilmente, ho rimesso piede all’estero, anche se solo per qualche ora.
Ho passato una bellissima settimana in Alto Adige, in particolare in Val Pusteria, da cui ho fatto una doverosa capatina in Austria.
(La foto accanto è stata scattata sulla cabinovia che collega Valdaora alla sommità del Plan de Corones, in quella sotto si riconoscono le Tre Cime di Lavaredo riprese dal punto di osservazione vicino a Dobbiaco.)
La parola bellissima, però, è assolutamente riduttiva nel descrivere quanto sia stata bene durante questa vacanza. Dovete sapere che ho soggiornato a lungo da quelle parti con i miei genitori per la prima volta quando ero ancora poco più che una bambina (stiamo parlando di più di tre decenni fa), in un paesino che si chiama Villabassa (Niederdorf). Ci sono poi tornata nella prima metà degli anni novanta e poi mai più fino allo scorso luglio. Sono stata di nuovo in Alto Adige negli anni zero: una volta nel 2001 per due giorni a Bressanone (per vedere un concerto) e poi qualche giorno nel 2007 in Val Gardena, dove il Cagliari (la squadra di calcio) era in ritiro.
Be’, nel rimetterci piede dopo tanto tempo, ho scoperto con grande piacere che Villabassa non è affatto cambiato. Nonostante i decenni passati, mi ricordavo tutto, ho riconosciuto ogni strada (non è precisamente una metropoli!) e ho provato di nuovo quella grande sensazione di pace che solo la montagna riesce a darti, unita in questo caso a piacevoli reminescenze di un tempo della mia vita che era sicuramente molto più spensierato del presente.
Eravamo lì da meno di un giorno quando io e il mio compagno ci siamo detti: dobbiamo tornare!
E credo proprio che lo faremo.
Se poi siete curiosi di sapere come ho trascorso il tempo rimanente del 2022, oltre a quello passato a occuparmi della mia attività editoriale, delle traduzioni, della mia vita da spiaggia e delle mie vacanze in montagna, be’, l’ho trascorso guardando un sacco di tennis!
Eh, sì, pare che questa mia dipendenza, di cui vi avevo già accennato un anno fa, continui. Ma, d’altronde, se avete per caso tenuto d’occhio la mia pagina su Facebook o il mio profilo su Twitter o le mie storie su Instagram, ne eravate di certo già al corrente.
Anzi, questo dicembre di astinenza (!) è stato abbastanza duro. Comunque, mi sono consolata col pattinaggio di figura (!!) e, ovviamente, col calcio, anche se il Cagliari in questi anni ci sta facendo tribolare un po’.
Inoltre, non sono mancati bei film e soprattutto belle serie TV a contornare il tutto, con l’aggiunta di qualche buon libro, anche se non tantissimi (ultimamente sto leggendo poco).
E, infine, non paga della necessità di usare sempre di più l’inglese, ho deciso di dare una rinfrescata al mio tedesco, ormai zoppicante dopo anni di poco uso anche nelle traduzioni. Ci ho rimesso mano poco alla volta dalla scorsa primavera, senza particolare fretta. Mi piacerebbe almeno riportarlo al livello che avevo una decina di anni fa, per poterlo sfruttare di più in ambito lavorativo (e non solo, come ho fatto a luglio, per origliare indisturbata le conversazioni tra la proprietaria dell’hotel e i clienti germanofoni durante il mio soggiorno in Alto Adige).
Visto che ci sono, non sarebbe male se facessi altrettanto anche col francese.
Sto dimenticando qualche cosa?
Ah, sì, anche quest’anno ho seguito alcuni MOOCs (corsi online aperti su larga scala) su FutureLearn: tre in tutto. Faccio sempre più fatica a trovarne qualcuno interessante che non abbia già seguito, ma non demordo e continuo a cercare.
Okay, diciamo che il resoconto dell’anno che sta per concludersi, per quanto un po’ caotico, può definirsi completo. Adesso resta solo l’ultima parte: definire i propositi per il prossimo anno.
E anche stavolta ho intenzione a limitarmi all’essenziale.
1) Terminare la preparazione e la pubblicazione dell’edizione inglese della trilogia del detective Eric Shaw. E riuscire a ottenere il massimo possibile dalla promozione, senza però prendermela più di tanto se non riuscirò a raggiungere tutti i lettori che vorrei. Ammetto che per me è già un successo riuscire a pubblicarla, dopo tutto il lavoro fatto per tradurla. Una volta che sarà lì a disposizione del pubblico anglofono, avrò qualcosa di tangibile su cui lavorare per sfruttarne al meglio i diritti.
2) Finire di aggiornare tutti i miei siti per renderli adatti ai dispositivi mobili e introdurre una nuova grafica, col mio nuovo logo. Avevo già iniziato a farlo nel 2021. Poi, durante il 2022, ho creato dei minisiti per le edizioni inglesi dei miei libri (inclusa la trilogia). Adesso mi restano da convertire quello principale sia in italiano ( Anakina.net) che in inglese ( Anakina.Eu) e quello italiano dedicato al Ciclo dell’Aurora. Dovrei anche farmi una nuova foto ufficiale, visto che quella che uso adesso ha più di otto anni.
3) Fare più attività fisica. Lo voglio proprio prendere come un impegno serio.
Se tutto va come atteso, dovrei portare a compimento i primi due propositi in un tempo inferiore a un anno, considerando che sono entrambi avviati. Ciò significa che ci sarà tempo per altro, ma, a tal proposito, non voglio assolutamente fare programmi. Uno dei miei più grandi desideri, infatti, è completare tutto, ma proprio tutto, quello che sto facendo e trovarmi un giorno con zero progetti iniziati. E a quel punto decidere, in base a come mi sentirò in quel momento, quale sarà il prossimo cui dedicarmi.
Succederà nel 2023?
Staremo a vedere e, se tutto va bene, fra un anno vi racconterò come è andata.
Anche per quest’anno è tutto.
Come mia consuetudine chiudo ringraziando tutti voi che mi seguite: familiari, amici, lettori, colleghi e collaboratori.
Grazie di cuore per il sostegno che mi date.
Se volete, raccontatemi nei commenti di questo articolo, o dei social network dove lo condividerò, come è andato il vostro 2022 e cosa vi proponete di fare nel 2023.
Buona fine e buon inizio!
Di Carla (del 31/12/2021 @ 09:30:00, in Propositi, linkato 1824 volte)
Siamo di nuovo arrivati alla fine di un anno senza quasi accorgercene, vero?
Devo dire che questo 2021 è stato molto particolare per me sotto vari aspetti. La mia attività editoriale è di certo uno di essi. Alla fine del 2020, infatti, avevo deciso di non scrivere niente di nuovo per almeno un anno, visto che non avevo più progetti in sospeso e, soprattutto, non ne avevo alcuna voglia. E di certo è stato facilissimo seguire questo proposito!
Devo dire che di tanto in tanto col passare dei mesi, anche ultimamente, si è affacciato nella mia mente il pensiero di raccontare qualche nuova storia, ma l’idea di andare incontro al processo di scrittura e all’impegno prolungato che esso richiede ha fatto fuggire tale pensiero a gambe levate. C’erano altre cose che volevo fare, anche se non meno impegnative a livello di tempo impiegato, ma di certo più leggere e piacevoli a livello mentale (almeno per me).
Creare una realtà inventata è esaltante, ma l’incognita che si deve affrontare ogni giorno nel tirare fuori dal nulla qualcosa che sia interessante e che funzioni, e che magari diverta chi la leggerà, può essere estenuante e ansiogeno. Quando si tratta, invece, di riprendere in mano ciò che è già stato creato e definito (quindi non c’è più quell’incognita) e riproporlo in un’altra forma che gli consenta di raggiungere un pubblico più ampio, almeno in teoria, diventa tutto più misurabile e controllabile, e quindi rilassante, nonostante le ore di lavoro a esso dedicate ogni giorno.
Sto parlando di traduzioni.
Be’, ce l’ho fatta! E ci sono riuscita nei tempi che mi sono proposta nel corso dell’anno.
Ho completato la traduzione della versione inglese di “Sindrome” (Syndrome) entro maggio e quella di “Oltre il limite” (Beyond the Limit) entro novembre. Al momento, il secondo libro della trilogia, dopo essere stato sottoposto a editing, è nelle mani della mia proofreader, mentre ho appena inviato il terzo alla mia editor.
È stato un lavoro lungo, di cui faticavo a vedere la fine. E la cosa era resa ancora più difficile dalla consapevolezza che quel testo su cui stavo lavorando sarebbe diventato un libro pubblicato in un futuro abbastanza lontano (ne parlerò più avanti) e, come sempre, con risultati incerti. Tutti gli impegni a lungo termine richiedono costanza e disciplina, e portare avanti tutto questo per 12 mesi (a partire dal dicembre 2020), senza avere una minima gratificazione a breve termine, non è stato facilissimo.
D’altra parte, però, il processo di trasformare i miei romanzi dalla loro forma originale in italiano a quella tradotta nella lingua parlata nel luogo in cui sono ambientati (Londra), e “sentire” i personaggi parlare in quella stessa lingua, è stato a tratti entusiasmante.
Per riuscirci nella maniera migliore, durante questi 12 mesi ho letto solo romanzi in inglese britannico (ho ripreso a leggere in italiano solo da un paio di settimane), ho visto quasi esclusivamente serie TV e film in questa lingua, insomma ho cercato di creare una sorta di full immersion per ciò che riguardava la narrativa e la finzione in generale. E la cosa mi è piaciuta, certo che mi è piaciuta. Fosse per me, passerei tutto il tempo a studiare e praticare lingue straniere (non solo l’inglese), perché mi diverte tantissimo. Magari preferisco farlo senza scadenze, ma queste ultime temo proprio che siano essenziali se si vogliono tradurre dei libri!
Insomma, ho portato a termine due propositi di quelli elencati un anno fa.
Purtroppo, non posso dire di averlo fatto per gli altri.
Sono parzialmente riuscita a non stressarmi, almeno in certi periodi, ma poi mi sono resa conto che, se non avessi stabilito almeno delle scadenze, non sarei riuscita a tradurre i due libri sopramenzionati. E con le scadenze per forza di cose un po’ di stress è arrivato. Comunque, negli ultimi mesi sono riuscita a rallentare e questo dicembre, nonostante qualche imprevisto (incluso il mio PC principale che ha fatto un breve soggiorno in assistenza), ho gestito il lavoro in una maniera più vicina a quelli che sono gli obiettivi che mi pongo riguardo al mio benessere personale.
Come già dicevo un anno fa, non ha senso per me concentrarmi completamente, anche a livello emotivo, sulla mia attività editoriale, se questa alla fine non mi fa stare bene. E ho tutta l’intenzione di mantenere fede a questo principio anche nel 2022. Mi rendo però conto che si tratta di un processo graduale che necessita di una certa organizzazione e della capacità di distinguere, tra i possibili obiettivi che intendo pormi, quelli che davvero contano e che hanno una minima possibilità di essere realizzati, anche se remota (volere è potere!).
Purtroppo, non si può fare tutto. Se dovessi dare retta a tutte le idee che mi saltano in testa e a tutti i progetti che solleticano la mia creatività, finirei per paralizzarmi di fronte all’impossibilità di perseguirli tutti. Ci vorrebbero forse dieci vite, se non di più, per riuscirci.
D’altra parte, rimandare all’infinito quei pochi cui tengo davvero nell’attesa di trovare il tempo e i mezzi per dedicarmici nella maniera migliore possibile significa non arrivare mai a farlo. Per cui, tanto vale decidersi una volta per tutte a programmarli e iniziare a lavorarci. Se alla fine di ognuno di essi non raggiungerò i risultati sperati, poco importa. Ci avrò comunque provato e sarò pronta a dedicarmi al progetto successivo, senza rimpianti.
Un altro proposito che ho portato a termine solo a metà è quello di continuare a scrivere sul mio blog dedicato al self-publishing su Medium, cioè Self-Publishing Lab. L’ho fatto fino a giugno, poi ho iniziato un periodo di vacanza che non è ancora finito.
Il motivo è semplice: non sapevo più cosa inventarmi.
