Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Ogni autore sa bene quanto sia importante leggere per migliorare la propria scrittura. Aiuta ad assimilare nuove parole, nuove strutture dei periodi, esplorare nuovi stili, arricchendo il proprio. Ma c’è anche uno svantaggio nel leggere altri libri nella propria lingua, cioè la stessa in cui si scrive, nello stesso periodo in cui si sta effettivamente scrivendo: questa influenza potrebbe non essere positiva.
Ciò può dipendere dalla qualità della lettura. Non sto solo dicendo che, leggendo un libro mal scritto, si può danneggiare la propria prosa. Questo è ovvio. Talvolta, però, il danno può essere causato anche da un libro scritto molto bene, ma che non abbia nulla a che vedere con la propria scrittura. Vi è un leggero rischio che questa ne venga in qualche modo contaminata.
È un fatto innegabile che più si legge un certo autore, più si tende a scrivere come lui. Ciò può rappresentare un problema per gli scrittori che non hanno ancora sviluppato una propria voce o sono ancora incerti riguardo a essa.
Può capitare che diversi romanzi dello stesso autore suonino diversi, a causa del diverso tipo di letture che fa durante i periodi di scrittura. Non si tratta di un effetto negativo in senso stretto, poiché è un modo per esplorare le proprie abilità e trovare appunto la propria voce, ma talvolta può far sentire un po’ strani. Rappresenta, invece, un problema serio quando si sta scrivendo una serie e si vuole che il proprio stile sia il più coerente possibile in tutti i libri.
Come gestire questa situazione?
Il mio suggerimento è di essere molto vari nella scelta delle proprie letture. Cambiare spesso autore e genere. Leggere tanto durante il periodo in cui non si scrive e rallentare un po’ mentre lo si fa (cosa tra l’altro naturale, visto che si ha in genere meno tempo). Mentre si scrive, si devono scegliere libri che sono coerenti con lo stile della propria prosa, anche se di genere diverso, o viceversa, cioè stile molto diverso ma stesso genere. In questo modo la mente elabora il nuovo input separatamente dall’output.
Ma c’è anche un altro modo per evitare delle cattive influenze, che è fattibile se si parla almeno una lingua straniera: leggere libri in quella lingua, possibilmente dello stesso genere.
In tal modo si rischia meno di vedere il proprio stile contaminato, mentre allo stesso tempo si assimilano nuove tecniche narrative, strutture, ritmo, idee, tutti aspetti che possono essere rielaborati attraverso la propria voce di autore in qualcosa di veramente originale.
Da qualche mese sto facendo proprio questo.
Come sapete, sto per pubblicare la quarta e ultima puntata di “Deserto rosso”, “Ritorno a casa”, ma ricordo bene quanto fosse stato difficile per me iniziare a scrivere la terza, “ Nemico invisibile”, poiché erano passati alcuni mesi della prima stesura del secondo libro, nel frattempo avevo scritto un altro romanzo in un altro genere e stavo leggendo un sacco di libri diversi, che mi erano piaciuti molto, ma non avevano nulla a che vedere con la mia voce che in quel periodo era ancora molto fragile. Perciò avevo deciso di concentrare la maggior parte delle mie letture sui libri in inglese dello stesso genere della mia serie ( fantascienza). Tutto ciò ebbe l’effetto di alimentare la mia fantasia e la mia creatività, e anche le mie emozioni riguardo alla storia, senza influenzare il tipo di parole che preferisco usare o il modo in cui le uso.
Durante la stesura di “Ritorno a casa”, invece, ho avuto la fortuna di trovare alcuni libri in italiano con tematiche molto simili al mio, che mi sono stati di grande aiuto nel ricreare la giusta atmosfera nella mia mente, ai quali ne ho affiancati altri di generi diversi, ma che si addicevano al mood della mia storia. A tutto ciò ho aggiunto la costante lettura di libri di fantascienza in inglese.
È anche vero che, come autrice, devo continuare a migliorare il mio vocabolario e far crescere il mio stile, altrimenti i miei futuri libri rischiano di diventare un po’ ripetitivi, ma ciò rappresenta un processo più lento che non avviene di certo da un giorno all’altro. Leggere molto aiuta a renderlo più intenso, ma non tutte le letture sono uguali né sono adatte a ogni autore.
