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 Giant's Causeway, Irlanda del Nord... di Carla
 

"Qui si parla di andare su Marte. Vivere su Marte!" Deserto rosso - Punto di non ritorno

 

\\ Blog Home : Storico : Scrittura & pubblicazione (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Carla (del 13/09/2012 @ 03:00:58, in Scrittura & pubblicazione, linkato 3960 volte)

Qualche post fa ho scritto una recensione sul libro “Deve accadere” di Giovanni Venturi. Si tratta di un’antologia di racconti, con cui questo autore indipendente debutta nell’editoria digitale.
Oggi ho il piacere di scambiare qualche parola con lui.
Trattandosi di un’intervista un po’ lunga, ve ne propongo una prima parte in questo post e il continuo nel successivo.
In queste prime domande Giovanni ci racconta dei suoi primi passi con la scrittura alla tenera età di otto anni e ci parla del modo in cui si accosta a essa adesso da adulto, che si tratti di scrivere un racconto, un romanzo o delle poesie.
 
 
 
 
Ciao Giovanni, prima di tutto vorrei chiederti come nasce la tua passione per la scrittura, in particolare quella dei racconti?
La passione per la scrittura è nata da sola, ancor prima di quella per la lettura. Ricordo che il mio primo testo è stato verso gli otto anni. Avevo dei giocattoli della Gig, chi è dell’epoca ricorderà i Micronauti. Ne avevo due. Force Commander e il suo cavallo Oberon. Di questi due micronauti, magnetici e smontabili, mi divertivo a ricomporli in vari modi. E un giorno mi venne in mente di mettere nero su bianco la storia della nascita di questi due personaggi... Purtroppo lo scritto è andato perso, inclusi i Micronauti che saranno stati regalati a qualche mio cugino che li avrà distrutti in quattro e quattr’otto. Mi ci ero affezionato.
Dopo questo racconto, composi, alle scuole medie, una piccolissima poesia in cui raccontavo di come i miei compagni di classe mi avessero trascinato su un campetto di calcio. Poesia ispirata, per lo stile, all’Iliade di Omero che all’epoca ci facevano studiare. Ovviamente anche questo testo è andato perso :) . Dopo queste due cose è passato molto tempo. Ho iniziato a leggere dietro continua insistenza della nostra insegnante di Italiano del quarto superiore. Fui fortunato perché trovai una raccolta di racconti di Stephen King. In realtà il termine tecnico sarebbe: raccolta di novelle. Quattro novelle che divorai l’estate del mio sedicesimo compleanno. Non potei incontrare autore migliore. Perché poi iniziai a comprare tutti i suoi testi e King ti fa venir voglia di leggere, ma anche di scrivere, anche se per arrivare ai suoi livelli ci vorranno anni, ammesso che uno possa mai davvero scrivere come lui. Io credo di no. È troppo bravo davvero. E fu King che mi spinse alla scrittura dei primi racconti. Storie horror che conservo. Ci sono stati anni in cui all’università non ho più scritto un solo testo. Poi nel 2009 ho conosciuto un editore non a pagamento che proponeva concorsi in cui bisognava scrivere racconti a tema. All’inizio non riuscivo perché io sono sempre stato per storie lunghe, intricate, romanzi insomma. Su un forum iniziò il confronto con altri autori della stessa casa editrice e così man mano affinai la tecnica e la passione che era stata sempre in me. Da allora mi sono stati pubblicati ben otto racconti da questo editore e, il tutto, senza aver mai pagato un solo centesimo. Prima del 2009 ero seriamente convinto che la prassi comune per l’accesso alla pubblicazione fosse l’investimento di 2000-3000 euro. Invece ho capito che non è così.
 
Come nasce in te l’idea per un racconto?
In genere non c’è una regola fissa. Alcuni racconti li ho scritti per il tema che imponeva quel mese l’editore di cui ti parlavo. Era una sfida perché in appena tre cartelle dovevi inventarti una storia che avesse quel tema. E in effetti alcuni mie racconti di tre cartelle erano molto compressi, così nell’e-book li ho espansi e ho donato loro una seconda vita. Rieditati. Tagliati pezzi inutili e inserito altre cose. Per esempio, “La biblioteca” è totalmente diverso dall’originale. È più maturo, più completo, per quanto, proprio quel racconto, si presta a una storia ancora più lunga di quello che è... Potrebbe nascerne addirittura una storia a bivi, ma temo di riprenderlo e indirizzare il progetto in quella direzione. Oggi gli e-book pare siano un bene di nicchia, figurarsi scrivere un testo a bivi e farlo leggere a un lettore. È come bestemmiare in chiesa. Una casa editrice, però, lo fa. Quintadicopertina. Ho letto una delle loro Polistorie, e ne devo leggere ancora un’altra che ho comprato e che giace nel mio e-reader. Ho riscontrato che l’effetto di poter leggere e rileggere l’e-book e prendere percorsi diversi è interessante, come mi aspettavo. Anche se per il lettore medio è troppo impegnativo. E-book e storia a bivi... Forse un giorno si arriverà a essere perdonati e ad avere la possibilità di fare gli e-book anche in questo modo... Tra l’altro, come è facile intuire, sono anche più impegnativi per chi li scrive e la storia deve prestarsi al gioco, sennò va a finire male e se trovi un lettore che sta alla sfida, poi rischi che ti tiri l’intero e-book reader dietro la testa!
Altre volte, invece, l’idea nasce dal bisogno di comunicare un concetto, una frase, un’idea. Come nel caso de “La biblioteca”, volevo parlare di una storia d’amore non banale, non scontata, nata in biblioteca. Non so quanto ci sia riuscito.
Altre volte ho in mente una scena. Come in “Sì, devo leggere. Pinocchio.” La scena di questo ragazzo che non riesce più a liberarsi dei libri. Idea, tra l’altro, che mi è venuta solo dopo varie riscritture, proprio durante la scrittura. Non era stato pianificato.
 