Ovviamente avrei potuto affrontare uno dei mille argomenti esistenti sull’autoeditoria di cui parlano tutti, ma non era questo lo scopo del blog. La mia intenzione era creare un luogo virtuale in cui offrire un punto di vista diverso, originale, e dei suggerimenti utili e applicabili alla propria attività editoriale di cui nessuno parla, almeno sul mercato italiano, proprio perché sono delle strade un po’ meno battute. Ma, per poterlo fare, è necessario sperimentare in prima persona ciò di cui si vuole parlare.
La traduzione dei libri della trilogia, soprattutto del terzo (di circa 120 mila parole), non mi ha lasciato abbastanza tempo per approfondire ulteriormente la mia preparazione sul marketing editoriale né tanto meno per mettere in pratica tale approfondimento. Ho deciso di dare priorità al completamento della traduzione, mettendo completamente da parte qualsiasi altra attività promozionale sia sul mercato italiano che su quello estero, eccetto, almeno fino a novembre, le inserzioni pubblicitarie su Facebook (che però adesso sono in pausa).
Gestire più cose insieme e prendermi cura di me stessa non era semplicemente sostenibile.
E, ritornando al discorso di prima sull’evitare lo stress, mi sono resa conto che un modo efficace per riuscirci è smettere di cercare di portare avanti più progetti in contemporanea, rischiando di farlo in maniera talvolta approssimativa e trascinandoli per lunghi periodi, e provare a dedicarmi a uno di essi alla volta, ma concludendo ciascuno più in fretta.
Il blog non sarà comunque abbandonato per sempre. Appena avrò qualcos’altro da dire, aggiungerò nuovi articoli. Ma devo, prima di tutto, aggiornare per l’ennesima volta il libro “ Self-publishing lab. Il mestiere dell’autoeditore”, di cui il blog omonimo può essere considerato un compagno, con le novità relative al mercato dell’autoeditoria che si sono accumulate dallo scorso luglio.
Inoltre, vorrei sfruttare il contenuto del blog in maniera creativa (vale a dire riciclarlo), in modo che possa raggiungere più persone. Ho alcune idee su come riuscirci, ma ne parlerò solo se e quando deciderò di metterle in pratica.
In generale, credo comunque di dover in qualche modo portare avanti l’aspetto didattico relativo all’autoeditoria, perché è evidente che esiste una necessità di imparare da parte di chi si approccia a questo modello editoriale. A riprova di ciò c’è il fatto che, pur avendo messo in pausa tutte le inserzioni pubblicitarie e, appunto, lo stesso blog sull’argomento, “Self-publishing lab. Il mestiere dell’autoeditore” continua a essere acquistato spontaneamente e, a quanto pare (dai messaggi che ricevo) , apprezzato da chi lo acquista.
Comunque, continuo a farlo col laboratorio universitario che tengo in autunno all’Università degli Studi dell’Insubria (Laboratorio di self-publishing nei sistemi multimediali). Anche quest’anno, purtroppo, è stato svolto a distanza, ma ha raggiunto un nuovo record di frequenze, nonostante io abbia messo un limite più stretto alle iscrizioni rispetto al 2020.
Come al solito, gli studenti hanno proposto dei progetti di pubblicazione veramente originali (ne è un esempio la foto sopra). Qualcuno di loro sta davvero pensando di trasformare quella che era solo una simulazione in un vero prodotto editoriale, mentre proprio di recente ho saputo che un mio studente dell’anno scorso ha autoprodotto il suo primo libro e sta portando avanti delle attività promozionali offline molto interessanti con ottimi riscontri a livello locale.
Spero ovviamente che nel 2022 io possa tornare fisicamente a Varese e riproporre il laboratorio agli studenti di persona. Staremo a vedere.
Sono poi rimasti altri due propositi non del tutto realizzati.
Uno riguarda l’esplorare nuove possibilità per sfruttare i diritti sui miei libri. E a dire la verità ho fatto qualche ricerca in proposito, soprattutto riguardo agli audiolibri. È un aspetto che mi piacerebbe approfondire, ma mi rendo conto che richiede degli investimenti, e doverci investire dei soldi implica impegnarsi ad avere un ritorno economico adeguato. Tutto questo è possibile solo se c’è un progetto editoriale e soprattutto promozionale ben preciso alle spalle di cui non ho il tempo né le energie di occuparmi al momento.
Invece, per quanto riguarda altri tipi di sfruttamento dei miei diritti ho rimandato del tutto l’approfondimento al 2022.
L’ultimo proposito era quello di migliorare la mia immagine sul web.
A gennaio scorso ho messo un po’ mano al blog (questo blog!). Per quanto non sia ottimizzato per la lettura su dispositivo mobile, ne ho migliorato la fruibilità sugli schermi più piccoli aumentando la dimensione dei testi e delle icone.
Successivamente ho trovato dei template adeguati per il mio sito principale (statico). Uno in particolare mi piace molto. Ma poi non sono andata avanti e, come mi sono girata, l’anno stava già finendo!
Sono consapevole che aggiornare i miei siti è il primo passo fondamentale da compiere. Se ho intenzione di aumentare la mia attività sul web in modo tale da incrementare il traffico organico sui miei siti, devo creare un luogo virtuale accogliente e funzionale, ma allo stesso tempo non voglio che appaia uguale a mille altri, almeno per chi ha la possibilità di visualizzarlo su schermi più grandi.
Quindi, tirando le somme, in questo 2021 non sono poi andata tanto male. E ciò è ancora più vero, se si aggiunge che c’è un’altra attività cui mi sono dedicata durante l’anno: ho tradotto in italiano il nuovo libro di Richard J. Galloway, “Saranythia Parte 3. I segreti dei Margspakr”.
Ho completato la prima stesura all’inizio di dicembre e adesso sto revisionando il testo. A gennaio ci lavoreranno alcuni beta reader del mio team editoriale. E credo proprio che a febbraio il libro verrà pubblicato!
Cos’altro ho fatto quest’anno?
Ho seguito due MOOCs (corsi online aperti su larga scala) su FutureLearn. Pochini, a dire la verità. Ma non è stato per mancanza di tempo o voglia. Piuttosto, credo di aver già frequentato quasi tutti quelli che mi interessavano di questa piattaforma, quindi ho difficoltà a trovarne altri. Comunque ce ne sono alcuni ancora nella mia wishlist e attendo che vengano riproposti. Anzi, uno inizierà a fine gennaio.
Ho fatto una bella vacanza nell’Arcipelago di La Maddalena lo scorso luglio (più in alto potete vedermi in una foto scattata nell’isola di Spargi), ma soprattutto, dopo 24 mesi, a novembre sono finalmente uscita di nuovo dalla Sardegna per andare a Torino a vedere le ATP Finals! (E ho persino avuto la fortuna di beccare una partita con Djokovic, come potete vedere dalla foto che ho scattato.)
Devo dire che, anche se il tennis mi è sempre piaciuto, quest’anno, complice la presenza ad alti livelli di diversi giocatori italiani (in particolare Berrettini e Sinner), mi sono proprio appassionata. Qualcuno (?) mi definisce drogata di tennis! Credo che come dipendenza non sia affatto male e sono ben contenta di averla. Voi che ne dite?
Comunque, visto che ero a Torino, ho fatto un po’ la turista e sono andata a visitare alcuni luoghi in cui non ero ancora stata nei soggiorni precedenti, come la Basilica di Superga, i Musei Reali e la Reggia di Venaria, e in particolare il Mufant. Sì, lo so, per un’appassionata di fantascienza era una grave mancanza, cui finalmente ho posto rimedio.
(Ho trovato Vader un po’ ingobbito. Sarà l’età!)
Bene, dopo aver blaterato a lungo delle cose che ho fatto e di quelle che non ho fatto, è arrivato il momento di parlare dei propositi per l’anno che sta per iniziare.
A dire la verità ce n’è solo uno, che può essere definito senza dubbio l’ obiettivo primario del 2022: completare la preparazione della versione inglese della trilogia del detective Eric Shaw. E con questo intendo:
1) preparare tutte le edizioni, vale a dire ebook, cartaceo con copertina flessibile e forse anche con copertina rigida (da valutare). Mi piacerebbe anche produrne un’edizione in audiolibro, ma è un investimento che richiede ulteriori riflessioni;
2) studiare un piano di marketing per il lancio e la promozione nel tempo della trilogia sul mercato in lingua inglese;
3) programmarne la pubblicazione. Nel 2022 (forse a novembre) ne pubblicherò al massimo uno, cioè la nuova traduzione de “Il mentore”. Gli altri due seguiranno a distanza di circa tre mesi l’uno dall’altro nel 2023. Le effettive tempistiche di pubblicazione dipendono dal punto precedente (senza un piano di marketing non ha senso pubblicare). Inoltre, mi sarebbe piaciuto scrivere, e tradurre, un breve prequel (una novella, di cui ho già titolo e outline da anni) da usare a scopo promozionale, ma ancora non so se avrò voglia (!) e tempo di scriverlo, e poi tradurlo. Staremo a vedere.
Tutto il resto, incluse le cose di cui vi ho parlato in questo articolo (e altre che per ora tengo per me), verranno dopo.
Se tutto va bene, alla fine del 2022 tirerò di nuovo le somme qui nel blog.
Per ora, però, mi fermo, anche perché questo post è diventato lunghissimo. Anzi, non so proprio come abbiate fatto ad arrivare a leggere fino a qui!
Come sempre, voglio ringraziare tutti voi, la mia famiglia e tutti i parenti, amici, lettori, colleghi, collaboratori… sto dimenticando qualcuno?
Grazie di cuore per il vostro apprezzamento e sostegno.
Se volete, fatemi sapere quali sono i vostri propositi per il 2022.
Intanto, auguro a tutti voi una buona fine e, soprattutto, un ancora migliore inizio!