E voi cosa fate? Leggete libri in un’altra lingua? In che modo i libri che leggete influenzano il vostro stile? Come li scegliete?
Un anno fa in questo periodo stavo scrivendo la prima stesura di “ Abitanti di Marte” e l’idea di finire “ Deserto rosso” mi sembrava qualcosa di molto lontano. Ero insieme ai cinque membri delle missione Isis e ne raccontavo le vicissitudini durante la loro permanenza su Marte. Dodici mesi dopo (e con oltre 2100 copie vendute) mi ritrovo a dedicarmi all’editing dell’episodio finale, “ Ritorno a casa”, cosa che mi procura un mix di emozioni che vanno dalla soddisfazione alla malinconia.
Dopo aver vissuto per oltre un anno e mezzo nella testa di Anna e degli altri personaggi della serie, è stato davvero strano dover scrivere la parola fine alla loro storia. Adesso la sto rivivendo, mentre mi occupo della revisione. So che la rivivrò ancora almeno altre tre volte, ma sarà in maniera quasi passiva, poiché nella mia mente gli eventi sono già accaduti e non cambieranno. Il destino dei personaggi è già segnato, o almeno lo è fino al punto in cui arriva il romanzo.
“ Ritorno a casa” si distingue parecchio dell’episodio precedente. “ Nemico invisibile” si svolge nell’arco di pochi giorni e ha un ritmo incalzante, in cui la tensione e l’azione vanno di pari passo con le emozioni dei personaggi. Quest’ultimo episodio, invece, si dipana in un periodo di 26 mesi dall’inizio al penultimo capitolo. Sì, avete letto bene. Anche se poi la parte conclusiva copre il tempo di mezza giornata. È più lungo ( oltre 96 mila parole). Prevede un notevole cambio nell’ambientazione principale, benché non si perda mai di vista l’ altro pianeta. Ma soprattutto è caratterizzato da un’anima thriller più marcata e ricca di suspense, cosa che accanto all’utilizzo di più punti di vista lo avvicina in un certo senso ad “ Abitanti di Marte”, ma allo stesso tempo con il ritorno all’uso di brevi flashback a “ Punto di non ritorno”, benché abbiano per protagonista un personaggio diverso da Anna.
Ma andiamo per ordine.
La storia si apre con una scena a ridosso del finale, una scena ricca di azione dal punto di vista di Anna, in prima persona e al presente. Poi si torna indietro, a 26 mesi prima, esattamente al punto in cui ci eravamo fermati in “Nemico invisibile”, ma questa volta vedremo cosa è accaduto a Houston. Da qui il romanzo si muove con una serie di balzi temporali in avanti. Troveremo Anna e Hassan impegnati a portare avanti un certo intento, a scontrarsi con una serie di imprevisti e ad affrontarli, utilizzando sistemi non proprio ortodossi.
Rispetto a ciò cui siete abituati, tutto sarà capovolto. La distinzione tra buoni e cattivi sarà così sottile da diventare trascurabile. Vi troverete a tifare per l’uno o l’altro personaggio in difficoltà, perdendo forse di vista ciò che dovrebbe essere giusto, per il semplice motivo che non avrà alcuna importanza.
Il tutto si svolgerà in un accrescersi di suspense, in cui si alterneranno capitoli più movimentati con altri che prediligono la riflessione e la tensione, fino al precipitare degli eventi che ci riporterà esattamente alla scena con cui si è aperto il romanzo, permettendoci finalmente di comprenderla a fondo.
Parallelamente vedremo delle scene provenienti dai ricordi di un personaggio, che riveleranno degli aspetti che non erano stati del tutto chiariti.
Alla fine, quando la parola torna ad Anna, tutti le tessere del puzzle saranno tornate al loro posto e conosceremo la verità sulla storia del nemico invisibile e del suo intento.
A quel punto, che ne sarà della Terra? E di Marte? Riusciranno Anna e Hassan a vincere i loro demoni?
Le risposte verranno fornite da una lunga scena ad altissimo tasso di adrenalina. A essa seguirà nel capitolo finale l’epilogo di questa avventura iniziata oltre un anno fa, ma parecchi anni prima per i personaggi che ne sono stati protagonisti. Scopriremo che nessuno può avere tutto ciò che desidera e che il futuro avrà sicuramente altro in serbo per loro, dopo “Deserto rosso”.