Quando ti metti di fronte al foglio bianco sai già come andrà a finire la storia? Oppure parti da un’idea e vedi dove ti porterà?
Altre volte quando penso a un racconto, ho in mente per sommi capi quello che potrebbe succedere, ma in genere, se non ho un tema, e posso sconfinare, mi lascio guidare da una sorta di istinto. Come dice Stephen King, la storia viene fuori mentre la scrivi, né prima, né dopo. E ho riscontrato che è vero. Se volessi pensare per filo e per segno cosa scriverò non inizierei mai perché trovo complicato farsi dei progetti dettagliati di una storia per un racconto. Poi ci sono eccezioni, in cui ho in mente la scena madre del testo e il finale, ma in genere questo accade quando posso scrivere “senza smettere più”, come mi è successo per il primo e per il secondo romanzo. Sapevo come sarebbe andata e quali problemi insormontabili avrebbe affrontato il protagonista e quale sarebbe stata la scena con massimo impatto drammatico. Per un racconto è diverso. Devi mettere subito in scena il problema e risolverlo, oppure mi limito a raccontare uno spaccato di vita che potrebbe portare in molte strade diverse come nel racconto “Ricordi”, un racconto che davvero potrebbe trovare una via molto bella in un romanzo, ma mi piaceva come racconto in sé, anche se mi avevano consigliato di eliminarlo per questo motivo. L’ho fatto leggere a un collega in ufficio che l’ha trovato molto bello e toccante e allora mi sono detto che l’idea che avevo avuto era passata e che quindi anche nella sua forma originale andava bene. E infatti un altro lettore, che ho conosciuto su twitter e che credo sia stato il primo acquirente dell’e-book, ha trovato il racconto “dolce”. Era esattamente il sentimento che volevo lasciar trasparire dalla storia. Umanità e dolcezza.
 
So che scrivi anche romanzi. Che differenza c’è per te tra scrivere un romanzo o un racconto?
Una gran bella differenza. Proprio grossa. A volte si pensa che scrivere un racconto sia facile e scrivere un romanzo complicato. In realtà è difficile in tutte e due i casi. Con il racconto c’è il rischio di mettere su una storia che dice ben poco, anche perché nello spazio, per esempio, di tre cartelle, devi far affezionare il lettore al personaggio e devi lasciarlo sorpreso, deve succedere qualcosa insomma. E in alcuni casi è veramente difficile se non ti viene l’ispirazione giusta.
Nel caso del romanzo ti dici “ho tutto il tempo di far affezionare il lettore ai personaggi, alla storia” ed è lì che ti sei fregato perché corri il rischio di scrivere pagine e pagine di noia infusa dicendoti “ma tanto poi dopo si mette in moto il tutto”. Il tutto deve stare sempre in moto. Non puoi fermarti. Sennò perdi il lettore per strada. È una cosa che sapevo già. È una cosa che ho riscontrato in romanzi di esordienti che non hanno ben chiaro il concetto, a volte dimenticano di dare spessore ai personaggi, alla trama. È una cosa che ho letto in un paio di libri di autoediting, ma allo stesso tempo è una cosa che non riesci a tenere sotto controllo se non hai alle spalle tipo dieci romanzi e forse nemmeno. Stephen King ha ammesso che gli editor lo hanno salvato e che alcuni suoi romanzi di 1200 pagine in origine erano grandi il doppio. Io ho bisogno di scrivere molto e poi di riscrivere di continuo. Un po’ come se avessi un capolavoro dentro la pietra, magari ricoperto anche di fango. Non riesci a ripulire subito, non riesci a tirare fuori subito una scultura, devi togliere i vari pezzetti, i blocchetti che deformano il tutto. Lanci acqua oggi, lanci acqua domani, poi usi lo scalpello e finalmente riesci a vedere qualcosa. Il fango non c’è più e viene fuori una statua piena di dettagli e così bella da guardare che ti fermi imbambolato. Poi lasci passare un altro po’ di tempo e inizi a vedere che anche così devi fare ancora molto lavoro sul testo, sulle parole. Poi smetti perché sennò vai al manicomio. Un testo potrebbe subire variazioni all’infinito anche perché nel frattempo sei tu che sei evoluto e che scrivi in modo diverso, proprio quello che mi è successo nella creazione di “La biblioteca”. Non ero mai soddisfatto pienamente.
Con il racconto o riesci o non riesci. Non hai molte possibilità. Certo, puoi sempre sistemarlo, ma ci metti molto meno tempo. Devi tenere meno cose sotto controllo. È difficile che in un racconto vengano fuori ripetizioni continue di concetti, cosa che in un romanzo pare non possa sfuggire, ovviamente a meno di essere un genio, qualcuno che ce l’ha nel sangue, qualcun altro lo impara leggendo 10 libri buoni al mese, classici.
 
Cosa altro scrivi?
Sono un autore prolifico. Ho scritto di tutto. Poesie, sì. Tipo quindici. Quella che compare in “Deve accadere” è stata la prima cosa che l’editore mi pubblicò. In una raccolta di racconti e poesie di altri autori. In “Volare” c’è il concetto di maturazione che si legge tra le righe, nel finale stesso, la voglia di diventare padre... Insomma con la poesia me ne vado per vie dove il racconto o il romanzo non possono portarmi. Una delle mie primissime poesie è diventato il testo di una canzone di cui ha composto la musica un mio amico che studiava al conservatorio. Ho scritto articoli per un giornalino di cui ero redattore assieme ad altri, l’editore e il grafico. Una cosa simpatica durata circa tre anni. Altra cosa che ho scritto è stata una sceneggiatura per una commedia per ragazzi che poi non si è mai fatta. Si sa come sono i ragazzi, no? Si appassionano alle cose di continuo e lasciano le vecchie per le nuove. Un po’ come succede in “Inquietudini”. Poi scrivo pensieri un po’ bizzarri e parlo di scrittura e di editori nel mio blog (http://giovanniventuri.com/), dove ho intervistato vari autori esordienti, qualcuno indipendente, scrivo recensioni di tanto in tanto (quando un libro mi prende e ho tempo per segnalarlo). Per un altro mio blog (http://makeyourebook.me) parlo di e-book e ne realizzo per chi ne chiede: autori indipendenti, case editrici, editor. Lo faccio perché mi è spesso capitato di comprare e-book che sarebbe stato il caso di tirare dietro la testa agli editori che li hanno realizzati/fatti realizzare. Ad alcuni editori ho anche proposto di collaborare, ma si sa che gli e-book non piacciono a tutti, soprattutto quando devi pagare per fartene realizzare uno con tutti i crismi, però poi vedi la differenza tra l’e-book convertito con il programmino gratuito e quello fatto da me. In alcuni casi è come paragonare la montagnetta di sabbia con il K2. Dipende anche dall’e-book, dal testo, da come è formattato.
 