Di Carla (del 30/12/2020 @ 09:30:00, in Propositi, linkato 2825 volte)
Certo che il 2020 è stato un anno fuori dell’ordinario, eh? Immagino che molti tra di voi abbiano visto fare macerie dei propri propositi e devo dire che la cosa ha colpito in parte anche me. Avevo, infatti, deciso di dedicare l’anno che sta finendo a promuovere di più i miei libri in eventi al di fuori della rete e, invece, ogni minima prospettiva che avessi avuto è, ahimè, malamente sfumata. In realtà, poi, sono stata talmente occupata a scrivere e pubblicare due libri, che forse non avrei potuto dedicare più di tanto tempo a eventi dal vivo quali presentazioni e fiere, ma di certo avrei preferito essere io a fare questa scelta e non essere costretta da un evento di portata globale. Eh, vabbè, tutto sommato, almeno dal punto di vista editoriale, il mio anno non è stato tanto male. Ciò che mi è veramente pesato, a livello personale e in alcuni casi anche professionale, è il non aver potuto uscire dalla Sardegna (erano almeno 20 anni che non mi capitava), il non aver assistito neppure a un concerto, l’essere andata al cinema appena cinque volte (anche questo senza dubbio un record negativo assoluto), il non aver fatto in tempo a mettere piede in un teatro, il non aver potuto tifare la mia squadra di calcio allo stadio per tanti mesi (e chissà per quanto ancora) e in generale l’aver dovuto fare a meno di quelle esperienze di interazione e condivisione collettiva che per una persona come me, che lavora normalmente a casa propria e trascorre abitualmente più giorni di fila senza vedere né parlare a voce con nessuno (anche senza il lockdown), sono essenziali per sentirsi parte del resto dell’umanità. Il che non è poco, se considerate che spesso, per chi scrive, tali interazioni sono il carburante della fantasia. E lo sono ancora di più per chi come me ama scrivere del futuro con uno sguardo ottimista. È stata dura non lasciarsi influenzare da tutta questa oggettiva negatività e soprattutto dal modo sensazionalistico con cui ci è stata e tuttora ci è di continuo presentata. Per fortuna, abbiamo ancora la libertà di spegnere la TV e di controllare all’interno della rete in che modo le informazioni giungono a noi, e soprattutto di non lasciare che le informazioni, vere o false che siano, controllino noi. Comunque, in un modo o nell’altro, quest’anno è ormai finito e ne sono uscita con un bilancio di tutto rispetto. Ho, infatti, centrato tre obiettivi dei quattro che mi ero posta un anno fa. E, in tutta onestà, non credo che avrei potuto fare di meglio in ogni caso. Ecco quali sono: - ho finito di revisionare e pubblicato il mio primo libro di non-fiction: “Self-publishing lab. Il mestiere dell’autoeditore”. A metà strada tra il saggio e il manuale, con le sue oltre 139 mila parole, questo libro uscito lo scorso 30 maggio è tratto dal laboratorio di self-publishing che tengo all’Università degli Studi dell’Insubria, ma rispetto a questo è decisamente ampliato e vuole essere un modo per illustrare l’autoeditoria e come diventare un autoeditore o migliorare la propria attività editoriale già esistente. Insieme a questo libro ho inaugurato un blog omonimo su Medium, dove affronto ulteriori argomenti che riguardano le tre fasi dell’attività di un autoeditore: scrittura, pubblicazione e promozione. O, meglio, i tre ruoli: autore, editore e imprenditore; - ho finito di scrivere, revisionato e pubblicato l’ultimo libro del ciclo dell’Aurora: “Nave stellare Aurora”. E questa è la cosa che mi rende più felice, poiché rappresenta la fine di una storia iniziata quasi nove anni fa, quando mi sono cimentata nella prima stesura del primo libro di “Deserto rosso”. Questo romanzo con le sue 190 mila parole è il più lungo che abbia mai scritto e non per niente ci ho lavorato quasi due anni (senza contare la progettazione durante la scrittura dei precedenti). Sono molto soddisfatta sia della storia che del modo in cui l’ho raccontata, anche se il processo di creazione è stato faticosissimo. Anzi, il motivo principale della mia soddisfazione è proprio il fatto che finalmente è finita (la storia, ma anche la serie) e l’ho potuta dare a voi. Il libro è uscito lo scorso 30 novembre e sto solo ora ricevendo le prime sensazioni da parte di chi l’ha letto (eh, sì, ci vuole un po’ per leggerlo!); - ho letto un bel po’ di libri anche quest’anno, la maggior parte dei quali parecchio lunghi, proprio come piacciono a me. Sono stata invece un bel po’ carente sul fronte delle recensioni, ma purtroppo non ho potuto starci dietro, non tanto per il numero assoluto di libri letti (che neanche conosco né mi importa conoscere), ma proprio perché, avendo pubblicato, e in parte scritto, due libri molto lunghi e cercato di portare avanti un nuovo blog, mi sono rimasti poco tempo e voglia di scrivere altro, e soprattutto la concentrazione necessaria per farlo, vista la particolare situazione che stiamo vivendo. E il proposito che non sono riuscita a soddisfare? Be’, lo stesso dell’anno scorso! Non ho finito di tradurre “Sindrome” in inglese. Ho avuto appena il tempo di rivedere la parte già tradotta e di fare tre brevi sessioni di traduzione. E niente, non è stato proprio possibile. Pazienza. Cos’altro ho fatto quest’anno?Nonostante l’impossibilità di viaggiare al di fuori della mia terra, ho comunque tenuto per la quarta volta il “Laboratorio di self-publishing nei sistemi multimediali” per gli studenti di Scienze della Comunicazione e Scienze e Tecniche della Comunicazione dell’ Università degli Studi dell’Insubria. Infatti, non sono andata a Varese, ma ho comunque tenuto il laboratorio a distanza e con lo stesso metodo ho potuto partecipare come relatrice alla conferenza sui virus tra la scienza e la fantascienza. Di tutto questo vi ho già parlato in un articolo di qualche settimana fa, dove potete anche vedere l’intera registrazione della conferenza.Ho inoltre seguito ben 7 MOOCs (corsi online aperti su larga scala). I più interessanti sono stati quelli spaziali (letteralmente): “ Space Mission Design and Operations” dell’EPFL, disponibile su edX, e “ Atmospheric Chemistry: Planets and Life Beyond Earth” della University of Leeds, disponibile su FutureLearn. Il primo si concentra soprattutto sulla fisica del volo spaziale e poi fa una bella carrellata delle missioni del passato e del presente. Il secondo invece si occupa del rapporto tra la chimica dell’atmosfera e la possibilità della vita anche oltre la Terra, quindi si spazia nell’ambito dell’astrobiologia. Poi ho comunque cercato di fare un minimo di vacanza, anche se non mi sono allontanata troppo da casa. L’ho trascorsa nella bellissima costa oristanese, che ho così colto l’occasione di conoscere un po’ meglio. Ho partecipato a un episodio di FantascientifiCast in cui io e Omar Serafini abbiamo avuto il piacere di intervistare Giorgia Sinicorni, l’attrice italiana della serie tv francese di fantascienza “Missions”. Ho anche registrato una seconda puntata del podcast, dedicata a “La guerra dei mondi” di Wells nelle sue varie incarnazioni, che però deve essere ancora pubblicata (Omar?). Infine, ho continuato a fare esperimenti con le inserzioni di Facebook per promuovere i miei libri, incoraggiata dai risultati. Le ho estese anche al mio saggio e sto iniziando a fare qualche timido passo per promuovere i libri in inglese (la serie di Red Desert). Ho intenzione di continuare a usarle in maniera sostenibile economicamente, investendo solo una porzione in percentuale di ciò che incasso. In questo modo, se avrò ancora dei buoni risultati, potrò incrementare lo sforzo pubblicitario per portarlo anche ai libri (o ai retailer) che al momento ne sono esclusi, pur mantenendolo costante per i libri già pubblicizzati (o i retailer verso cui punto già le inserzioni). In generale, sono molto contenta di come sono andati i miei libri quest’anno, per i quali si è vista una evidente crescita rispetto al 2019 (complici le due pubblicazioni), che era a sua volta stato migliore del 2018. Mi fa in particolare piacere che questa crescita sia graduale e in gran parte legata alle mie azioni. Ciò significa che sto riuscendo a creare un rapporto di causa-effetto tra i miei sforzi promozionali e la possibilità di raggiungere nuovi lettori e mi fa ben sperare di poter continuare su questa strada. E ora è il momento dei propositi per il 2021: 1) non permettere alla programmazione del mio lavoro di causarmi stress. Questo è senza dubbio il più importante. Credo che non abbia senso persistere in questa attività editoriale, se non ne traggo un ritorno sia economico che di benessere personale. Per questo motivo d’ora in poi, e fino a nuovo ordine, le scadenze sono bandite. Lavorerò d’anticipo e riprenderò a stabilire delle date quando avrò almeno un progetto in più già pronto rispetto a quello relativo alla scadenza; 2) continuare a portare avanti il blog sul self-publishing su Medium, che, con la cadenza di pubblicazione attuale, consiste nello scrivere non più di 26 articoli per tutto l’anno (anche meno, se considero i periodi di vacanza). Contemporaneamente a ciò, voglio aumentare la mia preparazione sugli aspetti del marketing editoriale e quelli relativi alla pubblicazione e alla promozione sul mercato anglofono (e qui mi collego al punto successivo); 3) completare la traduzione di “Sindrome” e fare in modo che venga opportunamente revisionata, in modo da rendere anche questo libro pronto per la pubblicazione; 4) iniziare e possibilmente anche finire la traduzione di “Oltre il limite”. Da qui potete capire che il mio prossimo obiettivo editoriale (rigorosamente senza scadenza) è pubblicare l’intera trilogia del detective Eric Shaw in inglese (per “The Mentor” sarà la pubblicazione della nuova traduzione) e promuoverla in maniera adeguata sul mercato globale anglofono; 5) esplorare nuove possibilità per sfruttare i diritti dei miei libri. Credo che, con 15 libri già pubblicati, sia arrivato il momento di valorizzarli e di concentrarmi per far arrivare le loro storie a un numero maggiore di persone; 6) migliorare la mia immagine sul web con un uso oculato delle nuove opportunità fornite dai social network e riportando i miei canali di comunicazione (sito, blog, social network, newsletter, Telegram) al centro della mia attività promozionale, a coadiuvare gli sforzi delle inserzioni pubblicitarie. Tutto qui. Anche se, in realtà, può comprendere davvero tante cose diverse e il modo in cui me ne occuperò è ancora tutto da vedere. Ho bisogno di fare il punto su tutte le conoscenze che ho su questo campo, su quelle che posso migliorare e su quelle nuove che posso acquisire. Quindi il passo successivo sarà sviluppare più strategie e provare a perseguirle, nella speranza che ciò porti a dei risultati, anche se questi saranno completamente diversi dai propositi iniziali. Come già espresso in “Nave stellare Aurora”, è il viaggio ciò che conta e talvolta è in grado di sorprenderci ben oltre la nostra immaginazione. E mai come adesso, dopo un anno come il 2020, mi rendo conto di quanto questo sia vero. Non ho messo nella lista la scrittura, se escludiamo quella degli articoli del blog. Non ho intenzione di scrivere alcun nuovo libro nel 2021. Ciò non esclude che poi io decida di scrivere qualcosa, ma al momento non ho alcun progetto. Il fatto di aver concluso tutti i progetti che avevo in corso mi fa sentire appagata. Adesso ho bisogno di riempire di nuovo il mio pozzo creativo. Riprenderò a scrivere quando avrò qualcosa da dire. Però è molto probabile che traduca. Infatti, mi sono da poco sentita con Richard J. Galloway per la traduzione del suo quarto libro, quindi forse presto saprete cosa è accaduto ad Amantarra e ai suoi amici finiti in un lontano pianeta. Non ho messo nella lista neppure la lettura dei libri, perché tanto quelli li leggo comunque! Metterli come proposito è un po’ come se mi ripromettessi di lavarmi i denti o di guardare film e serie TV. Troppo facile. Ovviamente leggerò e ho intenzione di leggere dei bei libri, possibilmente lunghi. E, siccome non devo scrivere, i libri di narrativa che leggerò saranno unicamente scelti in base all’ispirazione del momento e saranno nella lingua che capita (tra quelle che conosco, ovviamente), senza più timori di influenze non volute sulla mia scrittura. Be’, direi che anche per questo mio post di fine anno è tutto. Come al solito, voglio ringraziarvi per avermi seguito fino a qui. Nel 2021 (a giugno) inizierò il mio decimo anno come autoeditrice e credo che questo sia il momento migliore per apportare qualche importante cambiamento da aggiungere ai passi consistenti che sono riuscita a compiere durante questo per altri versi funesto 2020. Grazie di cuore a tutti voi, parenti, amici, collaboratori, colleghi e lettori, che mi avete supportato (e qualcuno anche sopportato) nel 2020!Non vi resta che raccontarmi (qui o altrove) quali sono i vostri propositi per il prossimo anno. Vi auguro una buona fine e un fantastico inizio!
Di Carla (del 30/12/2019 @ 09:30:00, in Propositi, linkato 2382 volte)
Non fa un po’ di effetto anche a voi vedere questo anno che sta per iniziare formato da due numeri uguali? Negli anni ’10 abbiamo raggiunto il futuro immaginato di film di fantascienza come “Ritorno Al Futuro” e “Blade Runner”, ma fra pochi giorni inizieranno gli anni ’20 del 2000 e non posso fare altro che pensare che non ci sono più scuse: il futuro è adesso. Questo significa che devo rimboccarmi le maniche e far accadere le cose che mi stanno a cuore. Ciò vale soprattutto per la mia attività editoriale.