Il mondo creato in questa serie, infatti, continuerà a esistere nella mente dei lettori e nella mia, e lo ritroveremo, poi, insieme 35 anni dopo ne “L’isola di Gaia” (che uscirà l’anno prossimo) con nuovi protagonisti e nuove avventure, ma un unico filo conduttore.
Eccoci alla quarta puntata di "Domande in cerca d'autore", ultima prima della pausa estiva. Per un autore è normale immedesimarsi nei personaggi, ma in questa serie di risposte raccontiamo cosa faremmo se diventassimo uno dei personaggi del nostro libro.
Se per un attimo ti ritrovassi catapultato dentro la storia che hai creato, che faresti? Resisteresti all'impulso di intervenire o modificare qualcosa?
La domanda e le risposte sono ospitate nel blog di Germano Dalcielo.
Tra di esse vi è anche la mia risposta relativa a "Deserto rosso".
Siete curiosi? Allora fate clic qui e leggete anche le risposte degli altri autori. Avrete modo di conoscere qualcosa sulle loro storie e magari scoprirete qualche nuovo libro da leggere.
Mentre i lettori vanno in vacanza, noi scrittori continuiamo a lavorare e a girovagare tra i blog dei nostri colleghi. E così siamo giunti alla terza puntata di "Domande in cerca d'autore", in cui raccontiamo il momento in cui è nata l'idea per il nostro libro.
Ricordi il momento preciso in cui è nata l'idea portante della tua storia? Raccontaci il come, il dove, il cosa o il perché.
La domanda e le risposte sono ospitate nel blog di Giulia Beyman.
Ovviamente ho risposto anch'io a proposito di "Deserto rosso".
Siete curiosi? Allora fate clic qui e leggete anche le risposte degli altri autori. Avrete modo di conoscere qualcosa sulle loro storie e magari scoprirete qualche nuovo libro da leggere.
Nella precedente puntata di "Domande in cerca d'autore" ospitata in questo blog abbiamo parlato di personaggi, questa invece si concentra sulle peculiarità di una storia capaci di renderla unica.
Quale aspetto della tua storia ritieni sia particolare rispetto agli altri libri dello stesso genere?
La domanda e le risposte sono ospitate nel blog di Francesco Zampa I Racconti del Maresciallo Maggio.
Siete curiosi di sapere cosa ho risposto a proposito di "Deserto rosso"? Fate clic qui e cogliete l'occasione di conoscere altri autori, che come me si sono cimentati in questo gioco, e i loro libri.
Con questo post parte un'iniziativa attraverso i blog di alcuni autori indipendenti italiani (hashtag su Twitter, Facebook e Google+ #indieitaliani), che porranno una domanda specifica ai loro colleghi e riporteranno le loro brevi risposte nel loro blog. In questo modo voi lettori avrete la possibilità di conoscere degli aspetti inusuali dei loro libri e magare trovare tra questi la vostra prossima lettura.
Siete curiosi? Bene, allora iniziamo!
Eccovi la domanda che ho deciso di porre ai miei colleghi.
Qual è, secondo te, il personaggio più originale del tuo libro, quello che in qualche modo lo impreziosisce? Descrivilo.
Ed ecco le loro risposte.
Francesco Zampa "In questo terzo episodio (in realtà è il quinto), oltre l'approfondimento sul protagonista, mi è piaciuta la figura dell'antagonista, il sicario prezzolato e spietato che si contrappone a Maggio fino alla fine. È un personaggio insolito, non solo perché compie delitti a pagamento, (non proprio un mestiere quotidiano!), ma in tutte le sua caratteristiche. Non è sicuramente la persona che ci si aspetterebbe sia un killer, ma quanto conosciamo le persone che incontriamo ogni giorno? Chi ha mai conosciuto un assassino? Siamo tutti tipi comuni nell'immaginario degli altri, finché la nostra anormalità non viene rivelata. Non ho detto fino a quale fine? Non lo posso proprio dire!" Gioco pericoloso, Maresciallo Maggio!