Hai scritto una sceneggiatura per una commedia per ragazzi che poi non si è mai fatta, quindi “Inquietudini” è un testo autobiografico?
No, l’unica cosa che c’è di vero è il fatto che ho scritto questa sceneggiatura per dei ragazzi e che dovevamo mettere in scena, ma non è mai successo, poi i personaggi, quello che succede dentro il racconto è frutto della mia immaginazione.
 
 
 
Per oggi ci fermiamo qui. Nel prossimo post continueremo a parlare con Giovanni del suo libro “Deve accadere” (il sito del libro è www.deveaccadere.info), del suo rapporto con la lettura, dei suoi autori preferiti e della sua personale esperienza come autore indipendente.
Nell’attesa andate a visitare il blog di Giovanni Venturi, “Giochi di parole… con le parole”, per conoscerlo un po’ meglio: www.giovanniventuri.com
 
 
 
Di Carla (del 07/09/2012 @ 06:31:16, in Scrittura & pubblicazione, linkato 5497 volte)

Quella del titolo è una domanda che va per la maggiore nei vari blog anglofoni che trattano di scrittura. La prima reazione che ho avuto quando mi sono trovata di fronte a essa è stato: certo che sì! Uno scrittore è libero di fare tutto! E continuo a essere d’accordo con questa affermazione.
Il problema infatti è che la domanda è mal posta. Quella giusta sarebbe: a uno scrittore conviene cambiare genere?
E qui il discorso si fa più complesso. Bisogna tenere conto delle conseguenze esterne, se uno scrittore scrive e pubblica dei libri di genere diverso, ma anche di quelle interne, cioè il piacere che può avere lo scrittore a cambiare genere e l’effetto che ciò ha sulla qualità della sua scrittura.
A me piace leggere libri praticamente di qualsiasi genere (a parte il fantasy puro, cioè senza altre contaminazioni) e, come me, penso che ci siano molti scrittori dai gusti letterari vari. È normale che essi desiderino sperimentare le loro capacità cimentandosi in generi diversi, perché, se amano un certo tipo di storie, è normale che desiderino inventarne a loro volta.
Teoricamente nessuno impedisce loro di farlo (ci mancherebbe).
Io stessa ho pubblicato due libri finora di generi apparentemente molto diversi. Uno “La morte è soltanto il principio” è una fan-fiction d’azione/fantasy di argomento egizio, l’altro “Deserto rosso – Punto di non ritorno” è una novella di fantascienza/esplorazione spaziale, con elementi di introspezione. Il primo è ricco di ironia e di soprannaturale, il secondo drammatico e scientifico. Così descritti sembrano due libri agli antipodi, ma chi ha letto entrambi mi ha spesso detto: “Si vede che li hai scritti entrambi tu.”
Questa cosa ovviamente mi inorgoglisce, tenendo conto che tra la scrittura del primo e quella del secondo sono passati dodici anni (sebbene poi li abbia pubblicati a una distanza di tre mesi).
Dodici anni sono tanti, nel frattempo i miei gusti si sono evoluti o semplicemente sono cambiati, ed è questo cambiamento che spiega il diverso genere. Ma ciò che non è cambiato è il mio approccio a ogni nuova storia, quello è mio e si vede anche dopo tanto tempo, anche se invece il mio stile è cresciuto, è maturato.
La verità è che nello scrivere un libro io parto da un’idea e questa dal mio punto di vista non è sempre etichettabile all’interno di un genere. Inoltre, nello sviluppo delle storie, spesso mi rifaccio del tutto involontariamente a tematiche ricorrenti, spesso controverse, perché mi piace creare dei contrasti, interpretate in maniera diversa in base al tipo di storia, ma comunque sia riconoscibili come mie.
Le etichette di genere aiutano a distinguere a grandi linee dove va a inserirsi una certa storia, ma per lo scrittore hanno spesso poca importanza. Per lo scrittore esiste solo il suo modo di scrivere, di sentire, di raccontare. Di fatto ogni scrittore tende col tempo a creare un genere tutto suo, che viene definito voce dell’autore. Si tratta di qualcosa di unico e riconoscibile, ed è questo che spesso i suoi lettori cercano nelle sue storie. Sanno che qualunque sia il genere che affronterà, lo farà con la sua voce.
Per questo motivo ci sono molti scrittori che si cimentano in generi diversi (magari affini, ma comunque diversi), soprattutto scrittori molto famosi, basti pensare a King, Grisham, al compianto Crichton, solo per fare qualche esempio. Se ci pensate bene siete portati a definire i loro libri “alla King” o “alla Grisham” o “alla Crichton” piuttosto che usare un’etichetta di genere. Certo, si dice che Grisham abbia inventato il legal-thriller, ma la verità è che molti dei libri di Grisham sono legal, non tutti questi sono thriller, e molti altri sono narrativa non di genere, anche se nel leggerli ci si rende conto che lui scrive esattamente allo stesso modo anche gli altri. Questo perché Grisham è un grande narratore di storie di vita, la parte thriller o legale è spesso solo un pretesto per raccontare grandi storie di persone normali.
Stiamo però parlando di grandi scrittori, che non temono di vedere il loro libro rifiutato da un editore o che nessuno lo compri.
Il discorso è ben diverso per uno scrittore non famoso, che abbia un editore oppure no. Quello che ha un editore, se propone un libro in un genere diverso dal precedente, può rischiare di ricevere un rifiuto. Il problema non sussiste per l’autore indipendente, ma quest’ultimo si trova di fronte alle stesse problematiche del suddetto editore: la reazione dei lettori.
Come ho detto, io leggo quasi tutti i generi, ma non tutti i lettori sono come me, anzi è spesso vero il contrario.
Chi scrive un libro in un genere letterario ben definito di solito impronta la promozione di questo libro in modo da raggiungere i lettori specifici del genere, che a loro volta, spesso, non è detto che avrebbero letto il suo libro se fosse stato di genere diverso. Per questo motivo, se poi al libro successivo passa a un altro genere (un esempio estremo, da umoristico a horror), questi lettori potrebbero come minimo sentirsi traditi, perdere la fiducia nell’autore e in ultima analisi non acquistare il libro.
A questo punto tutto il lavoro fatto per farsi conoscere per il libro precedente sarebbe andato perduto per sempre, lo scrittore dovrebbe iniziare tutto da capo.
Abbastanza scoraggiante, no?
Questo è sicuramente un grosso problema, ma a mio parere c’è qualcosa di più importante da considerare: l’autore sente veramente di poter scrivere un bel libro in un altro genere?
Se la risposta è sì, allora io penso che debba farlo.
Non ci si può costringere a scrivere un certo tipo di libri, solo per non deludere i lettori o un editore. La scrittura non funziona così. La scrittura è una creazione artistica e per creare un prodotto di valore necessita della passione da parte dello scrittore. Quest’ultimo scriverà tanto più e tanto meglio se lo farà alle sue regole, se si divertirà a farlo. Se perderà dei lettori, probabilmente ne troverà altri.
O magari, i suoi vecchi lettori si accorgeranno che non sta affatto cambiando il “suo” genere e che amano leggere i suoi libri, per come li scrive e non solo per l’argomento che trattano.
 