Il 2019 è stato il primo anno dal 2012 in cui non ho pubblicato alcun libro, ma allo stesso tempo è stato uno dei miei anni più produttivi. Ho scritto, infatti, oltre 220 mila parole suddivise in due progetti, che vedranno la luce proprio nel 2020, e ne ho continuato un terzo che si svilupperà subito dopo e per tutto il 2021. A tutto ciò si aggiungono nuove idee e prospettive, che sono ancora in fase di progettazione. Ma, come sempre, vediamo prima di tutto quali propositi per il 2019 sono riuscita a mantenere. Anche questa volta sono tre su quattro, ma quello mancante non l’ho totalmente messo da parte, come era successo nell’anno precedente. Eccoli: - ho completato la prima stesura di “Self-publishing lab. Il mestiere dell’autoeditore”. Anzi, sono già a buon punto con la revisione. Anche se ho appena scoperto di dover aggiungere una nuova breve sezione (poiché appena dieci giorni fa hanno reso disponibile in Italia il servizio di inserzioni di Amazon Advertising e non posso fare a meno di includere delle informazioni in merito a esso nel libro), il libro sarà pubblicato nella prima metà del nuovo anno (probabilmente ad aprile); - h o iniziato la prima stesura di “Nave stellare Aurora” e sono ben oltre la metà, poiché sono arrivata alla terza parte delle quattro previste. L’ho iniziata proprio questo mese con la scrittura del capitolo 10 del libro e continuerò subito dopo le feste, e sono abbastanza in linea con la tabella di marcia; - ho letto tanti bei libri, alcuni in maniera inaspettata. Quest’anno ho ripreso una vecchia pratica, vale a dire quella di leggere più libri in contemporanea. Ci sono periodi in cui sono stati addirittura sei! Ciò mi ha permesso di portare avanti delle letture che altrimenti avrei abbandonato, poiché non subito coinvolta dall’inizio della storia. E così facendo ho scoperto delle storie bellissime. Inoltre, ho ripreso a leggere con costanza anche libri di non-fiction, il cui contenuto mi sta già tornando utile. Infine, la lettura parallela di più libri mi ha permesso di tenere allenato l’italiano e l’inglese allo stesso tempo, senza che una lingua avesse eccessivo effetto sulla padronanza dell’altra. Rimane sempre difficile fare in modo che la mia scrittura in italiano non venga influenzata negativamente dal mio uso costante dell’inglese e, viceversa, che la traduzione in inglese dei miei libri riesca a procedere senza subire le intromissioni della mia lingua madre. Comunque, credo che quest’anno ci sia stato un ulteriore miglioramento nella mia capacità di usare in maniera proficua queste inevitabili incursioni di una lingua nell’altra, sia per arricchire la mia scrittura che per giungere a un uso più naturale dell’inglese durante il processo di traduzione, e allo stesso tempo mi sta diventando più immediato passare dall’una all’altra, pur mantenendole il più possibile separate nella mia mente. E poi c’è il proposito che non sono riuscita a portare fino in fondo, vale a dire completare la traduzione in inglese di “ Sindrome”. Devo dire che per lunghi periodi, soprattutto in primavera, sono stata constante, nonostante il tradurre in inglese sia un’operazione ben più lenta rispetto alla scrittura e ovviamente alla traduzione in italiano. Poi, però, gli altri due progetti che stavo seguendo, la prima stesura di “Nave stellare Aurora” e quella di “Self-publishing lab”, cui si è aggiunta la revisione di quest’ultimo, si sono portati via tutto il mio tempo, costringendomi a interrompere il lavoro su “Syndrome” ad appena un po’ meno di 18 mila parole, contro le 84 mila preventivate. Sono decisamente indietro e, almeno fino ad aprile, continuerò ad avere poco tempo, ma poi le cose cambieranno. Che cos’altro ho combinato del 2019?Tanto per iniziare ho tenuto di nuovo il mio “Laboratorio di self-publishing nei sistemi multimediali” all’Università degli Studi dell’Insubria, a Varese, cui si è aggiunta una conferenza sullo sbarco sulla Luna (tenuta insieme a Fabio Pagan, Piero Benvenuti e l’astronauta Franco Malerba). Di questo ho parlato diffusamente in un articolo recente qui sul blog, che trovate a questo link. È possibile invece vedere i due video della conferenza “Il giorno della Luna”, facendo clic qui. Inoltre, ho frequentato quattro MOOCs (corsi online aperti su larga scala), l’ultimo dei quali l’ho finito proprio pochi giorni fa, superando il test finale col massimo dei voti (come sono secchiona!). Probabilmente il più interessante di questi quattro è stato “ In the Night Sky: Orion”, che partendo dalla costellazione di Orione, porta gli studenti in un viaggio spaziale tra stelle, buchi neri e galassie. Ma vi voglio suggerire anche “ Mindshift: Break Through Obstacles to Learning and Discover Your Hidden Potential” (quello che ho appena finito), che mi ha insegnato un sacco di cose interessanti, tra cui il motivo scientifico (neppure sapevo che esistesse) per cui statisticamente gli uomini sono più attratti dalle materie scientifiche rispetto alle donne, nonostante non ci sia alcuna differenza nella predisposizione rispetto a esse dovuta al sesso. Il motivo è legato alla minore tendenza all’attività verbale degli uomini, causata da differenze ormonali. E, in fondo, la cosa non mi ha stupito affatto, visto che è noto a chiunque che noi donne parliamo molto di più! Ora però so che esiste una spiegazione scientifica che ha implicazioni anche su altri ambiti. È chiaro che su questo argomento (ma anche su altri trattati nel corso) mi sento un po’ un’anomalia statistica, anche se poi, ripensandoci, io amo la scienza, ho sempre trovato estremamente stimolante lavorare in ambito scientifico e studiare e comprendere la scienza dietro tutto ciò che mi circonda, ma mi rendo conto che il parlare o lo scrivere di scienza (anche quella della finzione) mi è del tutto naturale (guarda caso, cosa mi sono ritrovata a fare?). E, quando una cosa ti risulta semplice da fare, tende inesorabilmente ad attrarti. Se vi ho incuriosito, date un’occhiata ai video del corso (in inglese con trascrizione e sottotitoli). È gratis. Tornando a parlare del mio 2019, cos’altro ho fatto? Ho viaggiato un po’. Oltre a essermi concessa due brevi incursioni a Milano con tanto di concerto ( Tears For Fears e Def Leppard), ho fatto due vacanze vere e proprie, di cui una crociera. Ho partecipato a un’interessantissima conferenza organizzata dall’ASI qui a Cagliari ( Sardegna: una porta per lo spazio) e ho avuto l’opportunità di fare una visita guidata al Sardinia Radio Telescope. E soprattutto mi sono imposta delle pause totali di 2-3 giorni subito dopo ogni 4-5 di lavoro continuativo (ognuno dei quali comprende sempre oltre 12 ore di lavoro). Inoltre, ho continuato a portare avanti la pubblicità su Facebook dei miei libri, estendendola anche ai thriller (avevo iniziato col ciclo dell’Aurora). Ho ottenuto dei buoni risultati per gran parte dell’anno e adesso, dopo una pausa nel periodo natalizio, dal primo gennaio attiverò una nuova campagna e vedremo come andrà. Infine, come ho già detto sopra, ho dedicato (e intendo continuare a farlo) sempre una parte del mio tempo a leggere e imparare cose nuove relative a varie attività di marketing da applicare alla promozione dei miei libri. E utilizzerò quanto imparato a breve in attesa dell’uscita di “Self-publishing lab. Il mestiere dell’autoeditore”. Sto infatti preparando un blog dedicato a essa su Medium, che lancerò a breve, separato da questo, in cui parlo più in generale di me e del mio lavoro. Probabilmente sarà un progetto a breve termine, che però mi permetterà di testare alcune strategie promozionali, in vista della pubblicazione in inglese della trilogia del detective Eric Shaw. E adesso veniamo ai propositi per il 2020: 1) finire la revisione e pubblicare “Self-publishing lab. Il mestiere dell’autoeditore” e vedere un po’ come va, anche grazie all’uso del blog sopraccitato. Si tratta della mia prima esperienza di non-fiction e non so esattamente cosa aspettarmi a livello di risposta del mio target di lettori, che poi sono i miei colleghi autoeditori, ma anche chiunque sia interessato a questo modello editoriale. È difficile fare previsioni, perché non esistono molti prodotti di questo tipo sul mercato italiano (non tanti come quelli sul mercato inglese). Dai risultati che avrò dipenderà il fatto che si tratti o meno di un’esperienza isolata; 2) finire di scrivere, fare la revisione e pubblicare “Nave stellare Aurora” il prossimo 30 novembre. Questo sarà il progetto più impegnativo, poiché ho appena superato la metà (che consta di oltre 105 mila parole). Avevo ipotizzato che ne venisse fuori un romanzo di 160 mila parole, ma temo che sarà più lungo; 3) finire di tradurre “Sindrome” in inglese, stavolta per davvero. Il ritardo in questo progetto sposta necessariamente in avanti la mia intenzione di iniziare la pubblicazione in inglese della trilogia entro la fine del 2020, ma solo di qualche mese; 4) come sempre, leggere sempre tanti bei libri e soprattutto continuare a far sì che una parte di essi mi permetta di migliorare le mie conoscenze e competenze relative al mio lavoro. Per il 2020 ci sono poi alcune speranze. Spero di ripetere la mia esperienza autunnale all’Università degli Studi dell’Insubria. Vorrei anche partecipare ad altri eventi che mi permettano di promuovere i miei libri e a questo proposito ci potrebbero essere già delle possibilità. Vorrei inoltre programmare la pubblicazione dell’edizione inglese della trilogia del detective Eric Shaw. Legata a ciò c’è l’idea di scrivere un breve prequel in italiano, che poi andrebbe tradotto, da utilizzare come strumento promozionale in entrambi i mercati. Di questo prequel esiste già un’outline pronta e un titolo: “La prova”. Infine, voglio sfruttare ciò che resta di questo ottavo anno della mia attività di autoeditrice e inizio del nono (a partire da giugno), in cui chiuderò finalmente il ciclo dell’Aurora, per decidere quale direzione intraprendere in relazione a quelli che saranno i progetti futuri, trovando il giusto equilibrio tra i due generi in cui scrivo, fantascienza e thriller, cui adesso si sta aggiungendo la non-fiction, e la mia volontà di rendere un numero maggiore dei miei libri disponibile in inglese, in modo da aumentare le mie possibilità di guadagno. Anche se nella mia testa c’è tanto altro, per ora questo è tutto. Colgo come sempre l’occasione dell’arrivo di un nuovo anno per esprimere tutto il mio ringraziamento alle persone che mi supportano, che siano amici, familiari, collaboratori o lettori. Grazie di cuore a tutti voi.E adesso è il vostro turno di raccontarmi i propositi per il prossimo anno. Intanto vi auguro una buona fine del 2019 e soprattutto un ancora migliore 2020!
Di Carla (del 30/12/2018 @ 09:30:00, in Propositi, linkato 1973 volte)
Ma come, è già finito il 2018? Stavolta l’anno è andato via veloce, forse perché sono stata molto più presa da progetti che mi hanno impegnato per diversi mesi. E magari anche perché mi sono divertita di più, soprattutto nella seconda parte.
E quindi, visto che l’anno sta finendo, è arrivato il momento del tradizionale resoconto dei dodici mesi passati.
- sono riuscita a scrivere e pubblicare (il 30 novembre) il libro “ Sirius. In caduta libera”, la quarta parte del ciclo dell’Aurora, che è anche il mio tredicesimo libro pubblicato. Il lavoro su questo romanzo mi ha portato via più tempo di altri precedenti, soprattutto perché avevo solo pochi appunti messi da parte e ho dovuto progettarlo quasi completamente poco prima di iniziare la scrittura (da metà febbraio). È stato il mio libro più faticoso da scrivere finora, ma è anche uno di quelli di cui sono più soddisfatta. Sono riuscita a unire tutti i fili delle parti precedenti del ciclo e inserire l’anello mancante nella sua storia. È un romanzo di fantascienza hard che rappresenta anche un mio omaggio nei confronti dell’ astronautica, argomento che mi appassiona da sempre, in quanto racconta una storia che si svolge in gran parte nell’orbita terrestre, sebbene in un futuro non vicinissimo (fra circa un secolo);
- ho finito di tradurre in inglese “Il mentore” entro i primi mesi dell’anno, come mi ero riproposta. Questa nuova traduzione già revisionata per il momento resta bella tranquilla nel mio computer. Avrei voluto iniziare almeno la traduzione del secondo libro della trilogia del detective Eric Shaw, ma non c’è stato il tempo di farlo. Sono comunque contenta di questo risultato;
- ho letto libri più lunghi e soprattutto ho letto quasi esclusivamente libri che mi sono piaciuti molto. Non ho idea di quanti siano, ma il numero non ha nessuna importanza. L’importante è l’aver letto ogni giorno qualcosa che mi abbia divertito, magari insegnato qualcosa, e in particolar modo che mi abbia fatto stare bene. Perché lo scopo della lettura per me è proprio questo: farmi stare bene. Perciò non ha alcun senso fare gare di pagine o libri letti. Sono tutte sciocchezze.
Da questo elenco manca un proposito. Quelli elencati alla fine dell’anno scorso, infatti, erano quattro. Non ho finito di scrivere il libro sul self-publishing che ho iniziato nel 2017. Non ci ho proprio rimesso mano, perché il mio tempo e il mio impegno sono stati reindirizzati a faccende più urgenti.
Che cos’altro ho fatto nel 2018?