Giovanni Venturi "Diego. È un personaggio nato a libro avanzato, inizialmente non era previsto, ma mi ha permesso di condurre la narrazione in una certa direzione di mistero, di aprire ulteriormente il tema del libro, ma con cautela, di giocarci, portando il lettore, assieme al protagonista Andrea, dritto al cuore del momento di massimo impatto emotivo della seconda parte del romanzo. A volte le rivelazioni arrivano in maniera inattesa proprio da chi meno te lo aspetti. Diego e Andrea si conoscono per caso e pian piano diventano buoni amici, finché accade qualcosa che sconvolge il mondo perfetto e ideale di Andrea." Le parole confondono
Germano Dalcielo "A rendere una storia originale e diversa dal solito potrebbe contribuire un personaggio fuori dagli schemi, o addirittura non inquadrabile nelle sequenze di Propp: ebbene, il vero eroe de "Il Peccatore (Il discepolo ombra)" non poteva che essere un sicario insolito, che a tutto può far pensare tranne che alla fisicità di un soldato/mercenario vero e proprio. Ferruccio ha 65 anni, ha un principio di gobba e soffre di meteorismo. Eppure si rivelerà uno strenuo difensore dell'organizzazione che lo ha assunto, abbracciandone la causa con fedeltà incondizionata e obbedienza cieca. È un camaleonte, un attore nato, un trasformista: il miglior talento possibile che un committente possa desiderare nell'assoldare un sicario." Il peccatore (il discepolo ombra)
Isabel Giustiniani "La particolarità della vicenda narrata nel mio libro risiede proprio nell'atipicità del suo personaggio principale. Esso infatti non è una persona bensì un oggetto dotato di coscienza. Questo escamotage consente una visione dei fatti da un punto di vista nettamente diverso: immerso nella storia ma al contempo distaccato, protagonista e spettatore, l'oggetto passando di mano in mano sposta il focus delle vicende attorno alle persone che incontra nel suo “cammino”. Un personaggio dai mille nomi e nessun nome, in un racconto che si compone come un mosaico tra le mani dei protagonisti della storia (e della Storia)." File JE60754
Giulia Beyman "Ho qui la mia Nora che già mi guarda di traverso, ma non potrei non rispondere che è proprio lei il mio personaggio più originale. E non solo perché è la protagonista di tutta la serie. Nora ama le case (non a caso fa l'agente immobiliare), la sua famiglia, la cucina italiana e il giardinaggio. È una donna sensibile e onesta. E 'nel mezzo del cammin' di sua vita si ritrova davvero in una 'selva oscura'. Perché una serie di accadimenti che racconto nel primo libro della serie la portano a scoprire risorse che non credeva di avere e a rivedere i confini tra ciò che è reale e ciò che non lo è. La sua originalità? Attraverso le lettere del gioco dello Scarabeo si accorge di poter comunicare con suo marito morto da poco. E piano piano, per risolvere i misteri in cui si ritrova coinvolta, scopre il potere dei segni e dei sogni. Non da poco, no?" Prima di dire addio
Pierluigi Di Cosimo "Due nomi un solo uomo, Mr. X o Roberto? Il protagonista, che assume durante il suo percorso nella storia identità diverse, passa da freddo e spietato killer a uomo fragile ed innamorato. Attraverso l’evoluzione del protagonista, a cui sono stati portati via l’infanzia e l’amore, si intrecciano storie e avventure che lo porteranno in mondi a lui e a tutti noi sconosciuti, in spirali di violenza, atrocità ed erotismo. Insomma frammenti di un uomo spinto alla freddezza da un lavoro che non perdona, e che una donna riuscirà a ricomporre anche se ad un prezzo troppo elevato." I rotoli dell'immortalità
Noemi Gastaldi "Fino a prima di pubblicare ti avrei risposto che la mia protagonista, Lucilla, è il personaggio più originale: lei è un'eroina piuttosto atipica per un romanzo di genere fantasy. In realtà, vedo che il personaggio che più ha colpito i lettori è Fantasy, una bellissima ragazza dall'aspetto etereo che è riuscita a far innamorare la protagonista... e i lettori. Fantasy ha un nome “particolare”, che in realtà non è il nome con cui è nata, ma è quello che si è scelta, nel momento in cui una persona a lei cara ha iniziato ad accusarla di non esistere, di essere “solo Fantasia”. Mi sono accorta solo tramite recensioni e commenti delle potenzialità di Fantasy, che è stata definita “un perfetto principe azzurro al femminile”." Il tocco degli Spiriti Antichi (Oltre i confini)
J. Shoulderblade (Giuseppe Scapola) "C’è un personaggio, che appare alla fine del libro, che permette la chiusura del cerchio impossibile del mio racconto: è questo il personaggio più incredibile che abbia fatto mai muovere. Non ha nemmeno un nome. Eppure è il personaggio che permetterà, forse, al protagonista di capire cosa si nasconde dietro il mistero racchiuso nei dieci capitoli che compongono Sine Die. Tratteggiato in poche righe, la sua comparsa, descritta negli ultimi capitoli, farà fermare il lettore, poggiare l’ebook reader e chiedersi se quello che ha appena letto è vero." Sine Die
La prossima puntata di "Domande in cerca d'autore" sarà presto ospitata nel blog di Francesco Zampa, I Racconti del Maresciallo Maggio.