Infine eccoci all'ultimo della serie di articoli su Magrathea.it dedicati all'auto-pubblicazione digitale.

Questa volta si parla di promozione. Dopo aver preparato il vostro libro, inclusa descrizione e copertina (leggi l'articolo uno), dopo averlo formattato correttamente e scelta la piattaforma di distribuzione (leggi l'articolo due) e dopo aver caricato e messo in vendita l'ebook sui vari negozi online (leggi l'articolo tre), resta un unico problema: come facciamo sapere al mondo che il nostro libro e stato pubblicato?
A questo scopo è necessiario programmare una promozione, che deve iniziare ben prima della pubblicazione stessa.

In questo articolo proporrò tutta una serie di suggerimenti per organizzare e portare avanti la promozione delle proprie opere, facendo una distinzione tra quelli da mettere in pratica prima di pubblicare un libro e quelli che invece possono essere utilizzati quando il proprio ebook è già presente negli store.
Cliccate qui per leggere l'articolo.

Con questo termina la mia breve guida. Spero che vi sia stata utile e vi incoraggio a condividerla con tutti coloro che possano essere interessati all'auto-pubblicazione digitale.
 


E siamo arrivati al terzo della serie di articoli su Magrathea.it dedicati all'auto-pubblicazione digitale.

Nei primi due abbiamo parlato dei passi essenziali da compiere prima di pubblicare: editing, copertina, descrizione del libro (clicca per leggere l'articolo uno), formattazione e dove pubblicare (clicca per leggere l'articolo due).

Questo terzo articolo parla di come in pratica si può pubblicare il proprio ebook e si concentra soprattutto sulla più grande piattaforma di pubblicazione digitale per autori indipendenti, Smashwords, in quanto, a differenza di Amazon, presenta un'interfaccia tutta in inglese e non del tutto intuitiva. Grazie a questo articolo si potrà scoprire il sito di Smashwords e verrete guidati passo passo nelle fasi di impostazione dell'account, di pubblicazione del libro, di assegnazione dell'ISBN, di scelta dei canali di distribuzione e così via.
Cliccate qui per leggere l'articolo.

A mercoledì prossimo per l'ultimo articolo della guida!

 


Continua sul web magazine Magrathea.it la mia serie di articoli dedicati all'auto-pubblicazione digitale. Nell'articolo precedente ho parlato delle motivazioni per diventare un autore indipendente e di alcuni dei passi essenziali da copiere prima di pubblicare: editing, copertina e descrizione del libro. Mi sono inoltre soffermata sull'opportunità di pubblicare un booktrailer.

In questo secondo articolo invece si parla dell'importanza della corretta formattazione di un ebook e del modo migliore per ottenerla, infine della scelta delle piattaforme migliori per pubblicare il proprio libro. Mi concentro in particolare su Amazon Kindle Direct Publishing e Smashwords.

La scelta di parlare di quest'ultima piattaforma, che non è italiana, è dovuta al fatto che è molto semplice da usare (quindi adatta all'autore indipendente alla prima pubblicazione), ha un sistema di conversione automatico da .doc a .epub (quindi non è necessario saper creare un epub) e permette di vendere il proprio libro in tutti i formati ebook esistenti tramite il proprio sito, oltre che distribuirlo semplicemente su Apple, Kobo e altre piattaforme internazionali.
L'uso di Smashwords insieme a KDP, permette senza complicarsi la vita di avere il proprio libro sulle due piattaforme di distribuzione più importanti al mondo e anche in Italia: Amazon e iTunes/iBookstore (Apple).
Cliccate qui per leggere l'articolo.

A mercoledì prossimo con il terzo articolo!

 
Il logo di Magrathea.itOggi ha ufficialmente inizio la mia collaborazione col web magazine Magrathea.it. Questa rivista si occupa di narrativa fantastica, spaziando tra fantasy, fantascienza e horror. Al suo interno si trovano notizie, recensioni e anticipazioni di libri, film, giochi, videogiochi, fumetti e serie TV sempre rientranti nel genere fantastico. Si possono inoltre leggere dei racconti, offerti da vari autori. Esiste infine una sezione che si occupa di editoria digitale.