Ho tradotto in italiano un altro libro di Richard J. Galloway, “Saranythia Parte 2 - I Varton”, che uscirà a breve in Italia (gli ho consegnato la traduzione definitiva qualche giorno fa). Si tratta del seguito di “Saranythia Parte 1 - Le porte di Setergard”, uscito nell’autunno del 2017 e in cui tornano i protagonisti del suo romanzo precedente “Amantarra” (uscito in italiano nel 2013). Anche le traduzioni di questi due libri erano state fatte da me.
Al di là della durata della mia permanenza lontano da casa, questo impegno mi ha portato via parecchio tempo nei mesi precedenti per prepararmi.
Ho anche seguito otto MOOCs (corsi online aperti su larga scala), tra i quali i più interessanti sono stati probabilmente uno sull’energia nucleare ( The Science of Nuclear Energy) e uno sulla scienza che sta alla base delle scienze forensi ( The Science Behind Forensic Science). Quest’ultimo è fatto veramente molto bene, poiché mostra con dei video in soggettiva il lavoro dello scienziato forense sia sul campo che in laboratorio.
Infine, a partire da maggio ho iniziato a occuparmi in maniera più attenta alla pubblicità su Facebook dei miei libri, in particolare di quelli del ciclo dell’Aurora in italiano. In vista dell’uscita del quarto libro della serie, ho deciso di concentrare i miei sforzi in modo da ottenerne il migliore risultato possibile.
E devo dire che ci sono riuscita.
Ho imparato a utilizzare meglio gli strumenti a pagamento forniti da Facebook e allo stesso tempo ho aumentato l’efficacia di quelli gratuiti nell’ottenere una migliore resa organica dei miei post. Ciò si è tradotto in un notevole aumento delle interazioni nella mia pagina Facebook e in un effetto positivo evidente nelle vendite dei miei libri.
Non sono riuscita a fare nient’altro (non che tutto questo sia poco), perché la scrittura da zero, la revisione e la pubblicazione di “Sirius. In caduta libera” mi hanno assorbito praticamente da metà febbraio (ho terminato la prima stesura di 114 mila parole alla fine di giugno) fino alla data di uscita del libro, lasciando poco tempo e soprattutto poche energie da utilizzare in altro, anche perché in contemporanea mi sono trovata a tradurre un libro e a preparare un corso e una conferenza.
D’altra parte mi ero imposta di non procurarmi più stress del necessario e sono ben felice di aver fatto meno cose, ma di averle fatte meglio.
Ma adesso sta arrivando il 2019 ed è il momento di porsi qualche obiettivo:
1) completare la prima stesura di “Self-publishing lab: il mestiere dell’autoeditore”, ma questa volta davvero! Molto probabilmente terrò di nuovo il corso a Varese il prossimo autunno e per allora vorrei avere a disposizione il libro, anche se non necessariamente nella versione definitiva. Mi fornirà anche l’occasione di aggiornare in parte lo stesso corso e offrire qualche strumento in più agli studenti;
2) tradurre in inglese “Sindrome” e magari iniziare anche la traduzione di “Oltre il limite”. Mi sono riproposta che entro il 2020, in un modo o nell’altro, pubblicherò (o inizierò a pubblicare) la trilogia del detective Shaw in inglese. Anzi, una volta terminato il ciclo dell’Aurora (cosa che avverrà appunto nel 2020), voglio impegnarmi a tradurre e pubblicare in inglese tutti i miei libri non ancora disponibili in questa lingua, e in generale sfruttare al meglio tutto ciò che ho scritto finora per fare in modo che raggiunga un pubblico più grande;
3) iniziare a lavorare a “Nave stellare Aurora”, il libro finale del ciclo dell’Aurora. Si tratta di un romanzo lungo il cui scopo è concludere degnamente la storia di Anna, Hassan, Melissa, Alicia e Susy, e per farlo ho bisogno di lavorarci in un periodo più ampio, in modo da sfruttarne al meglio le potenzialità;
4) e poi, come sempre, leggere tanti bei libri. Questo è sempre il proposito più semplice da realizzare!
Anche quest’anno solo quattro propositi, ma stavolta li voglio realizzare tutti. Ce la farò?
Ci sono anche altre cose che mi piacerebbe fare.
Al momento non mi sono imposta di pubblicare alcun libro nel 2019. Ho bisogno di non impormi questo tipo di scadenza particolarmente impegnativa almeno per un po’. Deciderò strada facendo.
Di certo voglio continuare a lavorare sul fronte della pubblicità e della promozione per migliorare il ritorno economico del mio lavoro e renderlo meno dipendente da eventi esterni su cui non ho controllo.
Inoltre vorrei sperimentare altri modi per utilizzare ciò che ho già scritto e le mie capacità nell’ambito della scrittura per sviluppare nuovi progetti dei quali preferisco ancora non dire nulla (almeno finché non inizierò davvero a lavorarci, se mai lo farò).
Ciò che sento con certezza è che questo mio settimo anno da autoeditrice sarà cruciale, poiché rappresenta l’avvicinamento alla conclusione del ciclo dell’Aurora, che, con i quattro libri di “Deserto rosso” e i quattro successivi, è senza dubbio la mia serie più importante, quella con cui è iniziata la mia avventura nell’autoeditoria e che costituisce la motivazione principale che mi ha spinto a continuarla, tra alti e bassi.
Cosa avverrà dopo è ancora un mistero, ma uno di quelli che non mi spaventano, bensì mi stimolano. Un mistero cui mi rivolgo con curiosità.
In chiusura, come sempre, ringrazio tutti coloro che mi seguono e che mi supportano, tutti i miei cari, gli amici, i collaboratori e i lettori, sia vecchi che nuovi.
Grazie di esserci.
Se vi va, fatemi sapere quali sono i vostri propositi con un commento a questo post o sui social network in cui lo condividerò.
Auguro a tutti voi un felice 2019!
Di Carla (del 30/12/2017 @ 09:30:00, in Propositi, linkato 2518 volte)
Come di consuetudine, alla fine di dicembre mi ritrovo a tirare le somme dell’anno appena trascorso e a pormi degli obiettivi per quello futuro.
Negli anni passati è stato relativamente semplice scrivere questo articolo, poiché molti dei progetti che avrei intrapreso dipendevano da fattori sotto il mio completo controllo. Già dall’anno scorso, però, ho dovuto limitare in parte i miei propositi, in quanto non sapevo se alcune cose che erano in ballo sarebbero andate in porto e quindi non ero in grado di programmare niente di specifico dopo il mese di maggio. Adesso per il 2018 sarà ancora più complicato per via del trascinarsi di alcune faccende in sospeso, una delle quali si è conclusa proprio all’inizio di dicembre, e quindi in questi prossimi mesi forse riuscirò a capire un po’ meglio in che direzione incanalare i miei sforzi. Vi sono però dei punti fermi: alcuni propositi su cui ho le idee chiare.
- ho completato la stesura di “ Oltre il limite” (il libro finale della trilogia del detective Eric Shaw), ho fatto l’editing del libro e l’ho pubblicato il 21 maggio;
- mi sono fermata per circa un mese dopo il completamento della prima stesura di questo libro, ma non posso proprio dire di aver ricaricato del tutto le batterie, perché sono stata abbastanza presa da questioni familiari e persino di salute (mi è venuta l’allergia agli acari);
- ho cercato di impegnarmi per promuovere la trilogia del detective Eric Shaw tramite eventi offline, iniziando con una presentazione in piena regola a Carbonia a pochi giorni dall’uscita dell’ultimo libro. È stato un evento molto divertente e con un’ottima affluenza di pubblico. Purtroppo non ne sono seguiti degli altri, anche se ho ricevuto diverse proposte, poiché per motivi organizzativi e/o per mancanza di tempo da parte mia non si è riusciti ancora a concretizzarle. Ma confido che si riuscirà in futuro;
- ho dedicato un po’ di tempo a FantascientifiCast, anche se solo nella prima parte dell’anno. Nella seconda non è stato possibile semplicemente perché non ho seguito nessuna nuova serie di fantascienza in TV e ho visto davvero pochi film di questo genere al cinema. Anche nell’ambito della lettura ho avuto a che fare perlopiù con libri di fantascienza vecchi di decenni. Per fortuna nel 2018 uscirà la seconda serie di “Westworld” e del docudrama “Marte”, quindi potreste tornare ad ascoltarmi (Omar Serafini permettendo!);
- ho letto circa 52 libri (dico circa, perché sto scrivendo questo articolo con un certo anticipo, ma confido di raggiungere quella quota entro il 31 dicembre);
- fino a settembre sono riuscita a programmare in anticipo i post per questo blog (e anche per quello in inglese), poi ho effettivamente lasciato perdere (tranne che per questo post), perché al momento non è una delle mie priorità. Ho una serie di articoli in corso (quella su Marte) e diverse recensioni di libri che ho letto da scrivere, ma oltre a questo ho intenzione di scrivere sul blog solo quando sento di avere qualcosa di interessante da dire, senza sforzarmi a farlo per dovere;
- credo di essere riuscita a organizzare un po’ meglio il mio tempo lavorativo. La scorsa estate me la sono goduta abbastanza, grazie anche al clima particolarmente stabile che l’ha caratterizzata. Ho anche fatto un bel viaggio (una crociera in Danimarca e Norvegia). Nei mesi autunnali sono riuscita a dedicarmi ad alcune cose che mi interessavano (ve ne parlo più avanti) e a riprendere un certo ritmo di lavoro, dopo una lunga pausa dalla scrittura di cui avevo veramente bisogno;
- infine ho fatto un bilancio dei miei primi cinque anni da self-publisher. Si tratta ovviamente di un bilancio positivo, ma allo stesso tempo è accompagnato dalla consapevolezza che in questo lasso di tempo tante cose sono cambiate nel mercato editoriale e ciò richiede lo sviluppo di nuovi approcci.
Cosa non sono riuscita a fare?
Purtroppo nel 2017 non è stato possibile ripetere l’esperienza del corso a Varese, ma sapevo già che c’era il rischio di saltare almeno un anno. Speriamo di riuscirci nel 2018.
Inoltre non ho scritto tanto, ma questa è stata una mia scelta. Ho ripreso a scrivere, molto lentamente, a novembre, con la consapevolezza che da gennaio dovrò aumentare il ritmo.
Cos’altro ho fatto o mi è successo nel 2017?
Tanto per iniziare ho trovato una agente per gestire i diritti di traduzione di alcuni dei miei libri, in particolare della trilogia del detective Eric Shaw. Sono arrivata a questa persona dopo quasi un anno e mezzo di ricerche, in cui ho avuto modo di discutere con altri agenti di una possibile collaborazione senza riuscire a trovare il giusto accordo. Mettermi a lavorare con lei mi ha portato via del tempo, necessario per preparare il materiale di cui aveva bisogno. Tra l’altro questa persona non parla italiano e non ha quindi modo di leggere alcuni dei libri che sta rappresentando, almeno finché non saranno tradotti in inglese. Ciò mi ha costretto a scrivere per lei delle sinossi molto particolareggiate. E considerate che io odio scrivere riassunti in italiano, figuratevi in inglese!
Siamo ancora all’inizio del nostro rapporto e non mi faccio grandi illusioni a proposito, ma esso comunque rappresenta un primo passo verso il mio cercare nuove vie per raggiungere più lettori in mercati linguistici in cui non potrei mai arrivare in altro modo.
Il secondo evento importante, che è anche il più recente (avvenuto in maniera definitiva solo all’inizio di dicembre), è stato la restituzione dei diritti di traduzione in inglese de “Il mentore” (primo libro della trilogia del detective Shaw) da parte di Amazon Publishing. Ve ne ho parlato qualche tempo fa.
Ciò mi ha posto improvvisamente di fronte a nuove scelte e potenziali opportunità.
Nei mesi scorsi, nell’attesa che ciò avvenisse, ho deciso di riprendere a studiare in maniera specifica alcuni aspetti della lingua inglese. Ho iniziato a studiare questa lingua da bambina e la uso per lavoro e nella vita privata in maniera costante da una ventina d’anni (da quando ho accesso a internet). Inoltre ho già tradotto altri miei libri in inglese (la serie di “Deserto rosso” e “Affinità d’intenti”). Ma adesso con la restituzione dei diritti de “Il mentore” e con la collaborazione con una agente britannica ho necessità di fare un ulteriore salto di qualità.
E poi, diciamo la verità, tutto ciò mi diverte parecchio, poiché implica esercitarmi con un lingua straniera (cosa che amo, tanto che se potessi non farei altro tutto il giorno!), oltre che leggere libri, guardare film e serie TV con la scusa che mi serve per migliorare le mie capacità di scrittura e quelle di ascolto.