Vi segnalo questa iniziativa portata avanti da alcuni autori indie italiani, che dall'11 al 18 luglio offrono uno dei loro ebook a meno di un euro su Kindle Store di Amazon.
Venti titoli che spaziano dalle favole, alla narrativa non di genere, dalla fantascienza al fantasy, dall'azione al saggio, fino ad arrivare al thriller, il romanzo rosa e tutto quello che c'è in mezzo. Tra i titoli c'è anche il mio "Deserto rosso - Punto di non ritorno" che è comunque sempre a 75 cent.
Se siete in cerca di qualche lettura per le vacanze, fate il clic sull'immagine sopra e andate a leggere le descrizioni di questi libri. C'è sicuramente qualcosa che fa per voi! E soprattutto condividete questo link con i vostri amici lettori.
Alcuni di questi libri, come il mio, sono disponibili anche in epub su altri retailer (come Kobo e iTunes), altri sono in esclusiva su Amazon ma senza DRM, quindi potete convertirli in altri formati (controllate che nei dettagli del prodotto ci sia la dicitura: "Utilizzo simultaneo di dispositivi: illimitato"). Non vi resta che dare un'occhiata. Buon lettura!
La scorsa settimana è comparsa una mia intervista fatta da Elena Bottari di Psicomamme.it nell'ambito di un articolo sul blog di Francesco Gavello. Di quell'intervista due domande sono poi rimaste fuori dall'articolo per motivi di spazio e così, con il permesso di Elena, che ringrazio, ho deciso di riportarle sul blog, anche perché le ritengo particolarmente interessanti.
Come definiresti il mondo della fantascienza? Come ti sei inserita in questo ambiente? Essere una donna ha influito o no nella tua esperienza?
La comunità dei fan della fantascienza in Italia, come spiegavo prima, è bella compatta. Dal punto di vista dell’editoria pare che siamo di nicchia, mentre se parliamo di cinema, TV o videogiochi siamo mainstream. Alla fine siamo essenzialmente dei nerd, chi più chi meno, e per qualche motivo tendiamo ad attrarci. Se non ci conosciamo direttamente, abbiamo almeno un amico (o un amico di un amico) in comune. Ovviamente la rete è il nostro regno, perché amiamo la tecnologia (per forza), ed è proprio grazie alla rete che nel lontano 1998 sono entrata in un newsgroup di fan di Star Wars, anzi, allora era Guerre Stellari. Devo dire che mi ci sono trovata benissimo. Noi donne eravamo ovviamente di meno (ma non così poche come si possa pensare), ma comunque non meno preparate dei maschietti. Davanti a un pc poi si è tutti uguali, non c’è differenza di genere né di età né d’altro. Eravamo accomunati dalla stessa passione. Essere donna in sé quindi non ha influito in modo particolare. Certo che, quando poi la donna in questione si mette a pubblicare un romanzo a puntate di fantascienza, ecco che si crea la curiosità, perché sei un po’ una mosca bianca, visto che la maggior parte degli autori di fantascienza sono uomini. A quanto pare, però, questo è stato tutt’altro che uno svantaggio. Anche quelli che erano un po’ diffidenti, incoraggiati dalla trama (la colonizzazione di Marte), da una copertina di qualità e dal basso prezzo, e successivamente dalle buone recensioni, hanno deciso di dare una chance al mio lavoro. E devo dire che i commenti di questi diffidenti sono quelli che mi fanno più piacere, perché in qualche modo sono riuscita a conquistarli. Alcuni di loro, poi, hanno affermato che apprezzano l’evidente tocco femminile della mia scrittura, che ovviamente non si può vedere negli autori dell’altro sesso, poiché porta qualcosa di nuovo all’interno del genere.