In quest'ultima si inserisce la serie di quattro articoli da me scritti e che compariranno con cadenza settimanale (ogni mercoledì a partire dalle ore 11), aventi come titolo "Come pubblicare il proprio romanzo in ebook".
Si tratta di una guida sintetica, basata sui miei studi e la mia esperienza personale, sull'autopubblicazione digitale, che non vuole essere di certo esaustiva, ma che rappresenta una sorta di punto di partenza per lo scrittore che vuole diventare un autore indipendente. Mi riservo in futuro di integrare il tutto con ulteriori articoli sul mio blog o su Magrathea, introducendo nuovi argomenti e approfondendone altri.

È in ogni caso presto per tirare le somme a proposito della mia esperienza, visto che solo da pochi mesi ho iniziato a pubblicare in digitale. Forse fra un anno o poco più avrò gli elementi necessari per farlo. Quando succederà, ho intenzione di riunire tutto questo materiale e altro che aggiungerò in un ebook, che potrebbe tornare utile agli scrittori che volessero cimentarsi con l'autopubblicazione digitale.

Nel primo articolo, che è stato pubblicato oggi e che potete leggere cliccando qui, faccio una prima introduzione sulle motivazioni di uno scrittore nella scelta di intraprendere la strada dell'indipendenza, cioè di diventare editore di se stesso, e di come pubblicare in ebook sia l'unica vera strada percorribile per avere i massimi risultati col minimo rischio, anche e soprattutto economico. Affronto inoltre alcuni importanti aspetti che lo scrittore deve considerare prima di pubblicare un proprio romanzo (ma vale anche per un racconto o un saggio), dando dei suggerimento su editing, copertina e descrizione del libro (quella che in cartaceo è definita quarta di copertina), e accennando infine sull'opportunità di produrre un booktrailer.
Nel secondo articolo che uscirà fra sette giorni, mi concentrerò sugli aspetti tecnici della preparazione dell'ebook, in particolare la corretta formattazione del file per poter essere utilizzato su alcune piattaforme di vendita. Nel terzo descriverò in dettaglio le modalità di caricamento e messa in vendita dell'ebook su Amazon e in particolare su Smashwords. Infine nell'ultimo suggerirò tutta una serie di tecniche di promozione da utilizzare sia prima che dopo la pubblicazione, in quanto ciò che l'autore indipendente in realtà deve promuovere non è tanto il singolo libro, ma soprattutto se stesso.

Vi auguro buona lettura del primo articolo su Magrathea.it e vi consiglio di dare un'occhiata a tutto il web magazine, poiché è sicuramente una fonte di interessanti informazioni per chi si interessa dei generi del fantastico, qualunque sia il mezzo tramite il quale ci viene raccontato.
 
Di Carla (del 14/07/2012 @ 19:53:38, in Scrittura & pubblicazione, linkato 4223 volte)

Il mio articolo su Kipple.it
Quante volte vi è capitato di meravigliarvi davanti a un nuovo oggetto tecnologico? Quante volte avete pensato che sembrava provenire da un film di fantascienza?
Esiste un rapporto sottile tra scienza e fantascienza, una relazione che nel tempo ha portato l'una a influenzare l'altra e i cui effetti si vedono particolarmente al giorno d'oggi.

In questa mia prima incursione sul blog di Kipple Officina Libraria, una piccola realtà dell'editoria italiana dedicata ai generi del fantastico, affronto questo argomento, che in realtà è molto più complesso di quanto si possa scrivere in un articolo. La mia intenzione è solo quella di creare dei possibili spunti di discussione e vorrei spingervi a esprimere la vostra opinione.
Vi invito perciò ad andare a leggere il mio articolo, "Quando la (fanta)scienza ha la data di scadenza", e a scoprire l'interessante universo letterario di Kipple.it.
Ben presto ospiterò anche su questo mio blog alcuni loro articoli e avrò modo di presentarveli come si deve.
Buona lettura e non dimenticate di lasciare un vostro commento.

 
Di Carla (del 27/06/2012 @ 05:48:17, in Scrittura & pubblicazione, linkato 6843 volte)