Così, dopo qualche mese di solo studio (chiamiamolo così), sono tornata a tradurre in inglese: ho iniziato una nuova traduzione de “Il mentore”.
Nel 2017 inoltre ho seguito ben nove MOOCs, vale a dire corsi online aperti su larga scala (Mass Open Online Courses), grazie ai quali ho imparato diverse cose che mi saranno più o meno direttamente utili per il mio lavoro. Alcuni sono stati una forma di ricerca per progetti letterari futuri, altri sono serviti per migliorare il mio inglese, altri per ampliare le mie conoscenze nell’ambito della narrativa e della scrittura in generale, infine altri per aggiungerne di nuove alla mia preparazione scientifica. Tra questi senza dubbio il più interessante (e lungo: otto settimane) è stato “ Moons”, un corso sulle lune del Sistema Solare organizzato su FutureLearn da The Open University.
Non paga di tutto ciò, mi sono iscritta già ad altri cinque corsi per il 2018 e tendo a pensare che se ne aggiungeranno degli altri.
Anche se quest’anno non ho scritto molto, non significa che non abbia creato nuove storie. Ho infatti scritto appunti, abbozzi di outline e talvolta outline complete per nove futuri progetti letterari. Tra questi c’è anche un breve prequel (una novella) della trilogia del detective Shaw, di cui ho già una outline completa, anche se non so ancora se/quando scriverò il libro. È solo una questione di decidersi a scriverlo.
Oltre a questi nove progetti, c’è poi quello di “Sirius. In caduta libera”, di cui però vi parlerò nei propositi per il nuovo anno.
Tra le nuove esperienze del 2017 c’è poi Wattpad. In realtà ho un account sul sito già da un paio di anni e in passato ci tenevo soltanto un’anteprima di due libri in inglese. Da ottobre scorso ho iniziato a interessarmi al pubblico italiano e, per curiosità, ho iniziato a pubblicare a puntate la mia vecchia fan fiction “ La morte è soltanto il principio” (la pubblicazione è stata completata poco prima di Natale). È stato un modo anche per revisionarla per l’ennesima volta e vedere se potevo sfruttarla per trovare qualche altro lettore.
Non credo che userei mai Wattpad per scrivere un progetto in corso a puntate, ma potrebbe essere uno strumento interessante per fare qualche esperimento promozionale.
Infine, ma non meno importante, ho iniziato a scrivere “Self-publishing lab: Il mestiere dell’autoeditore”, un libro basato sul corso di self-publishing che ho tenuto all’Università degli Studi dell’Insubria nel 2016.
Insomma, alla fine non si può dire che nel 2017 mi sia girata i pollici, vero?
E adesso eccovi i miei propositi per il 2018:
1) scrivere e pubblicare “Sirius. In caduta libera”, la quarta parte del ciclo dell’Aurora. Inizierò a scriverlo subito dopo il periodo natalizio e ho intenzione di pubblicarlo, come previsto, il 30 novembre. A proposito di questo libro vi parlerò più diffusamente più avanti, quando sarò a buon punto con la stesura. Per adesso vi dico solo che è ambientato circa cinque anni prima de “L’isola di Gaia”, che ha come voce narrante principale il personaggio di Hassan Qabbani e che la storia si svolge per gran parte nell’ orbita terrestre;
2) finire di tradurre in inglese “Il mentore” entro i primi mesi dell’anno (incluso il processo di editing e proofreading). Questo progetto è prioritario, poiché vorrei al più presto averlo a disposizione della sua versione definitiva per valutare le varie opportunità di ripubblicazione e concomitante promozione della trilogia sul mercato inglese. A tal proposito, vorrei anche riuscire a portarmi avanti con la traduzione dei due successivi (magari completare quella del secondo), ma su di essi non mi pongo al momento delle scadenze;
3) completare la prima stesura di “Self-publishing lab: Il mestiere dell’autoeditore”. Il massimo sarebbe riuscire ad arrivare, se non alla pubblicazione, almeno alla sua stesura definitiva, ma anche qui non metto delle scadenze. Si tratta del primo libro di non-fiction che scrivo e richiede da parte mia un’attenzione diversa nei riguardi sia del contenuto che, soprattutto, della confezionamento. Quando l’avrò completato, programmerò i dettagli della sua pubblicazione e promozione;
4) leggere libri più lunghi. Negli anni passati ho stabilito che avrei letto in media un libro alla settimana. Mi rendo conto che questo proposito non fa per me, poiché mi costringe a leggere numerosi libri brevi o non particolarmente lunghi pur di raggiungere l’obiettivo. Non credo che abbia senso. Come lettrice il mio romanzo ideale ha almeno 400 pagine, ma se ne ha il doppio o anche di più, ed è un bel libro, diventa addirittura perfetto, poiché per forza di cose racconta delle storie più complesse. E io amo le storie complesse. Perciò ho deciso di non pormi un minimo di libri all’anno, bensì un minimo di lunghezza (per esempio, 400 pagine in media) per circa l’80% dei libri che leggerò nel 2018. Inoltre tra questi almeno un terzo sarà costituito da romanzi in inglese britannico, poiché si tratta della variante in cui sto traducendo i miei libri.
Questo è tutto: solo quattro propositi, ma tutti importanti e sotto il mio pieno controllo, salvo cause di forza maggiore.
Che ne pensate?
Ovviamente ho altri progetti, ma preferisco parlarvene quando avrò deciso a quale dare la priorità.
Come di consueto, voglio concludere questo articolo ringraziando tutti i miei cari, i miei amici, i miei collaboratori e i miei lettori. Con voi, grazie a voi e anche per voi affronto questo lavoro con determinazione e passione. E i miei risultati sono anche un po’ vostri.
Grazie di cuore.
Auguro a tutti voi un 2018 pieno di soddisfazioni e, se si va, sarei felice di conoscere i vostri propositi nei commenti a questo articolo o sui vari social network in cui lo condividerò. Buona fine e buon inizio!
Di Carla (del 31/12/2016 @ 09:30:00, in Propositi, linkato 2605 volte)
È passato un altro anno, di nuovo! Penso che capiti un po’ a tutti, e sempre più con l’andare avanti con l’età, di avere l’impressione, alla fine di un anno, che sia passato un po’ troppo in fretta. Ci eravamo appena abituati a questo 2016 e adesso ci tocca reimpostare la nostra mente con una nuova cifra: 2017.
Devo dire la verità: una volta tanto l’anno che adesso volge al termine non mi è sembrato affatto corto. Se penso a tutto quello che ho fatto, a quanto ho lavorato, questi dodici mesi parevano non finire mai. Forse è perché per una volta attendevo questa fine, poiché corrisponde al quasi totale completamento di tutti i miei progetti in corso d’opera, ma anche alla chiusura del mio primo quinquennio da self-publisher.
Il 3 gennaio sarà infatti il quinto anniversario del giorno in cui iniziai la prima stesura di “ Deserto rosso - Punto di non ritorno” con la chiara intenzione di pubblicarlo in maniera indipendente.
A rigor di logica, però, questo anniversario andrebbe festeggiato il 7 giugno, data di uscita ufficiale di questo mio primo libro a pagamento, ma proprio per tale motivo ho deciso di impiegare i cinque mesi che separano queste due date per fare un bilancio più completo della mia esperienza da autoeditore (o autoeditrice, se preferite) e definire in che direzione indirizzare i miei sforzi futuri. Ed è stata forse l’impazienza di iniziare questo particolare periodo a farmi sembrare il 2016 un anno davvero lungo.
Tanto per non smentire la mia tendenza a non riuscire mai a fermarmi del tutto, la mia attesa dovrà durare ancora altre due settimane, che è il tempo di cui avrò bisogno per terminare la prima stesura di “Oltre il limite”. Qui però non ho colpe: è il libro che sta venendo fuori un po’ più lungo di quanto pensassi (è tutta colpa dei personaggi!), il che non mi dispiace affatto.
Comunque, tornando al 2016, vediamo un po’ insieme cosa ho combinato:
- ho completato la revisione della prima parte della traduzione in italiano di “Saranythia”, il prossimo romanzo di Richard J. Galloway;
- ho scritto la seconda e la terza parte di “Ophir. Codice vivente” (per un totale di circa 90 mila parole che si aggiungevano alle 45 mila della prima parte scritta nel 2015);
- ho preparato da zero un corso universitario integrativo, intitolato “ Laboratorio di self-publishing nei sistemi multimediali”, che poi ho tenuto lo scorso maggio presso l’Università degli Studi dell’Insubria (a Varese) nell’ambito del corso di laurea in Scienze della Comunicazione;
- ho scritto circa 90 mila parole (di cui 50 mila durante il NaNoWriMo di novembre, che ho quindi vinto anche quest’anno) di “Oltre il limite”, il libro finale della trilogia del detective Eric Shaw, che pubblicherò il prossimo 21 maggio;
- ho partecipato come ospite/relatrice ad altri quattro eventi offline, oltre il corso a Varese: una conferenza sul self-publishing e la comunicazione in campo scientifico al Festival della Professione Giornalista il 19 marzo a Bologna, una conferenza sul futuro dell’editoria il 3 maggio, sempre a Varese, una presentazione dei miei libri (la trilogia del detective Shaw e “Ophir. Codice vivente”) il 2 dicembre a Iglesias e un convegno a Roma sul self-publishing il 10 dicembre nell’ambito della fiera della piccola e media editoria Più Libri Più Liberi. In queste situazioni ho avuto l’opportunità di rivedere alcuni vecchi amici, di incontrare colleghi e lettori conosciuti sul web, ma anche di entrare in contatto con nuove interessanti persone;
- ho letto 52 libri.
Quanto riportato sopra include quasi tutti i propositi che avevo elencato un anno fa, più uno di quelli che non dipendevano dalla mia volontà (il corso all’Università degli Studi dell’Insubria) e gli eventi offline, che invece non avevo previsto.
Cosa non sono riuscita a fare?
Be’, non ho completato la scrittura di un altro romanzo (“Oltre il limite”), ma questo non lo ritengo un fallimento, poiché si sta semplicemente rivelando più lungo del previsto (supponevo che avrebbe avuto una lunghezza di 80 mila parole, ma ne ho scritto circa 90 mila finora e non è ancora finito). Anzi, nel 2016 ho complessivamente scritto più parole che nel 2015, sebbene neanche un romanzo completo nell’arco dei dodici mesi, perché ne ho finito uno e iniziato un altro, entrambi belli lunghi.
Sono riuscita, come sempre, a mettere da parte un sacco di appunti per nuovi futuri romanzi, la cui lista continua a crescere, ma non ho preparato alcuna outline precisa. Questo è dovuto al fatto che lo scorso giugno, oberata e stressata dal troppo lavoro, ho preso la decisione di non iniziare alcun nuovo progetto, finché non avessi concluso tutti quelli in corso, proprio in vista dei primi cinque mesi del 2017, che tra le varie cose saranno dedicati a un bilancio di questi cinque anni e all’individuazione di nuovi progetti. Per questo motivo non ritengo neanche il venir meno a tale proposito un fallimento, bensì un cambiamento di programma ragionato in corso d’opera.
Infine mi ero riproposta di lavorare duro per mantenere un trend in salita nelle vendite.
Di certo ho lavorato duro e tra le varie cose sono molto contenta degli esperimenti fatti durante l’estate con nuove serie di articoli sul mio blog, che hanno avuto un riscontro interessante in fatto di vendite, e le varie brevi promozioni scontate portate avanti in parallelo su Google Play e Amazon. Ho anche provato numerose tecniche di promozione a pagamento, che sono state meno soddisfacenti come ritorno di investimento, ma mi hanno permesso di capire cosa vale la pena fare e cosa lasciar perdere del tutto.
Inoltre mi sono impegnata a ottimizzare il lavoro relativo alla mia presenza sui social network, per mantenerla costante o persino più assidua, riducendo però il tempo impiegato nel renderla tale (no, non ci sono riuscita alterando lo spazio-tempo, o forse sì?).
In quanto ai risultati generali per quanto riguarda i guadagni relativi al self-publishing, purtroppo non sono stati in crescita rispetto al 2015, ma comunque molto migliori dell’anno precedente, per cui non mi lamento, considerando che nel 2016 non ho potuto quasi per niente sfruttare la scia di eventi promozionali esterni (non gestiti né in alcun modo decisi da me) e anche che sono stata dietro a davvero troppe cose tutte insieme, perché poi mi rimanesse il tempo materiale per farmi venire qualche altra buona idea e metterla in pratica.