Sul tuo blog abbiamo trovato approfondimenti scientifici. I tuoi libri sono scientificamente informati? Questo aspetto ti caratterizza rispetto ad altri autori italiani?
L’idea alla base di “ Deserto rosso” nasce dalla lettura dei libri di Robert Zubrin, il fondatore della Mars Society, forse il maggiore esperto al mondo su Marte. Sono un’appassionata di scienza e tecnologia in generale, oltre a essere biologa, e in particolare sono sempre stata affascinata dall’astronomia e dalla possibilità di viaggiare nello spazio e vivere in altri pianeti. Sono una donna dalla mentalità scientifica e per questo scrivo delle storie che si configurano per gran parte nel sottogenere dell’ hard sci-fi, cioè di quella fantascienza che tende a rimanere ancorata a delle basi scientifiche. E così ho scritto una storia che parla di una possibile colonizzazione di Marte, anche se questa rappresenta poi solo il contesto in cui i personaggi si muovono. Da una parte abbiamo infatti i personaggi, con i loro problemi umani, dall’altra la tecnologia e il mondo alieno in cui vivono, dei quali ho sempre cercato di descrivere con accuratezza le caratteristiche. Molto spesso nel libro inserisco informazioni scientifiche, che sono funzionali alla trama, nei pensieri o nelle parole dei protagonisti. Con questo stratagemma spiego al lettore come è fatto Marte, come funzionano i sistemi di supporto vitale, le astronavi, le navette spaziali, descrivo il volo iperbolico, il rientro orbitale, ho persino parlato di terraformazione e così via. Inoltre nel libro c’è tutto un aspetto relativo ad argomenti di carattere microbiologico, genetico ed ecologico. Su ognuno di essi ho cercato di mantenermi il più vicino alla realtà o comunque rendere le tecnologie credibili in base alle conoscenze esistenti, senza entrare eccessivamente nel dettaglio, per non annoiare il lettore. Ovviamente mi sono presa delle licenze, molti argomenti sono stati semplificati, in altri casi ho preferito parlare di tecnologie meno fattibili al lato pratico, solo perché era più facile farle comprendere al lettore. Questo perché si tratta pur sempre di un romanzo. Ma ciò che vorrei è che il lettore, una volta terminata la lettura, oltre a essersi divertito con la storia, avesse anche imparato qualcosa. D’altronde si tratta di quello che io cerco nei libri: arricchimento culturale accanto all’intrattenimento. Inoltre alla fine di ogni volume ho aggiunto una bibliografia che riporta libri o siti dai quali ho preso spunto, ma che possono essere usati dai lettori per eventuale approfondimento. Insomma i miei libri rispecchiano in un certo senso le due parti di me: quella scientifica, anche un po’ perfezionista, e quella creativa, sognatrice, che si lascia andare alla fantasia.
Oggi ho il piacere di ospitare una vecchia conoscenza di questo blog, Francesco Zampa, che ho intervistato qualche mese fa durante la promozione di "Doppio omicidio per il Maresciallo Maggio" e che adesso torna con un guest post in concomitanza con l'uscita del suo nuovo romanzo "Gioco pericoloso, Maresciallo Maggio!".
Una consuetudine diffusa nella maggior parte, e stavo per dire in tutta, la narrativa poliziesca di casa nostra, è quella di incaricare delle indagini, o avere a capo delle varie squadre investigative (che è la stessa cosa), vice-procuratori, dottori, questori, sostituti, poliziotti, commissari e via dicendo. Di carabinieri neanche l’ombra, a meno che non rivestano parti da comprimario, sempre con un che di guascone, simpatico, non troppo sveglio ma bonaccione etc, come le amiche però però simpatiche di quella che ci piaceva. Una macchietta, insomma; ma lo vedremo più avanti.