Uno dei modi tradizionali per pubblicizzare l’uscita di un libro è organizzare un tour promozionale. L’autore visita di volta in volta città diverse, tipicamente librerie (piccole o grandi), dove fa una presentazione della sua opera, che viene moderata da un presentatore. Durante la presentazione viene brevemente descritto il libro, viene letto qualche passaggio e poi viene intervistato l’autore. Di solito si dà poi al pubblico la possibilità di intervenire e fare delle domande. Infine, in alcuni casi, l’autore si rende disponibile ad autografare le copie appena acquistate dalle persone venute alla presentazione.
Questo tipo di sistema di promozione ha particolarmente senso, se esiste un budget che ne copra i costi e soprattutto se esiste una versione cartacea del libro, che possa essere venduta immediatamente dopo la presentazione stessa.
Ma le cose sono diverse nel caso di un autore indipendente, che non può permettersi di finanziare un’iniziativa del genere, perché oggettivamente ha poche possibilità di non rimetterci (o un autore pubblicato da un editore, che non sia in grado di organizzare una cosa del genere, perché non può o non vuole investire sulla promozione) oppure che ha pubblicato solo in digitale, per cui una presentazione in real life avrebbe poco senso, visto che non potrebbe portare all’acquisto immediato del libro da parte del pubblico. In queste situazioni lo stesso concetto di tour promozionale può essere trasferito anch’esso in digitale, cioè sul web.
Così come il libro è diventato un ebook, il tour promozionale diventa un blog tour.
Ma in pratica come si svolge un blog tour?
Esattamente come quello nella real life con la differenza che i luoghi in cui si svolgono le presentazioni non sono reali ma virtuali, sono cioè dei blog.
Il tipico post di un blog, che ospita un blog tour, è costituito da una serie di elementi, che possono variare a seconda delle necessità.
Prima di tutto c’è una presentazione dell’autore da parte del blogger. Sarebbe opportuno che il blogger avesse letto il libro in questione, ma talvolta è sufficiente che si sia informato sull’argomento, magari discutendone prima con l’autore.
Dopo la presentazione si dà la parola all’autore. Questa parte può essere un semplice testo di presentazione scritto dall’autore, avendo cura di farne uno diverso per ogni blog ospitante, oppure essere sviluppata sotto forma di intervista tra blogger e autore, con domanda e risposta.
Talvolta però si possono mescolare le due cose, intercalando uno scritto dell’autore a domande e risposte, e magari aggiungendo qua e là un commento del blogger.
A conclusione del post, infine, si inseriscono i dati del libro, inclusa una sinossi, editore o piattaforma di distribuzione (in caso di autore indipendente), ISBN (se esistente), prezzo, sito dell’autore e link dove è possibile acquistare il libro. Se esiste, si può aggiungere anche il booktrailer, mentre all’inizio del post ovviamente va inserita una foto del libro ed eventualmente a metà una dell’autore.
Il blogger dovrà anche esortare i suoi lettori a lasciare commenti o domande rivolte all’autore, proprio come farebbe un presentatore durante una vera tappa di un tour promozionale.
L’autore a sua volta dovrà scrivere un post di rimbalzo sul proprio blog, informando i suoi lettori della tappa in questione, inserendo un link e usando uno screenshot del blog ospitante come immagine del post.
Per un breve periodo, inoltre, l’autore dovrebbe tornare sul blog ospitante per leggere ed eventualmente rispondere a commenti e domande dei lettori.
Questo sistema permette sia all’autore che al blogger di farsi pubblicità a vicenda, veicolando da una parte i lettori dell’autore sul blog e dall’altra spingendo i lettori del blog a interessarsi all’autore, magari acquistando il suo ebook.
Se poi anche il blogger è a sua volta un autore, l’autore ospitato di solito ricambia il favore ospitando il primo nel proprio blog, quando anche questo vorrà promuovere un suo libro.
Soprattutto tra autori indipendenti, o comunque autori non famosi, la collaborazione con i propri colleghi è un elemento importante della fase promozionale, perché può avere un enorme potenziale nell’estendere la propria cerchia di lettori e perché non costa nulla.
Purtroppo molti autori tendono erroneamente a vedere i propri colleghi come se fossero la concorrenza e quindi a mettersi in competizione con loro. Ciò non ha molto senso, perché se due autori scrivono lo stesso genere o comunque generi che possono avere dei lettori in comune, i loro lettori saranno senza dubbio interessati a leggere i libri di entrambi e non solo di uno. Inoltre i lettori sono spontaneamente attirati da autori (famosi o non) che si mostrino gentili, disponibili e collaborativi. E quale migliore modo di mostrare loro questi nostri aspetti se non quello di stringere amicizie con altri autori e collaborare con loro?
Al di là di tutto la pratica dei blog tour è anche un ottimo modo per generare tutta una serie di articoli diversi dedicati al libro e all’autore, che vengono indicizzati da Google e saltano fuori durante le ricerche di potenziali lettori.
Il bello dei blog tour per la promozione degli ebook, rispetto ai tour nella real life, è che non devono per forza essere fatti a ridosso del lancio del libro. Per l’ebook non esiste un periodo promozionale ben preciso, per il semplice fatto che un ebook non va mai fuori catalogo. In questo modo l’autore può ciclicamente organizzare una serie di tappe oppure di tanto in tanto aggiungerne una anche per mesi o anni, mentre nel frattempo scrive e pubblica altri libri. Non esistono, insomma, delle regole precise.
Siccome io stessa sono un’autrice indipendente, ho deciso di organizzare un blog tour per promuovere il mio ebook “Deserto rosso – Punto di non ritorno”. In questo momento sono in contatto con alcuni blogger per definire i dettagli di alcune tappe, ma sono ovviamente disponibile ad aggiungerne delle altre.
Perciò, cari amici blogger che mi leggete, se ciò che ho scritto sopra può interessarvi, lasciate un commento o contattatemi su Facebook o Twitter.
 
Di Carla (del 22/06/2012 @ 05:35:26, in Scrittura & pubblicazione, linkato 2478 volte)


Finalmente posso mostrarvi il booktrailer di "Punto di non ritorno", il primo episodio di "Deserto rosso".
Per la sua realizzazione devo ringraziare Fabio Delfino per aver trasformato in realtà le mie idee. Come gli ho detto, appena me l'ha mostrato: è anche meglio di come l'avevo immaginato!
Se per caso cercate qualcuno che realizzi il vostro booktrailer, lui è la persona che fa per voi.
Le immagini originali relative a Marte non sono ovviamente opera nostra, ma sono copyright di NASA/JPL-Caltech (debitamente accreditato nel video), che permette l'uso gratuito del suo materiale. Fabio le ha poi modificate e adattate.
La copertina invece è stata realizzata in collaborazione con Alberto Casu.

Si tratta di un filmato molto breve (48 secondi, compresi i crediti) che vi offre un semplice assaggio della storia e vi dà un'idea dell'atmosfera in cui si svolge. Fare qualcosa di più lungo non avrebbe avuto senso. Preferisco lasciare al lettore la libertà di immaginare gli avvenimenti in maniera autonoma, di avere la propria unica esperienza di lettura.

Come riportato nel video l'ebook è disponibile su Amazon (al prezzo esagerato di 89 centesimi), Kobo, Apple, Barnes & Noble e Smashwords.

Non mi resta che augurarvi buona visione. Se vi piace ciò che vedete, condividetelo con i vostri amici.

 
Di Carla (del 19/06/2012 @ 03:25:01, in Scrittura & pubblicazione, linkato 13282 volte)

Questo tutorial è rivolto a tutti gli autori indipendenti che hanno intenzione di pubblicare il proprio ebook su Amazon, ma hanno qualche problemino con la formattazione.
Visto che non ho trovato un tutorial come si deve né in italiano né in inglese che spieghi veramente dall'inizio alla fine l'intero processo e che le varie istruzioni trovate su Amazon e nei vari ebook gratuiti ufficiali sono in alcuni casi insufficienti e in altri troppo complesse, ecco a voi una lista di cose da fare per trasformare correttamente il vostro ebook dal formato Word, in cui l'avete probabilmente scritto, a un formato .mobi che venga convertito senza problemi dal sistema KDP di Amazon.
1) Prima di tutto formattate il vostro file seguendo alla lettera le istruzioni riportate sulla guida alla formattazione di Smashwords che potete scaricare a questo link (è gratuita).