Nonostante tutto questo, ho mantenuto sempre una base minima di vendite complessive costante, indipendente da tutto il resto, anche nei periodi in cui non facevo proprio nulla, cosa che mi spinge ancora di più a voler riflettere su quale sia il modo migliore di gestire i miei sforzi.
Come dicevo un anno fa, infatti, la cosa più importante per uno scrittore è che la creatività rimanga attiva e che si riesca sempre a scrivere qualcosa di cui poi essere fieri.
Il 2016 è stato segnato da periodi in cui la voglia di scrivere rasentava lo zero, nonostante non abbia mai smesso di farlo per stare dietro alle scadenze (un amico incontrato all’evento di Bologna a marzo mi ha definito militare, in riferimento alla mia ferrea disciplina!). Ma sono molto soddisfatta dei risultati, nello specifico di “ Ophir. Codice vivente”, che ha superato ogni mia più rosea aspettativa (mi riferisco al mio gradimento personale del libro finito). Non solo: la fatica che ho fatto mi ha dimostrato che, se decido di scrivere, lo faccio e basta. Per uno scrittore, che vive tenendosi a stento a galla in un mare di dubbi, avere una tale sicurezza nei propri mezzi è di grandissimo conforto.
Inoltre negli ultimi due mesi, durante la stesura di “Oltre il limite”, grazie anche al NaNoWriMo, che mi ha spinto a scrivere un nuovo libro anche se non pensavo di essere ancora pronta a farlo (né ne avevo alcuna voglia), ho riscoperto il piacere di vivere dentro i personaggi e lasciare che loro mi mostrino la storia. Sono ancora con loro in questo momento e un po’ mi spiace al pensiero di abbandonarli per sempre alla fine di questo viaggio, visto che si tratta del libro finale di una serie.
Per cui, senza dubbio, concludo l’anno con grande ottimismo.
Vi chiederete: ma dal punto di vista economico?
Nel 2015 l’attività di autoeditore era stata la mia principale fonte di reddito.
Nel 2016, sebbene per ovvi motivi non abbia guadagnato le stesse cifre dell’anno precedente, in cui “ The Mentor” veleggiava ai primi posti della classifica del Kindle Store su Amazon.com, a conti fatti le royalty complessive ricevute sono state tali da permettermi ancora di dire che vivo di scrittura.
La vera sfida sarà riuscirci anche nel 2017.
Quelli che non sono proprio stata in grado di realizzare per questo anno sono due propositi che però dipendevano da fattori e da persone esterne.
Il primo era quello di vedere uno dei miei libri pubblicato in un’altra lingua (diversa dall’inglese, oppure un libro in più rispetto a quello preventivato) o comunque a venderne i diritti di traduzione per una pubblicazione nel prossimo anno, ma sto ancora lavorando alacremente per raggiungere questo risultato e sono in attesa di sviluppi che richiederanno ancora un po’ di tempo. Rimane comunque tra i miei obiettivi a lungo termine.
Il secondo riguardava il riuscire a sfruttare “ The Mentor” per mantenere una certa tranquillità economica per il prossimo futuro. Me l’ha data per questo anno, ma non abbastanza per adagiarmi sugli allori per quelli che seguiranno, proprio perché non si è ancora concretizzato il proposito precedente e il libro è ormai troppo vecchio per pretendere di guadagnare ancora direttamente da esso in futuro.
Ma veniamo un po’ ai propositi per il 2017. Sono pochi (si fa per dire) per il momento.
Eccoli:
1) completare (entro le prime due settimane di gennaio) la prima stesura di “Oltre il limite”, farne l’editing e pubblicarlo il 21 maggio prossimo. Voglio dare il massimo per questo libro e per farlo ho deciso di non scrivere nessun altro romanzo fino alla sua pubblicazione (salvo ispirazioni improvvise, di quelle che non lasciano scampo, accompagnate da tempo libero del tutto inatteso e quindi altrettanto improbabile);
2) riservarmi quattro settimane di pausa totale dell’attività editoriale (a partire dalla metà di gennaio) per ricaricare le batterie, dopo anni che non mi fermo, tranne che per qualche breve vacanza;
3) tenere di nuovo il corso di self-publishing, in una versione aggiornata agli ultimi cambiamenti del mercato, presso l’Università degli Studi dell’Insubria, probabilmente a ottobre (salvo problemi burocratici non dipendenti dalla mia volontà). Mi piacerebbe tenere una versione di questo corso anche in altri ambiti, per dare ancora di più il mio contributo per far conoscere e far crescere il self-publishing in Italia e per formare degli autoeditori preparati, e forse ne potrei avere l’opportunità, ma per il momento non mi sbilancio in previsioni;
4) impegnarmi a partecipare a più eventi offline per promuovere la trilogia del detective Eric Shaw. Amo questi tre libri e voglio che raggiungano un numero maggiore di lettori, ma soprattutto mi rendo conto che non hanno ricevuto da me tutta l’attenzione che meritavano per conseguire certi risultati, neppure “ Il mentore” che anche in italiano ha venduto molto bene. Questo deve cambiare. Finora ho scritto tanto (sto finendo il mio dodicesimo libro). Adesso è arrivato il momento di dare più spazio a ciò che ho già pubblicato. Lo devo ai miei personaggi. E ciò è particolarmente vero per i miei thriller non fantascientifici, che tendo un po’ a trascurare rispetto ai libri del genere in cui ho più seguito qui in Italia (la fantascienza, appunto);
5) dedicare più tempo a FantascientifiCast (quest’anno ho davvero latitato e me ne dispiace… scusa, Omar!), cui devo la mia popolarità nell’ambito della fantascienza e che deve essere il mezzo per continuare a far sentire la mia voce (letteralmente) in questo contesto e giungere a nuovi potenziali lettori;
6) leggere almeno 52 libri;
7) programmare nei primi mesi dell’anno abbastanza post sui miei blog (italiano e inglese) da non ritrovarmi a doverne scrivere all’ultimo momento, quando ho poco tempo;
8) organizzare meglio il mio tempo in modo da rendere di più in ambito lavorativo, grazie al fatto che ne dedico una quantità maggiore, più giusta, al riposo, all’attività fisica e allo svago (soprattutto culturale, in tutte le sue forme, inclusa la conoscenza ottenuta tramite i viaggi);
9) scrivere tanto, possibilmente più di quanto ho fatto quest’anno (diciamo circa 200 mila parole), ma soltanto quello che desidero, come in queste settimane;
10) fare un bilancio del lavoro di questi cinque anni e concentrarmi sul mio modo unico di essere self-publisher, senza forzarmi in alcun modo di ricercare e copiare presunti metodi vincenti di altri (come dico sempre: non esistono formule magiche), poiché ognuno di noi ha il proprio modo di arrivare ai lettori e di raggiungere la propria definizione di successo. È una cosa che so e che cerco di insegnare agli altri, ma talvolta tendo a dimenticarmene, quando si tratta di me stessa.
Be’, credo proprio che sia tutto. Cosa ne pensate?
Su alcuni aspetti sono stata volutamente vaga, perché avrò le idee più chiare entro le prossime sei settimane, quindi non sono ancora in grado di inserire altri elementi in questo elenco.
In generale, come già presagivo un anno fa, è arrivato il momento di tirare le somme della mia attività di autrice e di autoeditore, ma sono felice di farlo, perché so che da esse si genererà l’embrione di nuovi interessanti obiettivi e nuove avventure da vivere per perseguirli.
Anche alla fine di questo anno ci tengo a chiudere ringraziando la mia famiglia, i miei amici, i miei collaboratori e i miei lettori, che continuano a starmi accanto come irrinunciabili compagni di questo mio viaggio lavorativo e personale.
Grazie a tutti voi.
E ancora a tutti voi che leggete, come sempre, chiedo di rivelare i vostri propositi per il nuovo anno, qui nei commenti o sui social network.
Il 2016 è andato come volevate? Che cosa desirate per il 2017?
Di Carla (del 31/12/2015 @ 06:09:18, in Propositi, linkato 3393 volte)
È passato un altro anno. Se penso a questo 2015, mi sembra di avere festeggiato il Capodanno da poco tempo, ma, se poi ci rifletto un po’, mi rendo conto che quel giorno è in realtà molto lontano nella mia memoria. E nel mezzo è successo davvero di tutto.
La cosa più importante è che il 2015, il mio quarto anno da self-publisher, è anche quello in cui questo mestiere è diventato la mia principale fonte di reddito.
Sì, avete capito bene: ora posso dire di vivere di scrittura.
Siccome si tratta di un mestiere fatto di alti e di bassi, non posso affermare con certezza che ciò continui anche in futuro, ma per il momento è proprio così.
Il salto di qualità l’ho fatto grazie a un mio romanzo del 2014, “ Il mentore”, di cui proprio verso la fine dello scorso anno ho venduto i diritti di traduzione in inglese ad Amazon Publishing, ma nel firmare quel contratto non immaginavo minimamente cosa sarebbe successo dopo.
“The Mentor” è uscito in USA, Regno Unito e Australia lo scorso ottobre (a novembre nel resto del mondo) e nel giro di pochi giorni a schizzato ai primi posti della classifica generale del Kindle Store. Per due giorni è stato addirittura al numero 1 del Kindle Store su Amazon.com, il più grande retailer di ebook del mondo.
Adesso, quasi tre mesi e oltre 850 recensioni dopo, il libro conta un numero di lettori superiore a 160.000 (nei vari formati e in tutto il mondo) e in continua crescita.
È per me un sogno che si realizza e per il quale devo ringraziare chi ha creduto nel romanzo, in special modo Alessandra Tavella della divisione italiana di Amazon Publishing che ha portato “Il mentore” all’attenzione di AmazonCrossing, il marchio editoriale sempre del gruppo Amazon Publishing che si occupa di narrativa tradotta. Ma subito dopo devo ringraziare la mia acquisitions editor di AmazonCrossing, Gabriella Page-Fort, che ha accolto il suggerimento della collega italiana e insieme a tutto il marketing team ha reso possibile un tale successo.
Questo di cui vi ho appena parlato è stato senza dubbio l’evento più importante del 2015, ma allo stesso tempo quello di cui mi sono occupata meno, poiché il lavoro era nelle mani di altri.
Per quanto mi riguarda, l’anno passato è stato per me un successo poiché sono riuscita a scrivere ben 177 mila parole, suddivise in due romanzi interi, “ Per caso” che ho pubblicato a novembre (questo era uno degli obiettivi che mi ero riproposta lo scorso anno) e “ Sindrome”, il sequel de “Il mentore”, di cui ho appena finito la prima stesura, e una parte di un terzo, “ Ophir”, la terza parte del ciclo dell’Aurora.
Sono riuscita a raggiungere questo traguardo di scrittura sfruttando tutte e tre le sessioni di NaNoWriMo del 2015 (aprile, luglio e novembre) e in questo modo ho mantenuto un altro dei propositi elencati un anno fa.
A ciò si aggiunge che ho tradotto la prima parte del nuovo romanzo di Richard J. Galloway (di cui avevo già tradotto “ Amantarra” nel 2013).
Sono andati quasi tutti bene. Ho pubblicato gli ultimi due romanzi di “ Red Desert” (la versione inglese di “ Deserto rosso”) nei tempi stabiliti. Ho completato l’editing di “ Affinità d’intenti” e l’ho pubblicato lo scorso maggio. Ho letto 52 libri (il 52esimo lo finirò entro mezzanotte, giuro!).
Non ho preparato l’outline precisa dei romanzi che scriverò nel 2016, ma ho scritto un bel po’ di appunti che delineano le trame, su cui mi riservo di lavorare più avanti.
Il trend delle vendite come self-publisher non è cresciuto particolarmente, ma si è comunque mantenuto stabile almeno a livello di media. Nel 2015 ho totalizzato oltre 4000 copie vendute, un pochino di più del 2014, portando il totale ben sopra le 11 mila, di cui 1000 solo negli ultimi cinquanta giorni, senza che ci fossero promozioni in corso generate da eventi esterni (cioè che non abbia organizzato io). L’aspetto più importante di queste 4000 copie è che quelle con un prezzo superiore ai due euro o dollari sono molte di più di quelle del 2015. In poche parole, ho guadagnato di più.