Questi investigatori della prima categoria, la prima che ho citato, intendo; questi investigatori sono spesso stufi di quel che fanno anche se agiscono ispirati da altruismo incondizionato; non amano, per così dire, i rapporti gerarchici stringenti anche se sono essenza di quel che fanno rigettandone la sottesa prepotenza finché non devono esercitarla loro. Hanno amanti o mogli deluse, famiglie incrinate e sono rigorosamente etero. Però indagano e arrestano, proprio applicando quelle regole dalle quali sembrano tanto compressi. Mi viene in mente l’ultimo della serie, il vice-commissario Cardosa (“Il Metodo Cardosa”), vincitore del premio Tedeschi 2012: sicuramente un poliziotto atipico, maestro di citazioni ma astratto quanto tanti suoi colleghi di carta, omologato in questo bisogno di diversità.
Ora, un personaggio deve avere le sue caratteristiche, e nessuno può dire quali siano più adatte, e distinguersi dalla concorrenza, almeno per trovare il suo spazio. Ci mancherebbe! Ma mi sembra che questa diversità sia spesso in superficie. Non ho ancora ben capito perché questi poliziotti siano sempre così arrabbiati con quello che fanno. Credo che la maggior parte del pubblico si attenda che un investigatore sia sotto sotto così, irregolare, che rifugga da quel ruolo così antipatico, quello di chi deve far rispettare le leggi costringendo gli altri a subirne la coercizione. Una specie di ribellione archetipica che fa diventare questa caratteristica un ingrediente necessario per la riuscita - commerciale - del giallo. I produttori, naturalmente, si adeguano, anche loro tengono famiglia. E allora, mi chiedo, perché non tifare per l’assassino? Perché sarebbe sicuramente peggio!
A me, fin da quando leggevo l’Uomo Ragno, è sempre piaciuto il lato umano dei protagonisti. Sì, vanno bene l’azione, la sparatoria e la scazzottata, la vittima, il riscatto etc., ma vuoi mettere Peter Parker che teme i suoi compagni di scuola perché lo prendono in giro o, ancor di più, ha paura di corteggiare la più carina della classe? Roba grossa, altro che affrontare il criminale di turno.
Dulcis in fundo, si fa per dire, per ovviare alla debolezza del personaggio e, conseguentemente, anche delle storie (difficile pensare a un protagonista sottotono in una storia eccellente), cosa si fa nelle produzioni locali? Si scelgono attori belli, bellissimi, quasi scultorei che attraggono quella fetta di pubblico che, evidentemente, interessa loro. Avete mai visto una Stazione con dei carabinieri come quelli che circondano Don Matteo? Ma sicuramente avrete incontrato Nino Frassica! Perché? Per attrarre contratti pubblicitari e cose del genere, non riesco a spiegarmelo diversamente.
Ma si deve dare al pubblico solo quello che vuole o si possono proporre anche personaggi tratteggiati senza esigenze commerciali?
A me piacciono personaggi autentici, che si misurino con questioni piccole o grandi alla stessa maniera, come farebbe, e fa, ciascuno di noi nella nostra quotidianità: solo che nessuno ci spara addosso e nessuno ci mette prove false nel cassettino della nostra auto, anche se, e di questo sono convinto, nella realtà succedono cose molto peggiori.
La prossima volta, o quando sarà, parleremo di affari sporchi e mezzi di comunicazione!
FRANCESCO ZAMPA ha 48 anni, una moglie e quattro figli, è maratoneta, appassionato di cinema e lettura. Ha già pubblicato una graphic novel nel 2010, “ Calciopoli ovvero l’Elogio dell’Inconsistenza” e ha scritto alcuni racconti che hanno per protagonista il maresciallo dei carabinieri Franco Maggio, uno dei quali, “Destinatario Sconosciuto” è stato pubblicato in una raccolta nel Giallo Mondadori. Il maresciallo Franco Maggio è protagonista anche del suo romanzo d’esordio, “Doppio Omicidio per il Maresciallo Maggio”, della raccolta di racconti “ C'è sempre un motivo, Maresciallo Maggio!” e del suo ultimo romanzo “ Gioco pericoloso, Maresciallo Maggio!”.