2) A questo punto avete un file .doc perfettamente formattato, che, volendo, potete già pubblicare su Smashwords. Per pubblicare su Amazon dovete fare un solo cambiamento importante: sostituire il nome del segnalibro inserito all'inizio dell'indice da ref_TOC a semplicemente TOC. Così nel file finale verrà creata automaticamente una guida per l'indice, in modo tale che richiamando il "Menu" sul Kindle e andando su "Vai a", sia possibile selezionare la voce "Indice".
Dopo questa modifica, il file viene convertito già abbastanza bene da Amazon, il file finale messo in vendita non avrà però l'indice logico sulla barra di navigazione (quei puntini sulla barra navigazione che permettono di saltare da un capitolo all'altro). Se volete a tutti i costi questo indice, andate avanti con i passaggi successivi.

3) Ulteriori modifiche facoltative al file .doc rispetto a quello creato per Smashwords:
  - Togliere il collegamento ipertestuale che dal nome di ogni capitolo o sezione riporta all'indice. Se avete modificato il nome del segnalibro dell'indice come scritto sul punto 2, questo collegamento non serve più. Togliendolo, si elimina quella brutta sottolineatura sotto il nome del capitolo o sezione in questione. Chiaramente se volete tenerla, ignorate questo passaggio;
  - Se avete creato i segnalibri dei singoli capitoli (o sezioni) proprio sul nome del capitolo (o sezione), vi consiglio di spostarli una riga più in alto. Per fare questo, eliminate il segnalibro in questione, posizionatevi all'inizio del nome del capitolo, premete invio per creare una riga bianca, posizionatevi nella riga bianca e ricreate qui il segnalibro con lo stesso nome. Ripetete l'operazione per ogni capitolo o sezione. Questo fa sì che venga mantenuta la corretta formattazione del testo del capitolo (per es. grassetto, centrato), quando si salta da un capitolo all'altro usando l'indice nella barra di navigazione. Se non vi interessa che il nome del capitolo abbia un aspetto diverso se vi si arriva tramite l'indice logico, potete ignorare questo passaggio.
Il file .doc adesso è pronto per il passaggio successivo. Prima di andare avanti, assicuratevi di averlo salvato.

4) Convertite il file .doc in file .html filtrato. Per fare questo cliccate su "Salva con nome", per comodità scegliete un nome breve di una sola parola, scegliete come formato ".html filtrato" e poi salvate. A questo punto chiudete Word. Non lo dovrete usare più.

5) Adesso vi serve un programmino che si chiama Mobipocket Creator. Cercatelo su Google. È gratuito. Scaricatelo e installatelo.

6) Aprite Mobipocket Creator e cliccate su "HTML document" proprio sotto la scritta "Import from existing file", selezionate il file usando il tasto "Browse" e poi premete "Import". Nella schermata successiva vedrete il nome del file importato. Nel menù a sinistra, cliccate su "Cover Image". I passaggi sono i seguenti: Add a cover image > Browse > selezionate l'immagine di copertina dal vostro computer > Apri, infine fate clic su "Update". Ora sulla barra in alto cliccate sull'icona "Build". Nella schermata successiva, senza fare ulteriori modifiche, cliccate sul pulsante "Build". Una volta terminato il processo, chiudete Mobipocket Creator.

7) Andate su Documenti e troverete la cartella My Publications (a meno che non abbiate impostato un'altra cartella specifica durante l'installazione di Mobipocket Creator). All'interno troverete una cartella con lo stesso nome del file html del vostro ebook. Dentro questa cartella troverete:
  - una copia del file html del vostro ebook;
  - una copia del file della copertina;
  - un file .opf con lo stesso nome del file html;
  - un file .prc con lo stesso nome del file html.

8) Create un nuovo file di testo (programma Blocco note) e salvatelo nella stessa cartella con il nome provvisorio toc.txt (per evitare errori, nel file aperto assicuratevi che la voce "A campo automatico" del menù "Formato" non abbia il segno).
Ora incollate nel file il seguente codice, che poi modificherete.


  "http://www.daisy.org/z3986/2005/ncx-2005-1.dtd">
 

 

 
 
 
 
 

 
 Titolo del vostro libro
 

 
 Vostro cognome, vostro nome
 

 

 nav1" playOrder="1">
 Nome capitolo o sezione
 nomevostrofile.html#nomesegnalibro1"/>
 

 nav2" playOrder="2">
 Nome capitolo o sezione
 nomevostrofile.html#nomesegnalibro2"/>
 

 nav3" playOrder="3">
 Nome capitolo o sezione
 nomevostrofile.html#nomesegnalibro3"/>
 

 
 

Le parti da modificare sono in rosso. Non toccate tutte le altre.
Le parole relative all'id, cioè nav1, nav2 ecc... sono modificabili e potete mettere quello che volete (es. "titolo", "indice", "capitolo1", "note"), l'importante è non ripetere mai lo stesso id.
Dove c'è scritto "nome capitolo o sezione" dovete mettere l'effettivo titolo dato alla sezione in questione, es. Titolo, Indice, Capitolo 1 (seguito o no da un titolo di capitolo) oppure Note sull'autore... e così via. Potete riportare gli stessi titoli usati nell'ebook, per non confondervi.
Al posto di nomevostrofile.html#nomesegnalibro1 mettete l'effettivo nome del file html del vostro ebook seguito senza interruzione dal simbolo # e dal nome corretto del segnalibro corrispondente al capitolo o sezione in questione.
Ovviamente questo indice (che si chiama indice NCX) ha solo tre elementi. Per crearne degli altri dopo , aggiungete altri codici come quelli riportati prima inclusi nel tag (usando copia e incolla), ma avendo cura di incrementare il numero sia in id (o comunque cambiare questa variabile, che può avere un nome qualsiasi, l'importante è che sia univoco) che playOrder (è importantissimo che venga mantenuto l'ordine preciso). E dovete anche cambiare il titolo del capitolo (o sezione) e il nome del segnalibro dopo il simbolo #.
Un consiglio: create un elemento dell'indice (il primo) per la pagina del titolo, cioè quella che contiene il titolo del vostro libro e il vostro nome, insieme a eventuali note di copyright.
Fatto tutto? Ora salvate il file e chiudetelo.
Tornate nella cartella e rinominatelo così: toc.ncx (estensione ncx al posto di txt).
9) Nella cartella c'è anche il file .opf (con lo stesso nome del file .html). Selezionatelo e cliccate sul tasto destro del mouse, poi andate su Apri con > Blocco note.
Nel file aperto individuate il tag , subito dopo di esso, inserite il seguente codice (usate copia e incolla):