Certo che questi numeri in confronto a quelli relativi a “The Mentor” sembrano quasi insignificanti, ma sono importanti per me, in quanto rappresentano una misura dei risultati derivati direttamente dal mio lavoro, che è l’unica cosa su cui ho un controllo diretto.
Ci sono poi una serie di eventi degni di nota, ma allo stesso tempo inaspettati, che mi sono capitati nel 2015:
- per la prima volta è comparso nella prima pagina di un quotidiano (La Nuova Sardegna) un articolo su di me e i miei libri che poi è continuato nella sezione cultura dello stesso giornale in cui mi hanno dedicato un’intera pagina ( qui e qui si trovano i due articoli nell’edizione online del quotidiano);
Considerando tutto, non potevo di certo sperare di meglio per questo 2015.
E adesso è arrivato il momento di elencare i miei propositi per il 2016.
Iniziamo con quelli su cui ho il controllo:
1) Fare l’editing di “Sindrome” e pubblicarlo il 21 maggio;
2) Completare la scrittura di “Ophir” tra gennaio e aprile (durante il Camp NaNoWriMo), farne l’editing e pubblicarlo il 30 novembre;
3) Tradurre almeno un altro libro in inglese e magari riuscire a pubblicarlo al più presto (qui dipende tutto dal tempo che riesco a ritagliarmi);
4) Scrivere almeno un altro romanzo durante il Camp NaNoWriMo di luglio o il NaNoWriMo di novembre (se riuscissi a scrivere in entrambi i mesi, sarebbe il massimo). Devo ancora decidere se dedicarmi subito a “Oltre il limite”, l’ultimo libro della trilogia de “Il mentore”, o inserire prima un altro progetto. Prenderò una decisione in merito in concomitanza con la pubblicazione di “Sindrome”;
5) Completare la revisione della prima parte di “Saranythia”, il nuovo romanzo di Richard J. Galloway;
6) Leggere almeno 52 libri;
7) Preparare gli appunti e un abbozzo di outline per almeno altri due nuovi romanzi;
8) Lavorare duro per mantenere un trend in salita relativo alle vendite e soprattutto ai guadagni derivati dal self-publishing.
E poi ci sono quelli su cui ho un minore controllo, poiché derivano da decisioni di altre persone:
9) Vedere uno dei miei libri tradotto e pubblicato in un’altra lingua e/o magari venderne i diritti di traduzione per una pubblicazione nel 2017;
10) Continuare a guadagnare da “ The Mentor”, direttamente (finché dura!) o indirettamente (vedi punto precedente), abbastanza da stare tranquilla dal punto di vista economico per il prossimo futuro;
11) Riuscire a partecipare ad alcuni eventi (rimango generica per scaramanzia). In un caso particolare, se la cosa va in porto, potrebbe uscirne fuori una pubblicazione extra sul self-publishing.
Ci sarebbero altre cose, ma sono più che altro speranze e magari ne parlerò più avanti, quando saranno più vicine alla fattibilità.
In generale, comunque, ciò che spero di più è che la mia creatività rimanga attiva e mi permetta di immaginare e rendere reali tramite la scrittura delle storie in grado di appassionarmi e che mi piacerebbe leggere, perché poi alla fine è questo il più grande desiderio di uno scrittore: scrivere qualcosa di cui è fiero e che lo renda felice.
Che ne dite?
Il 2015 è stato l’anno della svolta, ma mi sa tanto che ho davanti a me un altro anno impegnativo. Comunque vada, so che sarà importante. Sarà il mio quinto anno da self-publisher e quindi quello in cui dovrò tirare le somme e stabilire se questa mia impresa è destinata ad avere un successo duraturo.
Per sapere come andrà, non vi resta che seguire le mie avventure e quelle dei miei amati personaggi.
In chiusura, come sempre, voglio ringraziare tutti voi e in particolare tutte le persone che in un modo o nell’altro mi accompagnano nel mio viaggio nell’editoria: familiari, amici, collaboratori e lettori.
Grazie di cuore per il vostro indispensabile sostegno.
Ora non mi resta che chiedere a voi che state leggendo questo post di raccontarmi qualcosa (qui sul blog o nei social dove lo condividerò).
Avete mantenuto i propositi formulati per il 2015? Quali sono i vostri obiettivi e le vostre speranze per il 2016?
Di Carla (del 31/12/2014 @ 00:47:32, in Propositi, linkato 2990 volte)
Ci siamo. Il 2014 sta per finire. Per quanto mi riguarda è stato un anno ricchissimo di eventi e mi è quasi parso più lungo dei precedenti, il che mi sembra un buon segno, perché significa che sono stata impegnata in attività fra le più varie, più di quelle che normalmente caratterizzano un normale anno.
Ma andiamo per ordine. Vi ricordate i propositi di cui vi ho parlato un anno fa?
Nello scorrere la lista vedo che ne ho mantenuti parecchi, con altri è andata un po’ meno bene, ma ho avuto modo di aggiungere nuovi eventi inattesi, per cui sono più che soddisfatta del risultato.
Vediamoli nel dettaglio.
Sono riuscita a completare l’editing e pubblicare “ Il mentore” durante la primavera e “ L’isola di Gaia” entro il 30 novembre (esattamente il 28).
Ho letto 53 libri durante l’anno, uno più di quanti me ne ero proposta.
Mi ero riproposta di vendere almeno 3000 copie e invece ne ho venduto quasi 4000 (più di quante ne avessi vendute nei due precedenti messi insieme). Ma ciò che rende questo risultato più entusiasmante è che circa la metà di queste copie sono state vendute a un prezzo superiore ai 2 euro, a dimostrazione che sto riuscendo nel mio intento di trasformare la mia attività di autore indipendente in una fonte di guadagno più cospicua. E ciò è stato possibile anche grazie al fatto che sto dedicando a essa ormai ben oltre l’80% del mio tempo. In pratica la mia preoccupazione riguardo alla maggiore difficoltà di vendere libri che non costassero meno di un euro si è rivelata, per fortuna, errata. Un po’ questo si è verificato grazie al fatto si è vista nell’ultimo anno una crescita significativa del mercato digitale e nel frattempo sono riuscita a raggiungere un target di lettori diversi, sfruttando i meccanismi di promozione interni dei retailer (Amazon, ma non solo). Del tutto inaspettatamente è stato proprio “Il mentore” il libro ad aver avuto il successo di vendite più duraturo e costante nei primi cinque mesi dalla sua pubblicazione, tanto da attirare l’attenzione per l’acquisizione dei suoi diritti di traduzione in inglese e tedesco. Su questo argomento mi riservo di mantenere ancora un po’ di segretezza. Abbiate pazienza: preferisco svelare i dettagli a tempo debito, ma ve ne parlerò nei prossimi mesi.
Non sono, però, riuscita a mantenere alcuni propositi. Non ho fatto il NaNoWriMo, anche perché sono andata in vacanza proprio a novembre, quindi ho dovuto rimandare l’inizio della scrittura di un nuovo libro. Per lo stesso motivo non sono riuscita a scrivere 200 mila parole durante il corso dell’anno, ma solo le 135 mila della riscrittura de “L’isola di Gaia”.
Non ho terminato la traduzione di “Deserto rosso” in inglese, ma comunque ho tradotto i primi tre libri e sto già lavorando all’ultimo che conto di finire entro gennaio o i primi di febbraio. Quindi non sono andata tanto lontana dal mio proposito iniziale. Sono riuscita inoltre a pubblicare le versioni inglesi dei primi due libri, “Red Desert - Point of No Return” e “Red Desert - People of Mars”, mentre il terzo, “Red Desert - Invisible Enemy”, è tuttora in mano alla proofreader e uscirà il 2 febbraio.
Sto inoltre continuando a lavorare per estendere la mia piattaforma da autrice nel mercato anglofono. Su questo aspetto il prossimo anno sarà particolarmente significativo. Ma ciò che mi fa ben sperare è che i libri sono piaciuti a chi li ha letti finora (che io sappia, almeno).
Tenendo conto di tutto, direi che me la sono cavata, soprattutto se a ciò aggiungo i risultati ottenuti ai quali non stavo neanche puntando.
Eccoli:
- sono stata nominata da Wired tra i 10 migliori self-publisher italiani;
- ho partecipato come relatrice al Salone Internazionale del Libro di Torino (a maggio) e poi alla Frankfurter Buchmesse, la Fiera Internazionale del Libro di Francoforte (a ottobre);
- la raccolta di “ Deserto rosso” è stata per due giorni al primo posto assoluto nella classifica generale del Kindle Store;
- ho ricevuto recensioni lusinghiere su “ Deserto rosso” sia da Wired.it che da Tom’s Hardware, che ha anche recensito “ L’isola di Gaia”;
- quest’ultimo romanzo è stato il libro più venduto nel Kindle Store nei giorni del lancio (nella classifica che conta esclusivamente le vendite nelle 24 ore precedenti) e continua ad andare bene, al di sopra delle aspettative;
- ho partecipato come relatrice ad altri due eventi molto interessanti, uno a Todi lo scorso maggio nell’ambito del Maggio dei Libri, e uno all’Università degli Studi dell’Insubria, lo scorso 17 dicembre, nell’ambito della serie di conferenze tuttora in corso intitolata “Scienza e Fantascienza”.
Tutto questo è stato possibile nonostante l’essere stata sottoposta a un intervento alla mano destra che mi ha tenuto in parte fuori dai giochi per quasi due mesi.
Insomma, non posso che essere soddisfatta.
A questo punto è arrivato il momento di enunciare i propositi per il 2015.
1) Pubblicare “Red Desert - Invisible Enemy” il 2 febbraio (questo è quasi già fatto) e finire di tradurre “Red Desert - Back Home”, per poi pubblicarlo la prossima estate.
2) Completare l’editing e pubblicare il thriller “Affinità d’intenti” entro il prossimo maggio.
3) Scrivere almeno altri due romanzi, uno di fantascienza (titolo provvisorio “Per caso”, sottogenere: space opera) e un thriller (forse “Sindrome”, il seguito de “Il mentore”), e scrivere almeno metà di “Ophir”, terza parte del ciclo dell’Aurora, sfruttando anche le due sessioni del Camp NaNoWriMo (aprile e luglio) e quella canonica del NaNoWriMo (a novembre). Ho intenzione di vincerle tutte e tre. In generale, visto che non intendo cimentarmi in altre traduzioni dei miei stessi libri (per una volta qualcun altro lo farà per me a sue spese!), voglio dedicare buona parte del 2015 alla scrittura.
4) Pubblicare “Per caso” entro la fine di novembre.
5) Leggere almeno 52 libri come nel 2014.
6) Preparare l’outline dei romanzi che scriverò nel 2016, che spazieranno ancora tra fantascienza, thriller e anche un possibile ritorno del fantasy egiziano, e magari qualcos’altro. Chissà!
7) Infine riguardo alle previsioni sulle vendite, mi auguro semplicemente di mantenere il trend in crescita degli ultimi sette mesi sul mercato italiano, quindi di poter contare di nuovo un numero di copie vendute superiore a quello dell’anno precedente. Sempre riguardo alle vendite, ho ottime aspettative sul mercato anglosassone, dove in virtù di alcuni importanti impegni presi lo scorso ottobre, spero di riuscire a fare il salto di qualità.
Che ne pensate?
Il 2015 sarà il mio quarto anno come self-publisher. Il momento di tirare le somme sarà rappresentato dalla fine del quinto, ma il giro di boa è stato superato con ottimi presagi, perciò il prossimo anno sarà cruciale nel dare delle indicazioni importanti su come me la sto cavando in questo difficile mestiere. Non vi nascondo che l’idea di riuscire a vivere della mia attività di autrice si sta trasformando in un obiettivo possibile. Fino a un anno fa non era così, perché ne mancavano i presupposti, ma recentemente questa idea sta iniziando a diventare più realistica, anche se c’è ancora un po’ di strada da fare.
Come sempre va voi, amici, collaboratori e lettori, il ringraziamento per quanto fatto finora. Senza di voi non avrei avuto le motivazioni e gli stimoli che mi hanno portato fino a qui, e so che il vostro sostegno sarà essenziale anche nei prossimi dodici mesi di questo mio viaggio nell’editoria.
Vedremo insieme cosa succederà.
E adesso ditemi un po’ di voi. Avete mantenuto i vostri propositi di quest’anno? E quali risultati intendete raggiungere nel 2015?
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