Sembra ieri che caricavo con trepidazione "Deserto rosso - Punto di non ritorno" su Amazon e Smashwords e allo stesso tempo mi pare che sia passato un secolo. Dodici mesi dopo, eccomi qui a celebrare il primo anno di vita della mia serie di fantascienza ambientata su Marte. Nata come un esperimento letterario è diventata per me qualcosa di più. Si è trasformata, infatti, in una sfida contro me stessa per riuscire a darvi, puntualmente, ogni cinque mesi una nuova puntata. Sono partita da una novella, il seguito, "Abitanti di Marte", è stato un romanzo breve, e poi il recente "Nemico invisibile", che è l'episodio che finora mi ha impegnato di più, anche a livello emotivo, e che sta riscuotendo un successo sorprendente, trascinando con sé gli altri due. E così, dopo 3 puntate, 140 mila parole e oltre 1600 copie vendute (che, considerando anche i dati mancanti di Kobo dell'ultimo mese, potrebbero già essere arrivate a 1700) la sfida continua. Non solo, si espande. Come vi ho raccontato qualche post fa, la nostra Anna Persson è riuscita a sfuggire dalle pagine virtuali dell'ebook e ora si trova su Twitter, dove dialoga con i lettori. Ogni tanto fa delle incursioni nei blog altrui, che permettono di loggarsi tramite Twitter. E inoltre fa un po' la spia e si lascia sfuggire qualche commento sulle sue prossime avventure.
Come sapete, infatti, sto scrivendo l'episodio finale della serie, che vede impegnata la nostra antieroina preferita nella lotta contro il nemico invisibile svelato nella puntata precedente. In questo momento sono circa a un terzo del libro e la strada è ancora lunga. Vi chiederete se Anna riuscirà a "vincere" alla fine della storia, ma in tal caso vi state facendo la domanda sbagliata, perché quella giusta è: cosa vuole Anna veramente? Per scoprirlo dovrete attendere il 30 settembre, ma nell'andare avanti con la scrittura tornerò di tanto in tanto a parlarvi di questo episodio con qualche anticipazione. Ma ora, come promesso, ve ne svelo il titolo. Sarà: "Deserto rosso - Ritorno a casa". Per chi ha letto "Nemico invisibile" il significato potrebbe sembrare ovvio. E ovviamente si sbaglierebbe. Il tema del ritorno a casa già presente in tutte le puntate qui assume anche un significato diverso, che verrà rivelato negli ultimi capitoli.
Con l'anniversario di "Deserto rosso" si avvicina però anche la sua fine. Come faremo, io e voi, dopo quella data, quando la storia sarà finita? Al solo pensiero sento già la nostalgia di Marte e di tutti i personaggi: Anna, Hassan, Jan, persino Melissa! Be', la buona notizia è che se anche il romanzo "Deserto rosso" finisce, il mondo in esso descritto continua a esistere. La storia di questo mondo, che tra l'incontro di Anna con Jan e l'ultimo capitolo dell'ultima puntata copre un lasso di tempo complessivo di 18 anni (senza considerare la missione Hera, che ci riporta indietro di almeno altri 26 anni), non si conclude di certo con "Ritorno a casa". I protagonisti continuano a vivere le loro vite, mentre nuovi personaggi e nuove tecnologie prendono forma per poi, 35 dopo (50 dopo il lancio di Isis, circa un secolo nel nostro futuro), comparire ne "L'isola di Gaia". Sarà una nuova storia che però scioglierà qualche piccolo interrogativo che "Deserto rosso", per motivi cronologici, non potrà chiarire. Non sarà comunque l'unico altro romanzo che scaturirà da questa timeline e, di conseguenza, questo primo compleanno non sarà affatto l'ultimo. Ci sono infatti in cantiere altri due libri. Il primo è "Ophir", un altro romanzo marziano, per via della sua principale ambientazione, che ci permetterà di esplorare un po' di più il pianeta rosso. Questo sarà inserito tra i due precedenti. Infine ci sarà "Aurora", che concluderà la timeline, questa volta davvero, ambientato nello spazio, pochi anni dopo "L'isola di Gaia", di cui sarà formalmente un sequel (quindi non più uno spin-off), ma che in realtà andrà a riunire i filoni dei romanzi precedenti verso un meritato epilogo. Non posso dirvi di più, lo scoprirete a tempo debito.
Nel frattempo vi invito a soffiare tutti insieme per spegnere quell'unica candelina e non dimenticate di andare a fare gli auguri anche ad Anna. Come ben sapete, è una tipa permalosa e, altrimenti, potrebbe offendersi!
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