Poi individuate il tag e modificatelo come segue:e modificatelo come segue:

Ora individuate il tag , che si trova proprio verso la fine. Dovrebbe essere vuoto, cioè dovrebbe essere seguito immediatamente da .
Incollate tra il tag di apertura e quello di chiusura quanto segue:

vostroebook.html#TOC"/>

Al posto di vostroebook.html mettete il nome del vostro file html. Questo tag inserisce una guida per permettere al Kindle di trovare la pagina dell'indice tramite il tasto "Menu", come descritto nel punto 2.
Questo passaggio è essenziale se si è andati avanti con i punti successivi al numero 2 di questo tutorial, affinché l'indice venga correttamente individuato.

Il passaggio successivo serve per inserire nel file .opf il nome dell'autore. In realtà il sistema di Amazon aggiungerà automaticamente questa informazione al file in vendita, ma potrebbe non apparire nel file mobi di anteprima che scaricherete dal sito di KDP.
E allora, per conservare un file mobi uguale a quello in vendita, aggiungiamola.

Individuate il tag (la parte in rosso contiene in genere il nome del file), subito dopo di esso va aggiunto ciò che segue:

Cognome, Nome" opf:role="aut">Nome Cognome

Sostituite le parti in rosso con il cognome dell'autore e il nome dell'autore.
Visto che ci siete potete anche sostituire vostroebook nel tag dc:Title con il titolo effettivo dell'ebook. Se non lo fate, lo farà comunque Amazon, ma ripetere non costa nulla.

Assicuratevi ancora una volta che, cliccando sul menù "Formato" del blocco note, la scritta "A campo automatico" non sia selezionata, quindi salvate il file e chiudetelo.

10) Adesso dovete scaricare il programma KindleGen. Lo trovate a questo link.
Si tratta di un file .zip. Salvatelo dove volete e decomprimetelo. Troverete diversi file e cartelle. Tra i file c'è kindlegen.exe. NON cercate di aprirlo facendo doppio clic.
Adesso andate su Start > Tutti i programmi > Accessori > Prompt dei comandi (io sto usando Windows XP, in altre versioni di Windows i vari nomi possono essere diversi, ma sono di certo simili).
Si apre una piccola finestra nera. Nell'ultima riga c'è una scritta che inizia con c:\ e continua con un percorso nel vostro PC. In genere si tratta di Documents & Settings\ seguito dal nome del vostro account su Windows.
Se non siete pratici del prompt dei comandi e non sapete come modificare questo percorso, non fatelo, bensì copiate e incollate nella cartella in questione, che troverete appunto su Risorse del computer > C: > Documents & Settings > (nome del vostro account di windows qualunque sia), i seguenti file:
  - kindlegen.exe
  - il file .html del vostro ebook (preso dalla cartella sotto My Publications);
  - il file della copertina (preso dalla cartella sotto My Publications);
  - il file .opf con lo stesso nome del file html (preso dalla cartella sotto My Publications);
  - il file toc.nxc (che avete creato nella cartella sotto My Publications).
Se per caso il percorso che appare sul prompt dei comandi è diverso da quello che vi ho indicato, copiate i file e incollateli nella cartella indicata dal quello specifico percorso, altrimenti ciò che segue non funzionerà.
Ovviamente se siete pratici del prompt dei comandi e sapete modificare il percorso visualizzato, scegliete la cartella che preferite. In essa dovrete comunque mettere tutti i file indicati sopra.
Avete copiato e incollato tutto?
Bene, ora nel prompt dei comandi scrivete kindlegen e fate invio.
Il programma vi dà delle istruzioni. Se riuscite a capirle, seguitele.
Se non avete dimestichezza con queste cose, ecco cosa dovrete scrivere:

kindlegen vostroebook.opf -c0 -o vostroebook.mobi

Dove:
vostroebook.opf è il nome preciso del file .opf che era stato creato da Mobipocket Creator e che avete copiato nella stessa cartella di kindlegen.exe;
-c0 (il segno meno seguito da una lettera c e uno zero) indica che non volete alcuna compressione del file (si può scrivere un codice diverso tra quelli suggeriti nelle istruzioni, se lo volete comprimere, ma nel caso di un libro senza foto, come un romanzo, non è necessario). Per evitare problemi, non ho mai fatto alcuna compressione, ma ho notato che alla fine il file in vendita era stato comunque compresso da Amazon. Per cui direi di lasciare così questo codice;
-o è un segno meno seguito dalla lettera o minuscola, va scritto così com'è;
vostroebook.mobi è il nome che volete dare al file del vostro ebook, seguito dall'estensione del formato mobi. Per semplicità usate lo stesso nome di file di .opf.
Premete invio e il programma scrive una serie di righe, alla fine dice (in inglese) che la conversione è avvenuta con successo.
Nella stessa cartella, in cui avete messo kindlegen.exe e gli altri file sopra, troverete il file vostronome.mobi (col nome da voi assegnato).

Questo file è pronto per essere caricato su Kindle Direct Publishing di Amazon.
Se non avete sbagliato nulla, il file di anteprima che scaricherete da Amazon dopo la conversione, funzionerà bene nel vostro Kindle e avrà anche un indice navigabile nella barra di navigazione.
Sarà insomma perfetto per la pubblicazione, a cui potete quindi procedere.
Buona pubblicazione a tutti!

 
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